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ABC del bonsai

I

Il Marchese del Ficus

Guest
Stringere con un filo la base del tronco determina l'ingrossamento della parte immediatamente superiore al filo, a causa dell'accumulo di linfa discendente. Ma sotto si nota comunque il restringimento. E se anche questo venisse nascosto sotto terra, sarebbe poi necessario ricreare nuove radici laterali, perchè la base deve raccordarsi con le radici prima di interrarsi.... Altrimenti esteticamente è come avere un bastone piantato a terra, per quanto allargato resta sempre un palo...

in parte non sono d'accordo. io ho sperimentato questa tecnica un po' per caso un po' per scelta. realizzai la mia taleina di salvia e per fissarla bene al vaso le feci girare attorno la base del tronco un filo d'alluminio pittosto grosso che mi avanzava e lo chiusi SOTTO il vaso tirando bene. la talea era bella ferma e me ne dimenticai fino a che qualche settimana dopo mi accorsi che il filo era stato quasi del tutto inglobato dalla corteccia... lo tolsi con cautela e notai che la talea si era allargata si, ma SOTTO la legatura, così come le radici principali. La cicatrice data la rapidità di sviluppo della giovane salvia si è chiusa in meno di un anno.
Ho sperimentato ancora e sono giunto a delle mie conclusioni.
Io uso filo grosso e morbido di alluminio (è usato) di almeno 2 mm.
Faccio più legature, cercando di fare l'ultima appena sopra le radici, nn è facile ma se si usano più giri diventa fattibile.... più si lega basso più il risultato è buono. Si fa una spirale di due tre giri, arrivati giù, si eliminano i girili superiori e si chiude con delle pinze piccine.
In certi casi come nel melo, ho addirittura forzato la crescita di radici perchè (vedi margotta a strozzatura) si sono sviluppate a raggiera sopra la legatura... ho tagliato il filo con le tronchesi, ho coperto le radicine e ho ottenuto un tronco conico e un bel nebari a raggiera...
 

Citrodora

Apprendista Florello
dei semi bonsai? non esistono... comunque a fare un bonsai da seme hai voglia di aspettare! Prima che venga un fusto un po' come si deve passano anni!! :flower:
 

Maxium

Aspirante Giardinauta
Ho una domanda che forse può integrare questa scheda,
Un neofita (come me) da dove deve partire per farsi le "ossa"?
insomma quali sono le piante più indicate come campo di allenamento?
 

Albicoccus

Giardinauta Senior
Be' un neofita secondo me deve partire da una pianta già più o meno formata ( più o meno , perché alcuni bonsai commerciali sono lontani dall'essere bonsai " veri e propri " ) per , come dici tu , " farsi le ossa " . Questo perché con una pianta da 10/15€ si possono sperimentare tutte le tecniche di cura e mantenimento di un bonsai a partire dall'innaffiatura . Le piante , secondo me , migliori per un neofita sono : l'olmo , resistente e " permissivo ", o il ficus .
 

Maxium

Aspirante Giardinauta
Grazie mille Albicoccus, ho un altra domanda, tu per pianta da 10/15€ intendi una pianta da vivaio da educare da "0" o una che abbia già ricevuto le cure iniziali?
 

il conte verde

Maestro Giardinauta
Ho una domanda che forse può integrare questa scheda,
Un neofita (come me) da dove deve partire per farsi le "ossa"?
insomma quali sono le piante più indicate come campo di allenamento?

