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Mary74
Guest
luckybamboo ha scritto:ehm...solo a 20 anni? ....... -:-
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luckybamboo ha scritto:ehm...solo a 20 anni? ....... -:-
Mary74 ha scritto:Chi di noi a 20anni non si è mai fatto una...cannetta?
Mary74 ha scritto:Su questo non sono daccordo.Le caz_zate ad una certa età le hanno, le abbiamo fatte tutti . Ceto sociale , agiatezze o meno.
RosaeViola ha scritto:Questa mail mi è arrivata giorni fa e sarà perchè ho due figlie che presto cominceranno ad uscire, ma sta di fatto che ci penso spesso a quanto ho letto e indipendentemente che sia un fatto vero o meno, trovo che il testo meriti una lettura.
Mamma, sono uscita con amici.
Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quello che mi avevi detto: di non bere alcolici.
Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, cosi ho bevuto una Sprite.
Mi son sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici.
Ho fatto una scelta sana ed il tuo consiglio è stato giusto.
Quando la festa è finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo.
Io ho preso la mia macchina con la certezza che ero sobria.
Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava...
Qualcosa di inaspettato!
Ora sono qui sdraiata sull'asfalto e sento un poliziotto chedice:
"Il ragazzo che ha provocato l'incidente era ubriaco".
Mamma, la sua voce sembra così lontana... Il mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando, con tutte le mie forze, di non piangere.
Posso sentire i medici che dicono: "Questa ragazza non ce la farà".
Sono certa che il ragazzo alla guida dell'altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocita. Alla fine lui ha deciso di bere ed io adesso devo morire... Perchè le persone fanno tutto questo, mamma? Sapendo che distruggeranno delle vite?
Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente.
Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, dì a papà di essere forte.
Qualcuno doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare...
Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva...
La mia respirazione si fa sempre più debole e incomincio ad avere veramente paura...
Questi sono i miei ultimi momenti, e mi sento così disperata...
Mi piacerebbe poterti abbracciare mamma, mentre sono sdraiata, qui, morente.
Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene per questo...
Ti voglio bene e.... addio.
Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all'incidente. La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole ed il giornalista scriveva... scioccato. Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza. Se questo messaggio è arrivato fino a te e lo cancelli, potresti perdere l'opportunità, anche se non bevi, di far capire a molte persone che la loro stessa vita è in pericolo.
Fate girare questo testo fra tutte le persone che conoscete...forse a qualcosa potrà servire...
RosaeViola ha scritto:La gioventù che muore sulle strade il sabato sera non è una bufala, ma un'amara e triste realtà.
RosaeViola ha scritto:Mary, io mi riferisco al fatto che in certe generazioni e in certi periodi storici, i ragazzi non avevano la necessità di sfidare la morte.
Qui non si tratta di bravate, qui è ben altro.
DRAGON ha scritto:Il rispetto dello stato......accidenti quando andavo a scuola io(oggi ho 40 anni)all'entrata del maestro ci si alzava in piedi,oggi il maestro di mio figlio di 11 anni gli manda i sms scherzosi sul cellulare....mah!!??:squint: Comunque ragazze/i fare il genitore è sempre più difficile,i ragazzi di oggi sono molto svegli ma corrono dietro a cose che sempre di più mi convincono del fatto che le nostre generazioni erano più ingenue quanto intelligenti.Una volta i ragazzini fumavano di nascosto nei bagni delle scuole,oggi facciamo un giro nelle scuole e cosa vediamo....pseudo adulti/bambini che vogliono comportarsi come i grandi,straffottenti col mondo intero e padroni del loro tempo,fumano, bevono,parlano come gli adulti,ma i bambini,quelli che giocavano a figurine,a palline..esistono ancora?E le Barbie,le vendono?Eppure ci dobbiamo rassegnare,il telefonino a mio figlio se no' si sente emarginato,i vestiti alla moda per non sentirsi dire"papà...come sei messo??"No signori,a tutto c'è un limite,se a 18 anni muoiono alla guida di auto sportive chi gliele ha messe sotto il sedere sono i genitori,se alle tre/quattro di notte scorazzano per le discoteche chi lo permette sono sempre i genitori.Scusate ma a volte i genitori uccidono i loro figli!!!!E io ai miei figli parlerò,parlerò fino alla nausea di come si sta al mondo....non li voglio sulla coscienza,li amo troppo!
DRAGON ha scritto:Il rispetto dello stato......accidenti quando andavo a scuola io(oggi ho 40 anni)all'entrata del maestro ci si alzava in piedi,oggi il maestro di mio figlio di 11 anni gli manda i sms scherzosi sul cellulare....mah!!??:squint:
No signori,a tutto c'è un limite,se a 18 anni muoiono alla guida di auto sportive chi gliele ha messe sotto il sedere sono i genitori,se alle tre/quattro di notte scorazzano per le discoteche chi lo permette sono sempre i genitori.Scusate ma a volte i genitori uccidono i loro figli!!!!E io ai miei figli parlerò,parlerò fino alla nausea di come si sta al mondo....non li voglio sulla coscienza,li amo troppo!
elleboro quando andavo a scuola io era così. E si faceva specificatamente [b ha scritto:anche [/b]Educazione Civica. Tant'è vero che il Ministero non era dell'Istruzione, ma bensì dell'Educazione.
Ma... era quasi un secolo fa !
RosaeViola ha scritto:Spad, l'analisi che fai secondo me non è reale.
La sfida della morte come SCELTA non è mai appartenuta ai figli di certe generazioni, appunto quando c'era molta fame, quando ce n'era un po' meno, quando si usciva da una guerra, quando c'era qualcosa per cui investire e lottare per costruire qualcosa di importante come la propria esistenza.
