Le Origini
Già in epoca precristiana il culto principale nella greca Zancle era rivolto alla regina delle messi, Demetra. Ancor prima, in epoca preistorica, risulta documentata l'adorazione della Dea Madre, origine della vita. cristianesimo, in città nasce la devozione a Maria Madre di Dio. La pia tradizione dell'invio della Sacra Lettera di protezione, costituisce il riferimento primigenio della fede dei messinesi alla Vergine. Quindi, da quasi duemila anni la nostra città risulta votata a Maria.
Le fonti storiche riferiscono alla prima metà del cinquecento la realizzazione del grande carro trionfale che ogni 15 agosto corre veloce per le vie di Messina, a conferma del patto indissolubile che lega i devoti alla loro celeste patrona.
La Vara è un carro di forma piramidale, alto circa 14 metri, dal peso di circa 8 tonnellate, che viene fatto slittare sull'asfalto bagnato. Il traino avviene ad opera di circa un migliaio di devoti, uomini e donne giovani ed anziani, che tirano attaccati alle due gomene lunghe ciascuna oltre 110 metri. Attorno alla base, poggiati ad un reticolo di stanghe a crociera, vogatori e timonieri ne dirigono il percorso di volta in volta correggendo eventuali sbandamenti del carro. Il nome Vara è spesso alternato a quello di Bara, tale essendo la teca che contiene il corpo esangue della Madonna, posto nel piano di base della struttura. Altresì è bene ricordare che tutti i termini relativi al carro ed ai suoi tiratori sono di derivazione marinara (timonieri, vogatori, gomene, ciurma, fischietto e bandiere), come pure barare è il verbo riferito allo spostarsi della nave quando scivola in acqua, conce la Vara scivola sull'asfalto.
Una sorta di enorme slitta sormontata dalla complessa raffigurazione allegorica dell'Assunzione, si muove al grido di Viva Maria (un tempo Viva la Madonna Santissima), senza sterzo e senza freni, miracolosamente.
Sopra la robusta slitta, un tempo in quercia e dal dopoguerra in ferro, vi erano 12 ragazzini che raffiguravano gli apostoli, attorno al corpo giacente della Vergine, seguono nuvole ed angeli e, contrapposti, sole e luna raggiati, quindi il globo terraqueo che sostiene la figura di Cristo, sulla cui destra poggia la candida Vergine. Il tutto è cosparso di figure variopinte di angeli, cherubini e serafini. Fino al 1860 tutti i personaggi erano viventi, ciò malgrado gli incidenti ,accaduti nei secoli XVII e XVIII, sempre risoltisi felicemente. La sostituzione con statue di legno e cartapesta fece venir meno il colloquio che, in dialetto messinese, si svolgeva tra l'alma Maria e suo Figlio durante le soste. L'intera struttura che è costituita dall'assemblaggio di decine di pezzi che ogni anno vengono montati e smontati, poggia su di una struttura in ferro battuto detta campana, che comprende articolati ingranaggi meccanici che, mossi da abili manovratori, fanno animare tutto l'apparato durante il tragitto, conferendo ulteriore fascino.
Percorsi e Tiratori
L'attuale percorso inizia da Piazza Castronovo e segue la Via Garibaldi corsia lato mare sino a giungere all'incrocio con Via I Settembre. Qui avviene la manovra più complessa, detta "girata" o "virata", per mettere la Vara in asse ed affrontare il breve tratto di strada che separa da Piazza Duomo. Se la Vara viene fermata nell'ultimo strappo lungo di Via Garibaldi, quasi di fronte all'ingresso del Banco di Sicilia, è bene ricordare che i tiratori e, quindi per le corde , devono necessariamente giungere 120 metri più a sud, sin quasi all'edificio della Cassa di Risparmio V.E.. Lo stesso avverrà di lì a poco, quando con l'ultimo stratto, che porta la Vara in Piazza Duomo (in asse con la porta principale), i tiratori raggiungono e superano il Corso Cavour. Questi tiratori, per antica tradizione appartengono al più autentico popolo, cui in antico si univano gli esponenti dell'aristocrazia cittadina. Resta comunque straordinaria la coesione che questa cerimonia riesce ancor oggi a suscitare. Elemento di partecipazione civile certamente ineguagliata, segno di un'identità raggiunta per antica consuetudine, quasi miracolo di Maria Santissima, sacro e profano si fondono in maniera parossistica, quasi che i devoti, con la forza e la fatica, oltre che riscattarsi dalle colpe di un anno, anch'essi sembrano protagonisti partecipi dell'Assunzione di Maria in anima e corpo. Grande devozione, grande emozione quella che segue l'invocazione di "Viva Maria!".
Tre chilometri il percorso, tre ore la durata, un rito irripetibile, irrinunciabile, per 100.000 messinesi. Proprio un legame viscerale unisce nel rito celebrativo divinità e devoto, tanto che, quando il progetto di costruzione del nuovo tracciato tranviario ha visto contrapporsi, per evidente impossibilità di coesistenza, il tram alla Vara, l'autentico popolo messinese, aduso ormai a subire ogni sorta di menomazione, ha reagito con orgoglio ed ha difeso sino in fondo il suo primo ed ultimo privilegio: quello di poter mostrare il proprio amore filiale a Maria Santissima. Il Comitato Vara, costituito spontaneamente, non ha esitato per l'occasione a rivolgere una specifica e circostanziata supplica a Sua Santità Giovanni Paolo II. Quindi, al di là del piano emozionale, è stato confermato il patto tra messinesi e Maria, stipulato quasi duemila anni fa. Non a caso le interruzioni dei fasti celebrativi d'agosto coincidono, nello scorrere dei secoli, sempre con gravi sciagure per la città.
L'importanza della festa messinese, oltre che dalla lunga storia e dalla corale partecipazione, è sottolineata dalla diffusione che la celebrazione, con il carro dell'Assunta, ebbe in varie città. In Sicilia,Randazzo il 15 Agosto si unisce idealmente a Messina, portando in processione un simulacro che ripete i caratteri della grande "machina" messinese. Nella vicina Calabria, Palmi, Seminara, Polistena e Rosarno celebravano la festa dell'Assunta con modalità identiche al prototipo siciliano. Di queste feste resta attiva solo quella della città di Palmi, che peraltro si svolge con cadenza pluriennale. A Palmi ben si conserva la tradizione dell'abbinamento della devozione alla Madonna della Lettera nella ricorrenza dell'Assunta. Nella cittadina calabrese sono pure presenti le figure dei Giganti, anche se qui i simulacri non sono a cavallo. Infine, interessante è la persistenza all'apice della Vara (qui chiamata Varia) di personaggi viventi nei ruoli di Gesù e dell'Alma Maria.
Rapporti significativi, di recente ripresi, legano i rispettivi Comitati Vara di Messina e Palmi, a conferma di un rapporto antico e privilegiato tra le due città.
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