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Cucina calabrese

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Fiorin Florello
Le frittole si ottengono cuocendo la cotenna, le costine ed altre parti meno nobili del maiale (parte del collo, della guancia, lingua, muso, orecchie, gamboni , pancia, rognoni...) mediante bollitura nel grasso dell'animale che ne insaporisce il gusto.

La cottura avviene lentamente, mescolando la pietanza nella "caddàra", il tradizionale pentolone di rame stagnato che, viene allestito al di fuori delle macellerie (tradizionalmente il sabato) per servire la pietanza appena preparata che va consumata calda.

Una volta esaurito il contenuto della cottura, tutto quello che rimane sul fondo del pentolone, rimasugli e sugna, si solidifica e prende il nome di curcùci (ciccioli, ziringoli, risimuglia, risimoglie) che vengono consumati successivamente in diversi modi, a volte ricucinati per lo più con le uova fritte. Tipiche preparazioni nelle quali si utilizzano i curcuci sono "a pulenta chi brocculi e curcuci" (che si consuma durante l'inverno) e la "pitta ca ricotta, l'ovu e curcuci" (piatto tipico della scampagnata del Lunedì dell'Angelo, giornata che a Reggio è chiamata "Pascuni").
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Fiorin Florello
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Le crocette sono pronte ; ricetta di mia nonna : farcire i fichi con buccia d’arancia , limone e mandarino essiccata , noci , mandorle, nocciole tostate . Passate in forno per circa 10 minuti a 160 gradi.
 

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Fiorin Florello
La Calabria insieme alle altre regioni mediterranee nell’antichità visse una vera e propria civiltà del fico, albero dai frutti così preziosi e benefici che presto fu circondato da un’aura sacrale e leggendaria, venne celebrato artisti, poeti e scrittori dell’epoca e piantato davanti alle case e ai templi, perché considerato di buon auspicio per tutti.

Il fico e i suoi dolci frutti sono tuttora parte integrante della cultura e del paesaggio calabrese e i fichi secchi ancora costituiscono un must della nostra tradizione culinaria.

Una bella leggenda calabrese narra che Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù un brutto giorno dovettero fuggire verso l’Egitto, per scampare alla strage degli innocenti ordinata da Erode.

Presto però scese il buio e, non essendoci nessun altro riparo, i tre decisero di trascorrere la notte sotto un fico che, appena vide la Sacra Famiglia, allungò i rami e allargò le foglie fino a nasconderla completamente agli occhi dei soldati del malvagio re.

Quando fece giorno la Madonna uscì dal verde nascondiglio e rivolgendosi all’albero di fico disse: «Che tu sia benedetto, o fico. Per due volte all’anno darai i frutti più dolci della terra».

Da allora, all’inizio e alla fine dell’estate il fico dona i suoi frutti dolcissimi e i calabresi, in ricordo di questa leggenda, li fanno seccare al sole e li consumano a Natale, per celebrare la nascita del Bambin Gesù, sottoforma di crocette, i famosi fichi secchi imbottiti di noci e scorza di mandarino.
Annamaria Persico

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Fiorin Florello
GIARDINIERA IN SALAMOIA - alla calabrese

Quest'anno avete in programma di preparare una bella giardiniera ?......cioè ....U SALATURU ?....non é mai troppo tardi per organizzarsi! Amici, che sia chiaro, questa che segue è la descrizione di uno dei tanti modi per prepararla; tu come la prepari ?

