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Il gallo arruolato

Puntina

Guru Giardinauta
Finalmente eccomi qui a raccontare la pazza avventura del galletto arruolato!
Come avrete capito il protagonista indiscusso di questa storia è appunto una gallina maschio di razza ignota.
Suddividerò il racconto in capitoli perché davvero, davvero lungo.

IL PRIMO INCONTRO
Tutto è iniziato circa un anno fa quando, rientrando a casa, mia mamma mi informa della comparsa di un gallo in giardino.
Non essendo il giardino un luogo sicuro, mio papà l’aveva preso e messo in un recinto in attesa di capire di chi fosse, tuttavia dopo due settimane di inutili ricerche, il galletto ha preso il cognome ed è stato tolto dal mercato.
Si poneva però un problema: il recinto in cui si trovava non era certo adatto ad ospitare una simile bestiola e lasciarlo libero in giardino non era una buona idea.
 

Puntina

Guru Giardinauta
NUOVA DIMORA
Qualche anno fa, in un giorno di ordinaria follia, mio moroso ha comprato una casa dotata di ampio terreno pressoché incolto ed inizialmente molto incasinato.
Dal momento che lo spazio non mancava e che il proprietario ci abitava da solo ho pensato: quale posto migliore per un gallo? Vi fate pure compagnia!
Detto fatto, il pennuto è stato portato a casa sua e lasciato in totale libertà sposando il pensiero “se vuol restare resta sennò com’è arrivato se ne andrà per strade migliori”.
Già…si è trovato talmente male che il mattino seguente se andava già a zonzo cantando.
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Puntina

Guru Giardinauta
Ma poverino, una gallina a fargli compagnia, no??????? :love:
(considerato quanto sono sonori i galli, fossi il moroso ti avrei piantata su due piedi, se non l'ha fatto ti ama davvero molto!)

Ahahahah aspetta, questi capitoli sono solo la premessa, prima di impegnarsi con qualche gallina bisognava accertarsi volesse rimanere.
La sonorità invece non è mai stato un problema perché lo spazio in questione è praticamente un rettangolo confinante su tre lati da altri giardini e/o terreni coltivati e solo un lato corto si avvicina alle case.
Il vicinato inoltre non è più di “primo pelo” ed è stato molto contento nel tornare a sentire la sveglia del gallo com’era comune un tempo.
 

tartina

Master Florello
tutto qui? ci fai stare col fiato sospeso? io pensavo già di leggermi la storia sorseggiando il mio latte macchiato...
la premessa non era niente male... la gallina maschio non l'avevo mai sentita, mi ha fatto morire
 

Puntina

Guru Giardinauta
[mention]tartina [/mention]ti consiglio un altro latte macchiato formato maxi perché ora si entra nel vivo della storia

L’INCONTRO (TROPPO) RAVVICINATO
E così sto galletto venne battezzato Poldo e tra pascolo, canto, “raspamenti” e sonnellini sugli alberi trascorrevan le sue giornate.
Il grande gelsomino che incolto invadeva la rete che divideva in due il giardino era diventato il suo rifugio notturno, ma dal momento i lavori di pulizia comprendevano la rimozione di tale rete, il gelsomino venne presto via con la rete costringendo il poveraccio a cercare nidi migliori…e quale posto più confortevole del bambù del vicino A?
Nonostante l’invasione, Poldello non infastidiva nessuno, si manteneva discreto ed occupava la proprietà altrui solamente durante la notte.
Questo fu l’iter per quasi due mesi quando una sera, di ritorno dal lavoro, mio moroso venne avvisato dal vicino B che Mr. Poldo si trovava da lui perché, sebbene non si vedessero, sentendo forte e chiaro il richiamo delle sue galline, era andato a far loro visita anche se, essendo queste signore chiuse nel pollaio, non gli restava che fare il cascamorto dall’altra parte della rete.
Insomma, mio moroso, che in fatto di bestiole non aveva esperienza, cercando di prenderlo mediante accantonamento gli ha fornito il volo come unica via di fuga, cosicché, oltrepassato la rete, finì nell’area in cui il vicino B tiene la sua cagnetta, uno scriccioletto buono come il pane che, sebbene abituata alla presenza delle galline che quando libere le scorrazzano vicine, il fermento e l’agitazione della situazione ha fatto sì che entrasse in azione acciuffando il povero Poldello e privandolo della coda.
Recuperato e riportato in giardino con le ciapet al vento, l’unica cosa che potesse fare era rinchiuderlo nel capanno degli attrezzi e, di controvoglia, accorciare le penne di un’ala così volare nuovamente di là gli fosse impossibile.
Ovviamente il caso volle che venisse accorciata l’ala destra lasciando così ben nascosta le condizioni dell’area sotto l’ala sinistra.
Nonostante appena messa nel capanno il ragazzo corse da una parte all’altra esaminando la location, il giorno seguente appariva un po’ mogio, ma considerando la coda mancante ed il castigo si pensava fosse più offeso che altro.
Quando però la mattina successiva (a 36 ore dall’accaduto) si presentava più apatico che mai, allarmato anche dall’odore che emanava, mio moroso lo prese in braccio e solo all’ora si accorse dell’enorme ferita oramai infetta che apriva la coscia da davanti a dietro, ovvero tutta la zona finita in bocca alla cagnolina.

