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Svetlana

Olmo60

Guru Master Florello
«I bambini - scrive il celebrato romanziere in una lettera alla moglie - stanno tutti bene e sono buoni. Quanto sarei felice di ricevere anche solo un calcio da te, non occorre che te lo dica. Saluti affettuosi, il tuo Leopold»

fu la necessaria deriva delle fiabe belluine narrateGLI dalla truculenta nutrice bavarese.
 

xst84

Giardinauta Senior
Ma per partecipare a questo 3d basta sparare ca..ate a raffica chè tutto fa brodo?
come poteva il fuoco o la somiglianza col fuoco con il sole non impressionare lo spirito umano ? ma non perchè non se lo spiega (l'ottusa superstizione della nostra epoca): forse che la cosa diventa meno impressionante dopo una spiegazione ?
 
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xst84

Giardinauta Senior
(vedendosi dopo un'ora)
-come va ?
-mi sono addormentato leggendo
-no, l'hai fatto ridendo
-ma che dici ? cosa sai tu ? c'eri ?
-no, ma mi piace ridendo
 

xst84

Giardinauta Senior
-dillo o vado via prima
-come prima ? già tu vai via subito. cosa c'è prima di subito?
 

xst84

Giardinauta Senior
-Io non avrei niente in contrario a stare in camera. C'è solo un piccolo intruso, un insetto bianco laccato, schiacciato come un tafano.
-Non so se un tafano è schiacciato, ma questo è un telefono (hai fatto quasi l'anagramma). Ma non capisco perchè ti dà fastidio. E' pure in ombra.
-Che hombre!
-Posso spostarlo
-Potresti sposarlo
 
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xst84

Giardinauta Senior
Più che altro Sting scriveva ancora buone canzoni, perché si sfondava di droghe, cannoni e conduceva una vita sregolata, e sapeva scegliersi i musicisti.

Poi ha iniziato con le discipline orientali, ha fatto ammenda del suo passato, e infine lo abbiamo perso (ben prima di Svetlana).

Aggiungo...non ho mai trovato canzoni con testi così "musicali" come quelle scritte da Sting. Anche in Russians si trovano parecchi spunti. Parlo proprio dei testi non della musica.
avevo un compagno di scuola che ascoltava tutti gli album di Sting ( sin dal famoso The dream...) e lo "leggeva" insieme alla maggior parte delle persone, come un intellettuale, o un aristocratico del rock. Ma ascoltava anche gli ultimi album di Paul Simon, Paolo Conte, e Miguel Bosè
a me invece non è che piacesse molto. Lo subivo.
Passano degli anni. Non siamo più al liceo. Approfondisco la new wave, mi convinco, ascoltando i Residents o i Pil ( apprezzo la musica, ma non penso che siano degli esempi da seguire), che i Police siano stati il massimo successo commerciale della new wave. E' il 1999, ormai. Rispunta il mio compagno. E' entusiasta di Brand New Day: me lo dipinge come una specie di White Album dei Beatles, un album sublimemente vario, e vitale, in cui ogni pezzo è diverso dall'altro e mantenendo, come dicono gli inglesi, "a distinct feel" (vale a dire, mutatis mutandis, personale). Maturo, spregiudicato, ma soprattutto, mi ripete, una specie di catalogo di stili musicali, uno stato dell'arte della musica fino a quel momento, con spunti world e muezzin, echi rinascimentali e Ave verum corpus. Devo ascoltarlo. Io non credo all'eclettismo, spesso è inattuale o inutile, come una svolta nello stesso centimetro quadrato di budello. I Beatles non mi sono mai piaciuti, eppure, che so, considero degli album belli perchè vari, con delle successioni costruite con un enciclopedismo non accademico, Safe As Milk o Moondance di cantanti blues di cui ho ascoltato un solo album o un paio, rispetto a chi si è sempre spellato le mani ad ogni rito fuori del catino di Sting ( jazz, world, visnu, conservatorio, accademismo, palladismo ecc.).
 

Olmo60

Guru Master Florello
sarà......ma intellettuale in che senso?
come Dilan e la sua Hurricane? per sentirsi coinvolti da casa?
come Morandi e il suo rata ta tata..ta ta.
 

