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Accidenti alla dislessia!

decky

Florello Senior
Penso e presumo che i problemi siano due,collegati tra loro.
Il primo è l'ignoranza mista all'arroganza e alla superbia di chi vuole imporsi come insegnante senza mettersi il pensiero che aldilà dell'insegnare in questo caso l'italiano deve comunicare con i ragazzi,deve ascoltarli e capirli.
Il secondo problema è che questa donna crea un clima che da Margherita viene percepito come ansia e stress e pertanto con lei non avrà mai nessun risultato positivo nè umanamente parlando nè tantomeno scolasticamente.
Ovviamente le conseguenza saranno tutte a carico di Margherita.
 

nicola71

Guru Giardinauta
la maggior parte delle maestre e proff cercano di svolgere il lavoro con il minimo dispendio,cercano di portare a termine il programma stabilito dal ministero,un programma che spesso a mio avviso è troppo ampio e quindi viene eseguito in modo frettoloso.Molto spesso accollano tutto ai genitori e come dici tu non guardano nemmeno in faccia l'allunno ma si limitano a guardare il nome ed il risultato della verifica svolta,con un assurdo sistema di votazione.Ogni bambino,andrebbe valutato e aiutato in modo diverso,ma questo non avviene mai,anzi il piu delle volte chi rimane un po indietro con il programma viene abbandonato e deriso.In una classe il livello di apprendimento non è uguale per tutti,e nel tuo caso è giusto lottare,firmare dove uno vuole, e se possibile non far cambiare classe alla figlia ma far cambiare scuola all'insensibile e incompetente "insegnante". Di certo non è una cosa semplice,ma non si può sempre lasciar correre queste cose che vanno ad aggravare sempre più il rendimento dello scolaro.Leggere la tua sittuazione mi rattrista parecchio,combatti con i denti stretti.
 

Ortensia

Giardinauta
Rosa, ho dovuto affrontare il problema di un alunno dislessico lo scorso anno. Solo perchè stavo frequentando il corso di sostegno conoscevo qualcosa della dislessia. Con tutto il mio impegno non credo di essere stata una brava insegnante per quell'alunno. Ci sarebbe voluta un'insegnante molto più brava di me, ma tant'è, ho dato almeno tutto il mio impegno. Non discuto assolutamente sulle tue critiche al comportamento disumano della maestra di tua figlia,ma sappi che purtroppo né l'Università né le scuole di specializzazione dicono un emerito tubo del problema dislessia. Sta alla sensibilità dell'insegnante (e non sempre ce n'è) aggiornarsi, ma a volte non si trovano nemmeno corsi adatti. l'importante è non fare di tutta l'erba un fascio. Tra l'altro sappi che, per legge, noi insegnanti non possiamo fare nulla per un alunno privo di certificazione medica attestante la situazione di dislessia. Non possiamo nemmeno dare prove separate o da realizzarsi con metodiche differenti da quelle della classe intera.
P.S.
Lo psicoterapeuta mi sembra doveroso per un bambino ipercinetico.
 

aseret

Florello Senior
Mi dispiace, ma non sono d'accordo : credo che moltissimi insegnanti facciano di tutto per lavorare come si deve, anche in mezzo a tante difficoltà, e per seguire soprattutto i ragazzi più deboli, specie alle elementari e alle medie. Ci sono anche i lavativi, , ma ne ho conosciuti pochi rispetto alla maggioranza.....
Decky, non sarei così negativa...lascerei scegliere a Margherita, in fondo sono solo due mesi che frequenta questa nuova scuola ed i ragazzi hanno risorse impensabili.
Io avrei ancora un po' di pazienza e tenterei di chiarire meglio la situazione,
però solo i diretti interessati sanno cosa è veramente giusto per loro.
 

decky

Florello Senior
Decky, non sarei così negativa...lascerei scegliere a Margherita, in fondo sono solo due mesi che frequenta questa nuova scuola ed i ragazzi hanno risorse impensabili.
Io avrei ancora un po' di pazienza e tenterei di chiarire meglio la situazione,
Non sono negativa,ma analizzando i fatti tutto mi lascia supporre che questa insegnante abbia ben poca voglia di "capire",troppa poca voglia rispetto alla grinta e al suo fare arrogante che ha dimostrato ai colloqui .
C'è un lavoro alle spalle di Margherita che non è giusto che venga distrutto dalla prima che passa ,il problema è questo , e penso che , conoscendo abbastanza Ro ,lei non si sia spazientita prematuramente ,se è così preoccupata oltre ad esser incavolata ha i suoi buoni motivi e non si pone come una madre troppo apprensiva che cerca di giustificare la figlia a tutti i costi , ha fatto presente una particolarità della figlia alla quale va prestata molta attenzione perchè ne va del rendimento scolastico ma soprattutto della serenità della ragazza.
 