Niente reportage fotografico per questo capitolo, ve lo risparmio.
 
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Mile

Florello Senior
[mention]tartina [/mention]ti consiglio un altro latte macchiato formato maxi perché ora si entra nel vivo della storia

L’INCONTRO (TROPPO) RAVVICINATO
E così sto galletto venne battezzato Poldo e tra pascolo, canto, “raspamenti” e sonnellini sugli alberi trascorrevan le sue giornate.
Il grande gelsomino che incolto invadeva la rete che divideva in due il giardino era diventato il suo rifugio notturno, ma dal momento i lavori di pulizia comprendevano la rimozione di tale rete, il gelsomino venne presto via con la rete costringendo il poveraccio a cercare nidi migliori…e quale posto più confortevole del bambù del vicino A?
Nonostante l’invasione, Poldello non infastidiva nessuno, si manteneva discreto ed occupava la proprietà altrui solamente durante la notte.
Questo fu l’iter per quasi due mesi quando una sera, di ritorno dal lavoro, mio moroso venne avvisato dal vicino B che Mr. Poldo si trovava da lui perché, sebbene non si vedessero, sentendo forte e chiaro il richiamo delle sue galline, era andato a far loro visita anche se, essendo queste signore chiuse nel pollaio, non gli restava che fare il cascamorto dall’altra parte della rete.
Insomma, mio moroso, che in fatto di bestiole non aveva esperienza, cercando di prenderlo mediante accantonamento gli ha fornito il volo come unica via di fuga, cosicché, oltrepassato la rete, finì nell’area in cui il vicino B tiene la sua cagnetta, uno scriccioletto buono come il pane che, sebbene abituata alla presenza delle galline che quando libere le scorrazzano vicine, il fermento e l’agitazione della situazione ha fatto sì che entrasse in azione acciuffando il povero Poldello e privandolo della coda.
Recuperato e riportato in giardino con le ciapet al vento, l’unica cosa che potesse fare era rinchiuderlo nel capanno degli attrezzi e, di controvoglia, accorciare le penne di un’ala così volare nuovamente di là gli fosse impossibile.
Ovviamente il caso volle che venisse accorciata l’ala destra lasciando così ben nascosta le condizioni dell’area sotto l’ala sinistra.
Nonostante appena messa nel capanno il ragazzo corse da una parte all’altra esaminando la location, il giorno seguente appariva un po’ mogio, ma considerando la coda mancante ed il castigo si pensava fosse più offeso che altro.
Quando però la mattina successiva (a 36 ore dall’accaduto) si presentava più apatico che mai, allarmato anche dall’odore che emanava, mio moroso lo prese in braccio e solo all’ora si accorse dell’enorme ferita oramai infetta che apriva la coscia da davanti a dietro, ovvero tutta la zona finita in bocca alla cagnolina.

