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la "parola"

xst84

Giardinauta Senior
parola, parola udibile o appena respirata, perchè vuoi farti capire più che sia possibile, perchè predichi al centro ? ti hanno mica offerto un posto ? una exit strategy?
non sai che, anche se tu fossi gridata, chi predica bene razzola bene ? (meglio essere paradossali che apodittici, anche se, nell'enunciare tale paradosso, se è un paradosso, sono apodittico )
tu credi, tu credi, e gli altri debbono ascoltare e intanto non dici niente di te, di ciò che sei
come un Borat-hustra, parli di cattive abitudini da superare o di mete da raggiungere (dev'essere la nuova moda: esprimere "opinioni" e "sensazioni", come dicevo, per te impossibili). e il potere, che è comprensivo e che si nutre di "opinioni" e ci costruisce il gioco delle parti, è spiazzato da questo tuo modo. vali più di qualunque fumo. e non ci aspiri, che sarebbe anche giusto e forse lecito.
ti lasciano esprimere. va bene. ciò che è bene è ciò che ti fa già bene. le "sensazioni" come braccio armato di chi (e ritorniamo alla domanda iniziale: ti hanno mica offerto un posto? una exit strategy ?) non ne ha bisogno. E forse, per dirla con Borges, neppure esiste.
 
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xst84

Giardinauta Senior
potrebbe essere anche la parola di Polifemo, che vuol dire che parla molto, o che è molto conosciuto. nonostante il nome poli-, aveva un solo occhio, che, come è noto, gli fu accecato
 
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Olmo60

Guru Master Florello
xs, tu che mi sembri un pò filosofo (e che Visnù ti abbia in gloria) ce la vedi una specie di....come dire...metafora..o istruzioni per l'uso (del socialmente accettabile) tra il poli-parola e la cecità? è un dato di fatto (chi vede poco parla molto, come un rimprovero) o è un augurio inverso? (dovrebbe parlare molto perchè un occhio solo acuisce l'acume?)
 

rocco.co

Guru Giardinauta
E’ la mia abitudine, e poi è il mio mestiere.
Per molto tempo ho preso la penna per una spada: ora conosco la nostra impotenza.
Non m’importa: faccio, farò dei libri; ce n’è bisogno; e serve, malgrado tutto.
La cultura non salva niente e nessuno, non giustifica.
Ma è un prodotto dell’uomo: egli vi si proietta, vi si riconosce; questo specchio critico è il solo ad offrirgli la sua immagine


E' una citazione di cui ho perso l' autore, talvolta torna tra le dita...come quest' altra:

Le leggi son giuste quando son la forza del debole, non sono giuste quando sanzionano il sopruso del forte

Entrambe sono un modo tra tanti di usare le parole
 

xst84

Giardinauta Senior
l'ho letto in una maglietta. Era una birichinata alla rovescia, una saramagìa.
"vorrei credere a ciò che fai" è una frase leggibile a doppio senso: vorrei nel senso di appoggio, ad esempio in fase iniziale che non ti conosco, e vorrei nel senso che sei proprio tu a cui voglio credere che non me lo fai credere.
Ciò che morirà sarà sempre il senso. Nessuno ha creato il senso. Nessuno l'ha diviso
 
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rocco.co

Guru Giardinauta
... "fare": quanti ancora quelli disposti a costruire?
Tentare sbagli, ad azione elevato rischio, l'inattività quale destino
 

elena_11293

Master Florello
E’ la mia abitudine, e poi è il mio mestiere.
Per molto tempo ho preso la penna per una spada: ora conosco la nostra impotenza.
Non m’importa: faccio, farò dei libri; ce n’è bisogno; e serve, malgrado tutto.
La cultura non salva niente e nessuno, non giustifica.
Ma è un prodotto dell’uomo: egli vi si proietta, vi si riconosce; questo specchio critico è il solo ad offrirgli la sua immagine


j.p. sartre nella sua autobiografia, "le parole", guarda caso..