B

bobino

Guest
Rosa tieni duro.
All'università per i ragazzi dislessici o con problemi di balbuzie agli esami, anche di laurea, si danno tempi diversi cercando di instaurare prima di tutto un rapporto di serenità, rispetto e fiducia e dando allo studente tutto il tempo di cui ha bisogno.
E agli assistenti giovani (anche se io ormai tanto giovane non sono) i prof. danno istruzioni e incitano alla preparazione professionale.
Abbracciami Margherita e un bacio anche a te :love:
 

aseret

Florello Senior
Non sono negativa,ma analizzando i fatti tutto mi lascia supporre che questa insegnante abbia ben poca voglia di "capire",troppa poca voglia rispetto alla grinta e al suo fare arrogante che ha dimostrato ai colloqui .
C'è un lavoro alle spalle di Margherita che non è giusto che venga distrutto dalla prima che passa ,il problema è questo , e penso che , conoscendo abbastanza Ro ,lei non si sia spazientita prematuramente ,se è così preoccupata oltre ad esser incavolata ha i suoi buoni motivi e non si pone come una madre troppo apprensiva che cerca di giustificare la figlia a tutti i costi , ha fatto presente una particolarità della figlia alla quale va prestata molta attenzione perchè ne va del rendimento scolastico ma soprattutto della serenità della ragazza.

Forse sono troppo ottimista nel pensare che ,facendo dei tentativi più mirati, si possa migliorare la situazione, ed è per questo che lascerei ancora una possibilità agli insegnanti, anche perchè mi sembra di aver capito che la piccola non vuole cambiare sezione.
Ho la massima stima per Ro, so che è molto obiettiva nel giudicare, ma da chi non la conosce potrebbe essere scambiata per una delle solite madri che difendono a spada tratta i figli anche quando non è il caso..e questo potrebbe inasprire la situazione.
Ovvio che se le cose, soprattutto dal punto di vista umano e psicologico, non miglioreranno,non resta che cambiare sezione, dopo essersi assicurati che ci siano persone più competenti e comprensive.
 

mikki

Maestro Giardinauta
Penso comunque che quando una madre ti rappresenta il problema di un figlio, tu, insegnante, dovresti almeno chiedere informazioni a lei su come sta affrontando insieme al ragazzo la situazione, informarti di tuo (a volte la conoscenza e la voglia di fare personale superano i corsi che ti possono fare di aggiornamento), chiedere di parlare col suo logopedista (se hai a cuore il suo problema puoi anche farlo in orari extrascolatici) e cercare soprattutto di aiutare il ragazzo, non vessarlo! Un insegnante dovrebbe essere non un mostro che incute terrore ma un aiuto nella crescita di un ragazzo! Probabilmente è difficile, ma a volte è più difficile tornare sui propri passi dopo aver fatto la parte della maestrina retta ed integerrima! Questo dà da pensare!
 

decky

Florello Senior
Forse sono troppo ottimista nel pensare che ,facendo dei tentativi più mirati, si possa migliorare la situazione, ed è per questo che lascerei ancora una possibilità agli insegnanti, anche perchè mi sembra di aver capito che la piccola non vuole cambiare sezione.
Ho la massima stima per Ro, so che è molto obiettiva nel giudicare, ma da chi non la conosce potrebbe essere scambiata per una delle solite madri che difendono a spada tratta i figli anche quando non è il caso..e questo potrebbe inasprire la situazione.
Ovvio che se le cose, soprattutto dal punto di vista umano e psicologico, non miglioreranno,non resta che cambiare sezione, dopo essersi assicurati che ci siano persone più competenti e comprensive.
Teresa :) io non sto affermando che Ro debba far cambiar sezione a Margherita, sono solo dell'avviso che debba andarci giù pesante con questa insegnante .
 

california

Florello Senior
ma un bel vaffan***o alla prof no?
quanto mi mandano in bestia ste cose iva nn puoi manco immaginarlo..anzi sì..lo sai eccome, visto che ci sei dentro..
proprio in questi gg sto "combattendo" con mia sorella, 16 anni, nata di 5,2 mesi..e grazie a questo ha riportato alcuni "problemi" ..quali ad esempio la quasi totale mancanza del concetto di astrattezza..questo ciò che hanno detto gli psicologi..questo si ripercuote principalmente sulla scuola, e in particolare sulle notevoli difficoltà nella matematica..
adesso frequenta il sec anno di un istituto di arte della moda, i suoi professori già dallo scorso erano tutti propensi ad affiancerle un'insegnante di sostengo..grazie alla quale nn avrebbe mai potuto prendere un diploma..ma solo un "attestato di frequenza"..beh..è finita che mia madre si è opposta in tutti i modi, e dopo un anno di sforzi, da parte di mia sorella e nostri ( io cercavo di spiegarle quello che nn capiva e la seguivo nei compiti..praticamente tutti i gg..) è stata promossa, e senza neanche un debito (mentre invece moltissimi altri suoi compagni di classe ne hanno riportati..vabè..questa è un'altra storia..)
insomma, per farla breve adesso le stanno spiegando i quadrati di binomi ,trinomi e polinomi..abbiamo passato il fine settimana a ripassarli..in vista del compito di lunedì, cioè ieri..morale dellafavola: 8 esercizi: 4 ne fa corretti e 4 ne sbaglia..voto: 4..
ora io mi chiedo: 'zzo, conosci i problemi di questa ragazzina, sai che stiamo facendo tutto il possibile per aiutarla, sai che lei studia , eccome se studia.., sai tutto ciò..e non le metti nemmeno un 5??? ma allora sei str.....onza?
scusate il piccolo sfogo ma..dopo aver passato sabato e domenica a studiare per il compito mi brucia un po'..
 