Ciao Maxium, secondo me dipende molto dalle conoscenze botaniche che hai già come neofita. In altre parole, se sai coltivare gerani o pomodori, succulente o orchidee sei già un buon pezzo avanti. Il bonsai io lo vedo come una specializzazione che richiede conoscenze di base generiche, conoscere la terra, saper invasare, saper potare, insomma sapere come “funziona” una pianta qualsiasi, rende le cose molto più semplici e se hai passione il resto s’impara studiando e mettendo in pratica, naturalmente facendo anche errori e correggendoli nel tempo. Per iniziare ti consiglierei di preferire gli alberi e gli arbusti che già vivono spontaneamente nella tua zona o che comunque sono acclimatati. Questo ti faciliterà perché non avrai grossi problemi con il clima, considera che un abete vivrebbe male al livello del mare, magari in Sicilia, così come vivrebbe male un olivo a tremila metri sulle Alpi. Poi quando avrai più esperienza niente ti impedirà di occuparti anche di piante “difficili”, come un po’ tutte le piante di importazione. Per questi motivi io scarterei le piante cosiddette “da beneficienza”, cioè Carmona, Sagerethia, Ficus retusa e ginseng, ligustro cinese e simili, facendo forse un’eccezione per l’olmo cinese (lo trovi in commercio anche col nome di Zelkova Nire) che è una pianta robusta e non crea particolari problemi. Altro parametro importante per la scelta è dove puoi alloggiare le tue piante, c’è molta differenza fra un giardino in cui si può scegliere l’esposizione più adatta e un terrazzino magari esposto a Nord che non vede mai il sole, e non credere a chi cercherà di venderti “bonsai da interno”, non esistono bonsai che possano vivere bene in un appartamento. Consiglio che mi sento di darti è di non limitarti ad una sola pianta ma di averne più esemplari anche di specie diverse e puoi comprarne nei vivai, non necessariamente come bonsai o prebonsai, e anche ottenerli da seme, facendo talee e margotte, chiedendo ai tuoi conoscenti se hanno alberelli di cui si libererebbero volentieri o guardando vicino ai cassonetti della spazzatura e in luoghi dove stiano facendo lavori di sbancamento (ricordo che il prelievo in natura è vietato, a meno che non ci sia il consenso scritto del proprietario del fondo, ed anche questo non sempre è sufficiente). Naturalmente non tutte queste piante potranno diventare bonsai bellissimi, ma imparare a prendertene cura ti insegnerà sicuramente molte cose, e soprattutto a non avere fretta, per fare un buon bonsai ci vogliono diversi anni, per fare un buon bonsaista ce ne vogliono anche di più. Se decidi di intraprendere questo lungo percorso buon lavoro a te, ciao
 

Maxium

Aspirante Giardinauta
Ciao a tutti,
in primis grazie dei consigli, come prima cosa cercherò di ampliare le mie conoscenze di botanica in modo che quando vado a fare un intervento sulla pianta sarò consapevole del cosa faccio e soprattutto del perchè e non solo farlo solo perchè me l'ha consigliato tizzio...
Io ho molto spazio attorno a casa, e nel mio giardino crescono già liberamente olmi e aceri campestri, molti degli olmi attorno a casa mia sono butti delle radici (non conosco il gergo tecnico ma dalle mie parti si dice cosi), mi sapete dire come si fa a capire se la piantina di olmo è nata da seme o è un "butto delle radici"?
Per quanto riguarda gli aceri campestri in particolare ce ne è uno molto carino, entro fine settimana vi linco una foto cosi poi ne parliamo.
Questo fine settimana se trovo un po di tempo vado a fare un giro per vivai e se riesco porto a casa le prime cavie :D
 

il conte verde

Maestro Giardinauta
Ciao, butti va bene, tecnicamente sarebbero polloni radicali. I primi tempi i butti crescono più energicamente delle piantine da seme, perché sono nutriti dalla radice della pianta madre ma ai fini bonsaistici non c’è differenza. Te ne accorgerai comunque al momento di invasarli, se sono butti dovrai necessariamente tagliare la radice di derivazione, dopo esserti accertato che rimangano altre radici in numero sufficiente a nutrire la pianta. Il trapianto va fatto a pianta ferma, dopo la caduta delle foglie, in autunno se da te non ci sarà un inverno freddo, in primavera in caso contrario. Considerando però che le piante sono nel tuo giardino e che difficilmente quelle raccolte possono già avere un apparato radicale adatto a farne un bonsai, forse in primavera ti converrebbe fare margotte a terra, soprattutto se i tuoi olmi hanno già un buon diametro di base e riesci a trovarne qualcuno con il tronco un po’ conico o con qualche curvatura interessante. Se ti interessa come fare le margotte mi faccio un po’ di pubblicità e ti rimando a questa mia vecchia discussione: http://forum.giardinaggio.it/bonsai/74196-margotta-su-prebonsai.html e comunque nel forum ci sono molte altre discussioni sulle margotte.
 

