Crimson king
Florello
Sono cartoni animati ma i fatti corrispondono a verità
Sostanzialmente concordo (e lo dice una P. Iva)Vabbé, il mercato del lavoro è quello che è, ma è pessimo per giovani e meno giovani. Alcune professionalità sono molto ricercate, altre meno, c'è poco da fare. Io mi chiedo ad esempio perché continuiamo a sfornare ingegneri edili e quelli informatici o delle telecomunicazioni sono sempre troppo pochi. Senza parlare di tutti i laureati in giurisprudenza, lettere o scienze della comunicazione o politiche (e ci sono anch'io lì in mezzo, quindi non fraintendete). Capisco gli interessi personali, nessuno vuole fare a vita un lavoro che gli fa schifo, ma mi chiedo quanti di quelli che studiano si facciano seriamente domande sulle loro prospettive occupazionali o siano spesso e volentieri scelte superficiali o di comodo. Se ami qualcosa falla, anche se non ci sono speranze, perché riuscirai a superare tutte le difficoltà e se sei il migliore in qualche modo emergerai. Ma se è un "così così", perché metterti su una piazza competitiva ad aumentare le fila dei male occupati?
Una parentesi sugli straordinari non pagati. Non investirei un gettone del lavaggio automatico su uno che dice "faccio le mie 8 ore e poi mi cade la penna". E non è perché non penso che gli straordinari vadano pagati, ma perché è indicativo della totale assenza di coinvolgimento e passione per quello che si fa. Chi è abituato a lavorare in team (ci sono contesti diversi, ovviamente) sa quanto l'anello debole può creare problemi e una persona che fa il minimo sindacale è una zavorra o nei casi peggiori un collo di bottiglia. Se lo subisci lo detesti perché devi lavorare per 2 per compensazione, se sei come lui nella migliore delle ipotesi sei frustrato perché il tuo lavoro è mediocre.
I problemi del mondo del lavoro che davvero vedo oggi sono il precariato, lo scarso riconoscimento della professionalità, il concetto ormai del tutto sorpassato che non conta come lo fai basta farlo, il sottovalutare la passione e il lavoro di squadra. Lo stesso sistema sindacale andrebbe raddrizzato. Va bene che le lotte sindacali nascono nelle fabbriche, ma non è possibile che ancora oggi quelli più tutelati siano là, e che tra un metalmeccanico e un poveraccio che ha un ccnl del commercio ci sia un abisso di tutele (basti pensare alle malattie). E va bene che gli straordinari pagati servono anche per evitare che, per guadagnarci, i turni alla catena di montaggio - che sono devastanti - vengano aumentati senza ritegno. Però non vedo perché un poveraccio che lavora al call center possa fare 5 ore di pausa tra turni di 8 ore senza che nessuno scenda in piazza con gli striscioni e minacci sciopero generale... Tanto ha un contratto da precario, che fa, alza la voce o dice "se non mi pagate non mi presento?". Ma di controlli non se ne fanno...
Sono d'accordissimo,e lo dico perchè ho lavorato in team: per lungo tempo ho prestato servizio negli hospice,che sono, lo sapete tutti,le strutture sanitarie che si occupano delle persone che hanno malattie cosiddette terminali (tumori e altre gioie).Una parentesi sugli straordinari non pagati. Non investirei un gettone del lavaggio automatico su uno che dice "faccio le mie 8 ore e poi mi cade la penna". E non è perché non penso che gli straordinari vadano pagati, ma perché è indicativo della totale assenza di coinvolgimento e passione per quello che si fa. Chi è abituato a lavorare in team (ci sono contesti diversi, ovviamente) sa quanto l'anello debole può creare problemi e una persona che fa il minimo sindacale è una zavorra o nei casi peggiori un collo di bottiglia. Se lo subisci lo detesti perché devi lavorare per 2 per compensazione, se sei come lui nella migliore delle ipotesi sei frustrato perché il tuo lavoro è mediocre.