Gli ortaggi che potete aggiungere sono pomodori verdi, peperoni, melanzane, coste di sedano, olive, cetrioli , cipolle rosse ecc.....(qualcuno comincia con i fagiolini verdi e man mano che maturano aggiunge gli altri ortaggi. Il tutto, lavato, event. tagliato, salato (ca. 100 gr. di sale per ogni chilo di ortaggio) e depositato strato su strato nel contenitore di coccio (o di vetro) e tenuto pressato da un coperchio di legno con sopra una pietra pesante (come si usava una volta) oppure con un piatto di porcellana appesantito con una bottiglia piena d'acqua. Tutte le mattine bisogna controllare se la pressione del peso è sufficiente a schiacciare gli ortaggi, togliendo l’acqua in eccesso rilasciata per effetto della salatura ma badando che stiano sempre coperti dalla salamoia. Fra uno strato e l'altro si aggiungono, semi di finocchio selvatico, aglio, sale, peperoncini piccanti tagliati a rondelle. Il tutto dovrà stare nella sua acqua per 20/40 giorni. Successivamente ogni settimana si deve fare a nuovo la salamoia, lasciarla raffreddare e sostituirla con quella vecchia, così facendo gli ortaggi modificheranno di meno il loro colore originario. Già a dicembre si possono prelevare gli ortaggi che si hanno intenzione di mangiare, si sciacquano abbondantemente, si strizzano e si condiscono con olio a piacere oppure si infarinano e si friggono. Ma l'ideale è utilizzare questi ortaggi come antipasto ! Naturalmente, una volta strizzati per bene, si possono conciare anche sott'olio nei vasetti di vetro che poi vanno chiusi ermeticamente e riposti in dispensa.
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Fiorin Florello
È una moda ?.......oppure l'essiccazione di frutta e ortaggi ( usanza che un tempo era molto diffusa) è ancora una valida alternativa ai prodotti freschi?
La conservazione per essiccazione mantiene inalterati tutti i nutrienti. - tranne la vitamina C che è molto labile - è inoltre l'assenza di acqua favorisce una lunga durata degli alimenti, grazie all' assenza di germi. Ovviamente prima di consumare i prodotti secchi occorre reidratarli mettendoli in ammollo, a meno che non si tratti di chips, farine o dado vegetale.
In passato l'essiccazione avveniva solo al sole caldo dell'estate, all'aria, nei forni a legna. Mentre oggi , con l'aiuto di piccoli essiccatori elettrici , comodi ed economici , ciò può avvenire tranquillamente e in modo molto igienico , visto che sia gli insetti sia la polvere non hanno accesso ai vari i prodotti da essiccare.
Secondo un vecchio proverbio " d'estate essicca serpi che d'inverno sono anguille ". Questo metodo di conservazione, ha consentito alle nostre nonne e bisnonne di superare periodi di carestia conservando i prodotti dell'orto quando erano in eccesso......e ancora oggi durante l'inverno in tante famiglie si preparano delle frittelle squisitissime con le melanzane, zucchine ecc essiccate......anche in Calabria
(Nelle foto zucca e zucchina essiccate)
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Fiorin Florello
Olive in salamoia Pesare 5 kg di olive belle verdi, coprire appena con acqua fresca. A parte sciogliere in un litro di acqua tiepida 60 gr di soda per alimenti. Versare nella bacinella delle olive, mescolare con un mestolo lungo di legno, fino a che le olive di riempiono di puntini. Poi coprire con un peso dopo averli passati in una rete, io uso quelle delle patate, affinché non anneriscano. Fare tutte queste operazioni con dei guanti, fare attenzione alla soda. Dopo 24 ore si sciacquano e srmpre nella rete, si cambia l'acqua, fino a che si addolciscono e l'acqua è limpida. Poi mettere nei vasi coperti di salamoia (100gr di sale per litro di acqua e bollire per 10 minuti) dopo essere raffreddata. Buone già dopo una setttimana.
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Fiorin Florello
Pizza ai Frisuli:
Preparazione..
Fare il normale impasto della pizza e stenderlo nella teglia.. mettere i Frisuli sopra l'impasto e infornare a 200° x 15 minuti circa (secondo il vostro forno)
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Fiorin Florello
FRITTELLE DI BIANCHINO:
Preparazione:
preparare in una ciotola della farina (io ne ho messi 200g), acqua q.b, prezzemolo e aglio tritato, un pizzico di sale e se volete anche formaggio grattugiato (io ho messo Grana) e aggiungere il bianchino. A parte riscaldare l'olio. Prendere delle cucchiaiate d'impasto e fare delle frittelle.. Friggere il tutto...
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Fiorin Florello
Patate bollite e schiacciate con olive verdi (anch'esse schiacciate), olio di oliva nuovo, sale. Si può accompagnare anche con cipolla.
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Fiorin Florello
I FOLLETTI IN CALABRIA:
(di Antonio Franzé)

La CALABRIA è una regione ... "magica", non solo dal punto di vista storico e naturale, ma anche nel senso vero e proprio del termine.