Niente reportage fotografico per questo capitolo, ve lo risparmio.
Povero piccolo....
 
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Waves

Master Florello
[mention]tartina [/mention]ti consiglio un altro latte macchiato formato maxi perché ora si entra nel vivo della storia

L’INCONTRO (TROPPO) RAVVICINATO
E così sto galletto venne battezzato Poldo e tra pascolo, canto, “raspamenti” e sonnellini sugli alberi trascorrevan le sue giornate.
Il grande gelsomino che incolto invadeva la rete che divideva in due il giardino era diventato il suo rifugio notturno, ma dal momento i lavori di pulizia comprendevano la rimozione di tale rete, il gelsomino venne presto via con la rete costringendo il poveraccio a cercare nidi migliori…e quale posto più confortevole del bambù del vicino A?
Nonostante l’invasione, Poldello non infastidiva nessuno, si manteneva discreto ed occupava la proprietà altrui solamente durante la notte.
Questo fu l’iter per quasi due mesi quando una sera, di ritorno dal lavoro, mio moroso venne avvisato dal vicino B che Mr. Poldo si trovava da lui perché, sebbene non si vedessero, sentendo forte e chiaro il richiamo delle sue galline, era andato a far loro visita anche se, essendo queste signore chiuse nel pollaio, non gli restava che fare il cascamorto dall’altra parte della rete.
Insomma, mio moroso, che in fatto di bestiole non aveva esperienza, cercando di prenderlo mediante accantonamento gli ha fornito il volo come unica via di fuga, cosicché, oltrepassato la rete, finì nell’area in cui il vicino B tiene la sua cagnetta, uno scriccioletto buono come il pane che, sebbene abituata alla presenza delle galline che quando libere le scorrazzano vicine, il fermento e l’agitazione della situazione ha fatto sì che entrasse in azione acciuffando il povero Poldello e privandolo della coda.
Recuperato e riportato in giardino con le ciapet al vento, l’unica cosa che potesse fare era rinchiuderlo nel capanno degli attrezzi e, di controvoglia, accorciare le penne di un’ala così volare nuovamente di là gli fosse impossibile.
Ovviamente il caso volle che venisse accorciata l’ala destra lasciando così ben nascosta le condizioni dell’area sotto l’ala sinistra.
Nonostante appena messa nel capanno il ragazzo corse da una parte all’altra esaminando la location, il giorno seguente appariva un po’ mogio, ma considerando la coda mancante ed il castigo si pensava fosse più offeso che altro.
Quando però la mattina successiva (a 36 ore dall’accaduto) si presentava più apatico che mai, allarmato anche dall’odore che emanava, mio moroso lo prese in braccio e solo all’ora si accorse dell’enorme ferita oramai infetta che apriva la coscia da davanti a dietro, ovvero tutta la zona finita in bocca alla cagnolina.

Niente reportage fotografico per questo capitolo, ve lo risparmio.
Ti prego vai avanti, mi si sta spezzando il cuore! :oops:
 

Puntina

Guru Giardinauta
Ti prego vai avanti, mi si sta spezzando il cuore! :oops:

Ah no ma finisce qui...ciaone al gallo.

Naaaaa ti sto prendendo in giro!!!


LA DIAGNOSI
Fortunatamente quel giorno mi trovavo a casa perciò mentre mio moroso scappava al lavoro io, infrangendo ogni regola legata alla zona gialla che all’epoca interessava la mia regione, presi la macchina, attraversai tre comuni, misi Poldo nel trasportino del micio e, con un pizzico di vergogna, mi presentai dal veterinario.
Precedentemente spiegato telefonicamente l’accaduto alla veterinaria, la quale pensava fosse necessaria una bella ripulita e qualche punto, lasciai il malcapitato in ambulatorio d’accordo che mi avrebbe chiamata una volta ricucito, ma non feci tempo ad entrare in casa che mi richiamò per dirmi che la situazione era molto più grave del previsto: levato il sangue rappreso il muscolo della coscia a vista si presentava nero con diffusa infezione.
Diagnosi? Cancrena della coscia e setticemia in corso.
Due opzioni: puntura definitiva o tentativo estremo con antibiotico previa patto col diavolo.
Mio moroso si sentiva estremamente colpevole per non essersi accorto subito della ferita, senza contare che in quei mesi oramai gli si era affezionato, così per sdrammatizzare andai a comprare le patate dicendogli “se butta niente”.
Optammo per patteggiare col diavolo.
 