RosaeViola

Master Florello
Prima di decidere se cambiarle classe cerca di informarti se c'è qualche insegnante che sa affrontare correttamente il problema. Tieni anche presente che il nuovo ciclo di studi è fondamentalmente diverso da quello elementare e che i ragazzi devono affrontare problemi del tutto nuovi e con una mentalità diversa. Forse ha ragione Seya: se la fanciulla si trova bene con i suoi compagni di classe, potrebbe sentirsi umiliata nell'abbandonarli per un motivo che ha già imparato a superare e a controllare.

Teresa, certamente tengo conto che questo ciclo di studi è molto diverso dal precendente e so anche quanto stress ogni ragazzino affronti nell'iniziarlo. Se poi sono ragazzini con delle difficoltà...:rolleyes:
In ogni caso, come avevo già detto, domani parlerò con la Preside e ritenterò di rintracciare la logopedista, dato che stasera non è stato possibile, che l'ha sempre seguita proprio per avere anche un suo parere prima di prendere delle decisioni.
Comunque sia, io non credo che la relazione fra questa insegnante e mia figlia, sarà mai buona, considerato che dopo stasera, il rischio che la dinamica fra me e l'insegnante si ripercuota su mia figlia non è da sottovalutarsi.
E non ditemi che queste cose non ci sono...


Non avere fretta, l'insegnante capirà da altre cose, tipo interventi durante le lezioni, interrogazioni orali, consigli di classe con gli altri professori, che tua figlia è intelligente ed ha volontà di riuscire e che il suo problema è superabile.


Teresa, questa donna non credo ritornerà sui suoi passi, almeno non ora e sicuramente non quest'anno.
E' una persona estremamente rigida e per nulla permeabile. Aggiungi poi che ha poca esperienza e le cose si dichiarano da sè stesse.

Invece di tormentarti tanto, cerca di convincere la ragazza ad essere meno timida, ad intervenire nelle discussioni in classe e a chiedere spiegazioni...se l'insegnante manca soprattutto di esperienza, ma ama il suo lavoro un po' alla volta capirà.

Intanto Teresa va considerato che Margherita non è una che non interviene in classe.
Certo che quando la relazione fra insegnante e ragazzo non si instaura, è ben facile che poi, i ragazzini meno facili alla comunicazione, inevitabilmente si chiudano e studino anche molto meno volentieri la materia che insegna quel docente.

Come va nelle altre materie? Se il problema è solo l'italiano e con gli altri prof si trova bene, lascerei stare. Incoraggiala a migliorare ma non renderla più ansiosa.....a tutti capita una materia in cui non si riesce bene.
Attenta a non farti considerare una madre iperprotettiva e perciò poco credibile.

Dunque, la cosa buffa e anche un po' grottesca forse, è che attualmente Margherita non ha problemi importanti in italiano e non ce li ha più da molto tempo.
Questo ti dà un po' la misura delle cose che stanno avvenendo con la Prof.
Mi spiego. Margherita scrive bene, fa dei bei testi di cui la stessa prof parla bene (a parte chiedere a fine pagina chi l'abbia aiutata), solo che poi, ci sono delle cose che questa donna non comprende.

Ad esempio: i verbi a memoria sono uno sforzo disumano per mia figlia. Li impara e li imparerà, ma ci vuole più tempo.
Qualche errore ortografico lo fa ancora, ma guardando come scrivono i ragazzini, direi che mia figlia se la cava meglio di molti altri in questo.
Non è un mostro di ordine, anche se la sua calligrafia, peraltro leggibilissima e corretta, ha un certo ordine e una certa cura.

In pratica Margherita quello che fa cerca di farlo bene e ci si impegna.
Stasera ha scritto quattro facciate di riassunto di un testo di sei e per lei è stato un grandissimo sforzo, sia per i processi logici che sono stati impegnati sia per il controllo dell'errore (di non farlo) sia per il controllo della scrittura e dell'ordine stesso.
Ci ha messo parecchio tempo (circa un'ora) ma l'ha fatto e l'ha fatto bene.

Allora, dirai tu, dove sta il problema? Sta nel fatto che questa Prof. è una persona che viaggia a compartimenti stagni.
Una ragazzina in I media scrive in stampato maiuscolo? NON VA BENE, deve scrivere in corsivo.
Margherita non conosce tutti i verbi, malgrado li abbia fatti a scuola e li faccia a casa: NON VA BENE, deve saperli perchè siamo in I media.
Margherita a volte, quando ha italiano nelle ultime ore, E' STANCA perchè la fatica di un bambino o di un ragazzino dislessico, sono doppie rispetto a quella di un qualsiasi altro e giocoforza è che quando sia stanca, si distragga, fatichi a seguire, ma anche questo NON VA BENE, perchè ormai è grande e non più alle elementari.

Se questi sono i ragionamenti di un'insegnante che capisce la problematica, allora io sono Einstein.

Poi, c'è anche da dire che quando lavora in classe, siccome ha dei tempi più limitati (giustamente) cerca di finire tutto e, quindi, controlla meno la calligrafia e l'ordine.
Insomma, mi sembra però, che anche dal punto di vista dell'organizzazione, tutto sommato sappia scegliere, nel senso che essendo consapevole di non avere tempo per tutto, privilegi il portare a termine il lavoro e i contenuti.

Questa storia che è scoppiata con l'insegnante di italiano è nata dal problema della scrittura.
Si è palesato lì il disagio che l'insegnante vive e si capisce lontano un miglio che di dislessia, malgrado i corsi malgrado tutto, non ha capito nulla.

Lei è la tipica maestrina e lo si riconosce anche da come si atteggia, da come corregge i compiti, da come impartisce una serie di concetti ai ragazzi, da come si comporta quando li porta in gita come ieri: tutti perfettamente in fila indiana e tutti in silenzio.

Inoltre, un'altra novità, è che proprio stasera Margherita mi raccontava che la stessa Prof, la riprende perchè nell'intervallo va a cercare la sua amica del cuore del momento, invece di socializzare prettamente con i compagni.
Ma dare un po' di tempo no eh? Accettare che ogni individuo abbia i suoi tempi non va bene? Accettare di non controllare TUTTA la vita dei propri allievi no?
E poi perchè si deve obbligare un ragazzino a frequentare da subito i suoi compagni se non se la sente? Che diritto ha un'insegnante ad intervenire subito e di continuo su questo invece di aspettare, vagliare, studiare, comprendere la PERSONA che ha di fronte? Ma da quando un'insegnante ha la facoltà di decidere con chi deve socializzare un ragazzo?
Io capisco che sia un punto fondamentale far legare i ragazzi fra loro, ma non credo che questo sia un buon modo perchè ciò avvenga.

Credo anche, che come in tutte le cose, ci sia un giusto tempo. Parliamo di una ragazzina che entra alle medie, che ha le sue difficoltà ma che, soprattutto, ha la sua età e il suo mondo in cui pian piano imparerà a relazionarsi.
Tempo, ci vuole tempo e consapevolezza che l'altro, anche se un ragazzino, non siamo noi.
 

RosaeViola

Master Florello
Dovrebbe capire che il senso di inadeguatezza che proietta su tua figlia, non è altro che il frutto della sua poca preparazione.........

Un bacio a te e alla piccola Margherita! :love_4:


Wal, è proprio questo il problema.
Ma non solo. In questa insegnante io ravviso parecchie problematiche sue che riversa sui ragazzi.
magari mi sbaglierò, ma qualche insegnante l'ho vista anch'io e avendo due figlie, entrambe con questi problemi, ormai capisco al volo chi comprende il bambino o il ragazzo e chi no.

Quando comincia la litania della scrittura, ok, ci siamo. Lo so già e non mi sbaglio. E' un film visto ormai troppe volte e sarei un'idiota se non mi attivassi subito per arginare il problema.
 

RosaeViola

Master Florello
Ho letto adesso il tuo ultimo intervento: non potresti chiedere al logopedista che segue tua figlia di intervenire in un consiglio di classe, appositamente convocato, per parlare di questo problema con gli insegnanti ?
Ne hai tutto il diritto.i sa cmq che tale prof non abbia capito alcune cosette.......

Teresa, la logopedista di mia figlia (persona davvero in gamba professionalmente e molto sensibile e affettuosa coi bambini) ogni volta che ce n'è stato bisogno, è venuta da Milano fin qui per spiegare a queste persone, il problema.
Non avrebbe nessuna resistenza a farlo, se non, una volta rifatta la valutazione della fanciulla, ritenesse che non ci fosse ragione di riprendere la terapia, cosa che aveva detto alla fine della III elementare, dove, per i progressi, gli sforzi e i risultati ottenuti da Margherita, lei stessa aveva ritenuto non fosse più il caso di continuare.

Certo è che sicuramente si metterà in contatto telefonico con le insegnanti dopo aver nuovamente testato mia figlia e stesa una relazione. Però poi, davvero, basta. Ognuno faccia il suo lavoro ma lo faccia davvero.

Aggiungo anche, che i costi di una simile operazione non sono da poco. Non sono qui a fare i conti della serva sul bene di mia figlia, ma trovo in molte/i insegnanti un'estrema disponibilità ad alfabetizzarsi sul problema, oltre che massima apertura alla comprensione delle dinamiche di un bambino dislessico.
Allora com'è che ogni tanto dal mazzo salta fuori qualcuno che rompe e ti porta a dover ricorrere agli specialisti?