E' vero.Credetemi,tutto questo (anche la frase dopo che non sono riuscita ad inserire),si verifica anche nell'ambiente sanitario,e lì,in più c'è la piaga della raccomandazione:non importa se sei professionale,serio,se cerchi di dare il tuo meglio,se hai esperienza:c'è sempre il raccomandato che,anche se sbarbino appena laureato e francamente inesperto,si "accatta"il ruolo migliore,e tu,che raccomandato non sei ,fai il fanalino di coda a vita,con trattamenti economici da schifo.I problemi del mondo del lavoro che davvero vedo oggi sono il precariato, lo scarso riconoscimento della professionalità, il concetto ormai del tutto sorpassato
Un'illusione dell'attuale società è che si possa avere tutto. Non puoi avere una fantastica carriera e una fantastica famiglia. Di solito dietro la facciata di successo, ci sono famiglie che così di successo non sono semplicemente perché non puoi essere sempre presente: se hai un lavoro che ti vuole sempre focalizzato 24 ore su 24 non puoi gestire l'influenza del pupo o la recita all'asilo. E se sei un uomo è "normale" dire "cara, il bimbo ha vomitato, pulisci", se sei una donna no. Anche perché fino a prova contraria la maternità non è delegabile al marito. Una volta si diceva "dietro a ogni grande uomo c'è una donna esausta". In ogni famiglia ci sono dei sacrifici da fare, il problema è che tendono a essere tutti in una sola direzione. Per una donna dai 25 ai 38 anni inizia la fase lavorativa in cui guardano se hai anelli nell'anulare, ti chiedono con chi vivi non osando fare la domanda diretta perché è illegale, ti pagano poco perché sei una donna. Se esci indenne da quel momento poi sei "neutra". Ma nel percorso tante si perdono per strada...A proposito di poveri giovani:c'è questo articolo in cui parla del fatto che le coppie italiane non hanno più figli e delle possibili motivazionihttp://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/17/bonus-bebe-unarma-spuntata-per-la-natalita/2737049
Riguardo ai colletti bianchi (che non esistono più da decenni nel significato originario dell'espressione se non in pochissimi settori), un giovane freelance che fa 3 lavori contemporaneamente per guadagnare 1500 euro in partita iva non credo si possa definire uno che non ha voglia di lavorare. Lo stress da lavoro correlato ad esempio è un privilegio da lavoro "pulito", ma quando vedi padri di famiglia 40enni in preda ad attacchi di panico o con l'esaurimento nervoso a causa del lavoro, il primo pensiero che viene è che forse era davvero meglio andare a lavorare in fabbrica, che almeno finito il turno torni dalla tua famiglia e chi s'è visto s'è visto, anziché lavorare 16 ore al giorno con pressioni indicibili per guadagnare uno stipendio con cui a stento sfami la famiglia (mica stipendi da mega-manager).le lotte si son sempre fatte dai disagiati del lavoro da chi fa il c...ulo nei cantieri in fabbrica e nei posti ad alto rischio e mai fra colletti bianchi e chi lavora "pulito".
oggi è di moda parlar male del sindacato perché tutti fan così....
I padroni alzano il bastone? Ma se manco arrivano a fine mese per la concorrenza delle multinazionali, il bastone l'hanno portato al banco dei pegni.i padroni alzano di nuovo il bastone e nessuno glielo toglie di mano per darglielo sulla schiena.
cosa ti ha impedito di farlo?è che forse era davvero meglio andare a lavorare in fabbrica, che almeno finito il turno torni dalla tua famiglia e chi s'è visto s'è visto, anziché lavorare 16 ore al giorno con pressioni indicibili per guadagnare uno stipendio con cui a stento sfami la famiglia (mica stipendi da mega-manager).
cosa ti ha impedito di farlo?
forse l'illusione di avere di più o l'avidità di essere del mondo di cartapesta di oggi?
siete tutti illusi da illusionisti del potere che vi fanno credere chissà cosa per poi prendervi a calci nei c... e voi a piangere poi per il trattamento se lo avete capito.
il bastone l'hanno portato al banco dei pegni.
te forse vai al monte dei pegni non il padrone ricordalo sempre questo e se il padrone ci va è solo perché a te la pelle giù l' ha tolta.
ell'operato dei sindacati nella tutela dei lavoratori, soprattutto in occasione dei licenziamenti, ne parlo senza che mi si possa accusare di qualunquismo visto che ne ho esperienza diretta. Mi quasi verrebbe da dire il contrario, ovvero che si parla bene dei sindacati italiani per sentito dire, ignorando (magari per ideologia) tutte le occasioni in cui barattano qualche poltrona o qualche beneficio individuale coi diritti dei lavoratori .
Quelli francesi sono su un altro livello, almeno non tutelano pochi lavoratori a scapito di tutti gli altri. I sindacati non fanno gli interessi dei lavoratori, fanno gli interessi dei loro iscritti, che sono pensionati (eh già!), lavoratori pubblici e qualche lavoratore produttivo.
Guarda che mica parlavo di me. E poi se uno non va in fabbrica secondo te è per avidità, non perché MAGARI vorrebbe realizzarsi in qualcosa che ama?cosa ti ha impedito di farlo?
forse l'illusione di avere di più o l'avidità di essere del mondo di cartapesta di oggi?
siete tutti illusi da illusionisti del potere che vi fanno credere chissà cosa per poi prendervi a calci nei c... e voi a piangere poi per il trattamento se lo avete capito.
