ciao, mi riallaccio al post #219, di elena. ho guardato anch'io the company you keep. concordo, storia che tiene, redford che sembra la pubblicità della bb cream e giornalistello che non ho trovato propriamente antipatico, ma assai sopra le righe. spesso nei film la professione del giornalista, magari giovane pieno d'entusiasmo e d'assalto, viene dipinta sempre un po' troppo a tinte rosee. avendoci vissuto dentro una vita, senza togliere a chi per il proprio mestiere - e non solo di giornalista - si è immolato, non mi permetterei mai!, posso affermare che per uno a cui capita una storia così ce ne sono 100 che passano agenzie, e a volte senza nemmeno confezionarle bene, ma tant'è. unica cosa che mi ha deluso un po' è che c'è stato un istante in cui sembrava che l'agente fbi di punta avesse capito, ma mi ero illusa.
poi ho visto un film italiano, la casa nel vento dei morti. per dirla tutta non saprei neppure definirlo. drammatico? thriller? horror? comincia verista, finisce splatter. credo girato in discreta economia, è la storia di 4 balordi di provincia, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, che fanno un colpo che dovrebbe loro cambiare la vita. e sì sì, gliela cambia eccome, peerò non esattamente come speravano. ma non voglio togliervi la sorpresa ihihihihih. ps impressionata, positivamente, dalla voce di uno dei protagonisti (e non solo: sue sono anche la stira e la sceneggiatura): da risvegliare anche ormoni in profonda menopausa. sì, lo so che non c'entra ma ve l'ho scritto istess
k07:
