A
ambapa
Guest
Vi racconto anch'io le mie esperienze. E' difficile resistere alla tentazione di parlarne, con un misto di gioia e orgoglio, quasi fosse un'impresa eroica! Credo che capiti a tutte le mamme anche se...lo sappiamo...si fa da secoli e secoli.
Primo figlio (34 anni): una gravidanza serena nonostante un ricovero al quinto mese per minaccie di aborto. Dopo aver letto montagne di libri sull'argomento, ho deciso di frequentare un corso di preparazione al parto, dall'ottavo mese. Entrambe le cose mi sono state molto utili e mi hanno portato a scegliere una metodologia il più possibile "naturale", senza inutili medicalizzazioni. Ho avuto un travaglio lunghissimo, circa 22 ore, trascorse in parte a casa e in parte in ospedale e ho percorso kilometri e kilometri, sempre in piedi a passeggiare, non riuscivo a stare nè seduta nè sdraiata. La rottura artificiale delle acque e mezz'ora di flebo, che fino a quel momento avevo ostinatamente rifiutato, sono riuscite a sbloccare finalmente la situazione e ho partorito, assistita da mio marito, dalla mia amica ginecologa e da una delle ostetriche più brave del corso di preparazione (puro caso che entrambe erano di turno). Al momento della nascita stavo accovacciata e il bambino è stato preso e appoggiato per terra ai miei piedi! Mio marito ha pianto e io, cosa incredibile, no. Ero sfinita, attonita e immensamente felice, ma non ho pianto e ancora non me lo spiego...E' successo qualche ora dopo, quando finalmente mi hanno restituito il mio bimbo per l'allattamento. Esattamente in quell'istante ho realizzato che la mia vita sarebbe totalmente cambiata, mai più mi sarei potuta permettere di dare la priorità a me stessa: da quel momento in poi, quel pupazzetto adorabile, quei 3 chili e mezzo di esserino, sarebbe stato il centro del mio mondo.
Secondo figlio (42 anni): gravidanza tranquillissima, senza alcun problema, stesso approccio culturale rispetto al parto. Travaglio più veloce (appena 10 ore!) e parto senza nemmeno un punto di sutura. All'ultimo momento, dopo aver chiesto che la sala parto fosse allestita per il parto in piedi, ho dovuto rinunciare e mi sono sdraiata... non mi reggevano le gambe...che figura! Marco pesava 4kg ed era stupendo, talmente roseo e paffutello che anche i medici si sono vivamente complimentati. Non vi dico come mi sentivo: un leone, anzi una orgogliosissima leonessa! Forse anche più felice della prima volta! C'era un pensiero che però mi assillava...sarei stata capace di amarlo così perdutamente come il primo? In quel momento mi sembrava impossibile, ma nei giorni seguenti ho scoperto quanto è vero quello che si dice: il cuore di una madre è capace di raddopiarsi, triplicarsi e moltiplicarsi affinchè i suoi figli abbiano tutti la stessa, infinita, quantità di amore!
Scusate se sono stata melensa ma..è più forte di me.
Primo figlio (34 anni): una gravidanza serena nonostante un ricovero al quinto mese per minaccie di aborto. Dopo aver letto montagne di libri sull'argomento, ho deciso di frequentare un corso di preparazione al parto, dall'ottavo mese. Entrambe le cose mi sono state molto utili e mi hanno portato a scegliere una metodologia il più possibile "naturale", senza inutili medicalizzazioni. Ho avuto un travaglio lunghissimo, circa 22 ore, trascorse in parte a casa e in parte in ospedale e ho percorso kilometri e kilometri, sempre in piedi a passeggiare, non riuscivo a stare nè seduta nè sdraiata. La rottura artificiale delle acque e mezz'ora di flebo, che fino a quel momento avevo ostinatamente rifiutato, sono riuscite a sbloccare finalmente la situazione e ho partorito, assistita da mio marito, dalla mia amica ginecologa e da una delle ostetriche più brave del corso di preparazione (puro caso che entrambe erano di turno). Al momento della nascita stavo accovacciata e il bambino è stato preso e appoggiato per terra ai miei piedi! Mio marito ha pianto e io, cosa incredibile, no. Ero sfinita, attonita e immensamente felice, ma non ho pianto e ancora non me lo spiego...E' successo qualche ora dopo, quando finalmente mi hanno restituito il mio bimbo per l'allattamento. Esattamente in quell'istante ho realizzato che la mia vita sarebbe totalmente cambiata, mai più mi sarei potuta permettere di dare la priorità a me stessa: da quel momento in poi, quel pupazzetto adorabile, quei 3 chili e mezzo di esserino, sarebbe stato il centro del mio mondo.
Secondo figlio (42 anni): gravidanza tranquillissima, senza alcun problema, stesso approccio culturale rispetto al parto. Travaglio più veloce (appena 10 ore!) e parto senza nemmeno un punto di sutura. All'ultimo momento, dopo aver chiesto che la sala parto fosse allestita per il parto in piedi, ho dovuto rinunciare e mi sono sdraiata... non mi reggevano le gambe...che figura! Marco pesava 4kg ed era stupendo, talmente roseo e paffutello che anche i medici si sono vivamente complimentati. Non vi dico come mi sentivo: un leone, anzi una orgogliosissima leonessa! Forse anche più felice della prima volta! C'era un pensiero che però mi assillava...sarei stata capace di amarlo così perdutamente come il primo? In quel momento mi sembrava impossibile, ma nei giorni seguenti ho scoperto quanto è vero quello che si dice: il cuore di una madre è capace di raddopiarsi, triplicarsi e moltiplicarsi affinchè i suoi figli abbiano tutti la stessa, infinita, quantità di amore!
Scusate se sono stata melensa ma..è più forte di me.