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Inverno

RAY87

Aspirante Giardinauta
cotoneaster??? mi affascina... :) ma è una specie di cui non conosco davvero nulla... fa le bacche rosse giusto????
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Credo che valga la pena soffermarsi su di un aspetto che spesso fa cadere in errore chi in inverno o comunque quando è freddo, acquista una pianta e se la porta a casa.
Non ho ancora imparato bene come e dove tenere le piante l'inverno, ma mi sto facendo un'idea che diventa giorno per giorno migliore anche se non del tutto sufficiente.
Ma in molte discussioni, leggo che c'è un altro problema che fino a poco tempo fa non avevo nemmeno considerato.
Il problema è l'ambientamento.
Si tratta del problema che sorge quando ci si porta a casa una pianta nel periodo in cui fuori fa freddo o magari tanto freddo.
In questo periodo, dobbiamo si conoscere se la nostra nuova pianta è tropicale e quindi da interno, oppure da esterno, ma nel momento in cui la pianta entra in casa nostra, si tratta di stabilire se prima stava al freddo oppure no.
Se la pianta era al freddo ci deve tornare al più presto, se invece era in serra non dobbiamo metterla al freddo nemmeno se è una pianta di quelle che il freddo lo sopportano bene.
Questo è un "momento", una "transizione", una "variazione", che deve essere il più possibile contenuta, fra il clima in cui stava e quello dove starà.

Se anche si trattasse di una pianta che dovrebbe stare fuori, potrebbe non essere opportuno mettercela in questa fase.
Apparentemente è una contraddizione, ma per vari motivi fra cui i "tempi che hanno le piante", se è una pianta da esterno dovrà ritornarci, ma il momento meno adatto è adesso che SE, è stata abituata da mesi all'interno.
In questo caso, bisognerebbe aspettare che la temperatura interna e quella esterna siano molto vicine, poi si potrà trasferire la pianta.
Questo per non causarle i famosi "sbalzi di temperatura".

Pensiamo ad un esquimese sicuramente abituato al freddo, che viene a trovarci, gli diamo accoglienza in casa nostra e dopo il lungo viaggio, gli offriamo di farsi una bella doccia calda.
Sicuramente coi "tempi di un essere umano" ritornerà fuori al freddo, ma non adesso che è ancora in accappatoio, altrimenti esquimese o no, creperebbe.
Aspettiamo che si sia ben asciugato, riposato, con calma rivestito, incravattato, che abbia messo il suo cappotto, e solo dopo lo accompagneremo a cena o a una visita notturna della nostra città.

Quindi si tratta di capire in che modo la tua pianta da esterno era conservata: se era al freddo guai a tenerla in casa, se invece era in serra, guai a buttarla fuori in accappatoio ed i capelli bagnati.

Ciao
 
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boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Abbastanza vero....
In effetti parlando di piante "da esterno", se sono veramente tali andandole ad acquistare ora in un vivaio si presume che siano già all'esterno, quindi il problema non dovrebbe esserci, ma una cosa è la teoria, un'altra la pratica: un conto è comprare in un vivaio, un conto in un negozio dove magari da un po' di tempo la pianta sta al calduccio: in tal caso non è solo questione di ambientamento, ma di rischio che il periodo al caldo, per quanto breve, possa aver accelerato il processo di uscita dalla dormienza, mettendole fuori in queste condizioni rischiano di germogliare in anticipo, quando magari fa ancora freddo o comunque c'è ancora un rischio di gelate tardive, che sono quelle più critiche se avvengono nella fase di apertura delle gemme.
In tal senso, una pianta acquistata ora, se da esterno ma venduta al caldo, è bene tenerla in un luogo riparato: non in casa al caldo però, magari in un ambiente non riscaldato, o anche all'esterno ma al riparo dal rischio di gelate: in pratica bisogna evitare un' apertura troppo anticipata delle gemme, e nel contempo garantire un adeguato riparo dal gelo.
Se la tenessimo in casa, potrebbe germogliare subito, cosa che è da evitare perchè a prescindere dalle temperature, siamo in una fase in cui ci sono troppe poche ore di luce rispetto al fabbisogno, e quindi si rischia di farla vegetare in modo stentato, i nuovi germogli tendono a "filare" e a essere più deboli e facilmente soggetti a marciumi o disseccamenti.....
 

francobet

Moderatore Sez. Bonsai
Membro dello Staff
green come dico sempre io, le pianta hanno vita e matabolismi ( per fortuna loro) diversi dai nostri.
quindi non è corretto paragonare un olmo ad un eschimese.

l'importante è capire primo l'essenza e purtroppo qui in tanti hanno mOOOOOlte lacune, che non si limitano alla botanica, ma mi sa che siano anche di...pigrizia.
la rete offre un'infinità di aiuti in continua evoluzione, e cercare un pò è decisamente più appagante istruttivo che chiedere.
Capito quello, si deve tenere conto del luogo dove si abita, un limone sul Tonale, fa una fine meschina se messo fuori in inverno, come un larice a Palermo.
e anche quello lo si apprende in rete.