Insomma, quel che voglio dire è che mia figlia è così e credo che ormai anche i bidelli lo sappiano.
Che ci vuole a cercare una risposta, delle soluzioni e delle collaborazioni senza imporre a me e a mia figlia di sobbarcarci 3-4 settimane di appuntamenti per la valutazione (i test), viaggi avanti e indietro a Milano, mezze giornate spese in sbattimenti vari su qualcosa di cui comunque già si sa?
 

RosaeViola

Master Florello
Ros, ho conosciuto bambini dislessici che scrivevano in corsivo....

Ma certo Teresa e chi lo nega o lo discute? Io no di sicuro.
Non sono qui a dire che i dislessici debbano forzatamente scrivere in stampatello, dico che siccome la dislessia non è un problema che si manifesta per tutti allo stesso modo, negli stessi termini e con lo stesso grado di importanza, per ogni bambino o ragazzino, la terapia si plasma man mano e a seconda delle necessità.

Margherita, nei primi anni delle elementari, faceva una fatica terribile a scrivere in corsivo per cui la logopedista disse alle sue insegnanti, di lasciarla cercare una sua scrittura che fosse innanzitutto leggibile, considerato che per lei era di vitale importanza farsi capire, e che fosse anche facilmente controllabile dalla bambina.

Dato che l'insegnante di italiano di I elementare l'aveva già abbastanza traumatizzata con questa storia della scrittura, Margherita andava in panico quando si trattava di prendere in mano la penna.
Era sempre terrorizzata all'idea che l'insegnante non capisse o fraintendesse il suo segno grafico o che le dicesse, magari davanti a tutti, che non si capiva niente di ciò che scriveva o che aveva una scrittura pessima.

Per lei è stata una manna la scrittura in stampato maiuscolo e oggi tenta spesso il corsivo, ma le costa più fatica, più controllo e la stessa ansia di non essere all'altezza.

Allora, una volta che io spiego queste cose all'insegnante, perchè questa deve darle il tormento con la scrittura?

Vorrei far notare, fra l'altro, che molti ragazzi delle superiori o che vanno all'università e anche adulti, scrivono in stampatello, ma a nessuno viene in mente di martellarli con questa storia...
 

RosaeViola

Master Florello
Penso e presumo che i problemi siano due,collegati tra loro.
Il primo è l'ignoranza mista all'arroganza e alla superbia di chi vuole imporsi come insegnante senza mettersi il pensiero che aldilà dell'insegnare in questo caso l'italiano deve comunicare con i ragazzi,deve ascoltarli e capirli.
Il secondo problema è che questa donna crea un clima che da Margherita viene percepito come ansia e stress e pertanto con lei non avrà mai nessun risultato positivo nè umanamente parlando nè tantomeno scolasticamente.
Ovviamente le conseguenza saranno tutte a carico di Margherita.


Ecco appunto. Hai perfettamente centrato il problema.
Margherita poi, non è una piagnona o una che dà a vedere il suo disagio nei canoni a cui siamo soliti riferirci, anzi, lei fa di tutto perchè gli altri non percepiscano cosa sta provando.
Nel momento in cui, io me la ritrovo a casa, da solare, allegra, gioiosa ed estremamente vitale ad essere tesa, ansiosa e nervosa, ovviamente capisco al volo che qualcosa non va.

Mi interrogo pensando a quali dinamiche famigliari la disturbano ma poi, guarda caso, vado ai colloqui e chissà perchè scopro subito cos'è che la fa sentire disagiata...E il suo comportamento, quando si annunciano questi problemi, è sempre lo stesso.
A settembre era in un modo ed ora in un altro.
Ma naturalmente sono paturnie mie...
 

RosaeViola

Master Florello
Rosa tieni duro.
All'università per i ragazzi dislessici o con problemi di balbuzie agli esami, anche di laurea, si danno tempi diversi cercando di instaurare prima di tutto un rapporto di serenità, rispetto e fiducia e dando allo studente tutto il tempo di cui ha bisogno.
E agli assistenti giovani (anche se io ormai tanto giovane non sono) i prof. danno istruzioni e incitano alla preparazione professionale.
Abbracciami Margherita e un bacio anche a te :love:


Ma certo Bobino che è così.
Se c'è una cosa che ho imparato in queste situazioni è che è proprio con la serenità, con l'abbattimento dell'ansia che va a livelli massimi, che si ottengono maggiori risultati e non certo il contrario.

Ti abbraccio anch'io e tanto. :love_4:
 

RosaeViola

Master Florello
la maggior parte delle maestre e proff cercano di svolgere il lavoro con il minimo dispendio,cercano di portare a termine il programma stabilito dal ministero,un programma che spesso a mio avviso è troppo ampio e quindi viene eseguito in modo frettoloso.Molto spesso accollano tutto ai genitori e come dici tu non guardano nemmeno in faccia l'allunno ma si limitano a guardare il nome ed il risultato della verifica svolta,con un assurdo sistema di votazione.Ogni bambino,andrebbe valutato e aiutato in modo diverso,ma questo non avviene mai,anzi il piu delle volte chi rimane un po indietro con il programma viene abbandonato e deriso.In una classe il livello di apprendimento non è uguale per tutti,e nel tuo caso è giusto lottare,firmare dove uno vuole, e se possibile non far cambiare classe alla figlia ma far cambiare scuola all'insensibile e incompetente "insegnante". Di certo non è una cosa semplice,ma non si può sempre lasciar correre queste cose che vanno ad aggravare sempre più il rendimento dello scolaro.Leggere la tua sittuazione mi rattrista parecchio,combatti con i denti stretti.

