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Piccole e grandi curiosità sui nostri amati fiori...

dignity

Aspirante Giardinauta
interessantissimo questo 3d! do il mio contributo anch'io :D
parliamo del colore delle rose
La rosa rossa
Alcune leggende dicono che sia nata perchè un giorno la dea Venere si punse su un cespuglio di rose bianche e queste si tinsero col suo sangue.
Io invece sapevo che in paradiso c'erano solo rose bianche che divennero rosse per la vergogna dopo il peccato originale di Adamo ed Eva.

La rosa gialla
è risaputo che è simbolo di gelosia. secondo la leggenda infatti Maometto, dopo essere tornato dalla guerra, dubitava della fedeltà di una delle sue mogli e le fece immergere un mazzo di rose rosse nella fontana del palazzo dicendo che se era stata fedele i fiori avrebbero cambiato colore. Le rose, quando riemersero, avevano i petali tinti di giallo.

La rosa Bianca
una leggenda racconta che la Madonna stese un velo ad asciugare su un cespuglio di rose rosse e da allora quest'ultimo produsse solo rose bianche.

e poi c'è un mito greco carino sulla menta:
Menta era una ninfa molto amata da Pluntone. Per questo motivo Proserpina, la sposa di Plutone, volle vendicarsi di lei tramutandola in erba.
 
B

bianca62

Guest
ASTER (Astro, Fam. Compositae)

Vi è poi nei prati un fiore,
che i contadini chiamano amello,
erba che è facile trovare
perché dalla radice leva una selva di steli.
Dentro è dorato, ma nei petali,
che si aprono numerosi tutt’intorno,
luccica la porpora in mezzo al viola cupo;
a volte se ne intrecciano collane
per ornare gli altari degli dei;
in bocca ha gusto asprigno;
lo raccolgono i pastori nelle valli falciate
lungo il corso sinuoso del Mella.
Fai cuocere in vino aromatico le sue radici
e imbandiscile davanti alle porte
in canestri ripieni.
(Virgilio, Georgiche IV, 271-80)​
 

Commelina

Master Florello
ne ho tanti di quelli spontanei, ho cercato notizie nella rete e mi piace mettere questo fiore

Iris (Fam. Iridaceae) Ricorda Iride, figlia di Taumante, messaggera degli dei, che tramite l'arcobaleno relazionava fra la Terra e l'Olimpo. Fiore originario della Siria, introdotto in Egitto da Tutmosis. Noto anche come " fior di giglio " che Luigi IX partendo per l'ottava crociata fece figurare sulle sue bandiere. La sua forma stilizzata è anche il simbolo della città di Firenze. Un celebre dipinto di Van Gogh immortala questo fiore.
 

verdiana

Esperta Sez. Identificazioni
Ma guardate cosa ho trovato sul:
Basilico

Il basilico è una pianta originaria del continente asiatico, in particolare dell'India, oggi coltivata in molti paesi del mondo come pianta aromatica per condimento.

Il nome ha derivazione greca "Basilicon" che significa rimedio regale...da qui il soprannome di Erba dell'Imperatore.

In India il basilico viene impiegato poco in cucina ma vi è un tipo di basilico, chiamato ''tulsi''(Ocinum Sanctum) per cui gli Indù hanno un tale rispetto che quando gli inglesi vollero trovare qualcosa su cui costringerli a giurare, il "tulsi" fu una delle voci sacre prescelte.

Dedicato a Visnù e Krishna, in India il tulsi è considerato una pianta sacra e nell'Ayurveda (la scienza medica indiana), è utilizzato in numerosi rimedi ed impiegato nella cura di molti disturbi.
La buona crescita del basilico determina se un luogo e' più o meno salubre. Si ritiene inoltre che la sola presenza di questa pianta "magica" abbia il potere di scacciare gli spiriti maligni e, per contro, attirare le benedizioni divine. Le foglie vengono usate nei riti quotidiani dedicati a Visnú per il benessere della famiglia. Una pianta di Basilico Santo cresce nel giardino davanti a ogni casa e tiene lontano gli insetti pericolosi.
Notizie da rete.

Questa tradizione siciliana ve l'aggiungo io.
Anticamente si regalava una pianta di basilicò all'amica con cui si voleva stringere un "comparato" il giorno di San Giovanni.
 
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B

bianca62

Guest
continuo con questa "chicca" sul BASILICO:

La raccolta del basilico, pianta sacra, era accompagnata anticamente da un rituale. L'Erborista doveva purificare la sua mano destra, profanatrice, aspargendola con un ramo di Quercia con l'acqua di tre fonti diverse, indossare vesti pulite e tenersi lontano dagli esseri impuri, particolarmente dalle donne in periodo mestruale.

