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Piera1
Guest
Vorrei poter mettere l’orologio del tempo indietro e cancellare l’incubo in cui sono piombata lo scorso venerdì. Era circa mezzogiorno quando il pianto di un piccolo micio giunse alle mie orecchie, all’inizio pensai che il pianto esisteva solo nella mia testa, ultimamente sento mici dappertutto,poi invece mi resi conto che un micio che piangeva c’era, lo sentivo, un pianto intervallato da lunghi silenzi. Un bel problema trovarlo in un territorio molto vasto, abito in campagna e molte proprietà sono chiuse, per me impossibile entrare e cercare il micio. Andai per strada cercando di capire da dove provenisse il pianto, c’erano circa quaranta gradi, si sudava solo a respirare ma l’idea di un piccolo micio senza acqua né cibo mi faceva star male e cominciai a cercarlo. Finalmente individuai il posto ma era impossibile entrare perché chiuso, chiesi alla mia vicina se mi permetteva di entrare dalla sua proprietà, fu tanto gentile da accettare e di aiutarmi a cercarlo, del micio però nessuna traccia. Tornai a casa sconsolata, mi chiedevo come rintracciare un micio il cui pianto arrivava a tratti, passai tutto il giorno per strada chiamandolo di continuo. A sera mio figlio con una torcia elettrica cominciò a cercarlo nella villetta vicino la nostra scavalcando il muro di recinzione, lo cercò anche nel terreno vicino scavalcando la rete metallica col rischio di essere denunciato per violazione di domicilio, del micio però nemmeno l’ombra. Munita di torcia elettrica e col cane trasformato in commissario Rex cominciammo a esplorare altri terreni fino a quando il micio fu intercettato dentro il motore dell’auto della mia vicina che non era in casa. Aspettai la vicina fino alla mezzanotte poi mi allontanai un attimo per posare alcune cose in casa e quando risalii il micino si era spostato, il suo pianto proveniva dal mio giardino, guardai meglio e sotto la luce della torcia fra le belle di notte che crescono vicino ad un albero di pino, accucciato c’era il piccolo micio, circa due mesi e con un occhietto cieco, allungai la mano per prenderlo ma spaventato scappò via. A questo punto avrei dovuto fermarmi, avrei dovuto capire che il micio era spaventato, si era acquattato fra il muro e la rete metallica , allungai di nuovo la mano, il micio tenta di arrampicarsi sul muro, le piccole zampette perdono la presa e il piccolino cade nel giardino dove viene prima rincorso e poi ucciso dal mio cane. La morte del gattino mi pesa tantissimo, mi sembra di vivere in un incubo, spero di svegliarmi da un brutto sogno ma so che non è così. Ho sempre davanti agli occhi come in un fotogramma gli ultimi istanti terribili, io che urlo come una disperata, davanti una rete metallica che mi impedisce di correre in aiuto del micio mia figlia che esce dalla finestra della sua stanza per cercare di fermare il cane, io che rientro in casa e mi trovo davanti il corpicino inerme del gattino che dopo aver pianto tutto il giorno ha trovato la morte per colpa mia