Nicola, per certi versi sono d'accordo con te ma non proprio su tutto perchè devo dirti che, anche in questo posto, dove la scuola ha ben poco valore più che negli insegnanti direi nei genitori, dove questi ultimi sono onnipotenti e per i quali i propri bimbini (anche quando sono alti 1,80m. e non hanno certo 6 anni) sono tali anche quando vanno a militare e che sono iperprotetti in maniera deleteria, a mio avviso, addirittura con minacce verbali agli insegnanti che prendono una posizione netta su certi eventi o se parlano di certi argomenti in classe, anche qui, dicevo, ho trovato bravi insegnanti e con voglia di fare, con il desiderio del trasmettere, di far crescere i ragazzi, di farli maturare.

Purtroppo qui, è vero che sono proprio le famiglie ad essere molto povere di contenuti e di valori, oltre al fatto che la maggioranza di esse (parole dell'insegnante di italiano dell'altra mia figlia che fa la III media e proprio stasera) ha una grande necessità di considerare gli adolescenti, come bambini e di trattarli come tali.
Mi diceva che per loro insegnanti che cercano di far comprendere ai ragazzi certe problematiche, che cercano di essere più professionisti e meno mestieranti, molto spesso è difficile perchè le classi mostrano una certa omogenità di comportamenti e i ragazzini di III media, sono spesso più bimbocci che adolescenti.
Ne consegue che la didattica si impoverisca notevolmente, proprio al di là del programma di cui tu stesso parli e al di là del nozionismo puro e semplice, che invece è tanto richiesto dalle famiglie.

In pratica questi insegnanti, provano a confrontarsi con i ragazzi, provano a farli discutere, a portare argomentazioni, a sensibilizzarli su alcune grandi tematiche di questo nostro mondo, ma non c'è storia.
A parte uno o due di loro e a parte i ragazzi extracomunitari che sono quasi sempre più maturi rispetto alla media della classe, negli altri non c'è rispondenza.
In più le famiglie protestano, dicendo che invece di parlare così tanto, si dovrebbero far studiare di più i ragazzi e dar loro più compiti.
Hanno capito tutto questi genitori dell'adolescenza e delle sue problematiche eh?

E' ben difficile anche fare il proprio mestiere e con passione anche, oltre che con responsabilità, quando la realtà del tessuto sociale è questa.

Peraltro è anche vero che molto spesso i genitori sono i primi imputati di qualunque accadimento scolastico dei propri figli, come se i professori (alcuni almeno) fossero privi di difetti o in qualche modo, dei modelli di educatori senza pecche o lacune.
 
Ultima modifica:

RosaeViola

Master Florello
Rosa, ho dovuto affrontare il problema di un alunno dislessico lo scorso anno. Solo perchè stavo frequentando il corso di sostegno conoscevo qualcosa della dislessia. Con tutto il mio impegno non credo di essere stata una brava insegnante per quell'alunno. Ci sarebbe voluta un'insegnante molto più brava di me, ma tant'è, ho dato almeno tutto il mio impegno.

Cara Ortensia, ma è proprio questo che io discuto.
Un'insegnante non dovrebbe MAI trovarsi in questa condizione, MAI.
Questo è il vero problema.

Non discuto assolutamente sulle tue critiche al comportamento disumano della maestra di tua figlia,ma sappi che purtroppo né l'Università né le scuole di specializzazione dicono un emerito tubo del problema dislessia.

Lo so bene Ortensia, eccome se lo so.
Io penso però, a quanti bambini in Italia sono dislessici e non riconosciuti come tali.
Ma tu come insegnante hai una vaga idea di cosa soffrano in una vita intera di studi?
Sai che potenziali vanno sprecati? Enormi, considerato che i dislessici sono bambini con una marcia in più e non in meno e che molto spesso abbandonano la scuola per dedicarsi a lavori insoddisfacenti "solo" perchè la scuola non è stata in grado di offrire loro il giusto percorso formativo.
E vogliamo parlare di quanto queste dinamiche piene di insuccessi che portano un ragazzino ad interiorizzare di non valere un granchè, incidano poi anche nella vita di relazione e nell'ambito lavorativo?

