ciao a tutti....COMMELINE ci hai promesso la tua ricetta di paniscia....siamo curiosi di conoscerla
nel frattempo ho trovato queste interessanti notizie sulla ricetta che proprio non conoscevo.....che ricca e la cucina e sopratutto la fantasia italiana!!!!! in attesa trascrivo queste informazioni.....a tutti i golosoni! Paniscia
Il mondo della Bassa si incarna nella risaia, nella coltura del riso dalla quale nasce un piatto che appartiene solo ai novaresi: non un semplice risotto ma la "paniscia"; una semplice preparazione che rispecchia la schiettezza della gente novarese.
Il nome "paniscia" deriverebbe dal fatto che in origine al posto del riso si usava il panìco, cereale di scarso pregio simile al miglio.
La "paniscia" era il piatto superlativo, delle festività e delle grandi occasioni ma non solo: per l'avvocato Genocchio, novarese, è anche un atto di poesia, perché nel riso ci deve essere la serenità delle verdi risaie, nelle verze la brina delle albe nebbiose, nei fagioli la compattezza e il gusto sapido della feconda terra del vino, senza dimenticare la presenza del salame.
Questo piatto era il simbolo dell'alimentazione e della vita dei contadini: non dicevano di lavorare per guadagnarsi "la vita" o "il pane" ma per guadagnarsi "la paniscia", per assicurare ai figli "un piatto di paniscia". Era anche espressione e simbolo di amicizia, dire che due persone "facevano" o "mangiavano assieme la paniscia" equivaleva ad affermare la loro sicura ed indissolubile amicizia.
Della paniscia esiste una ricetta base, ma ogni massaia lo preparava secondo l'abitudine locale ed i gusti dei famigliari.
Il riso non rientrava solo in questa preparazione ma anche in altre specialità, ricordiamo ad esempio il riso con i fagioli o con le rane.
I vecchi adagi ricordano che "il riso si fa aspettare, ma non aspetta" e che "il riso nasce nell'acqua e muore nel vino".
Poesia (gastronomia)
"Calendari d'la paniscia" di Lisandar (Sandro Bermani).
"…Breud da verduri, dal bon ris, faseu, salam, lard e scigula e dsura peu 'na branca da furmagg e int'la tò cà entra e la resta la felicità…"
"…Brodo di verdura, del buon riso, fagioli, salame, lardo e cipolla e sopra poi una manciata di formaggio e nella tua casa entra e resta la felicità…"
La ricetta della Candida
A Sologno, tanto tempo fa si trovava una vecchia trattoria considerata il tempio della paniscia. In cucina la Candida preparava con abilità il suo piatto forte, fortunatamente lasciò ad un'amica la ricetta originale da tramandare ai posteri…
Paniscia alla Novarese in uso nell'Ottocento:
In 2 litri d'acqua
2 hg di fagioli borlotti ammollati
3 hg di verza stracciata a mano e senza coste
1 gambo di sedano
1 carota tritata
1 cucchiaiata di conserva di pomodoro
Cuocere a fiamma vera fino alla bollitura, poi a fuoco stanco e a casseruola scoperta per almeno tre ore. La zuppa deve risultare brodosa quindi, all'occorrenza, aggiungere acqua calda.
Affettate poi una piccola cipolla, pestare mezz'etto di lardo, un salamino della duja e sbriciolare il tutto in una padella, fare rosolare, aggiungere mezzo chilo di riso e bagnano con un bicchiere di vino rosso.
Quando il vino si è asciugato, tirare a cottura il riso con mestolate di zuppa di verdura.
Secondo i tradizionalisti, la paniscia non richiede formaggio grattugiato, ma una buona impepata....francesco