Vedi, io sono molto espansiva e "cariñosa" (mi piace questa parola!), e le manifestazioni fisiche mi riescono bene, ma raramente esprimo i sentimenti a parole.
La mia dolce calamity...
il nostro è un rapporto che si è evoluto parecchio...
Però vedi quel quasi di farlo sparire...
e per concludere, ti voglio bene.
Anch'io cucciolo e nun me fà commuovè:martello2 che c'ho due figliall'estero e sono in crisi di astinenza :storto: :love_4:
Sabato dose speciale di coccole per ZiaDaria...
PErò devo smetterla di essere sdolcinato, un duro sugnu...
Miiiiiii...........
e per finire.............Klosy???!!!!
Te QUIERO muchooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo.........................................................................................
ciao. GiuseppeG.
Pure io!!! e che è 'sto attacco di dolcezza? ci si carieranno i denti
e poi ho una fama da difendere, e tu pure :cool3: un bel respir.............duri siam :smok: :smok:
love_4: )
Mi sono sempre ritenuta una persona espansiva, ed è sicuramente emerso anche frequentando il forum, ma sono anche molto restia a manifestare, con le parole, i sentimenti.
Raramente dico "Ti voglio bene",
io lo scrivo.
ma difficilmente lo dico a voce.
cmq sono strana, non ho un modo operandi , si scrive così..?
vado a puro istinto.
mi inserisco...
io credo che a volte "abusiamo"delle parole,delle frasi...finiamo con lo svuotarle del loro significato..
idem, mi chiedo se ciò derivi dall'educazione ricevuta, nella mia famiglia non ci sono stati mai molti slanci d'affetto gestuali o verbali, sempre sottointesi, una grande unione che non si è mai nutrita di queste forme d'espressione. Però ci vogliamo bene.
Ma non riesco trasformare i gesti in parole.... :astonishe
Coi miei poi.... men che meno...
I miei sentimenti purtoppo non sono capace di esternarli, quindi non dico TVB, non bacio, non abbraccio, ma questo non significa che non voglio bene..................ne soffro, ma non ci riesco!
Io non lo dico spesso anzi difficilmente!!!
io sono una che l'affetto lo dimostra più coi fatti, così arrossisco meno: faccio dolci, oggettini di bricolage, una telefonata quando so che può tirar su il morale, una carezza... ma a parole faccio più fatica!
...quando dico "ti voglio bene" è perchè lo penso realmente, quindi, cari amici del forum, se lo detto a qualcuno di voi, ero sincera.
nella mia famiglia siamo sempre stati molto espansivi a partire dai miei genitori.
mio papà (ciao nonno Pierin -:- :love_4: ), tutte le volte che ci vedevamo (anche tre o quattro volte al giorno), allungava automaticamente la testa e si aspettava "il bacetto" sulla guancia. se qualcuno di noi non lo faceva, lui subito diceva "cosa avete oggi ? non mi volete più bene ?" e si faceva la sua indimenticabile (per noi) risatina.
ho un grande rammarico: averlo detto troppo poco a mia mamma quando ne avevo l'opportunità ..., comunque, adesso, lo dico sia a lei che a mio padre, tutte le volte che li vado a trovare ...sono certa che loro lo sentono ...
:Saluto: :love_4:
Non sapete cosa vi perdete...
Avete idea di quanto liberatorio sia poter dire ad una persona TI VOGLIO BENE, TI AMO, TI ADORO quando ti scoppia nel cuore?
Immagino come vi sentiate con quel groppone che vi chiude la gola per le parole che non escono e so cosa significhi perchè anch'io faccio parte di quella fascia di persone che per molto tempo non è riuscita a dirlo.
Con certi percorsi fatti e con una minor rigidità verso me stessa e verso i miei sentimenti, con l'aver capito che non dicendolo facevo prima di tutto male a me stessa, ho imparato a dirlo.
Non posso descrivervi che bello sia poterlo dire, gridare, urlare allo stesso modo in cui lo sento dentro.
Certo la paura di essere fraintesi o di essere "fregati" è grande, ma frega molto di più tacere.
Si perdono occasioni uniche e irripetibili.
Sapete quante volte avrei voluto dire a mio padre che l'adoravo e non sono riuscita? Migliaia di volte...e non esagero.
Lo ringrazio per avermi consentito di dirglielo quando è morto.
Mi aiutò lui, dicendomelo per primo, guardandomi con quello sguardo di chi sapeva che non ci saremmo più visti, chiedendomi perdono per gli errori che poteva aver commesso nei miei confronti nella sua vita.