Io sono anche fortunata, perchè mia figlia è combattiva, perchè ha voglia di provare a sè stessa che ce la può fare, perchè oltre ad essere stata rassicurata e sostenuta, ha di suo un qualcosa che l'aiuta a non sentirsi completamente demente, ma credimi, io non voglio nemmeno pensare a cosa possa aver provato nel trovarsi in I elementare in mezzo a persone che parlavano un linguaggio a lei sconosciuto.
Hai voglia poi a dire che questi ragazzini sono distratti!
Ho sempre chiesto alle insegnanti che non capivano il problema, come si sarebbero sentite, a cosa avrebbero provato loro, se fossero state in Arabia Saudita senza avere la possibilità di parlare una lingua a loro conosciuta.
Risposta: beh, mi sarei sentita un pesce fuor d'acqua, mi sarei annoiata a morte, mi sarei sentita a disagio.
Ecco, un bambino che non comprende i meccanismi della letto-scrittura, che non riconosce i fonemi, che non comprende quello di cui si sta parlando, si sente così.

Sta alla sensibilità dell'insegnante (e non sempre ce n'è) aggiornarsi, ma a volte non si trovano nemmeno corsi adatti. l'importante è non fare di tutta l'erba un fascio.

Ma non la sto facendo, non lo faccio proprio il fascio, perchè di persone preparate o quantomeno sensibili e proiettate verso il bambino, ne ho trovate tante. Ma vedi Ortensia, quando tu hai una figlia per cui hai battagliato tanto, con cui hai sudato e lei con te, che ha lavorato tanto per raggiungere certi risultati, delle volte, basta UN solo insegnante a lavorarti contro, per vanificare parecchio del lavoro svolto.
Ecco, io non posso e non voglio permetterlo.
Lo devo a mia figlia, è un mio dovere quello di essere presente quando lei ha bisogno, è un mio dovere anche ribellarmi all'insegnante che si RIFIUTA di capire.
Non ho mai avuto la pretesa che le insegnanti sapessero in quanto tali, ma credo che nel momento in cui si entri in una classe, si dovrebbero avere quanti più strumenti possibili per conoscere le problematiche inerenti l'apprendimento e questo non solo a vantaggio del bambino ma anche per la serenità dell'insegnante stessa e per un migliore svolgimento sia del programma sia delle lezioni.

Tra l'altro sappi che, per legge, noi insegnanti non possiamo fare nulla per un alunno privo di certificazione medica attestante la situazione di dislessia.

Certo Ortensia, lo so, ma mia figlia ha tutta la documentazione relativa...Solo che non si trova...Domani andrò a battagliare anche per questo.

Non possiamo nemmeno dare prove separate o da realizzarsi con metodiche differenti da quelle della classe intera.

Questo in assenza di documentazione, perchè quando esiste una relazione logopedica o neuropsichiatrica, la differente programmazione si fa eccome.

P.S.
Lo psicoterapeuta mi sembra doveroso per un bambino ipercinetico.

Ortensia, permettimi un'osservazione, ma anche i bambini dislessici sono ipercinetici in molti casi.
Se insieme a questo problema, se ne rilevano altri legati all'apprendimento, solitamente una valutazione logopedica si fa fare, prima di spedirli dallo psicologo dove possono solo perdere anni preziosi sul percorso terapeutico.

Sai, è una banalità, ma delle volte per scoprire una dislessia, basta davvero poco...Ad esempio la presenza dei numeri 1, 3 ed altri, scritti al contrario o le Z, le E, le R anch'esse scritte al contrario, cioè girate dal lato opposto rispetto a dove dovrebbero guardare.
Oppure il fatto che si sostituiscano le T con le C, le B con le D, nella scrittura o proprio la difficoltà a riconoscere i fonemi e nella sillabazione.

O magari far attenzione che un bambino non insista continuamente nel sostituire parlando o scrivendo, il dentro e il fuori, il sopra e il sotto, destra e sinistra.
Per non parlare poi, di quelli che sono gli esercizi mnemonici, le filastrocche o le poesiole da imparare che non entrano nemmeno con le martellate.

Se a queste cose aggiungi la svogliatezza, il disordine che è un disordine che non si rimedia nel breve ma solo nel lungo termine e non sempre se non con la terapia, le dimenticanze (il materiale, i testi etc.), il fatto di essere distratti e ipercinetici, beh, mi pare che ce ne siano di elementi per farsi, ALMENO, venire un dubbio prima di partire lancia in resta con lo psicologo, contro il quale, ripeto non ho nulla e al quale porterei entrambe le mie figlie se capissi o se mi consigliassero di farlo perchè in difficoltà per un vero malessere, ma non certo prima di aver capito di cosa si parli.
 
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RosaeViola

Master Florello
Forse sono troppo ottimista nel pensare che ,facendo dei tentativi più mirati, si possa migliorare la situazione, ed è per questo che lascerei ancora una possibilità agli insegnanti, anche perchè mi sembra di aver capito che la piccola non vuole cambiare sezione.

Teresa, per quanto sia allarmata, il bene di mia figlia è primario.
Questa è la ragione per cui, domani mi metterò in contatto con la Preside e la nostra logopedista, ma se comprenderò anche solo una minima esitazione in entrambe, beh, non esiterò a spostare Margherita di classe, considerato che sezioni con insegnanti validi in questo senso, ce ne sono.

