natabruja
Esperta Sezz. Rose
Ciao a tutti.
Sono tornata sabato dal mio secondo viaggio in questo Paese. Avrei potuto scegliere di visitare un posto in cui non ero mai stata, ma avevo due buone ragioni per tornare li.
La prima è che, una volta che l'hai visto, conosciuto la gente, vissuto con loro anche solo per pochi giorni il loro senso della vita, non puoi non provare una grande nostalgia (si chiama "mal d'Africa"???) e una voglia irrefrenabile di tornarci.
La seconda ragione fa parte del mio impegno sociale che è cominciato 5 anni fa per quella terra. Questa volta l'occasione era la fondazione di una casa destinata ad accogliere ragazzine, bambine (anche di 10-12 anni!), che hanno subito violenze, anche sessuali e con conseguenze, nell'ambito della famiglia, della scuola, del turismo più spregevole. La loro vita finisce spesso per strada, condannate alla prostituzione per sempre, per sopravvivere. Lo scopo del "rescue center" (centro di soccorso: www.stichtingjua.org) è quello di cercare di impedire che questo avvenga, ospitandole in una casa in cui potranno conoscere l'esistenza di altri valori della vita, imparare un mestiere, rendersi indipendenti.
Anche qui: perché il Kenya e non in Italia? La risposta quasi certamente la conoscete anche voi, soprattutto nel periodo che stiamo vivendo oggi.
La mia è che li vedo molte più possibilità di riuscita, per la presenza diretta sul posto e non tramite organizzazioni governative e non, che spendono la maggior parte della raccolta fondi (circa il 70% in alcuni casi) per le spese di mantenimento dell'organizzazione stessa. Io invece posso andare a vedere e constatare con i miei occhi i risultati del mio sforzo. Ho conosciuto la persona che gestirà il centro: ce la farà!
Cosa vorrei da voi? Se siete su Facebook o anche non, cliccate sul mio ponte FB sotto il mio avatar, andate nelle "info" della mia pagina e, negli interessi, troverete "Jua". Cliccate e segnate "mi piace" ( se vi va!). E' un modo per comunicarlo a tutti i vostri amici. Vi ricordate? L'abbiamo fatto per Chico.
Per ringraziarvi in anticipo metto qui sotto il link del mio reportage dal Kenya. Sempre se vi va:
http://s753.photobucket.com/albums/xx175/natabruja156/Kenya 2011/
Alle foto posso aggiungere i miei commenti sulle cose che mi hanno colpito di più:
- Il colore rosso della terra, ce l'ho ancora negli occhi e nel cuore, oltre che sui vestiti.
- Gli alberi "viventi". L'albero come posto per guardare il mondo che ti passa davanti, come luogo per cucinare, mangiare, stare insieme agli animali (perlopiù capre e zebù), come area di gioco per i bambini, come negozio per vendere le poche cose che si posseggono o i variopinti "kikoi" (pareo tradizionale), come punto di raduno per chi è in cerca di un lavoro, come riparo dal sole....come casa....
- I bambini, o meglio il loro senso di indipendenza e di maturità dettato dalle condizioni in cui vivono. Non è raro vedere bambini di 4-5 anni che portano in braccio e accudiscono i loro fratellini più piccoli.
- L'odore del sole...perché è ...diverso. O forse è l'insieme di tutti gli odori che si sprigionano che lo rendono tale....
Wowwwwwwwwww...quanto ho scritto! Scusate la lungaggine ma non è facile descrivere condensando certe emozioni.
Grazie!


Ecco la casa destinata alle ragazze-bambine
Sono tornata sabato dal mio secondo viaggio in questo Paese. Avrei potuto scegliere di visitare un posto in cui non ero mai stata, ma avevo due buone ragioni per tornare li.
La prima è che, una volta che l'hai visto, conosciuto la gente, vissuto con loro anche solo per pochi giorni il loro senso della vita, non puoi non provare una grande nostalgia (si chiama "mal d'Africa"???) e una voglia irrefrenabile di tornarci.
La seconda ragione fa parte del mio impegno sociale che è cominciato 5 anni fa per quella terra. Questa volta l'occasione era la fondazione di una casa destinata ad accogliere ragazzine, bambine (anche di 10-12 anni!), che hanno subito violenze, anche sessuali e con conseguenze, nell'ambito della famiglia, della scuola, del turismo più spregevole. La loro vita finisce spesso per strada, condannate alla prostituzione per sempre, per sopravvivere. Lo scopo del "rescue center" (centro di soccorso: www.stichtingjua.org) è quello di cercare di impedire che questo avvenga, ospitandole in una casa in cui potranno conoscere l'esistenza di altri valori della vita, imparare un mestiere, rendersi indipendenti.
Anche qui: perché il Kenya e non in Italia? La risposta quasi certamente la conoscete anche voi, soprattutto nel periodo che stiamo vivendo oggi.
La mia è che li vedo molte più possibilità di riuscita, per la presenza diretta sul posto e non tramite organizzazioni governative e non, che spendono la maggior parte della raccolta fondi (circa il 70% in alcuni casi) per le spese di mantenimento dell'organizzazione stessa. Io invece posso andare a vedere e constatare con i miei occhi i risultati del mio sforzo. Ho conosciuto la persona che gestirà il centro: ce la farà!
Cosa vorrei da voi? Se siete su Facebook o anche non, cliccate sul mio ponte FB sotto il mio avatar, andate nelle "info" della mia pagina e, negli interessi, troverete "Jua". Cliccate e segnate "mi piace" ( se vi va!). E' un modo per comunicarlo a tutti i vostri amici. Vi ricordate? L'abbiamo fatto per Chico.
Per ringraziarvi in anticipo metto qui sotto il link del mio reportage dal Kenya. Sempre se vi va:
http://s753.photobucket.com/albums/xx175/natabruja156/Kenya 2011/
Alle foto posso aggiungere i miei commenti sulle cose che mi hanno colpito di più:
- Il colore rosso della terra, ce l'ho ancora negli occhi e nel cuore, oltre che sui vestiti.
- Gli alberi "viventi". L'albero come posto per guardare il mondo che ti passa davanti, come luogo per cucinare, mangiare, stare insieme agli animali (perlopiù capre e zebù), come area di gioco per i bambini, come negozio per vendere le poche cose che si posseggono o i variopinti "kikoi" (pareo tradizionale), come punto di raduno per chi è in cerca di un lavoro, come riparo dal sole....come casa....
- I bambini, o meglio il loro senso di indipendenza e di maturità dettato dalle condizioni in cui vivono. Non è raro vedere bambini di 4-5 anni che portano in braccio e accudiscono i loro fratellini più piccoli.
- L'odore del sole...perché è ...diverso. O forse è l'insieme di tutti gli odori che si sprigionano che lo rendono tale....
Wowwwwwwwwww...quanto ho scritto! Scusate la lungaggine ma non è facile descrivere condensando certe emozioni.
Grazie!
Ecco la casa destinata alle ragazze-bambine
