ironbee
Guru Giardinauta
Chi non abita in città e chi ha a disposizione un pezzo anche piccolo di orto o di frutteto, nello scegliere un nuovo animale domestico, dovrebbe contemplare anche le api.
Provo a descrivere i pro e i contro di questa scelta.
L'obiezione più ovvia è che con le api non si instaura quel rapporto di amicizia che in varie misure unisce l'uomo e cani, gatti e perfino pesci.
Però le api ci ripagano facendoci ammirare la loro meravigliosa vita sociale e si possono abbandonare tranquillamente durante le ferie (per chi fa delle ferie non troppo lunghe).
Le api sono animali liberi, non sono chiuse in gabbia, in un acquario o in un recinto, l'uomo si limita a assecondarle nelle loro attività ma loro rimangono LIBERE.
Poi le api producono il miele (oltre alla cera e al propoli): un'arnia produce all'anno 15-30 kg di miele (in media, come ordine di grandezza, dipende molto dalle fioriture, dall'annata, dalla qualità della regina), più che sufficienti per la propria famiglia e la cerchia dei parenti e degli amici.
Si pensa che le api richiedano molto impegno. Un paio di arnie occupano 4-5 ore al mese da marzo a agosto, un'ora al mese per i restanti 6 mesi; in più bisogna aggiungere una decina di ore per raccolto (dai 2 ai 4 all'anno), per le attività di posa degli apiscampo, prelievo dei melari, smelatura e invasettamento. Tutte le attività, salvo rare eccezioni, possono essere svolte quando si ha tempo, l'unico vincolo è quello meteorologico.
Anche l'impegno economico non è eccessivo e si concentra all'inizio dell'attività, a regime le spese annue per ogni arnia sono intorno ai 10 euro.
Ogni arnia costa tra 70 e 150 euro, a seconda della qualità e di quanto tra montaggio e verniciatura è compreso.
Un nucleo costa più o meno tra gli stessi limiti, a seconda delle dimensioni e del mercato.
L'attrezzatura per la visita (tuta, guanti, affumicatore, leva e spazzola) si può avere a meno di 100 euro complessivi.
L'investimento maggiore è nell'attrezzatura per la smielatura, nell'ordine di almeno 3-400 euro. Si può risparmiare rivolgendosi al mercato dell'usato o condividendola con qualche altro apicoltore.
Provo a descrivere i pro e i contro di questa scelta.
L'obiezione più ovvia è che con le api non si instaura quel rapporto di amicizia che in varie misure unisce l'uomo e cani, gatti e perfino pesci.
Però le api ci ripagano facendoci ammirare la loro meravigliosa vita sociale e si possono abbandonare tranquillamente durante le ferie (per chi fa delle ferie non troppo lunghe).
Le api sono animali liberi, non sono chiuse in gabbia, in un acquario o in un recinto, l'uomo si limita a assecondarle nelle loro attività ma loro rimangono LIBERE.
Poi le api producono il miele (oltre alla cera e al propoli): un'arnia produce all'anno 15-30 kg di miele (in media, come ordine di grandezza, dipende molto dalle fioriture, dall'annata, dalla qualità della regina), più che sufficienti per la propria famiglia e la cerchia dei parenti e degli amici.
Si pensa che le api richiedano molto impegno. Un paio di arnie occupano 4-5 ore al mese da marzo a agosto, un'ora al mese per i restanti 6 mesi; in più bisogna aggiungere una decina di ore per raccolto (dai 2 ai 4 all'anno), per le attività di posa degli apiscampo, prelievo dei melari, smelatura e invasettamento. Tutte le attività, salvo rare eccezioni, possono essere svolte quando si ha tempo, l'unico vincolo è quello meteorologico.
Anche l'impegno economico non è eccessivo e si concentra all'inizio dell'attività, a regime le spese annue per ogni arnia sono intorno ai 10 euro.
Ogni arnia costa tra 70 e 150 euro, a seconda della qualità e di quanto tra montaggio e verniciatura è compreso.
Un nucleo costa più o meno tra gli stessi limiti, a seconda delle dimensioni e del mercato.
L'attrezzatura per la visita (tuta, guanti, affumicatore, leva e spazzola) si può avere a meno di 100 euro complessivi.
L'investimento maggiore è nell'attrezzatura per la smielatura, nell'ordine di almeno 3-400 euro. Si può risparmiare rivolgendosi al mercato dell'usato o condividendola con qualche altro apicoltore.