Maxium

Aspirante Giardinauta
Allora.... il giro per vivai di questo fine settimana è andato male, avevano solo piante troppo grosse.
in compenso ho trovato il tempo per fare 2 foto all'acero campestre di cui vi ho parlato in precedenza.

2013-09-14 13.59.05.jpg

Questa invece è la foto della base della pianta, come si può vedere ha due tronchi.

2013-09-14 13.59.17.jpg

come mi consigliate di procedere?
 

aurex

Esperto di Bonsai
mhà...sinceramente non mi dice nulla....non lasciarti prendere dalla foga di raccogliere...al di la del fatto che non sia consentito per legge...anche se il terreno è tuo...non vale la pena raccoglierlo....
 

Greenray

Esperto di Bonsai
E' vero, neanche a me dice nulla, ma ne sono comunque attratto, mi chiedo cosa potrebbe uscirne.

Però è una pianta che deve ancora crescere e siccome in vaso crescerebbe più faticosamente, ti consiglio di lasciarla in piena terra e magari iniziare a correggerla lì dove si trova.

Al momento mi sembra che il tronco si sdoppi quasi alla base, formando una insignificante forcella.
Io sarei tentato di conservarle entrambe, separandole, ma temo che sarebbe controproducente e che probabilmente sarebbe meglio sacrificare una delle due parti.

Secondo me se il terreno è tuo potresti iniziare solo col contenimento delle radici, perlomeno al di sotto, cioè ostacolandone la crescita in profondità a mezzo di un diaframma.
In questo modo, quando arriverà il giorno di metterla in vaso sarà meno problematico.
 

Maxium

Aspirante Giardinauta
Greenray scusami ma cosa intendi con "ostacolandone la crescita in profondità a mezzo di un diaframma"?
In cosa consiste?
cosa mi consigli di fare come prima cosa per iniziarla ad educare oltre a l "diaframma"?
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Verso la fine del prossimo inverno, toglierei da terra il tuo acero per eliminare quelle radici che tentano di spingersi in profondità.
Poi crecherei di disporre le rimanenti a mo' di "raggiera" eseguendo dei tagli radiali in modo da formare delle "razze" (un po' come nelle ruote in lega).
Poi prima di rimettere la pianta dove si trovava, piazzerei nel foro una piastrella o una tegola o qualcosa del genere, per obbligare le radici a dirigersi verso la circonferenza della "raggiera" e non verso il profondo.

Alcuni dettagli.
Lo scavo va eseguito molto largo, facendo attenzione a non danneggiare le radici accidentalmente.
Prima di rimettere la pianta in loco scaverei un pochino di più di quanto strettamente necessario.
Il diaframma è bene che non sia perfettamente in piano, per ridurre il rischio di ristagni.

Già che ci sei, sacrifica il tronco che ti interessa meno.
Non so se potrai separarlo in modo indolore, ma in tal caso utilizza anche quello, ma facendo in modo che i due aceri non siano troppo vicini.

Prima di iniziare ad educare una pianta, aspetterei che non diventi un po' più grandicella, in modo da comprenderne le inclinazioni dl suo "carattere". Intanto ci studierei su, sperando che questo mi dia presto o tardi qualche idea (difficile) su cui basare il modo di educarla in seguito.
L'unica cosa che farei fin da subito è di evitare che si sviluppi come un cespuglio, quindi sopprimerei qualsiasi tentativo di crescite che partano dalla base o da sotto terra e pretenderei che tutta la linfa scorra su di un unico piede dell'acero.

Discorso a parte è la mia curiosità che penso possa tornare utile:
Perché quell'acero è nato lì? Come c'è arrivato?
Quella è una posizione favorevole? Oppure varrà la pena spostarlo?
Se è nato lì e cresce con vigore non la spostare.
Ma ci sono aceri campestri nella zona?
Se si, vale la pena di osservarli.
 
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aurex

Esperto di Bonsai
io invece opterei per una capitozzata di uno dei tronchi e l'eliminazione di uno dei due....questo ovviamente appena prima della prossima primavera.....poi lascerei crescere liberamente per un altro anno....curando però la coltivazione con opportune concimazioni ...
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Beh si, delle concimazioni non ho parlato perché è un argomento che fatico ad assimilare e quindi nemmeno a dare consigli specifici.
Preferisco che ne scriva chi sa cosa scriverne!

