ironbee
Guru Giardinauta
Non ho ancora descritto il problema della varroa, il principale parassita dell'ape e la principale fonte di problemi per l'apicoltore.
La varroa è un acaro, un cugino della zecca a cui un po' assomiglia: un pancione (si fa per dire, sarà circa mezzo millimetro) da cui spuntano la testa e le zampette.
Parassitizza l'ape fin dalla larva e provoca danni sia diretti (le api nascono con menomazioni) che indiretti (l'alveare indebolendosi diventa soggetto a patologie varie).
Non essendoci un sistema per debellarla completamente, bisogna cercare di mantenere il livello di infestazione a un livello accettabile.
Per la lotta sono comparsi tanti sistemi, alcuni anche fantasiosi e spacciati per miracolosi. Non so se esiste il sistema migliore, io descrivo quello che uso, che per me raggiunge i risultati attesi.
Ad agosto, a fine raccolto, tratto con Api Life Var (timolo, mentolo e eucaliptolo) che descriverò a suo tempo, e in inverno tratto 2 volte con acido ossalico gocciolato.
Tanti apicoltori tra un raccolto e l'altro trattano con l'ossalico, gocciolato o sublimato. Io non l'ho mai fatto, secondo me il gioco non vale la candela e si introducono delle sostanze, sia pure naturali, nell'alveare senza avere dei risultati significativi; non escludo però che in altre condizioni la procedura sia efficace.
La varroa è un acaro, un cugino della zecca a cui un po' assomiglia: un pancione (si fa per dire, sarà circa mezzo millimetro) da cui spuntano la testa e le zampette.
Parassitizza l'ape fin dalla larva e provoca danni sia diretti (le api nascono con menomazioni) che indiretti (l'alveare indebolendosi diventa soggetto a patologie varie).
Non essendoci un sistema per debellarla completamente, bisogna cercare di mantenere il livello di infestazione a un livello accettabile.
Per la lotta sono comparsi tanti sistemi, alcuni anche fantasiosi e spacciati per miracolosi. Non so se esiste il sistema migliore, io descrivo quello che uso, che per me raggiunge i risultati attesi.
Ad agosto, a fine raccolto, tratto con Api Life Var (timolo, mentolo e eucaliptolo) che descriverò a suo tempo, e in inverno tratto 2 volte con acido ossalico gocciolato.
Tanti apicoltori tra un raccolto e l'altro trattano con l'ossalico, gocciolato o sublimato. Io non l'ho mai fatto, secondo me il gioco non vale la candela e si introducono delle sostanze, sia pure naturali, nell'alveare senza avere dei risultati significativi; non escludo però che in altre condizioni la procedura sia efficace.