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Sicilia E Natura

Vincenzo VA

Florello
Ciao, Vincenzo. Non e' una felce, e' l'Asparagus plumosus. :Saluto:



Grazie Giorgio! :eek:k07:

Per ringraziarti, ti mostro il panorama che si vedeva da quel muro.

E' la zona di Messina dove si trova il Sacrario del Cristo Re (uscita Boccetta); da lì si domina la città e lo Stretto di Messina. :love:
Adoro lo Stretto di Messina! :froggie_r
In foto si vede il porto di Messina con la famosa Madonnina.

All'orizzonte c'è la Calabria.

Un amico di Messina ha già presentato una foto simile scattata da un'altra posizione.






http://g.imageshack.us/img385/hpim4323ca0.jpg/1/
 
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Vincenzo VA

Florello
Ecco altre immagini.

Scusate se le foto sono rovinate dal passaggio del mio piccolo motoscafo "di servizio". :storto:
Dopo avermi accompagnato al porto, sta tornando alla mia barca; l'ho battezzata LILIGEN PRINCESS. :lol:
























Ti piace, Lili?

E poi non dire che non ti penso!

Quando sono tornato a Varese, l'ho lasciata in porto con tutto l'equipaggio e il personale di servizio:

è a tua completa disposizione per la circumnavigazione della Sicilia.




 
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Giorgio Ukraino

Giardinauta
Ora solo ho messo solo le piante. Dalle prime foto della tue discussione a Shefflera ieri. :) Ho preferito non le tutte foto, le piu' affascinante solo, sebbene tutte le tue foto sono belle. Poi io mettero' Messina, certo.:Saluto:
 
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liligen

Florello
Chi ha mai detto che non mangio cibi con aglio! :mad:

Dico solo che odio avere l'alito che puzza: mi sento a disagio. :ros: :Saluto:


:lol:

E l'aglio cotto non lascia un'alito cattivo! Crudo...mangia prezzemolo, menta o Clorets! :lol:

clorets-lenguas.jpg

http://blog.magnoliart.com/wp-content/uploads/clorets-lenguas.jpg

:lol:

Anche io, non mangio aglio crudo quando vado al teatro!...in ogni modo...non ci vado mai! :lol:
 

Vincenzo VA

Florello
Messina una città molto bella anche se è stata distrutta dal terremonto del 1908 e quindi non offre moltissime cose da vedere, per quanto riguarda l'aspetto artistico.

E' stata ricostruita con strade larghe e belle piazze.

Potrei vivere a Messina. :love:

Moltissime abitazioni "vedono" lo Stretto che di notte acquista un fascino particolare con le luci della Calabria.

La città ha molti problemi, ma ogni volta che ci vado mi appare viva, attiva e comunque a misura d'uomo nonostante sia una città di notevoli dimensioni.

Il terremoto del 1908 la distrusse anche a causa del maremoto che seguì le scosse.

Ecco cosa avvenne: :eek: :eek: :eek:

Il 28 dicembre 1908, lunedì, alle ore 5,21 del mattino, nella piena oscurità e con gli abitanti in parte immersi nel sonno, un terremoto, che raggiunse il 10° grado della scala Mercalli, accompagnato da un maremoto, mise a soqquadro le coste calabro-sicule con numerose scosse devastanti. La città di Messina, con il crollo di circa il 90% dei suoi edifici, fu sostanzialmente rasa al suolo. Gravissimi i danni riportati da Reggio Calabria e da molteplici altri centri abitati del circondario. Sconvolte le vie di comunicazione stradali e ferroviarie nonché le linee telegrafiche e telefoniche. L’illuminazione stradale e cittadina venne di colpo a mancare a Messina, Reggio, Villa San Giovanni e Palmi, a causa dei guasti che si produssero nei cavi dell’energia elettrica e della rottura dei tubi del gas.
A Reggio Calabria andarono distrutte fra le altre, la villa Genoese-Zerbi e i palazzi Mantica, Ramirez e Rettano, nonché diversi edifici pubblici. Caserme ed ospedali subirono gravi danni, 600 le vittime del 22° fanteria dislocate nella caserma Mezzacapo, all'Ospedale civile, su 230 malati ricoverati se ne salvarono solo 29.
A Bagnara di Calabria crollarono numerose case. A Palmi andò distrutta la chiesa di San Rocco. A Trifase nei pressi di Catanzaro si ebbero molti danni ma fortunatamente pochi gli scomparsi data la modesta dimensione delle abitazioni. In Sicilia si ebbero crolli a Maletto, Belpasso, Mineo, S. Giovanni di Giarre, Riposto e Noto. A Caltagirone crollò per metà il quartiere militare.
A Messina, maggiormente sinistrata, rimasero sotto le macerie ricchi e poveri, autorità civili e militari. Nella nuvola di polvere che oscurò il cielo, sotto una pioggia torrenziale ed al buio, i sopravissuti inebetiti dalla sventura e semivestiti non riuscirono a realizzare immediatamente l’accaduto. Alcuni si diressero verso il mare, altri rimasero nei pressi delle loro abitazioni nel generoso tentativo di portare soccorso a familiari ed amici. Qui furono colti dalle esplosioni e dagli incendi causati dal gas che si sprigionò dalle tubature interrotte. Tra voragini e montagne di macerie gli incendi si estesero, andarono in fiamme case, edifici e palazzi ubicati nella zona di via Cavour, via Cardines, via della Riviera, corso dei Mille, via Monastero Sant'Agostino.
Ai danni provocati dalle scosse sismiche ed a quello degli incendi si aggiunsero quelli cagionati dal mare. Improvvisamente le acque si ritirarono e dopo pochi minuti almeno tre grandi ondate aggiunsero al già tragico bilancio altra distruzione e morte. Onde gigantesche, alte oltre 10 metri, raggiunsero il litorale spazzando e schiantando quanto esistente. Nel suo ritirarsi la marea risucchiò barche, cadaveri e feriti. Molte persone, uscite incolumi da crolli ed incendi, trascinate al largo affogarono miseramente. Alcune navi alla fonda furono danneggiate, altre riuscirono a mantenere gli ormeggi entrando in collisione l’una con l’altra ma subendo danni limitati. Il villaggio del Faro a pochi chilometri da Messina andò quasi integralmente distrutto. La furia delle onde, spazzò via le case situate nelle vicinanze della spiaggia anche in altre zone. Le località più duramente colpite furono Pellaro, Lazzaro e Gallico sulle coste calabresi; Riposto, S.Alessio, Briga e Paradiso su quelle siciliane.
Gravissimo il bilancio delle vittime. Messina che all’epoca contava circa 140.000 abitanti ne perse circa 80.000 e Reggio Calabria registrò circa 15.000 morti su una popolazione di 45.000 abitanti. Altissimo fu il numero dei feriti e catastrofici furono i danni materiali. Numerosissime scosse di assestamento si ripeterono nelle giornate successive e fin quasi alla fine del mese di marzo 1909.
 

Vincenzo VA

Florello
Se qualcuno, come me, ama le foto d'epoca, qui può vedere alcune immagini riguardanti i danni del del terremoto del 1908.

http://www.grifasi-sicilia.com/messina_terremoto_1908.html


Vi racconto un fatto curioso.

Un mio amico, nato e vissuto a Messina, non sapeva nulla del maremoto che ci fu dopo il terremoto. :azz:

Mi ha raccontato che da bambino (anni '60), quando c'era una piccola scossa di terremoto, la madre lo faceva subito uscire di casa e lo portava al porto o sul lungomare, dove passeggiavano fino a sera tarda! :eek:

Capite?

La madre non conosceva la storia di Messina e lo portava proprio nel posto in cui nel 1908 arrivarono le tre micidiali onde! :eek:

In questa foto si vedono i palazzi del lungomare distrutti da terremoto e maremoto

http://www.grifasi-sicilia.com/messina_terremoto_1908_palazzata_distrutta.html

Insomma, la madre, nella sua mente, lo proteggeva dai possibili crolli in caso di scosse violente.



Bene.

Direte voi: quella madre era un po' sprovveduta!" :storto:

Siete sicuri?

Guardate come è corta la memoria dell'uomo:

questo è lo stesso luogo oggi! :eek:

Un'onda di 10 metri arriverebbe il terzo piano!

Non vorrei abitare al secondo! :azz:






 
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