Caro Tomas,
fra tante stupidaggini che scrivo in questo forum, le talee e le margotte hanno una notevolmente pertinenza con i bonsai.
Il bonsai non è una pianta che è cresciuta lentissimamente, ma una pianta che è stata dapprima fatta crescere con una libertà sufficiente ad un suo adeguato sviluppo che poi è stato limitato (vaso, radici, chioma).
Tutto questo richiede del tempo che talee, margotte e innesti, permettono di ridurre sensibilmente, rispetto la riproduzione per semina.
Talee, margotte e innesti permettono anche di "modellare" il "telaio" dell'albero, quindi si tratta di operazioni di estrema gravità per una pianta.
Queste tecniche unite ad alcune altre (ingrossature, legature, ecc.) permetterebbero per esempio al mio acero malandato di essere allungato, accorciato, strizzato, gonfiato ecc. a piacimento (entro certi limiti immagino).
Perché si fa questo? Beh immagino perché con le parole non si otterrebbe un gran che da una pianta, nemmeno a mostrarle le foto di come si vorrebbe che diventasse.
Lo si fa anche perché si vuole che la forma di un albero bonsai rispetti il nostro gusto, determinato da regole non tutte prevedibili.
Ad esempio la forma del tronco dovrebbe (ma non tutti sono obbligati a vederla così), essere conica, a differenza del mio Acero "Riciclatum" che ormai alto più di un metro, ma fra la base e l'apice il diametro quasi non cambia.
Con opportuni tagli del fusto (dicesi capitozzatura), eventuali innesti praticati sulla sommità della parte radicata, di rami delle opportune dimensioni, opportune cure per rimarginare le ferite, rimuovere le cicatrici e gli antiestetici gonfiori o deformazioni, si può finalmente ottenere una pianta che si candida ad essere un bonsai.
Si perché poi ci sarebbe anche l'aspetto stilistico ed artistico, che comprende anche l'accostamento del vaso e tante altre cose che al punto attuale della discussione possono parere dettagli poco importanti.
Per me le tecniche di riproduzione, di cui fanno parte semina, talee, margotte, innesti, sono al momento l'aspetto più interessante in ambito bonsaistico.
Cerco di leggere forum e libri, di parlare con amici, ma mi manca purtroppo la possibilità di fare "laboratorio" ed acquisire anche quela pratica che permetterebbe di raggiungere un certo grado di fiducia in queste ardue operazioni.
Se per esempio vivessi ai margini di un bosco, potrei esercitarmi con tutte quelle piante che a fine estate i contadini tagliano per "ripulire le selve".
Non sacrificherei nessuna pianta, ma anzi rischierei di farne sopravvivere qualcuna che diversamente sarebbe destinata alla morte.
Così attualmente ho tolto dal cammino di una ruspa, i due aceri che ora ti spiegi perché son così, non spogli, ma spogliati poveretti.
PS se io avessi 16 o 17 anni temo che scrvr csì invc d kosì e mgr srei +rpd ma nn kiaro. Purtoppo è una cattiva e brutta abitudine che contagia non solo gli adolescenti, ma ridicolizza anche i miei coetanei. Abitudine contraria alle regole di questo forum!
x Aleda:
ancora un grazie, ma ancora una domanda: altri accorgimenti per stimolare la radicazione come li valuti es. ormoni radicanti?
Un giardiniere mi ha detto che buttando qualsiasi ramo da lui tagliato non importa dove, e poco importa quando, nel cassone dove lui butta tutta la roba che taglia per farne concime, le radici vengono prodotte anche senza alcuna cura.
Mi ha anche detto che talvolta, quando pota un albero e trova un nido abbandonato, magari quasi in cima, togliendo tutti i legnetti ed altro materiale con cui il nido è stato costruito (e sporcato) trova delle radici che la pianta ha prodotto!
Magari a farlo apposta non ci si riuscirebbe!