E’ vero che molti esagerano con concimazioni ed acqua ma è anche vero che in alcune regioni ci sono state intense pioggie. Quando non pioveva era nuvoloso quindi il t.e. rimaneva fradicio di acqua dalla mattina alla sera.
Bisogna educare certamente gli utenti a non far creare le condizioni per favorire qualsivoglia patogeno ma alcuni attacchi non penso dipendono dagli utenti
Esiste una correlazione diretta tra le condizioni climatiche e l'insorgenza di patologie. Il triangolo della malattia (ospite, patogeno, condizioni ambientali) è in realtà un quadrato. Il quarto parametro è la manutenzione.
Mi spiego meglio:
Prendiamo il caso più classico e anche più estremo. Agrostide stolonifera detta anche in latino "agrsostis palustris". Il nome deriva dalle zone paludose dove è stata prelevata per la prima volta.
Una pianta del genere può crescere oltre il metro di altezza, però viene usata per costruire i green e tagliata a 4mm di altezza. La sua adattabilità la rende però molto vulnerabile agli stress e quindi deve essere in qualche modo protetta e nutrita.
In natura le graminacee da prato, lasciate prive di manutenzione, non necessitano di alcuna manutenzione, di irrigazione, di concimazioni.
Pensate ai campi coltivati di f.a per produrre semi atti alla vendita. La pianta cresce anche 60 cm per spigare.
Quello a cui mi riferisco è che la gestione di un prato ad uso ornamentale, sportivo o domestico è comunque una forzatura della natura, piegandola alle esigenze dell'uomo.
Ecco che allora interviene la mano "sensibile" del manutentore che legge e monitorizza la situazione.
Quindi se l'ospite non venisse manutenzionato non ci sarebbe stress per l'erba perché essa vivrebbe con il proprio MLSN "according to the mother nature's rules".
Questo mi sembra sia più un discorso filosofico che pratico.....so desfa'....vado a dormire. Notte.
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