Scusate ma, io non ho mai capito la differenza tra "le materie più importanti" o la "scuola migliore".
secondo me non esiste una scuola migliore, il classico piuttosto che lo scientifico, o altro.
è vero che esistono degli insegnanti e degli alunni che fanno la differenza, questo si.
cosi come è vero che le diverse scuole hanno programmi diversi perché formano in direzioni diverse, ma da qui a dire che l'uno è migliore dell'altro ne corre.
ho fatto il liceo tecnico (da bravo figlio di operaio), ricordo perfettamente i numeri che davo sia a quelli dello scientifico che a quelli del classico nelle materie comuni: letteratura, storia, chimica, inglese (thanks Sorrento, first real school), matematica.
Certo la frase più frequente che sentivo era "si ma tu cosa ne sai di latino, greco, filosofia" ed io rispondevo perché "tu cosa ne sai di elettrotecnica, trasmissione dell'energia, dighe e centrali, trasformatori, ecc. ecc. ecc.".
certo ho sentito la mancanza di queste materie, leggere un testo di uno storico, di un filosofo direttamente nella sua lingua da sensazioni che non si ricavano dalle traduzioni.
come per l'inglese, chi di voi lo parla correntemente sa benissimo qual è la differenza nel seguire un film con la traduzione in italiano piuttosto che nella versione in lingua originale.
lo studio serve a comprendere le cose, a migliorare le nostre conoscenze, e la capacità di ragionare. come qualcuno ha detto se hai studiato storia dell'arte puoi commuoverti ammirando (finalmente dal vivo) un quadro di cui conosci la storia ed il significato che l'artista ha voluto imprimere su quella tela.
chi non l'ha studiato fa più fatica (anche se non è detto che non possa per predisposizione naturale o studi personali successivi, ovviamente).
le conoscenze, tutte, servono a costruire le proprie competenze, queste determinano la vita di un individuo nella società e nel lavoro.
le nostre due figlie hanno scelto, senza condizionamento da parte nostra, il classico. noi ne siamo contenti, loro pure. non abbiamo mai dovuto spingerle a studiare, in modo diretto almeno, e che quando in casa si parla solo bene dello studio, e della sua importanza, i ragazzi/e non possono che esserne influenzati positivamente, e studiano perché capiscono che è per loro che lo fanno, non per i professori, o per noi genitori, o per il voto, ma solo ed esclusivamente per se stessi.
ho abituato a leggere le mie due figlie fin da piccole, ho riletto tantissimi libri insieme a loro, come gioco per abituarle alla lettura, non nascondo che i nuovi autori prima li leggevo io o mia moglie e poi glieli davamo in lettura. il risultato è stato che ben presto sono diventate autonome nella scelta delle letture, che resta ancora oggi una parte del loro modo di trascorre il tempo libero. la mia prima ha letto "guerra e pace" a 14 anni, per sua libera scelta, la seconda qualche anno più tardi.
così come la prima a deciso di seguire i miei studi in ingegneria e la seconda ha scelta architettura.
ma il discorso è complesso e lungo.