(Il libro delle erbe - Pierre Lieutaghi)
 

lora

Maestro Giardinauta
L EDERA



L'edera era nell'antichità uno dei simboli di Dioniso.
Una delle tante leggende racconta che l'edera comparve subito dopo la nascita del dio per proteggerlo dal fuoco che bruciava il corpo della madre in seguito ad un fulmine lanciato da Zeus. Per questo motivo i tebani avevano consacrato questa pianta a Dioniso e la chiamavano "perikiosos = avvolgitore di colonne".
Al di là dei vari miti che si narrano su questa pianta, è interessante chiedersi come mai l'edera sia stata associata alla vite, l'altra pianta sacra al dio Dioniso. Una spiegazione la fornisce W. F. Otto (storico delle religioni e filologo) affermando che mentre la vite durante la stagione invernale giace come morta per rinascere con la primavera e l'estate dando il suo "succo infuocato", l'edera fiorisce in autunno dando i fiori in primavera. Inoltre mentre la vite ha bisogno di luce e calore, l'edera di ombra e di freddo per germogliare e fruttificare.
Tutto questo per rappresentare il dualismo di Dioniso: luce ed oscurità, freddo e calore, vita e morte.
Dioniso però era anche il dio dell'innocenza e della spensieratezza e all'edera, con la quale si cingeva il capo ed avvolgeva il suo bastone, veniva anche dato il significato di innocenza e innocuità. Da questo probabilmente è derivata l'usanza di appendere o rappresentare le osterie con un tralcio di edera a rappresentare l'innocenza e la non dannosità del vino.
Dioniso era considerato anche il dio del trasporto amoroso oltre che mistico per cui l'edera bene lo rappresenta. Infatti nel vocabolario amoroso l'edera rappresenta la passione che spinge gli amati ad avvolgersi l'uno all'altra come fa l'edera sui tronchi degli alberi. In India infatti questa pianta è considerata il simbolo della concupiscenza.
Un'altra credenza legata all'edera, nei paesi dell'Europa centrale e meridionale, è quella di usarla nei periodi natalizi assieme all'agrifoglio per adornare l'uscio delle case ed i camini per tenere lontani i folletti che durante tale periodo amavano fare scherzi.
 

dignity

Aspirante Giardinauta
uh ho fatto altre ricerchine!!
affascinante la storia della stella alpina :love:

Secondo una leggenda svizzera questo fiore nacque da una fanciulla così bella, pura e nobile di animo che, nonostante fosse desiderata da molti cavalieri, non incontrò mai nessuno degno di diventare suo sposo. Quando morì, ancora non sposata, fu trasportata sulle vette più eccelse delle montagne e trasformata in un fiore che fu chiamato Edelweiss (che significa nobile bianco) e che nasce in luoghi inavvicinabili per gli esseri umani. Poiché dunque per raccogliere questo fiore occorre fatica e coraggio, la frase "cogliere Edelweiss” divenne, per gli Svizzeri, sinonimo dell’ottenimento del più alto e nobile onore che un uomo mortale possa conquistare.

Stupenda questa leggenda giapponese sulla camelia :cry:
In un antico libro giapponese si raccontano le gesta di Susanowo, dio del vento, della pioggia e dell'uragano, costretto a vivere per punizione nel regno del leggendario serpente a otto teste che ogni anno pretendeva il sacrificio della più bella fanciulla. Susanowo, deciso a liberare il paese dal terrificante mostro, scese nel regno dei morti e in una fucina incantata forgiò una spada imprigionandovi un raggio di luce. Con la magica spada Susanowo si recò all'ingresso della grotta del mostro e attese pazientemente.Intanto un lungo corteo attraversava la valle accompagnando al sacrifico la dolce principessa "Campo di riso". Alla prima luce del giorno il drago apparve finalmente dalle profondità della caverna e al suo ruggito ogni cosa tremò. Ma non tremò Susanowo che si lanciò sul mostro ingaggiando con lui una terribile lotta. Il sole era ormai alto quando il dio del vento abbatté finalmente il drago. Susanowo si avvicinò quindi alla meravigliosa principessa "Campo di riso" per chiederla in sposa e appoggiò sull'erba la spada affilata e insanguinata: come per magia i verdi steli si tinsero di rosso e apparve un grande arbusto dal lucido fogliame e dai bellissimi fiori bianchi chiazzati di porpora. I fiori vennero chiamati "Tsubaki" o "rose del Giappone" e la loro caratteristica di non sfogliarsi, ma di cadere interi dalla pianta, venne assunta a simbolo di sacrificio di ogni giovane vita umana, a ricordo delle dolci principesse vittime della crudeltà del terribile drago.
 