...e in ogni caso, "rose is a rose is a rose is a rose"
 

rocco.co

Guru Giardinauta
:)... forse è un 3d su parolai che sviliscono le parole svendendole associate a "concetti "blabla", mentre le parole meritano rispetto poichè permettono agli esseri umani di interagire e sconfiggere solitudine, fame, malattia?:rolleyes:
 

Olmo60

Guru Master Florello
siiii! la follia! Lewis Carrol e l'incontro tra Alice e il cavaliere, come fu esposto da Deleuze:

il cavaliere annuncia il titolo della canzone che canterà:
"il titolo della canzone è chiamato -Occhi di merluzzo-
Oh, è questo il nome della canzone? disse Alice. No, non capisci, disse il cavaliere
"è il nome che si chiama così". Il nome vero è "Il vecchio, vecchio uomo"
Allora avrei dovuto dire -la canzone si chiama così? si corresse Alice
"no, non cosi', tutt'altro! la canzone si chiama Vie e mezzi, ma è solo il modo in cui viene chiamata, capisci?
Ma cosa è la canzone allora?
"ci stavo arrivando" disse il cavaliere
la canzone, veramente è -Seduti su un cancello-....

https://books.google.it/books?id=u5...epage&q=la lista delle cose di borges&f=false
 

jonny83

Giardinauta Senior
Nel quadro di una problematica basata su precisi contributi di osservazione, pur ricorrendo, all'occorrenza, a nuove formulazioni del problema e, anche se, talvolta, ciò non sia rigorosamente necessario per quanto ciò abbia, tuttavia, qualche connotazione di arbitrarietà, rivela un grande valore euristico per il superamento di molte difficoltà sperimentali...

Oh che cavolo... cosa ho scritto???!?
E' grave? :martello:
 

Olmo60

Guru Master Florello
Nel quadro di una problematica basata su precisi contributi di osservazione, pur ricorrendo, all'occorrenza, a nuove formulazioni del problema e, anche se, talvolta, ciò non sia rigorosamente necessario per quanto ciò abbia, tuttavia, qualche connotazione di arbitrarietà, rivela un grande valore euristico per il superamento di molte difficoltà sperimentali...

Oh che cavolo... cosa ho scritto???!?
E' grave? :martello:

:lol::lol: questo era nel sesto esagono a destra sopra la scala a chiocciola centrale della Biblioteca di Babele!

bibliotecadibabeleesche.jpg


A ciascuna parete di ciascun esagono corrispondono cinque scaffali; ciascuno scaffale contiene trentadue libri di formato uniforme; ciascun libro è di quattrocentodieci pagine; ciascuna pagina, di quaranta righe; ciascuna una riga, di quaranta lettere di colore nero. Vi sono anche delle lettere sulla costola di ciascun libro; non, però, che indichino o prefigurino ciò che diranno le pagine. So che questa incoerenza, un tempo, parve misteriosa. Prima d’accennare alla soluzione (la cui scoperta, a prescindere dalle sue tragiche proiezioni, è forse il fatto capitale della storia) voglio rammentare alcuni assiomi. Primo: La Biblioteca esiste ab aeterno secondo: l numero dei simboli ortografici è di venticinque.
Quando si proclamò che la Biblioteca comprendeva tutti i libri, la prima impressione fu di straordinaria felicità. Tutti gli uomini si sentirono padroni di un tesoro intatto e segreto. Non v’era problema personale o mondiale la cui eloquente soluzione non esistesse: in un qualche esagono. L’universo era giustificato, l’universo attingeva bruscamente le dimensioni illimitate della speranza. A quel tempo si parlò molto delle Vendette: libri di apologia e di profezia che giustificavano per sempre gli atti di ciascun uomo dell’universo e serbavano arcani prodigiosi per il sue futuro.
http://www.neteditor.it/content/199...luis-borges-prima-parte-versione-imago-litweb
 
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