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Angoletto roccioso

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RobertoB

Guest
Teoricamente per evitare l'autoimpollinazione, questo se si tratta di piante autofertili, in caso contrario non è necessario e nel caso vedessi un frutto allegare sarei sicuro che sia un'ibrido.

Ad esempio sull'echinopsis eryesii , che è autosterile, se vedrò dei frutti allegare saprò sicuramente che l'impollinazione con il chamaecereus è andata a buon fine, perché non può autofecondarsi.

Su piante autofertili come il Gymnocalycium gibbosum, se non si tolgono gli stami non si può essere sicuri se il fiore si sia autofecondato o se sia stato fecondato da qualcos'altro
 

mariated

Giardinauta Senior
Oltretutto, qualcuno sa se sia autofertile?
Già che c'ero ho spennellato tra lui e il gibbosum, ma ho fatto le cose alla buona, senza togliere gli stami.

Perché pensi che possa essere autofertile?
Io so che i Gymno, di solito, non lo sono. Esiste, comunque, una tabella di un venditore di semi che, specie x specie, ti dice se è autofertile o no.

Siccome il link a cui si trovava non funziona più, ti ho mandato due pagine, una per il baldianum e una per il gibbosum.
La s sta per (auto)sterile, la f per (auto)fertile. Speriamo che si leggano.

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RobertoB

Guest
Grazie mille @mariated

Però ad esempio qui alcuni gibbosum li da per sterile, mentre io sono assolutamente certo che il mio sia autofertile. Ovviamente è ben specificata la provenienza e non dubito affatto che quella provenienza in particolare sia effettivamente sterile.
Quindi si differenziano anche in base alla popolazione interessante..

Per quest'anno ho fatto le cose così a spanne, magari il prossimo cercherò di essere più metodico.
 

mariated

Giardinauta Senior
Ah si, hai ragione, magari la popolazione è diversa e il tuo è autofertile e quello della tabella no. D'altra parte questo che ha fatto la tabella ti fa le informazioni relative ai semi che vende lui, nulla dice rispetto all'intera specie.

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Simo98

Giardinauta Senior
Ho più volte letto dei discorsi sulle piante grasse e inverno
Io abito in provincia di Novara e, secondo la mia breve esperienza, anche al nord gran parte delle grasse possono ben sopravvivere, a patto di avere un minimo di copertura
Questo inverno sono sopravvissuti quasi illesi vari esemplari di Echinopsis, Aloe Arborescens, Aloe Arborescens miller, Aloe Vera (questa in realtà tutte le foglie esterne mostravano un qualche tipo di danno), Agave e Mammillaria Elongata
Tutte interrate in un'aiuola (quindi non in contatto diretto con terreno ai lati) oppure in vasi lasciati fuori, e coperte con plastica (non linciatemi...)
Invece vari altri esemplari di cactacee ho preferito metterle all'interno (Polaskia, Euphorbia) o in terrazzo coperte dal balcone e tessuto TNT. Non ho avuto decessi se non alcuni Echinopsis più esterni nell'aiuola che probabilmente hanno avuto terreno troppo umido
Spero possa aiutare qualcuno :D
 
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RobertoB

Guest
@Simo98 Benvenuto, non so quanto tu ti sia spinto indietro in questa lunga discussione, ma ribadisco: il mio progetto si basa sul non fornire nessuna protezione ne copertura, e avere piante in piena "terra". E già con queste condizioni spartane sono parecchie le succulente che si possono coltivare.
Ma ovviamente coprendole, riparandole dalla pioggia dalla neve e dall'umidità, la rosa si allarga ulteriormente. Novara ha un clima più umido del mio, ma forse leggermente meno freddo giusto?
Comunque mi piacerebbe vedere come hai allestito l'aiuola

@cmr sicuramente ha fatto una domanda di cui già sa la risposta, lui è un maestro maieutico e vuole farti arrivare alla conclusione da solo spero non si arrabbi se ti svelo l'arcano :LOL:
I nomi scientifici rigorosi sono composti da genere, specie e autore, perché nel corso del tempo diversi autori avrebbero potuto usare lo stesso nome per piante diverse. In questo caso Miller, quasi sempre abbreviato mill., è il botanico che per primo ha pubblicato una descrizione di questa specie attribuendogli il nome che porta.
 