Infatti, tra case di campagna, boschi e fiumi, si aggirano da tempi immemori, una moltitudine di folletti da fare quasi invidia alla tradizione irlandese.

Una giovane ricercatrice, Monica Taddia, li ha catalogati:

AUGURIELLI: si trovano nella zona di Catanzaro, sono paffuti, hanno i capelli ricci e portano sempre un berretto rosso in testa;

CUSCU: nulla si sa di questo genere di folletti, se non la loro triste peculiarità di esseri tremendi e maligni;

FAJETTI: vivono in tutta la Calabria, nelle cantine e nei solai delle case di campagna;

FUDDETTU: sono folletti dalla lunga barba bianca che vivono in tutta la Calabria, in particolare presso le case di campagna, vista la loro golosità di uova di gallina fresche;

MARRAUCHICCHI: vivono sulla costa jonica, sono alti due palmi circa, hanno piccoli occhietti e mani rossi fuoco, dello stesso colore del berretto da cui non si separano mai;

MARRAUCHINI: abitano sui monti della Sila, e sono riconoscibili a causa della loro corporatura molto gracile e dal loro vestiario composto da una tunica e un cappuccio nero;

MONACI FOLLETTI: vivono nelle case delle famiglie più povere di tutta la Calabria, anche se la loro zona di origine è Monteleone;

U' MONACHEDDU: vive nella zona di Catanzaro, riconoscibile nell'aspetto a causa del suo vestito da frate, con tanto di sandali dalle fibbie d'argento;

ORA: folletti molto dispettosi;

U' SCAVUSEDDU: è il folletto tipico della zona di Crotone. È di bassissima statura, tarchiato, dall'aspetto poco gradevole; indossa anche lui un berretto ed un mantello rosso e non porta mai le scarpe.
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Fiorin Florello
Maccheroni al ferro o m'parrettate:
Ingredienti x la pasta:
-farina di grano duro
-acqua
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Ingredienti x il sugo:
-400g di passata di pomodoro
-Olio extravergine di oliva
-Mezza cipolla tagliata sottilissima
-Due salsicce piccanti
-Una manciata di pecorino
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Impastare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.Si dividere l’impasto in vari pezzi. Ogni gnocco si avvolge intorno al ferro allungandolo. Far soffriggere la cipolla con l’olio e la salsiccia, aggiungere il pomodoro.Intanto lessare gli scilatelli in abbondante acqua salata, lasciarli al dente, scolarli e tuffarli nel sugo.
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Fiorin Florello
Chinulille
Per la pasta:farina 500 gr, uova 4,zucchero 50 gr. Per il ripieno:ricotta 250 gr- scorza gratt. arancia, scorza gratt. limone, un bicchierino di brandy /anice o rhum
30 gr.zucchero.
olio per friggere e zucchero a velo

Impastare la farina con uova e zucchero.dividere l' impasto a metà e stenderlo in sfoglie sottilissime. Spennellate la sfoglia con un uovo battuto con un cucchiaio di latte e metteteci sopra a mucchietti distanziati, il ripieno fatto con la ricotta lavorata con scorza grattugiata di arancia e limone, il liquore e lo zucchero. Stendere la seconda sfoglia sulla prima e schiacciarla bene intorno ai mucchietti. Con una rotella dentata, tagliate la pasta intorno , come fossero ravioli, e friggete i chinulille. Una volta freddi, spolverizzate di zucchero a velo.
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Fiorin Florello
Ecco uno dei tanti biscotti fritti calabresi: CHINULILLE / BUFFEDDI/ RAVIOLI DOLCI/PANZEROTTI / GRAVIOLI ecc. ecc. (chissà in quanti altri modi vengono chiamati ?!)