Ma di quali padroni parli? Che cos'è il padrone?? Nella FCA chi è il padrone? Marchionne che domani se ne esce con la sua lauta buonuscita? I padroni di un tempo, quelli che avevano la fabbrichetta, oggi faticano a chiudere in pari perché non reggono più la concorrenza con le multinazionali, quelli illuminati chiedono sforzi ai dipendenti che spesso sono così miopi da non capire che se chiude la baracca vanno a casa, gli altri sono così arretrati da non capire che tagliando sull'innovazione, sui posti di lavoro e assumendo in nero non ottengono nulla. I sindacati appaiono, dicono di iscriversi e se non ti iscrivi fatti tuoi, non esisti e non sei un problema, vengono giusto a fare quelle due riunioni obbligatorie in cui ti dicono che te lo meriti perché non sei iscritto e finita la burocrazia.il bastone l'hanno portato al banco dei pegni.
te forse vai al monte dei pegni non il padrone ricordalo sempre questo e se il padrone ci va è solo perché a te la pelle giù l' ha tolta.
La Francia non sta cmq meglio dell'Italia, però ha meno debito pubblico, che in Italia è stato fatto per tanti motivi (non come in Grecia ma è stato fatto, si sonor egalati soldi a chi non ne aveva alcun diritto anche proprio per far tacere quelli che la vedono come te, che sei rimasto agli anni 70)cosa ti ha impedito di farlo?
forse l'illusione di avere di più o l'avidità di essere del mondo di cartapesta di oggi?
siete tutti illusi da illusionisti del potere che vi fanno credere chissà cosa per poi prendervi a calci nei c... e voi a piangere poi per il trattamento se lo avete capito.
il bastone l'hanno portato al banco dei pegni.
te forse vai al monte dei pegni non il padrone ricordalo sempre questo e se il padrone ci va è solo perché a te la pelle giù l' ha tolta.
se qualche diritto ancora lo hai è perché qualcuno prima di te si è dato da fare con sindacato e non
il sindacato in certi periodi è andato in accordo con il padrone per poltrone e varie questo non è un punto a suo favore ma ricordati sempre che se questo è potuto accadere è perché ci sono stati individui predisposti a ciò
individui che forse hanno anteposto il loro interesse a quello degli operai oppure al l arrivismo ed avidità.
pensi di essere il solo che ha avuto esperienze dirette nel sindacato?
fammi capire in che epoca .....forse io ce stavo e t'ho incontrato ..ahahahahha
può darsi che le epoche siano diverse ....
una cosa è certa io ce stavo e ne sono uscito in contrasto per quanto da te citato ma sempre partecipe mai dall'altra parte anche se potevo .
sui Francesi in questo li ammiro perché non sono come noi italioti ...mi fermo qui altrimenti me rovino la giornata ed io debbo andare in campagna a rilassarmi.
fatico ma mi rilasso stancandomi dato che sto nel mio mondo ...la natura e il silenzio.
adesso vado in campagna
Quoto tuttoGuarda che mica parlavo di me. E poi se uno non va in fabbrica secondo te è per avidità, non perché MAGARI vorrebbe realizzarsi in qualcosa che ama?
Ma di quali padroni parli? Che cos'è il padrone?? Nella FCA chi è il padrone? Marchionne che domani se ne esce con la sua lauta buonuscita? I padroni di un tempo, quelli che avevano la fabbrichetta, oggi faticano a chiudere in pari perché non reggono più la concorrenza con le multinazionali, quelli illuminati chiedono sforzi ai dipendenti che spesso sono così miopi da non capire che se chiude la baracca vanno a casa, gli altri sono così arretrati da non capire che tagliando sull'innovazione, sui posti di lavoro e assumendo in nero non ottengono nulla. I sindacati appaiono, dicono di iscriversi e se non ti iscrivi fatti tuoi, non esisti e non sei un problema, vengono giusto a fare quelle due riunioni obbligatorie in cui ti dicono che te lo meriti perché non sei iscritto e finita la burocrazia.
Ma poi, quali sono i diritti oggi? L'articolo 18 l'hanno cancellato, non in questa, ma in tante riforme che lo hanno via via snaturato (punto di non ritorno con la Fornero, utilità dei sindacati non pervenuta, del resto è un paese in astinenza di leader con una visione del futuro, lo vediamo in politica e lo vediamo lì). I diritti sono non licenziare un dipendente pubblico che ruba o che si fa timbrare il cartellino dal collega o che non fa il suo lavoro come dovrebbe?