cioò che non si apprende invece è quello detto da green, e cioè dove teneva le piante il vivaio.
come detto da Andrea, di sicuro i vivai tengono la maggior delle piante da esterno fuori e quelle da interno dentro, però ci sono le cosiddette ibride, o meglio, quelle che si vogliono far passare per tali.
fra le quali si presenta olmo, gardenia,azalea,alcuni meli ed alcuni prunus.
ovvio che si vende meglio una pianta verde o in fiore che una implume, e così alcuni vivai spingono o anticipano la fioritura o germogliazione tenendole in serra riscaldata, tanto dopo sarà un problema di chi acquista.
è duro ma è così.

dopo poi si inseriscono post di olmi ( o zelkove...che è sempre la stessa cosa) che perdono le foglie a maggio, meli che dopo la fioritura...appassiscono ecc ecc..

la fase di dormienza per una pianta è vitale, ripeto VITALE per una buon risveglio primaverile ed una vegetazione sana, vigorosa ed in salute.
poi se uno vuole vedere il suo olmo di fianco alla scrivania, meglio vi metta la foto dell'amante !!!
 

Greenray

Esperto di Bonsai
nasìn nasino

Ho appena finito di sbellicarmi per la conclusione del tuo post.

Voglio precisare che non intendevo paragonare nessuna pianta ad un esquimese, ma volevo solo dire che nonostante le abitudini climatiche, vi sono momenti decisamente poco adatti per ripristinarle.
Alludo ai periodi in cui il vivaista tiene la pianta all'interno per venderla, privandola del periodo di dormienza.
Se in quel periodo l'acquistiamo, è meglio aspettare la primavera per ripristinare il suo habitat climatico standard.

Condivido tutti i tuoi ragionamenti, compreso quello sul Larice a Palermo / Limone sul Tonale.

[OT]
Quello che mi lascia perplesso è la tua conclusione, perché ho un amico che ha appena comperato un olmo bello verde, ed ha un'amante esquimese.
Vorrebbe sapere se tenere la sua foto sulla scrivania con il riscaldamento acceso può avere delle conseguenze ed eventualmente quali.
[/OT]

Ciao
 
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francobet

Moderatore Sez. Bonsai
Membro dello Staff
[OT]
Quello che mi lascia perplesso è la tua conclusione, perché ho un amico che ha appena comperato un olmo bello verde, ed ha un'amante esquimese.
Vorrebbe sapere se tenere la sua foto sulla scrivania con il riscaldamento acceso può avere delle conseguenze ed eventualmente quali.

sicuramente avrà l'olmo spalacchiato e l'amante con il naso che gocciola....
O.T.
a proposito lo sa il tuo amico come fanno gli ieschimesi a fare gli onori di casa agli amici???
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Dopo aver superato l'inverno fra il 2009 e il 2010 sostanzialmente bene tranne che per l'unica pianta tropicale che ho, vorrei riassumere cosa allora feci ed i risultati che ottenni.
Recuperai al mercato delle capienti scatole di polistirolo grandi poco meno di una cassetta della frutta e delle cassette della frutta che usai come contenitore per quella ei polistirolo.
Infatti pensai che una volta riempite di terra o di vasi, nel muovere quelle di polistirolo le avrei sbocconcellate e rotte.
Quindi misi le scatole bianche e leggere nel loro improvvisato telaietto e dentro vi misi i vasi che ci stavano, ma dopo aver steso dei fogli di quotidiano dove li avrei appoggiati.
Poi riempii gli spazi fra vaso e vaso con foglie secche ed anche carta di giornale appallottolata.
Coprii tutti i vasi con foglie secche fino a non vedere più nè terra nè vasi e ancora un po' più su.
Spinsi tutto sul balcone dove l'unica protezione è il balcone di sopra, che ripara solo quando la pioggia o la neve cadono verticalmente.

Basta.

Davo alle piante un po' d'acqua ogni settimana, ma davvero poca perché già ne ricevevano ed aspettai.
Nessuna delle mie piante ha patito minimamente, anzi pareva che avessi somministrato ad esse un ricostituente.

Il ficus mi preoccupava e siccome fuori manifestava già da ottobre di starci molto male, lo ricoverai in casa, ma nonappena mi accesero il riscaldamento condominiale, dovetti portarlo via e lo misi in una mia cantina estremamente luminosa (fino alle 12:00) ma solo se paragonata a tutte le cantine viste nella mia vita.
In realtà sapevo che la luce era molto meno di quella necessaria, ma credevo che d'inverno al mio ficus ne servisse meno.
In tutti i casi non ho molte alternative e come si dice : o dentro o fuori. Fuori però non è possibile s meno di una protezione adatta.
Risultatato che la pianta ne soffrì molto ed anche ora è irriconoscibile, ha perduto interi rami ed il 70% della chioma.

Il problema sta per ripresentarsi, ma mentre per le altre piante sarà come un meritato riposo, per il ficus retusa potrebbe essere l'addio se non troverò una soluzione diversa.
Qualcosa ho in mente, ma è presto per parlarne.

Scrivo questo per mettere in guardia chi è ancora troppo protettivo nei confronti delle sue piante e teme che il freddo le faccia soffrire: è vero semmai il contrario.
Ciò che soffre sono semmai le radici ed il sistema che io ho adottato tendeva proprio a risolvere questo problema.
Credo di esserci riuscito benino con tutte le mie piante autoctone, ma di aver fallito (anche se solo parzialmente) con l'unica esotica.

Ciao
 
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