Vogliamo parlare ancora di letame?
Va bene parliamone, anche se, considerata la piega che ha preso questa discussione, forse sarebbe stato meglio spostarla in Tecniche, per darle più visibilità e consentire eventualmente la partecipazione di utenti che non frequentano il forum delle rose.
A meno che l'argomento interessi solo ed esclusivamente a tre persone!
RosaeViola,
limitata com'è fra te e la sottoscritta rischia di essere sterile oltre che monotona, o peggio, forse anche noiosa per gli altri.
Non è vero Celestial. Il pellettato si usa tranquillamente a contatto con le radici. Sono certissima di questa affermazione e ne abbiamo ridiscusso in aula non molto tempo fa, proprio parlando con agronomi e con ibridatori.
Puoi chiedere a qualunque coltivatore di rose, vivaista preparato o agronomo e ti confermerà questa cosa, considerato che il pellettato, è a lento rilascio.
Intanto ti invito a dirmi dove hai letto, chi lo dice, dove sta scritto che il pellettato sia a lento rilascio mentre il letame di stalla no, così che anch'io o chi fosse interessato possa verificarlo.
Si direbbe quasi che la discussione sia : letame si, letame no!
Ti ricordo che stiamo parlando dello stesso prodotto, anche se formulato in maniera diversa.
Detto questo, metterei tranquillamente ( ma non ne vedo la ragione) a contatto delle radici un letame di stalla compostato, cioè con una provata maturazione superiore ai 12 mesi, mentre lo farei con una certa cautela con del pellettato.
Considera che nel sacco i produttori spesso aggiungono al letame bovino miscele di letami equini, avicoli, e meno spesso materiali vegetali, privilegiandone la funzione fertilizzante a spese dell'aspetto ammendante e organico che costituisce il pregio del letame.
A parità di volume il pellettato e anche lo sfarinato contengono una più elevata quantità di nutrienti rispetto al letame naturale, fino a cinque volte superiore.
Per es. citando l'azoto ho appena controllato quanto riportato sui sacchi che mi ritrovo in casa ne riscontro l'1,5% nello sfarinato e il 2% nel pellettato.
Il letame di stalla ne apporta in totale lo 0,4% di cui nel primo anno circa il 40-50% viene reso disponibile e il resto ( ma questo l'ho già detto ) va a costituire una riserva attiva per anni.
Anche questa affermazione non è corretta. La buca di impianto va dotata o di stallatico maturo o di pellettato nella parte più profonda.
Su questa va distribuita una certa quantità di terra e poi, a riempimento, stallatico (io uso il pellettato) e terra miscelate insieme nelle proporzioni di 1/3 di stallatico e 2/3 di terra.
1- Dotare di stallatico la parte "più profonda" di una buca d'impianto ( parliamo di un arbusto) equivale a "seppellirlo" a 40/50 cm. di profondità, giusto?
Agendo in questo modo ne privilegi l'effetto concimante ( utile fino a che punto non lo so, visto che con le innaffiature le sostanze nutritive si allontaneranno sempre di più dalle radici, andando in profondità e dando oltretutto un contributo involontario all'inquinamento) e il motivo è semplice: l'umificazione della frazione indecomposta di sostanza organica, presente nello stallatico, in qualsiasi forma esso sia, avviene ad opera della microflora e microfauna aerobica presente sia nello stallatico stesso che nel terreno, solo in presenza di ossigeno.
Dubito che ciò possa verificarsi a tale profondità senza ricorrere, scusa la battuta, alla bombola di ossigeno!
2- Per quale ragione mettere una " certa quantità di terra" sopra il letame, se prima hai sostenuto che si può mettere a diretto contatto delle radici?
Sono certissima della bontà di questo impianto dato che anche da Rose Rifiorentissime nella persona del titolare che è direttamente coinvolto nella cura e nella coltivazione delle rose, mi è stato confermato insieme ad altri addetti del settore.
Il fatto che lo dicano a Rose Rifiorentissime, senza offesa per nessuno, non è sufficiente, l'argomento è talmente scontato che non c'è nulla da improvvisare, nè da inventare.
Se ne può usare quanto e come si vuole, ma c'è sempre un modo più corretto di fare qualsiasi cosa.