Si possono farcire con purea di ceci, ricotta, uvetta, noci e nocciole, cioccolato, vino cotto, pinoli, mostarda d'uva, con patate ecc. ecc. Qui di seguito vi do la mia ricetta :

Ingredienti per la frolla: 500 g farina, 4 uova , 100 g zucchero, 1 cucchiaio d’olio
Ingredienti per il ripieno: 250 g ricotta, scorza grattugiata di mezzo limone e mezzo arancio, un bicchierino di vermuth (o rhum) 50 g zucchero. Altri ingredienti: latte + olio per friggere + zucchero a velo e cannella in polvere
Preparazione: impastare la farina con 3 uova e zucchero . Dividere l' impasto a metà e stenderla in due sfoglie sottilissime. Spennellare una sfoglia con l’ uovo sbattuto assieme ad un cucchiaio di latte e disporvi mucchietti ben distanziati del ripieno fatto con la ricotta mescolata con la scorza grattugiata degli agrumi, il liquore e lo zucchero. Appoggiare la seconda sfoglia sopra la prima e schiacciarla bene intorno ai mucchietti di farcia. Con un tagliapasta dentellato formare questi dolcetti a forma di ravioli di forma rettangolari o rotondi (oppure a mezzaluna) e friggere i chjinulilli . Una volta freddi, spolverizzare di zucchero a velo e cannella in polvere . In alternativa si possono farcire con mostarda d’uva oppure con una crema di castagne. C’è anche chi dopo averli fritti li cosparge con vino cotto.
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Fiorin Florello
I
PETRALI -
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Ingredienti
Per la pasta Frolla:
1 Kg di Farina 00
400 gr di Burro morbido
6 Uova intere
300 gr di Zucchero
scorza di un Limone
2 pizzichi di Sale
2 bustine di Lievito per dolci

Per il ripieno:
250 gr di Fichi secchi
50 gr di Uva passa
100 gr di Frutta candita
2 cucchiai di Cacao amaro
80 gr di Noci
50 gr di Mandorle
2 tazzine di Caffè amaro
1 tazzina di Vino cotto (facoltativo)
1 tazzina di Liquore (a scelta)
1 cucchiaino di Cannella in polvere
1 cucchiaino di Chiodi di garofano in polvere
Zucchero q.b.

Per la decorazione:
1 Uovo sbattuto
Zuccherini colorati

Procedimento Tradizionale: Per preparare il ripieno dei Petrali sminuzzare finemente i Fichi secchi con un coltello oppure tritarli con l’aiuto di un Frullatore, poi cucinarli in acqua fredda, portando a ebollizione; dopo 5 minuti spegnere e mettere da parte in una grande ciotola.
Sminuzzare sempre con un coltello o Frullatore anche l’Uva passa, la Frutta candita, le Noci, le Mandorle e aggiungere il tutto ai Fichi precedentemente tritati e messi da parte nella ciotola.
Aggiungere tutti gli altri ingredienti: Cacao amaro, Caffè, Vino cotto, Liquore, Cannella e Chiodi di garofano e amalgamare il composto con un cucchiaio di legno.
Assaggiare l’impasto e regolare in morbidezza (eventualmente aggiungere pochissimo Latte) e in dolcezza aggiungendo Zucchero a seconda dei propri gusti personali.
Coprire con una pellicola l’impasto e far riposare in frigo (è possibile preparare il ripieno dei Petrali anche un giorno prima). Preparare la Frolla inserendo la scorza del Limone e lo Zucchero nel frullatore, quindi polverizzare a velocità medio-alta.
Setacciare la Farina insieme con il Lievito e il Sale e versare tutto su un tavolo da lavoro. Fare una fontana e mettere al centro il Burro morbidissimo, le Uova e lo Zucchero aromatizzato con la buccia di Limone. Impastare a lungo fino ad ottenere un impasto di media consistenza e se necessario aggiungere un po’ di Farina. Lavorare bene e fare un panetto, quindi spostarlo in una ciotola, coprire con un tovagliolo di cotone e lasciare lievitare in un luogo tiepido per circa 30 minuti. Finito il tempo del riposo stendere la frolla sottile su un piano in legno aiutandosi con un mattarello e con un coccapasta (o una tazza) tagliare dei cerchi con diametro di circa 9-10 cm.
Al centro posizionare un cucchiaino dell’impasto, chiudere a portafoglio e sistemare i margini dei Petrali così ottenuti, con una rotellina per dolci.
Spostare i Petrali su una teglia per dolci imburrata o foderata con carta forno.
Con un pennello per dolci glassare i Petrali con l’uovo sbattuto e decorare con gli Zuccherini colorati.
Cucinare in forno statico a 150-160° per circa 7-8 minuti o comunque il tempo necessario per la cottura e doratura uniforme. Spostare i Petrali su un vassoio e servire.