xst84

Giardinauta Senior
al liceo avevamo un'insegnante di italiano che metteva i voti in base alle domande istantanee, specie sull'etimologia delle parole. Seconda ora: un mio compagno durante l'ora di educazione fisica mi dice che è certo che la parola cuore (che c'era nella traduzione) derivi da corda, per via dei sentimenti e delle fibre morali, ecc. Non sono molto convinto, ma lo assecondo. Durante la quinta ora il mio compagno dice questa etimologia alla prof, che non è d'accordo, e tutti, compreso me, ci mettiamo a ridere.
Ora leggo, a proposito della possibilità di accedere a un livello più profondo di verità andando all'origine delle parole, che la concordia è unire i cuori e che ricordare è passare due volte dal cuore.
Il mio compagno aveva ragione e nessuno se ne accorse. Eravamo sepolti da altri tentativi ( tutti tentavano, cercando di afferrare un buon voto) come ad esempio, che salario viene dal sale usato come moneta, che decente è della stessa radice di dottore, docile, dottrina e paradosso. Però noi tutti abbiamo la coscienza, penso, di come è bello voler dare un senso bello alle cose, e azzeccarci (oppure no, non toglie l'intento). Tentare senza cognizione non va bene. Ma io ricordo come lo disse: sembrava che lo sentisse.
 

xst84

Giardinauta Senior
lui componeva Nothing like the sun, tratto da Shakespeare. Lui poteva tutto, e infatti (anche prima) tutto gli si è lasciato fare e tutto ha tentato (era questo il mio post, sul senso complessivo delle "libertà" che uno si prende)
 

ikkyusan

Aspirante Giardinauta
Allora dato che i post(s) si trasformano, mi prendo la libertà di scrivere un paio di cose, senza la paura che "sappiano di crudo".
Il buono della musica di un tempo è che ascoltando un brano e leggendone il testo si finiva, di citazione in citazione, per vedere un vecchio film o leggere un libro, del quale magari prima non si sapeva nulla, ad esempio "don't stand so close to me" dei Police, o "killing an Arab" dei Cure. Prima i testi delle canzoni non erano disponibili su internet, quindi interessarsi a quello che l'artista diceva, era un lavoro non facile di biblioteche, di trascrizione e traduzione artigianale, di dialogo con i professori di inglese. Si doveva proprio essere "motivati". Per molto tempo la frase "scream at the make believe" è rimasta intradotta da parte mia.
C'erano questi qua, artisti che "scrivevano" note, tutti o quasi autodidatta, che facevano analisi per noi, ci rendevano partecipi della loro ricerca sulla vita, sulle cose, sulle persone. E ce lo cantavano, ce le cantavano, di album in album. Era un percorso che si faceva "insieme".
I Police, ma ce ne sono altri che per ignoranza musicale non conosco, rappresentano egregiamente questo percorso. Partendo dal primo album, che ebbe successo perché non cantavano di politica o malesseri esistenziali, come tutti in quel periodo, ma solo di voglia di vivere e tematiche comuni, fino ad arrivare all'ultimo dove si parla di psicanalisi, e Sting ci rende partecipi, dopo un divorzio, della sua rinascita (grazie alla psicanalisi).
Insomma finii per informarmi pure sulla psicanalisi.
Sono davvero "libertà" che uno si prende.
 

xst84

Giardinauta Senior
Allora dato che i post(s) si trasformano, mi prendo la libertà di scrivere un paio di cose, senza la paura che "sappiano di crudo".
Il buono della musica di un tempo è che ascoltando un brano e leggendone il testo si finiva, di citazione in citazione, per vedere un vecchio film o leggere un libro, del quale magari prima non si sapeva nulla, ad esempio "don't stand so close to me" dei Police, o "killing an Arab" dei Cure. Prima i testi delle canzoni non erano disponibili su internet, quindi interessarsi a quello che l'artista diceva, era un lavoro non facile di biblioteche, di trascrizione e traduzione artigianale, di dialogo con i professori di inglese. Si doveva proprio essere "motivati". Per molto tempo la frase "scream at the make believe" è rimasta intradotta da parte mia.
C'erano questi qua, artisti che "scrivevano" note, tutti o quasi autodidatta, che facevano analisi per noi, ci rendevano partecipi della loro ricerca sulla vita, sulle cose, sulle persone. E ce lo cantavano, ce le cantavano, di album in album. Era un percorso che si faceva "insieme".
I Police, ma ce ne sono altri che per ignoranza musicale non conosco, rappresentano egregiamente questo percorso. Partendo dal primo album, che ebbe successo perché non cantavano di politica o malesseri esistenziali, come tutti in quel periodo, ma solo di voglia di vivere e tematiche comuni, fino ad arrivare all'ultimo dove si parla di psicanalisi, e Sting ci rende partecipi, dopo un divorzio, della sua rinascita (grazie alla psicanalisi).
Insomma finii per informarmi pure sulla psicanalisi.
Sono davvero "libertà" che uno si prende.