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Puntina

Guru Giardinauta
Ummamma mi sento male per lui..anche io avrei patteggiato con il diavolo! E poi? Non farmi andare a dormire così! :lol: :bacio:
Date le possibilità di ripresa praticamente inesistenti e nonostante la veterinaria dicesse che in quelle condizioni non provava dolore, il timore era quello di prolungargli inutilmente la sofferenza.
Per oggi il capitolo termina qua, devo finire di revisionare il seguito…
 

Puntina

Guru Giardinauta
ORE DECISIVE
Ben consapevoli che la prognosi fosse riservatissima e che le probabilità di superare la notte fossero praticamente pari a zero gli dissi: “Vecchio Amadori, se mi superi questa ti adottiamo un paio di dame da compagnia” (la frase terminava in modo meno fine ma lascio a voi l’interpretazione).
Adottato il necessario per trasformare il salotto in terapia intensiva, Poldello giaceva inerme all’interno della morbida cuccia del micio con acqua e cibo a portata di becco…accortezze inutili dato che lo si doveva imboccare a forza dal momento che il padroncino comprato apposta mica gli garbava (ma questo lo capimmo solo dopo).
Odore di morte diffuso, occhi chiusi e becco a contatto con il pavimento, era questa la scena.
Insomma, le speranze erano talmente poche che ogni 30 minuti si controvava che almeno respirasse.
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Puntina

Guru Giardinauta
IL SOLDATO
La verità è che il ragazzo ci aveva preso gusto a passare le sue giornate al calduccio nella morbida cuccia con acqua e cibo a portata di becco, infatti, sempre stando sdraiato, aveva anche ricominciato ad emettere qualche cosa di simile ad un chicchirichì.
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Era evidente fosse necessaria una riabilitazione forzata, perciò una volta formatasi la crosta sulla ferita lo si è rimesso in giardino così che per mangiare fosse obbligato a camminare.
Nei successivi tre mesi il mega crostone ed il muscolo ormai morto si staccarono e le penne ricominciarono a crescere, tuttavia l’andatura zoppicante è il deficit a livello muscolare facevano si che la sua andatura fosse un tantino verticale facendolo somigliare più ad un soldato che ad un pollo.
Ecco spiegato il titolo.
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Reduce di guerra
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Puntina

Guru Giardinauta
Ah no ma finisce qui...ciaone al gallo.

Naaaaa ti sto prendendo in giro!!!


LA DIAGNOSI
Fortunatamente quel giorno mi trovavo a casa perciò mentre mio moroso scappava al lavoro io, infrangendo ogni regola legata alla zona gialla che all’epoca interessava la mia regione, presi la macchina, attraversai tre comuni, misi Poldo nel trasportino del micio e, con un pizzico di vergogna, mi presentai dal veterinario.
Precedentemente spiegato telefonicamente l’accaduto alla veterinaria, la quale pensava fosse necessaria una bella ripulita e qualche punto, lasciai il malcapitato in ambulatorio d’accordo che mi avrebbe chiamata una volta ricucito, ma non feci tempo ad entrare in casa che mi richiamò per dirmi che la situazione era molto più grave del previsto: levato il sangue rappreso il muscolo della coscia a vista si presentava nero con diffusa infezione.
Diagnosi? Cancrena della coscia e setticemia in corso.
Due opzioni: puntura definitiva o tentativo estremo con antibiotico previa patto col diavolo.
Mio moroso si sentiva estremamente colpevole per non essersi accorto subito della ferita, senza contare che in quei mesi oramai gli si era affezionato, così per sdrammatizzare andai a comprare le patate dicendogli “se butta niente”.
Optammo per patteggiare col diavolo.

Ho scordato la foto
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