Comunque è certo che il tenere la pianta in terra ha come scopo una rapida crescita e quindi la concimazione rientra al 100% nel programma.
Un ulteriore vantaggio nel tenere la pianta in terra anziché in vaso è che per l'inverno non serviranno precauzioni (a meno che la pianta stesse in luoghi proibitivi, ma non è il tuo caso).

Quindi Aurex, tu diresti di capitozzare un ramo (presumo subito sopra i rametti con foglioline della II foto) e contemporaneamente sacrificare l'altro?
Sicuramente se fosse già in vaso, capitozzerei subito, mentre in terra io avrei aspettato un altro anno, ma qui si tratta di fare una scelta fra soluzioni diverse che presentano entrambe vantaggi e svantaggi, fra le quali anche io sarei indeciso.

Ma quello che conta di più di questo pur importante dettaglio, è la strategia da seguire. Il grande vantaggio è di avere tutto l'autunno e l'inverno per pensarci su e decidere con calma, dopo aver esaminato numerosi pareri ed essersene fatto uno personale.
 
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Albicoccus

Giardinauta Senior
Be' io farei così : mentre é ancora in piena terra toglierei uno dei due tronchi , poi quando sarà spostato nel vaso capitozzerei così da alleggerire anche le radici ( che verranno ridotte ) .
 

aurex

Esperto di Bonsai
rispondo dal mio modesto punto di vista....il problema è che i rami sono troppo alti...il tronco si è allungato naturalmente sviluppando la vegetazione sempre più sopra alla ricerca della luce..in questo modo i due tronchi son diventati due bastoni da scopa dritti ed inservibili.....ecco perchè elimino uno...capitozzo l'altro...e quando vien fuori nuova vegetazione aspetto e ricostruisco scegliendo un nuovo ramo apice ...conferendo un pò di conicità...e poi via con la costruzione...ma sempre in piena terra....in vaso tutto questo procedimento si rallenta assolutamente...
 

Greenray

Esperto di Bonsai
rispondo dal mio modesto punto di vista....il problema è che i rami sono troppo alti...il tronco si è allungato naturalmente sviluppando la vegetazione sempre più sopra alla ricerca della luce..in questo modo i due tronchi son diventati due bastoni da scopa dritti ed inservibili.....ecco perchè elimino uno...capitozzo l'altro...e quando vien fuori nuova vegetazione aspetto e ricostruisco scegliendo un nuovo ramo apice ...conferendo un pò di conicità...e poi via con la costruzione...ma sempre in piena terra....in vaso tutto questo procedimento si rallenta assolutamente...

Sono d'accordo al 100%

L'unico mio dubbio è che questo allungamento sia dovuto ad una leggera scarsità di luce e che quindi proseguirà finché la pianta è in terra ed in quel punto. Di conseguenza, la conicità che cercheremo di raggiungere, rischia di venir nuovamente "allungata" durante lo "stiramento" causato dall'allungamento in crescita, riproponendo il problema successivamente.
Ecco perché io, pur senza grande convinzione, sarei propenso a lasciar crescere come prima fase e a raggiungere la conicità in una fase successiva.
Ma anche io sono in bilico fra le due possibili scelte, perché anche la soluzione che propongo, oltre al vantaggio che ho descritto ha come contraltare il fatto che l'assorbimento della cicatrice risulterebbe peggiore in vaso che non in terra, quindi non mi sento minimamente di escludere la soluzione di Aurex.
Ho solo voluto esporre un modo diverso, forse peggiore ma non troppo, allo scopo di poter tutti assieme riflettere prima di scegliere.
Mi dispiace se tutto questo causerà confusione, ma ciascuno di noi deve prendersi la responsabilità di ciò che fa e questo non può essere delegato a nessun altro, esperto o no che sia.

PS. Le radici non le ridurrei, anzi sarei tentato di lasciarle come sono, quindi non farei nemmeno il discorso della "raggiera" se non fosse per evitare che si soffochino su se stesse.
Io ridurrei le radici nel momento in cui metterei la pianta in vaso, non prima.
 
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