Ho la massima stima per Ro, so che è molto obiettiva nel giudicare, ma da chi non la conosce potrebbe essere scambiata per una delle solite madri che difendono a spada tratta i figli anche quando non è il caso..e questo potrebbe inasprire la situazione.

Teresa, su questo non puoi che avere ragione.
Dunque, l'altra mia figlia, Lisa, a due anni e mezzo parlava malissimo, tant'è che io ero fortemente preoccupata perchè mi accorgevo che il suo parlar male non era quello di una bambina di quell'età, ma una sorta di insalata di parole che io stessa stentavo, in vari momenti, a comprendere.
Inoltre, l'essere ipercinetica, per lei, era un modus vivendi.
Mai vista in vita mia, una simile cosa.

L'educatrice del nido, con questa storia, mi crocefiggeva.
Diceva che ero io, che le mettevo ansia, che le facevo vivere un disagio, che la bambina aveva dei blocchi e che aveva una grave sofferenza, sempre dovuta alla mia ansia.
Non ti dico come ho vissuto quelle settimane e poi, contro il parere di tutti, famigliari, papà, nonne comprese, l'ho portata dalla nostra logopedista.
Questa persona, non solo mi confermò che avessi ragione ma mi disse anche che, a loro operatori del settore, capitava rarissimamente di poter intervenire così precocemente sul problema, giacchè i genitori e i famigliari tutti, tendono a spiegare il fenomeno come una normale difficoltà legata all'età del bambino.

Bene, mia figlia cominciò con la terapia logopedica a 3 anni e mezzo circa (considerato che la logopedista preferì aspettare di vedere come e se evolveva in qualche modo il problema) e in pochi mesi, cominciò a parlare in maniera più comprensibile.
Lavorammo molto nell'età prescolare e questo le consentì di non avere grossi disagi a scuola, poichè gli interventi più significativi erano stati fatti e la vera dislessia, la difficoltà vera nella letto-scrittura, non si manifestò mai con la stessa forza con cui si è presentata per Margherita.

La cosa folle però, è che Lisa fu presentata dall'educatrice del nido alle maestre della scuola materna, come una bambina disturbata, con un grave disagio e un ritardo fonologico dovuto probabilmente all'ansietà materna.
Non ti dico cosa abbiamo passato a seguito di questo e non ti dico i problemi di relazione che ci sono stati con le educatrici della materna.
I primi mesi fummo monitorati e controllati a vista dalle insegnanti, ma soprattutto da quella più anziana che, considerato che non mi vedeva mai venire a prendere la bimba perchè mio padre era ammalato e ci andava mio marito nella fascia del dopo scuola, alla festa di Natale dell'asilo, mi attaccò in maniera subdola, facendomi sentire meno di niente.

In un primo momento, incassai il colpo dell'essermi sentita dire: "Oh signora, ci fa piacere vederla qui. Sa, credevamo che non venisse. Non la vediamo mai e Lisa è una bambina così sensibile..."
Passati alcuni istanti, in cui cercai di riprendermi da questa cosa che mi aveva fatto sentire una madre abbandonica e incapace di farsi carico della sensibilità di sua figlia, andai dall'insegnante e le chiesi a che titolo mi accusasse di una cosa simile, considerato anche il grave problema che stavo vivendo con mio padre ammalato gravemente.
Lei rimase impietrita di fronte alle mie parole e capì immediatamente di dover correre ai ripari.
Fissammo un colloquio in cui poi, ci dissero che la bambina era stata segnalata con le caratteristiche di cui sopra e che mai avrebbero pensato di trovarsi di fronte ad una madre capace di assumersi le proprie responsabilità fino a quel punto, ragione per la quale, ci dissero che sin dall'ingresso a scuola, ci tenevano d'occhio.
Ti rendi conto?

Lisa fece passi da gigante e davvero in pochi mesi le cose più grosse, dal punto di vista del linguaggio, si risolsero, ma immaginati che razza di situazioni abbiamo vissuto...

Per contro, per quanto attenta e protettiva io possa essere nei loro confronti al palesarsi di un problema, posso anche dire e dimostrare, con prove alla mano e con le testimonianze delle insegnanti che ha avuto finora, a queste insegnanti, che non sono iperprotettiva al punto di non capire quando mia figlia ci marcia o nel farle sconti perchè ha un problema come questo e quando, invece, non ce la fa o ha un problema vero.

Divento gelida nei confronti di chi non capisce il loro problema, se questo è un problema serio, quando devo proteggerle, ma non perdo certo la serenità di giudizio quando devo riconoscere che hanno delle pecche o che debbano assumersi delle responsabilità.

Non mi hanno mai fermata questi insegnanti e non mi fermeranno ora. Non sono un'imbecille e conosco mia figlia obiettivamente.
So che non è perfetta come ognuno di noi, so quali difetti abbia caratterialmente e lo so anche troppo bene, ma quel che è giusto è giusto e il mio compito è anche questo: esserci quando ha bisogno di me ed esigo di poter esercitare il mio diritto di essere madre, anche nel saper discernere quando questo bisogno è reale.
 
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