Procedimento Bimby: Per preparare il ripieno dei Petrali inserire i Fichi secchi nel Boccale e con qualche colpetto a Turbo sminuzzarli, poi cucinarli in acqua fredda, portando a ebollizione; dopo 5 minuti spegnere e mettere da parte in una grande ciotola.
Senza lavare il Boccale mettere l’Uva passa, la Frutta candita, le Noci, le Mandorle e dare piccoli colpetti a Turbo, finché si sminuzza il tutto alla consistenza desiderata, poi aggiungere il tutto ai Fichi precedentemente tritati e messi da parte nella ciotola.
Aggiungere tutti gli altri ingredienti: Cacao amaro, Caffè, Vino cotto, Liquore, Cannella e Chiodi di garofano e amalgamare il composto con un cucchiaio di legno.
Assaggiare l’impasto e regolare in morbidezza (eventualmente aggiungere pochissimo Latte) e in dolcezza aggiungendo Zucchero a seconda dei propri gusti personali.
Coprire con una pellicola l’impasto e far riposare in frigo (è possibile preparare il ripieno dei Petrali anche un giorno prima). Preparare la Frolla inserendo la scorza del Limone e lo Zucchero nel Boccale, quindi polverizzare a velocità medio-alta.
Mettere tutti gli altri ingredienti tranne la Farina e mescolare a velocità medio-bassa.
In una terrina capiente sistemare la Farina, mescolare il Lievito per dolci e poi fare un buco al centro, quindi aggiungere tutti gli ingredienti liquidi precedentemente mescolati nel Bimby.
Impastare a lungo fino ad ottenere un impasto di media consistenza e se necessario aggiungere un po’ di Farina. Lavorare bene e fare un panetto, quindi spostarlo in una ciotola, coprire con un tovagliolo di cotone e lasciare lievitare in un luogo tiepido per circa 30 minuti. Finito il tempo del riposo stendere la frolla sottile su un piano in legno aiutandosi con un mattarello e con un coccapasta (o una tazza) tagliare dei cerchi con diametro di circa 9-10 cm.
Al centro posizionare un cucchiaino dell’impasto, chiudere a portafoglio e sistemare i margini dei Petrali così ottenuti, con una rotellina per dolci.
Spostare i Petrali su una teglia per dolci imburrata o foderata con carta forno.
Con un pennello per dolci glassare i Petrali con l’uovo sbattuto e decorare con gli Zuccherini colorati.
Cucinare in forno statico a 150-160° per circa 7-8 minuti o comunque il tempo necessario per la cottura e doratura uniforme. Spostare i Petrali su un vassoio e servire.

