ErikaErika ha scritto:
Chi ha avuto l'esperienza dell'eutanasia del proprio animale?
Il mio cane, esattamente all'età di 17 anni, come il tuo.
Era uno splendido animale ed è stata per me, l'essere più vicino, più complice che ho avuto l'onore e la fortuna di incontrare da ragazzina.
Era un incrocio fra un segugio italiano ed un collie tricolore, questo le aveva donato le gambe posteriori alquanto più lunghe di quelle anteriori e la cassa toracica era alquanto espansa.
Questo difetto negli anni fece nascere una ciste, nel punto ove lei, sedeva a terra, ma quando ciò avvene, la mia Desy, era già alquanto anziana e debilitata da precedenti malattie.
Avevamo due strade percorribili davanti a noi, quando ci accorgemmo che quella cisti non era benigna, operarla con il 50% delle possibilità che rimanesse sotto i ferri, o lasciarle vivere il tempo che le rimaneva.
Decidemmo per la seconda.
Un giorno però, questa ciste si aprì a causa di uno sfregamento contro una pietra.
Chiamai il veterinario, ma ci accorgemo che l'interno della ciste mostrava ormai un'infezione grandissima.
Il dottore mi guardò dritta negli occhi, conosceva da 17 anni la mia piccola ed anche lui, nonostante il suo lavoro, aveva le lacrime che gli trasbordavano dalla linea inferiore degli occhi.
Io capii ma capì anche Desy, che strisciando pancia a terra, lasciandosi dietro un fiume rosso di sangue, venne incontro a me, ritirando come suo solito le labbra indietro e mostrando i denti, ad imitare il sorriso.
Furono tre iniziezioni, e per tutte e tre le volte, la mia amica di mille giorni passati insieme, rimaneva accoccolata sulle mie gambe.
Il medico mi chiese se volevo che la portasse via, ma io non avevo il coraggio di lasciarla andare da sola, desideravo accompagnarla ed essere lì con lei, a vivere l'ultimo saluto, a lasciarmi conquistare da un dolore che solo chi ha provato può comprendere, perchè glie lo dovevo.
Seconda iniezione e la mia mano che l'accarezzava avvertiva minimi cedimenti, prima muscolari, ma poi, cominciai a sentire battiti del cuore, che mancavano all'appello.
Piangevo disperata in silenzio, consapevole che non potevo più far nulla che assistere, che vedermela sfuggire di mano senza poter tentare di viverla ancora intensamente, ancora un attimo.
Ma gli attimi erano queli che sancirono l'ultima iniezione, che me la portavano via per sempre e allora il mio viso non era più solo lacrime, era anche singhiozzi, spasmi, che non riuscii più a contenere, eppure non mi aiutavano.
Lei distese completamente, io le chiesi perdono, io la stavo uccidendo e le chiesi perdono, Desy mi guardò negli occhi ed io, lessi o volli leggervi quel perdono e la comprensione e perfino gratitudine, per l'amore che ci aveva unite, specie differenti, senza interesse alcuno che non fosse la reciproca libertà e il recipoco piacere di vivere insieme.
Non ho mai vissuto, con nessun altro essere al mondo, un momento di condivisione e comunione così alto, ma soprattutto di consapevolezza, così profonda e trascendente qualsiasi limite.
Fino all'ultimo era lei che donava a me.
Poi, sotto la mia mano, sentii l'ultimo battito e udii anche l'ultima espirazione.
Non era la prima volta che avevo a che fare con la morte dei miei amici, ma era la prima volta, in assoluto, che assistevo alla vita che se ne andava, che si spegneva, sotto i mei occhi, sotto le mie mani, a causa delle mie mani.
Io avevo dovuto decidere, io le avevo dato la morte.
Inutile credo sia, raccontare il dolore, non ci riuscirei a spiegarlo, ma sò che chi ha dovuto compiere questa scelta, ma anche chi ha comunque perso, qualcuno che amava, comprende perfettamente, senza necessità di spiegare.
Erika, mi spiace, ti sono vicina, raccolgo le tue lacrime, che sono anche le mie e di tutti coloro che hanno vissuto questi momenti.
Ogni volta che accade, accade anche a me. :embarrass