Il malessere di cui parlo io è qualcosa che si è esternato, con le nuove generazioni di fine anni '80, inizio '90 fino ai nostri giorni.
I ragazzi hanno cominciato lì a dimostrare un certo disagio, un malessere interiore che li portava a buttare la vita in futilità.
Non sono cose che mi invento io, ma sono conclusioni a cui sono arrivati gli studiosi dei fenomeni sociali e, permettimi di dirlo, io li condivido.
RosaeViola ha scritto:Sai perchè? Intanto perchè con il cambiamento della società, in quegli anni, si è proprio visto, palpato, annusato il fatto che non avessero interessi, non avessero passioni, che tutto fosse appiattito e svilito a valori materiali, al pragmatismo più feroce e totale, al materialismo più accanito.
Poi, in quegli anni, una certa generazione di genitori, ha fatto letteralmente scomparire il valore dei no nell'educazione dei figli e vi ha aggiunto la felicità effimera ad ogni costo e lo spegnimento dei desideri dei figli con l'esautorazione del desiderio stesso a colpi di cose elargite senza nemmeno aspettarsi una richiesta, sotto la bandiera del "non l'ho avuto io, lo devono avere loro". Se a questo aggiungi il fatto che in quegli anni la maggioranza dei genitori si è trasformata in amici (nel senso che i genitori di quel periodo volevano essere amici dei figli e non solo genitori) e se aggiungi l'iperprotezione a cui un'intera generazione è stata esposta, puoi ben capire a che tipo di giovani ti trovi di fronte.
RosaeViola ha scritto:In pratica, i genitori stessi, hanno impedito ai figli di crescere, di maturare, di evolversi, di rischiare, di mettersi in gioco, di desiderare, di provare a lottare, di soffrire quel tanto che sarebbe servito a far capire loro che la vita va sudata e guadagnata, va rubata e anche un bel po' desiderata, così come va desiderato il cambiamento, il miglioramento, il raggiungimento di certi obiettivi.
Questi genitori di cui parlo, hanno spento un'intera generazione di ragazzi in termini di entusiasmo e passione, di voglia di vivere...Hai presente il film "L'attimo fuggente"? C'è un passaggio in cui i ragazzi si riuniscono in una associazione segreta che si riunisce nei boschi al grido di "...sono andato nei boschi...per succhiare il midollo della vita..."
Ecco, questo non esiste più da noi o quantomeno, è un fenomeno sporadico e chi lo vive, agli occhi degli altri coetanei, è uno sfi.gato.
Fra i ragazzi oggi, essere passionali non conta molto, anzi per niente.
Avere un'ideale da raggiungere, un fine da perseguire, ti porta ad essere isolato.
I valori che contano oggi, sono ben altri e chi glieli ha insegnati?
Queste chimere sfumano in una notte, si dissolvono nello spazio di pochi istanti, perchè affondano le proprie radici nel nulla.
L'uomo non ha bisogno solo di sicurezza materiale, ma soprattutto di solidità interiore e questo ti viene dalle esperienze che fai quando sei adolescente, fino ad arrivare ad essere un giovane che si affaccia sul mondo.
Se non sperimenti prima questo tipo di cose, difficilmente avrai la forza di guardare il mondo e tutta la sua vita con gli occhi di chi ha qualcosa da scoprire.
Noto sempre più spesso l'assenza di entusiasmo, di vitalità nel "succhiare il midollo della vita".
Trovo un appiattimento, un disincanto che a 18-20 anni per me sono incomprensibili. Sembrano essere disillusi e di non sapere perchè sono al mondo, sembrano non avere voglia di vedere cosa sarà il loro domani, sembrano essere spenti.
Sembrano, vogliono sembrare dei duri, perchè il modello da raggiungere è questo. Piangere è da sfi.gati, soffrire è da sfi.gati, lottare per migliorare il mondo è da sfi.gati. Bisogna essere dei veri machi, dei duri che durano, dei superuomini e delle superdonne.
Ma dentro di loro, io credo, questa sofferenza ci sia, questa lotta fra il voler capire e il cinismo che è stato loro insegnato, io credo sia feroce.
La battaglia nel sentirsi degli incapaci perchè nessuno gli ha mai permesso di mettersi in gioco fino in fondo, assumendosi anche responsabilità talvolta gravose, la difficoltà nel compiere una scelta perchè mai i genitori hanno consentito loro di farlo, l'incapacità di mettersi in gioco affettivamente perchè gli hanno insegnato a non soffrire mai, portano inevitabilmente ad un conflitto interiore profondo.
Trovo normale, alla fine, che si debba sapere per cosa vivere.
Bere, impasticcarsi e guidare come pazzi, è un po' come giocare alla roulette russa.
Sai che il colpo è in canna ma non sai quando ti toccherà...è un modo per provare quelle emozioni forti che ti sono state negate, è un modo per provare a te stesso che puoi farcela a tornare a casa sano e salvo, quindi di dimostrare un valore. E' un modo per cominciare a farsi delle domande, è un modo per tentare di provare un dolore. Uno vero.
Una mia cara amica che fa la psicoterapeuta da molti anni e che ha visto diverse generazioni davanti a sè, con gli occhi e la mente di una studiosa seria, oggi mi dice che i ragazzi che vede davanti a sè, che cercano aiuto, soprattutto in questi ultimi anni, sono ragazzi che spessimo sono stati privati della capacità di provare e accettare le proprie emozioni e, in molti casi, di soffrire o, addirittura, di vivere crescendo e maturando, attraverso sofferenze e privazioni, gioie e dolori...per l'eccesso di protezione, per la cosidetta "vita migliore" sono stati privati della passione...questo dice molte cose, a mio avviso.
RosaeViola ha scritto:Nostalgici squadristi? :fifone2: