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Maria A.
Guest
Ecco la fine della mia storiella, sperando che a qualcuno faccia piacere leggerla e chiedendo scusa se è troppo OT....
Rosa e Carmelo si erano sposati nel ’43. Avevano solo un figlio, Luigi Antonio, che aveva studiato da dottore nella capitale e poi se ne era andato all’America per lavorare. Là si era sposato ed aveva pure avuto due figli: due bambini beddicchi, biondi biondi, che sorridevano dalla cornice sul comò. Insisteva tanto perché Rosa e Carmelo imparassero un po’ d’inglese per poi potersi trasferire anche loro nell’Oaio, dove stava lui. Ma Rosa e Carmelo a trasferirsi non ci pensavano nemmeno. Avevano sentito che laggiù ci faceva troppo freddo e loro del sole caldo e del mare dalla finestra proprio non potevano fare a meno. Però per fare contento Luigi Antonio avevano deciso di fargli credere che si erano messi, intanto, a studiare l’inglese, e per convincerlo avevano pure ribattezzato Henri il vecchio Enrico, il loro canarino rosa.
Un brutto giorno Henri morì. Rosa si disperava. Al suo canto ci era troppo abituata. Per tirarla un po’ su, Carmelo ebbe un’idea: “Seppelliamo Henri sul balcone, nel vaso dove teniamo quel geranio bianco. Così in qualche modo resterà con noi”. Rosa annuì e smise di piangere.
La primavera dopo il geranio, quando fiorì, non era più bianco. Era rosa, delle stesso rosa delle piume di Henri. E il bello è che certe volte sembrava pure di sentire cinguettare piano piano, specie verso sera. Rosa e Carmelo non parlarono mai con nessuno di quel fatto, ma conservarono quel geranio come una cosa preziosa, e per paura di perderlo cominciarono a farne talee. Alla fine, tutto il piccolo balcone fu pieno di gerani. A primavera, diventava una nuvola rosa. E allora sì, che anche quelli che passavano in strada sentivano distintamente il canto di un canarino…
Maria Acquaria
Rosa e Carmelo si erano sposati nel ’43. Avevano solo un figlio, Luigi Antonio, che aveva studiato da dottore nella capitale e poi se ne era andato all’America per lavorare. Là si era sposato ed aveva pure avuto due figli: due bambini beddicchi, biondi biondi, che sorridevano dalla cornice sul comò. Insisteva tanto perché Rosa e Carmelo imparassero un po’ d’inglese per poi potersi trasferire anche loro nell’Oaio, dove stava lui. Ma Rosa e Carmelo a trasferirsi non ci pensavano nemmeno. Avevano sentito che laggiù ci faceva troppo freddo e loro del sole caldo e del mare dalla finestra proprio non potevano fare a meno. Però per fare contento Luigi Antonio avevano deciso di fargli credere che si erano messi, intanto, a studiare l’inglese, e per convincerlo avevano pure ribattezzato Henri il vecchio Enrico, il loro canarino rosa.
Un brutto giorno Henri morì. Rosa si disperava. Al suo canto ci era troppo abituata. Per tirarla un po’ su, Carmelo ebbe un’idea: “Seppelliamo Henri sul balcone, nel vaso dove teniamo quel geranio bianco. Così in qualche modo resterà con noi”. Rosa annuì e smise di piangere.
La primavera dopo il geranio, quando fiorì, non era più bianco. Era rosa, delle stesso rosa delle piume di Henri. E il bello è che certe volte sembrava pure di sentire cinguettare piano piano, specie verso sera. Rosa e Carmelo non parlarono mai con nessuno di quel fatto, ma conservarono quel geranio come una cosa preziosa, e per paura di perderlo cominciarono a farne talee. Alla fine, tutto il piccolo balcone fu pieno di gerani. A primavera, diventava una nuvola rosa. E allora sì, che anche quelli che passavano in strada sentivano distintamente il canto di un canarino…
Maria Acquaria