Che credibilità può avere un sindacato che fa sciopero per provvedimenti disciplinari verso dei dipendenti che guardano la partita anziché lavorare? Se tutelassero i lavoratori anziché i loro iscritti direbbero "fuori voi che rubate lo stipendio, dentro chi vuole lavorare". E come azienda avrei tutti i diritti a vedere col fumo negli occhi chi mi impone di tenere delle zavorre simili a busta paga.
Come ho già detto il sindacato HA FATTO e ha fatto tanto per questo paese. Mio nonno era comunista e ha lavorato 35 anni nella stessa fabbrica, quindi so benissimo che erano solidali e si attivavano per il bene comune. Avevo la massima fiducia nel sindacato ma ne l'hanno fatta passare e ora sono inferocita per quello che sono diventati. Detto questo, vorrei evitare di dover snocciolare tutti i casi di inadeguatezza degli attuali sindacati, anche perché temo che anche altri avrebbero esempi da aggiungere e si finirebbe per uscire dal topic.
Tanto io non convincerò te e tu non potrai cancellare i pessimi esempi di "lotta sindacale" che ho visto da 15 anni a questa parte.
Dalla tua affermazione mi pare di capire che per te a 35 anni la normalità sia non avere esperienze lavorative a parte lo studio. Lo dici per sentito dire, non ci credo che sia legato a qualche evidenza empirica. Questa storia dei giovani bamboccioni ha francamente stancato. Io lavoravo a tempo pieno ai tempi dell'università e mi dovevo pure sorbire l'acredine dei professori che dicevano che o si studia o si lavora. Non sia mai che lo studio diventi egualitario.avete 35 anni?
forse si ...esperienze lavorative ? oltre lo studio intendo
ok cercherò di essere breve altrimenti mi impicco da solo dal momento che non ho titoli di studio che mi permettono di dilungarmi troppo data la mia sola 5 elementare.
sicuramente sono uno di quelli fermo agli anni 70 -80 ...avevo fame allora e lavoravo di tutto e di più oltre che per quello che passava il convento e senza possibilità di scelta.
realizzarsi in qualcosa che si ama è come dire aspetto che capita tanto ho mamma e papà.
Realizzarsi in qualcosa che si ama non vuol dire non fare niente, ma allevare l'uovo oggi per avere la gallina domani, anche a costo di mangiare ghiande nel frattempo (e sì, non tutti hanno i genitori alle spalle). E' rifiutare un impiego comodo (e che ti appassiona quanto una puntata di Maria de Filippi) in qualche azienda para-statale per sputare sangue con contratti precari a 70 ore di lavoro a settimana per anni finché non arrivi a un lavoro stabile e finalmente dignitosamente retribuito dove comunque è sempre tutto in salita, tra licenziamenti, riorganizzazioni e crisi del mercato. Ma che ti regala emozioni e che quando lasci anche solo per qualche giorno di ferie ne senti la mancanza. Fare qualcosa che non si ama è la principale causa per cui tanti rubano lo stipendio e odiano il loro posto di lavoro. E per chi lavorerà fino a 80 è un ottimo modo per sprecare l'intera vita.realizzarsi in qualcosa che si ama è come dire aspetto che capita tanto ho mamma e papà.
Cara Ninje,hai fatto il mio ritratto preciso preciso;io ho fatto questa scelta senza avere fra l'altro genitori alle spalle (direi che sono stata un po' incosciente forse,ma vabbeh)di ore ne lavoro non dico 70 ma quasi,e gli anni sono ormai vicini alla ventina,e non si tratta di salita pura e semplice,ma parete ripida da scalare con piccozza, ramponi,corde e moschettoni,e sono a tutt'oggi precaria.Realizzarsi in qualcosa che si ama non vuol dire non fare niente, ma allevare l'uovo oggi per avere la gallina domani, anche a costo di mangiare ghiande nel frattempo (e sì, non tutti hanno i genitori alle spalle). E' rifiutare un impiego comodo (e che ti appassiona quanto una puntata di Maria de Filippi) in qualche azienda para-statale per sputare sangue con contratti precari a 70 ore di lavoro a settimana per anni finché non arrivi a un lavoro stabile e finalmente dignitosamente retribuito dove comunque è sempre tutto in salita, tra licenziamenti, riorganizzazioni e crisi del mercato. Ma che ti regala emozioni e che quando lasci anche solo per qualche giorno di ferie ne senti la mancanza. Fare qualcosa che non si ama è la principale causa per cui tanti rubano lo stipendio e odiano il loro posto di lavoro. E per chi lavorerà fino a 80 è un ottimo modo per sprecare l'intera vita.