:flower: A me è capitato di acquistare una bustina di semi di "bonsai".
Cercavo un tipo di pianta che qui da noi è difficile trovare in vivaio (una zelkowa), e quando ne ho visto i semi in busta non ho resistito.
Se al posto di "semi di bonsai", il loro contenuto fosse descritto come "semi di pianta adatta ad essere coltivata come un bonsai", i produttori ci farebbero più bella figura.
:flower: E' vero, una delle caratteristiche estetiche più significative per un bonsai è quella di avere foglie piccole, ma esse sono il risultato delle tecniche di coltura, e comunque non possiamo certo pretendere che un ippocastano faccia foglie lunghe un centimetro, non è nella sua natura.
:flower: Nulla da dire invece per i concimi specifici; sono di solito ad alta concentrazione di fosforo, che contribuisce all'irrobustimento delle parti legnose, e a basso tenore di azoto, che stimolerebbe eccessivamente la vegetazione fogliare. Si potrebbe discutere sul loro prezzo.
:flower: A proposito del "nanismo genetico", voglio riportare una mia esperienza personale, successivamente confermata su vari libri: appassionato di piante e di montagna, ero solito recarmi in alta quota munito degli attrezzi per prelevare piantine di montagna (solo ed esclusivamente quelle di cui - all'epoca - non fosse vietata la raccolta).
Portai a casa diverse piantine, che sulle vette apparivano come minuscoli e compatti cuscinetti di microfoglie e fiori di 2/3 mm. di diametro, alcuni bianchi, altri rosa o azzurri. Il sottobosco ideale per i miei bonsai!
Messe in vaso, a Roma, e concimate, mi crescevano a dismisura raddoppiando o triplicando le loro dimensioni originali, e perdendo la caratteristica forma a cuscinetto.
Il fatto è che la compattezza di quegli stupendi cuscinetti
vegetali è dovuta essenzialmente al clima montano, che penalizza la crescita a vantaggio della resistenza.