Gliene sono grata perchè non avrei retto al dolore di sapere che avrei potuto dirlo più volte, tante volte, che avrei potuto esser così sciocca da lasciarlo andar via senza dirglielo.
Sapete quante volte mi capita di aver voglia di averlo qui e di dirglielo? Ancora migliaia, ma non posso più.
Pensate a quel che perdete per voi stessi e quello che negate a chi vi vuol bene e abbandonate le paure.
Anche chiudendovi in voi stessi, secretando i vostri sentimenti nel non verbalizzarli, soffrirete comunque, tanto vale rischiare.
Vi abbraccio tutti e sappiate che vi voglio bene.
Chissà come mai proprio nei sentimenti sono cosi chiusa?! :confuso:
E anche lui è così con me...non c'è nessun pudore...nessunissimo tipo di "vergogna" o timidezza fin dal primo giorno...
Perchè si è fragili Klo.
Davanti al mondo si è dei duri che durano e si oppone alle difficoltà, la propria forza interiore ma quando è di sentimenti che si parla, ecco che la parte più delicata di noi, è esposta.
E più è delicata più si tende a proteggerla.
Non sapete cosa vi perdete...
Avete idea di quanto liberatorio sia poter dire ad una persona TI VOGLIO BENE, TI AMO, TI ADORO quando ti scoppia nel cuore?
Immagino come vi sentiate con quel groppone che vi chiude la gola per le parole che non escono e so cosa significhi perchè anch'io faccio parte di quella fascia di persone che per molto tempo non è riuscita a dirlo.
Con certi percorsi fatti e con una minor rigidità verso me stessa e verso i miei sentimenti, con l'aver capito che non dicendolo facevo prima di tutto male a me stessa, ho imparato a dirlo.
Non posso descrivervi che bello sia poterlo dire, gridare, urlare allo stesso modo in cui lo sento dentro.
Certo la paura di essere fraintesi o di essere "fregati" è grande, ma frega molto di più tacere.
Si perdono occasioni uniche e irripetibili.
Sapete quante volte avrei voluto dire a mio padre che l'adoravo e non sono riuscita? Migliaia di volte...e non esagero.
Lo ringrazio per avermi consentito di dirglielo quando è morto.
Mi aiutò lui, dicendomelo per primo, guardandomi con quello sguardo di chi sapeva che non ci saremmo più visti, chiedendomi perdono per gli errori che poteva aver commesso nei miei confronti nella sua vita.
Gliene sono grata perchè non avrei retto al dolore di sapere che avrei potuto dirlo più volte, tante volte, che avrei potuto esser così sciocca da lasciarlo andar via senza dirglielo.
Sapete quante volte mi capita di aver voglia di averlo qui e di dirglielo? Ancora migliaia, ma non posso più.
Pensate a quel che perdete per voi stessi e quello che negate a chi vi vuol bene e abbandonate le paure.
Anche chiudendovi in voi stessi, secretando i vostri sentimenti nel non verbalizzarli, soffrirete comunque, tanto vale rischiare.
Vi abbraccio tutti e sappiate che vi voglio bene.
Sono le parole più belle che abbia letto......dall'ultimo discorso di Martin Luther King......
Grazie Ivana.......Te quiero........mucho.
proprio qui sta il punto: mica ho vergogna di Ivano (e ci mancherebbe pure), e non si tratta di pudore, ma semplicemente di non riuscire ad esternare ciò che ho dentro.
Di certo mi sento meno chiusa quando sto soffrendo molto per qualcosa, o quando mi trovo in un periodo difficile, e forse una ragione c'è: in quei momenti sono già fragile e non ho paura di mostrare i sentimenti....dovrebbe essere al contrario....è vero che sono storta!
Per esempio, ricordo una delle rarissime volte in cui l'ho detto a mio fratello:
estate 2005, abbiamo avuto un incidente d'auto insieme, io ho preso una botta in testa e sono stata trattenuta una notte in ospedale, lui era amareggiato perchè era lui alla guida, l'ho abbracciato forte e gli ho detto "Ti voglio bene", lui si è commosso (una delle rare volte che l'ho visto commosso!)
Quindi capisco quanto facciano bene certe parole a chi le riceve e a chi le da, ma ho tutto il tempo per aprirmi un po' di più...io vorrei.
Fondamentalmente la vita è semplice. La complica solo la struttura umana quando è caratterizzata dalla paura di vivere. W. Reich