Prima di decidere se cambiarle classe cerca di informarti se c'è qualche insegnante che sa affrontare correttamente il problema. Tieni anche presente che il nuovo ciclo di studi è fondamentalmente diverso da quello elementare e che i ragazzi devono affrontare problemi del tutto nuovi e con una mentalità diversa. Forse ha ragione Seya: se la fanciulla si trova bene con i suoi compagni di classe, potrebbe sentirsi umiliata nell'abbandonarli per un motivo che ha già imparato a superare e a controllare.
Teresa, certamente tengo conto che questo ciclo di studi è molto diverso dal precendente e so anche quanto stress ogni ragazzino affronti nell'iniziarlo. Se poi sono ragazzini con delle difficoltà...
In ogni caso, come avevo già detto, domani parlerò con la Preside e ritenterò di rintracciare la logopedista, dato che stasera non è stato possibile, che l'ha sempre seguita proprio per avere anche un suo parere prima di prendere delle decisioni.
Comunque sia, io non credo che la relazione fra questa insegnante e mia figlia, sarà mai buona, considerato che dopo stasera, il rischio che la dinamica fra me e l'insegnante si ripercuota su mia figlia non è da sottovalutarsi.
E non ditemi che queste cose non ci sono...
Non avere fretta, l'insegnante capirà da altre cose, tipo interventi durante le lezioni, interrogazioni orali, consigli di classe con gli altri professori, che tua figlia è intelligente ed ha volontà di riuscire e che il suo problema è superabile.
Teresa, questa donna non credo ritornerà sui suoi passi, almeno non ora e sicuramente non quest'anno.
E' una persona estremamente rigida e per nulla permeabile. Aggiungi poi che ha poca esperienza e le cose si dichiarano da sè stesse.
Invece di tormentarti tanto, cerca di convincere la ragazza ad essere meno timida, ad intervenire nelle discussioni in classe e a chiedere spiegazioni...se l'insegnante manca soprattutto di esperienza, ma ama il suo lavoro un po' alla volta capirà.
Intanto Teresa va considerato che Margherita non è una che non interviene in classe.
Certo che quando la relazione fra insegnante e ragazzo non si instaura, è ben facile che poi, i ragazzini meno facili alla comunicazione, inevitabilmente si chiudano e studino anche molto meno volentieri la materia che insegna quel docente.
Come va nelle altre materie? Se il problema è solo l'italiano e con gli altri prof si trova bene, lascerei stare. Incoraggiala a migliorare ma non renderla più ansiosa.....a tutti capita una materia in cui non si riesce bene.
Attenta a non farti considerare una madre iperprotettiva e perciò poco credibile.
Dunque, la cosa buffa e anche un po' grottesca forse, è che attualmente Margherita non ha problemi importanti in italiano e non ce li ha più da molto tempo.
Questo ti dà un po' la misura delle cose che stanno avvenendo con la Prof.
Mi spiego. Margherita scrive bene, fa dei bei testi di cui la stessa prof parla bene (a parte chiedere a fine pagina chi l'abbia aiutata), solo che poi, ci sono delle cose che questa donna non comprende.
Ad esempio: i verbi a memoria sono uno sforzo disumano per mia figlia. Li impara e li imparerà, ma ci vuole più tempo.
Qualche errore ortografico lo fa ancora, ma guardando come scrivono i ragazzini, direi che mia figlia se la cava meglio di molti altri in questo.
Non è un mostro di ordine, anche se la sua calligrafia, peraltro leggibilissima e corretta, ha un certo ordine e una certa cura.
In pratica Margherita quello che fa cerca di farlo bene e ci si impegna.
Stasera ha scritto quattro facciate di riassunto di un testo di sei e per lei è stato un grandissimo sforzo, sia per i processi logici che sono stati impegnati sia per il controllo dell'errore (di non farlo) sia per il controllo della scrittura e dell'ordine stesso.
Ci ha messo parecchio tempo (circa un'ora) ma l'ha fatto e l'ha fatto bene.
Allora, dirai tu, dove sta il problema? Sta nel fatto che questa Prof. è una persona che viaggia a compartimenti stagni.
Una ragazzina in I media scrive in stampato maiuscolo? NON VA BENE, deve scrivere in corsivo.
Margherita non conosce tutti i verbi, malgrado li abbia fatti a scuola e li faccia a casa: NON VA BENE, deve saperli perchè siamo in I media.
Margherita a volte, quando ha italiano nelle ultime ore, E' STANCA perchè la fatica di un bambino o di un ragazzino dislessico, sono doppie rispetto a quella di un qualsiasi altro e giocoforza è che quando sia stanca, si distragga, fatichi a seguire, ma anche questo NON VA BENE, perchè ormai è grande e non più alle elementari.
Se questi sono i ragionamenti di un'insegnante che capisce la problematica, allora io sono Einstein.
Poi, c'è anche da dire che quando lavora in classe, siccome ha dei tempi più limitati (giustamente) cerca di finire tutto e, quindi, controlla meno la calligrafia e l'ordine.
Insomma, mi sembra però, che anche dal punto di vista dell'organizzazione, tutto sommato sappia scegliere, nel senso che essendo consapevole di non avere tempo per tutto, privilegi il portare a termine il lavoro e i contenuti.
Questa storia che è scoppiata con l'insegnante di italiano è nata dal problema della scrittura.
Si è palesato lì il disagio che l'insegnante vive e si capisce lontano un miglio che di dislessia, malgrado i corsi malgrado tutto, non ha capito nulla.
Lei è la tipica maestrina e lo si riconosce anche da come si atteggia, da come corregge i compiti, da come impartisce una serie di concetti ai ragazzi, da come si comporta quando li porta in gita come ieri: tutti perfettamente in fila indiana e tutti in silenzio.
Inoltre, un'altra novità, è che proprio stasera Margherita mi raccontava che la stessa Prof, la riprende perchè nell'intervallo va a cercare la sua amica del cuore del momento, invece di socializzare prettamente con i compagni.
Ma dare un po' di tempo no eh? Accettare che ogni individuo abbia i suoi tempi non va bene? Accettare di non controllare TUTTA la vita dei propri allievi no?
E poi perchè si deve obbligare un ragazzino a frequentare da subito i suoi compagni se non se la sente? Che diritto ha un'insegnante ad intervenire subito e di continuo su questo invece di aspettare, vagliare, studiare, comprendere la PERSONA che ha di fronte? Ma da quando un'insegnante ha la facoltà di decidere con chi deve socializzare un ragazzo?
Io capisco che sia un punto fondamentale far legare i ragazzi fra loro, ma non credo che questo sia un buon modo perchè ciò avvenga.
Credo anche, che come in tutte le cose, ci sia un giusto tempo. Parliamo di una ragazzina che entra alle medie, che ha le sue difficoltà ma che, soprattutto, ha la sua età e il suo mondo in cui pian piano imparerà a relazionarsi.
Tempo, ci vuole tempo e consapevolezza che l'altro, anche se un ragazzino, non siamo noi.