Simo98

Giardinauta Senior
@Simo98 Benvenuto, non so quanto tu ti sia spinto indietro in questa lunga discussione, ma ribadisco: il mio progetto si basa sul non fornire nessuna protezione ne copertura, e avere piante in piena "terra". E già con queste condizioni spartane sono parecchie le succulente che si possono coltivare.
Ma ovviamente coprendole, riparandole dalla pioggia dalla neve e dall'umidità, la rosa si allarga ulteriormente. Novara ha un clima più umido del mio, ma forse leggermente meno freddo giusto?
Comunque mi piacerebbe vedere come hai allestito l'aiuola

@cmr sicuramente ha fatto una domanda di cui già sa la risposta, lui è un maestro maieutico e vuole farti arrivare alla conclusione da solo spero non si arrabbi se ti svelo l'arcano :LOL:
I nomi scientifici rigorosi sono composti da genere, specie e autore, perché nel corso del tempo diversi autori avrebbero potuto usare lo stesso nome per piante diverse. In questo caso Miller, quasi sempre abbreviato mill., è il botanico che per primo ha pubblicato una descrizione di questa specie attribuendogli il nome che porta.
:LOL::LOL::LOL:
Si vede come sono ignorantissimo in materia, ma d'altronde studio tutt'altro e mi interesso di piante da poco tempo

Seguo il tuo post da tempo, ben prima che mi iscrivessi, quindi conosco bene il tuo esperimento ed è davvero interessante. Diciamo che c'è molto scetticismo sul far crescere le grasse in territori che non siano costieri e meridionali, non è completamente vero che non resistono e anche la mia piccola esperienza ne è testimonianza
Per il prossimo inverno vorrei studiarmi i vari habitat originali e da lí decidere se metterli al chiuso in casa/terrazza coperti/all'aperto sotto le intemperie, anche se sto iniziando ad affezionarmi un po' troppo :D
 

Simo98

Giardinauta Senior
Il clima dove vivo io è orribile :D
L'inverno si è diverso da come lo descrivi tu. raramente va sotto i -4/-5 (quest'anno mi sembra proprio mai) e nei periodi più freddi oscilla intorno lo 0. Umidità alle stelle e sole poco, nevica ogni anno ma difficilmente in grande quantità
Poi io vivo in centro storico, la terrazza e il giardinetto sono in mezzo ad altre case, quindi credo andrà poco sotto lo 0
 
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RobertoB

Guest
@Tchaddo si, tutte le aloe arborescens sono Miller, poi il signor Joseph Franz Maria Anton Hubert Ignatz Fürst und Altgraf zu Salm-Reifferscheidt-Dyck ha descritto all'interno di questa specie un sottoinsieme degno di essere elevato a varietà e l'ha chiamato frutescens.
Quindi il nome completo dovrebbe essere Aloe arborescens Mill. var frutescens Salm-dyck. (Nota che tutti i nomi scientifici andrebbero scritti in corsivo, con autori in stampatello e maiuscola solo sul genere, e vecchi autori tra parentesi ecc ecc ecc......).
Dopo aver passato l'esame di botanica sistematica non lo fa più nessuno.:ROFLMAO:

@Simo98 , beh se le tue minime si attestano sui -5 va molto bene. Purtroppo è quell'umidità il vero problema, specialmente associato al poco sole.
Comunque ci sono alcune piante che non hanno problemi neanche al freddo umido, vivono in posti ancora più freddi e umidi del Piemonte.
E poi ci sono un'infinità di piante per le quali dipende tutto da quanto sei disposto a rischiare.


Per esempio, un'amica di mia moglie mi ha chiesto se questa primavera posso aiutarla a fare un'aiuola simile alla mia.
Ovviamente la funzione è estetica, bisogna mettere qualcosa che cresca in fretta e appaghi l'occhio, e la cui sopravvivenza sia quasi certa. Andrò molto più sul sicuro scegliendo piante tra opuntie, cylindropuntie, pediocactus, Escobarie, e succulente nostrane, yucche, roba dal risultato quasi garantito insomma.

Ma per quanto mi riguarda, nel mio preferisco provare, sperimentare, non ho paura di fallire. E alle volte si ricava grande soddisfazione da piante o fioriture che magari non hanno un impatto estetico immediato. Senza nulla togliere alle piante che ho citato, che anzi, sicuramente visto che qualcuna dovrò cercarla per lei, vuoi che non ne trovi un esemplare in più anche per me:LOL:
 
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