Nota
- I Petrali sono dolci natalizi tipici di Reggio Calabria, piccoli biscotti di pasta frolla a forma di mezza luna, ripieni con un profumatissimo impasto a base di Fichi secchi, Uva passa, Frutta candita, Noci, Mandorle, Vino cotto e spezie delicatissime. Preparare e gustare i Petrali significa ripercorrere un pezzo di storia reggina, che si ripete ogni anno con una tradizione che dura da secoli…
- Se dovesse rimanere l’impasto del ripieno, si può anche congelare e consumare successivamente per farcire Crostate.
Petrali sono dolci natalizi tipici di Reggio Calabria, piccoli biscotti di pasta frolla a forma di mezza luna, ripieni con un profumatissimo impasto a base di Fichi secchi, Uva passa, Frutta candita, Noci, Mandorle, Vino cotto e spezie delicatissime. Preparare e gustare i Petrali significa ripercorrere un pezzo di storia reggina, che si ripete ogni anno con una tradizione che dura da secoli :)
 

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Fiorin Florello
Panini alla Zucca, morbidi e profumati, semplici da preparare e perfetti da gustare da soli o farciti…
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Panini alla Zucca

Ingredienti
10 gr di Lievito di birra fresco
100 + 150 gr di Farina 00 + q.b.
100 + 500 gr di Acqua
15 gr di Zucchero di canna
300 gr di Zucca (pulita)
300 gr di Farina manitoba
50 gr di Latte
50 gr di Burro a temperatura ambientale
15 gr di Sale
Olio extra vergine di Oliva q.b.

Procedimento: Cuocere in forno la Zucca per il tempo necessario, oppure sbollentarla in pentola ma assicurandosi che non resti acquosa, altrimenti l’impasto richiederebbe più Farina, farla raffreddare, schiacciare fino a rendere la Zucca cotta una purea, poi mettere da parte. Sciogliere bene il Lievito di Birra in una ciotola con 100 gr di Acqua tiepida e lo Zucchero, poi unire 100 gr di Farina 00 setacciate e lavorare con delle fruste manuali, per un paio di minuti. Coprire con pellicola o un coperchio e lasciare riposare per 30 minuti. Appena finito il tempo di riposo del lievitino (o preimpasto), aggiungere nella ciotola la Zucca cotta, insieme ai restanti 150 gr di Farina 00, la Farina manitoba, il Latte e amalgamare tutti gli ingredienti. Aggiungere il Burro morbido e a pezzi, il Sale e lavorare molto fino ad ottenere un impasto ben amalgamato, se occorre aggiungere altra Farina. Spostarlo sopra un tavolo infarinato e battere per alcuni minuti, quindi lavorare un po’ l’impasto fino ad ottenere un panetto compatto. Dividerlo in palline uguali di circa 150 gr ciascuna. Con spago da cucina legare ogni pagnottina, prima in quarti con una legatura a croce e poi ancora in ottavi, con una legatura a “X” (vedi foto per tutti i passaggi). Sistemare i Panini alla Zucca ben distanziati, sopra una teglia foderata con carta forno, coprire con un canovaccio di cotone e lasciare lievitare per circa 1 ora e mezza, o comunque fino al raddoppio del volume. Spennellare i Panini con Olio d’Oliva e cuocere in forno a 180-200° per circa 20-25 minuti. Una volta cotti, far raffreddare, eliminare lo spago e gustare i Panini alla Zucca a piacere.Panini alla Zucca

Consigli
- Per legare al meglio i Panini alla Zucca, consiglio di effettuare un nodo semplice tra un giro e l’altro di spago. Mentre per sfilare con facilità lo spago dopo la cottura, meglio bagnarlo con Olio prima di legare i Panini.
- A piacere è possibile spennellare i Panini con 1 uovo sbattuto e decorare con semi di Zucca prima della cottura.
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Fiorin Florello
Pasta con cavolfiore e patate.
rosolo la cipolla (di tropea), se piace un po di peperoncino, aggiungo 6/7 pomodorini a pezzetti, aggiungo un po di acqua calda e metto anche delle patate a pezzettoni, faccio consumare e cuocere insieme, intanto lesso le cime del cavolfiore, le scolo al dente e faccio proseguire la loro cottura con le patate; nell'acqua di cottura del cavolfiore lesso gli spaghetti spezzati, e al dente, li scolo e unisco al resto facendo insaporire, deve essere brodoso, io non metto formaggio, ma ci sta bene del pecorino.si possono non mettere le patate.
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