ho capito il bello di "da scoprire" delle cose, ma stai parlando di musica giovanile, interessi giovanili ( intendendo per interessi giovanili una specie di tabula rasa in fase di scrittura ), o di argomenti nuovi, giovani e basta ?
qui non si tratta di distruggere i sogni, ma la tendenza pericolosa è quella di essere grati per sempre a chi ti ha fatto scoprire un nuovo campo, trascurando quindi le fonti che potrebbero spiegare quel campo in modo molto più disincantato, più obiettivo, meno divulgato insomma ; è quella di parlare di una cosa, anche per anni, prima di farla ( e anzi il parlarne esclude il farla)
Racconta Colby Rodowsky che una notte, quando aveva 10 anni, andò a svegliare sua madre e le chiese: "A chi posso dedicare il mio primo libro ?" Lei le rispose: "Cerca di scriverlo, prima", e si riaddormentò. Ora, anche la risposta della madre potrebbe essere usata da un lettore per dimostrare un'affinità, per sentirsi o far passare l'idea di sé come predestinato. Non conosco la Rodowsky, e me ne vanto: ma qualcuno potrebbe scegliere uno dei suoi libri solo grazie a racconti "veri", ad aneddoti sugli aneddoti come questi.
Raccontando, scrivendo, cantando, succede cioè un fenomeno deleterio ( o molto amato dal soggetto che lo usa ): che ciò che viene scoperto si carica di significati che non aveva e perde la forza o la ricchezza dei contro-elementi che lo distinguevano e lo bilanciavano internamente. Ecco quindi il feticcio al posto dell'oggetto, l'attività o il libro tal dei tali, la musica col "gancio" ( o sample) giusto, meglio se sacro, meglio se "adulto", il testo tratto dalla Dodicesima notte o dai "racconti di dieci citatori", l'inneggiare a un oggetto o a una tecnica prima di conoscerli, l'autoincitarsi per altri motivi comunicanti, mai espressi dal soggetto in questione.
 

xst84

Giardinauta Senior
al liceo avevamo un'insegnante di italiano che metteva i voti in base alle domande istantanee, specie sull'etimologia delle parole. Seconda ora: un mio compagno durante l'ora di educazione fisica mi dice che è certo che la parola cuore (che c'era nella traduzione) derivi da corda, per via dei sentimenti e delle fibre morali, ecc. Non sono molto convinto, ma lo assecondo. Durante la quinta ora il mio compagno dice questa etimologia alla prof, che non è d'accordo, e tutti, compreso me, ci mettiamo a ridere.
Ora leggo, a proposito della possibilità di accedere a un livello più profondo di verità andando all'origine delle parole, che la concordia è unire i cuori e che ricordare è passare due volte dal cuore.
Il mio compagno aveva ragione e nessuno se ne accorse. Eravamo sepolti da altri tentativi ( tutti tentavano, cercando di afferrare un buon voto) come ad esempio, che salario viene dal sale usato come moneta, che decente è della stessa radice di dottore, docile, dottrina e paradosso. Però noi tutti abbiamo la coscienza, penso, di come è bello voler dare un senso bello alle cose, e azzeccarci (oppure no, non toglie l'intento). Tentare senza cognizione non va bene. Ma io ricordo come lo disse: sembrava che lo sentisse.
no ricontrollando il cordis cordi cordibus ecc della parola cor (cuore in latino) aveva torto a parlare di corda, la prof ragione a rifiutare una simile eventualità e noi a ridere. Ma fino a un certo punto. La d è una consonante allitterante che tende in molti casi inspiegabilmente a comparire e conferisce alla parola un'allegria luminosa ma un senso elusivo.
Ad esempio il noto detto: quando sei assunto alla Mondadori, ti danno in mano una mela, sono in pochi a capirlo. Due giorni fa in un'etichetta di un prodotto alimentare, ho scoperto come si dice in inglese Piemonte: ebbene sì, si dice Piedmont, che puoi sapere perchè spunti il mont, perchè c'è la Francia lì vicino al Piemonte, anche se non sai perchè in Inghilterra o in America considerino la vicinanza con la Francia come, e qui ci arrivi, nel Vermont considerano quella con il Canada francofono: ma quel pied da dove spunta? e quella d, rispetto al piè italiano ? possibile che è tutta riverenza, la loro, verso la Francia, possibile che sia tutto frutto delle secolari dominazioni dei francesi in Piemonte o dell'influsso del francese sul dialetto piemontese ? e cosa c'entrano gli americani o gli anglosassoni? no qui c'entra la d, che non porta poi così fuori strada. Anzi, schiude orizzonti.
E quindi merito al mio compagno.
 

xst84

Giardinauta Senior
-ho pranzato
-come diceva il tuffatore a un altro: hai panzato
-una mela
-ma sai tu che panzata dà una mela in uno specchio d'acqua ?

(dopo cena)

-poi ho preso gli antidepressivi
-scusa, hai detto gli altri depressivi?
-daaai, sono contro la depressione. Agiscono sull'umore
-ho capito: non ci sono altri depressivi. Ma agiscono anche sugli arti ?
-dove?
-gli arti depressivi
 
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