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B

bianca62

Guest
"Per fare un prato occorrono un trifoglio ed un'ape"

Per fare un prato occorrono un trifoglio ed un'ape,
Un trifoglio ed un'ape
E il sogno.
Il sogno può bastare
Se le api sono poche.


(Emily Dickinson)


:)
 
B

bianca62

Guest
"Un sepalo, un petalo e una spina"


Un sepalo, un petalo e una spina
In un comune mattino d'estate;
Un fiasco di rugiada, un'ape o due,
Una brezza,
Un frullo in mezzo agli alberi;
Ed io sono una rosa!


(Emily Dickinson)
 

opuntya

Maestro Giardinauta
IL LINO
Il lino era già conosciuto nell'antico Egitto e veniva utilizzato non solamente per ricavarne tessuti molto ricercati,ma anche a scopo alimentare e medicinale.Anche oggi del resto,seppure apprezzatissimo dall'industria tessile,trova applicazioni validissime sia nella medicina popolare che in quella ufficiale.
Nella medicina popolare è diffusissimo l'uso dei cataplasmi di farina di semi di lino,come emollienti calmanti e risolutivi di ogni tipo d'infiammazione.
Ciao e complimenti x questo interessante 3d impareremo leggende e tradizioni:hands13::Saluto:
 

Masolino

Bannato
BELLIS PERENNIS


Chi vede mai le pratelline in boccia?
Ed un bel dì le pratelline in fiore
empiono il prato e stellano la roccia.
Chi ti sapeva, o bianco fior d'amore
chiuso nel cuore? E tutta, all'improvviso,
la nera terra ecco mutò colore.
Sono pensieri, ignoti già, che in viso
rimiran ora, ove si resti o vada;
nati così, nell'ombra, d'un sorriso
di stella e d'una goccia di rugiada...
O mezzo aperta come chi non osa,
o pratellina pallida e confusa,
che sei dovunque l'occhio mio si posa,
e chini il capo, all'occhio altrui non usa;
bianca, ma i lievi sommoli, di rosa;
tanto più rosa quanto più sei chiusa:
ti chiudi a sera, chi sa mai per cosa,
sei chiusa all'alba, ed il perché sai tu;
o primo amore, o giovinetta sposa.
o prima e sola cara gioventù!


Giovanni Pascoli

Ed ecco la leggenda:

La storia della “Pratolina”

In primavera i prati si coprono spontaneamente di migliaia di margheritine. Forse non tutti sanno che tale fiore, detto anche “Pratolina” e così comune alle nostre latitudini, ha una storia molto antica. Il suo nome scientifico e’ “Bellis” e deriva da una leggenda. Bellis era la figlia del dio Belus. Un giorno, mentre danzava con il suo fidanzato, attirò l’attenzione del dio della primavera a causa della sua bellezza. Il dio tentò di strapparla al fidanzato, quest’ultimo reagì con violenza e la poveretta, per salvarsi da entrambi si trasformò in una margheritina.
La Pratolina fu molto amata nei tempi antichi. Quando Margherita di Valois, sorella di Francesco I sposò Emanuele di Savoia, fu presentata a corte con un cesto di margherite. Luigi IX di Francia amava tanto questo fiore e si era fatto fare un anello a forma di margherita. Margherita d’Angiò, moglie di Enrico VI d’Inghilterra, era solita far ricamare margheritine sulle vesti dei cortigiani: aperte indicavano la vita, chiuse, la purezza.
In inglese la Margherita si chiama “Daisy” e deriva dall’espressione “Day’s eye”, occhio del giorno.
 
B

bianca62

Guest
ROSMARINO

Nome molto poetico: il rosmarino, ovvero ros marinus, "rugiada del mare".
Questa pianta dalla caratteristica fragranza mediterranea è strettamente legata al mare, cresce infatti rigogliosa e ricca proprio in prossimità di esso.
Il suo profumo è inconfondibile e veniva usato spesso per essere bruciato e purificare quindi gli ambienti domestici, presso i greci e i romani sostituiva spesso l'incenso nei riti religiosi. Gli antichi Greci e Romani coltivavano il rosmarino come simbolo d’immortalità dell’anima: i rami venivano adagiati fra le mani dei defunti e bruciati come incenso durante i riti funebri: il rosmarino veniva infatti chiamato pianta dell’incenso.
Se vuoi guadagnarti la stima dei morti,
porta loro corone di rosmarino e di mirto.
Orazio

Per le sue proprietà antisettiche si usava per conservare la carne.
Il rosmarino, forse perchè è un sempreverde, fu già nell'antica Grecia, associato all'idea della fedeltà e per questo motivo si usava per intrecciare ghirlande con le quali ornare il capo delle spose. Questa usanza si mantenne fino al Medioevo, e nei cortei nuziali si usava portare mazzolini di questa pianta come simbolo di buon augurio. Inoltre nel Medioevo si riteneva che per conquistare l'amore di una persona era sufficiente sfiorarla con un rametto fiorito.
Per la sua azione rinforzante sulla memoria, è ritenuto la pianta del ricordo. Ofelia, nell’ Amleto, esclama: "Ecco laggiù il rosmarino, la pianta del ricordo". E ancora si legge: "C’è il rosmarino, per la rimembranza. Ti prego, amore, ricorda".
(Notizie prese dalla rete e da vari testi di erboristeria)
 

opuntya

Maestro Giardinauta
Perché i gelsomini si regalano alle spose in segno di buon augurio
Una leggenda narra che i Gelsomini erano una pianta di esclusiva proprietà della Famiglia dei Medici e venivano coltivati soltanto nei loro giardini. Un giovane giardiniere rubò una pianta e la regalò alla sua fidanzata, che la mise in terra e la accudì con tanto amore che essa crebbe e fece tanti fiori meravigliosi. I due fidanzati si sposarono e vissero felicemente, diffusero la coltivazione del fiore e l’usanza di regalarlo alle giovani spose come segno di buon augurio.
 

opuntya

Maestro Giardinauta
la leggenda della Stella Alpina

La nascita della Stella Alpina
Secondo una leggenda svizzera questo fiore sarebbe stato un tempo una fanciulla così bella, pura e nobile di animo che, sebbene desiderata da molti cavalieri, non incontrò mai nessuno degno di diventare suo sposo. Quando morì, ancora zitella, fu trasportata sulle vette più eccelse delle montagne e trasformata in un fiore che fu chiamato Edelweiss (che significa nobile bianco) e che nasce in luoghi inavvicinabili per gli esseri umani. Poiché dunque per raccogliere questo fiore occorre fatica e coraggio, la frase "cogliere Edelweiss” divenne, per gli Svizzeri, sinonimo dell’ottenimento del più alto e nobile onore che un uomo mortale possa conquistare.
 

Masolino

Bannato
Albero di Giuda o Cercis siliquastrum


E' una pianta originaria del Mediterraneo orientale e che si è poi diffusa anche sulle coste dell'Europa meridionale. Tutto può evocare tranne immagini tristi e tragiche; e invece lo si è voluto chiamare albero di Giuda favoleggiando che vi si sia impiccato l'apostolo traditore. Si attribuiscono i suoi tronchi contorti a quell'episodio, mentre i fiori rappresenterebbero le lacrime di Cristo e il loro colore la vergogna per la perfidia di Giuda. E' probabile che questa fama sia nata da un equivoco: il nome deriverebbe da "albero della Giudea" perché nell'attuale territorio dello Stato d'Israele è molto comune.
Altri alberi hanno condiviso il triste privilegio di essere stati prescelti dal suicida: la rosa canina i cui semi in Germania sono chiamati "bacche di Giuda"; il fico selvatico che sarebbe il discendente dell'albero a cui si impiccò Giuda e che da allora non riesce a portare a maturazione i suoi frutti; il carrubo selvatico che i siciliani chiamano "arvulu di Giuda" o "arvulu di Giudeo".
 

Masolino

Bannato
IL GIACINTO

Il nome di origine greca,hyakinthos,venne utilizzato per designare una pietra preziosa di colore giallo tendente al rosso, poi,presso i Romani, una stoffa di colore violetto tendente all'azzurro,e infine,il fiore a pennacchio che appare proprio all'inizio della primavera e che può essere di colore rosa , blu, rosso o bianco.Anch'esso si ritrova in un mito greco, che vede come protagonista Apollo .Quest'ultimo, infatti, uccide involontariamente un giovane Laconiano di nome Hyàkinthos, cioè Giacinto, colpendolo col disco da lui lanciato ma deviato da Zefiro il Vento dell'ovest ,geloso del sentimento di amicizia che li legavano l'uno all'altro .Dal sangue del ragazzo nacque allora il fiore che oggi conosciamo,i cui petali sembrano disegnare le prime lettere greche del suo nome Dal quel momento in poi il giacinto viene considerato il simbolo di amicizia oltre che, come si può capire , di gelosia.Al giacinto si ricollegano molti altri simboli nel linguaggio dei fiori :grazia ,dolcezza,gioco, successo,riuscita, felicità e speranza.Tale fiore offerto tra il 29 gennaio e il 4 febbraio oppure tra il 27 agosto e il 2 settembre, indica un pegno di amicizia.



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