sito della LAC - Lega Abolizione caccia, lettera scritta un anno fa da un signore..
PIANGO IL MIO CANE UCCISO DAI CACCIATORI
Nei giorni scorsi sono stati pubblicati interventi, su fronti diversi, relativamente a uno spiacevolissimo incidente di caccia in cui il mio cane e' stato ucciso. Proprio perche' l'episodio non deve essere strumentalizzato, vi raccontero' da sfortunato protagonista che cosa e' realmente accaduto.
Sono un pensionato di 77 anni, non ne' "verde" ne' cacciatore, amo semplicemente la natura e ho deciso di vivere in campaga. Con i cacciatori che frequentano spesso le mie zone non ho mai avuto pregiudizi, anche se non condivido la loro passione e spesso mi trattengo con loro a fare cordialmnte "quattro chiacchiere".
Mercoledi' dell'altra settimana, dopo pranzo, era una bellissima giornata autunnale e, come qualche volta mi accade, mi sentivo, per la mia eta', in forma e con voglia di fare; avevo deciso di andare nel bosco a raccogliere un po' di legna secca. In questi casi non mancava mai di accompagnarmi il mio convivente e buion amico a quattro zampe: Toby.
Sulla strada che avevo deciso di percorrere (e' una strada comunale percorribile da mezzi agricoli), il mio amico a quattro zampe, poco piu' avanti di me, e' stato ucciso da un colpo di arma da fuoco, li' proprio in mezzo alla strada; sentito lo sparo ho subito urlato e ho avuto paura di essere colpito anch'io. Sono arrivati i cacciatori, chi ha sparato mi ha detto di averlo scambiato per un cinghiale. Si', c'era la caccia al cinghiale e non c'erano, per chi proveniva dalla mia direzione, cartelli indicanti la battuta di caccia in corso altrimenti, ovvio, me ne sarei stato a casa.
Il mio Toby sembrava che dormisse li' in mezzo alla strada,nessuno mi ha chiesto come stavo, se volevo chiamare un familiare (io non ho il telefonino mentre i cacciatori ne avevano diversi), pero' hanno avuto premura di chiedermi nome e cognome e -bonta' loro- mi hanno buttato il cane sul trattore.
Da solo sono tornato a casa e Dio solo sa quanto avrei voluto che quel viaggio con il mio amico caldo e immobile dietro di me fosse stato solo un incubo.
Scusate, dimenticavo: i cacciatori non si sono scordati di me, piu' tardi il cacciatore direttamente responsabile dell'accaduto mi ha raggiunto presso la mia abitazione. Qualcuno potrebbe essere portato a pensare che fosse venuto per scusarsi dello spiacevole accaduto o per chiedermi come stavo., ma non e' cosi'.
Con una delicatezza che lascio voi immaginare, mi ha chiesto se il cane fosse stato in regol, perche' se cosi' non fosse stato avremmo, noi, passato dei grossi guai.
Questi sono i fatti, chissa' se i cacciatori hanno raccontato la stessa cosa.
Oggi sono affaticato e triste, non mi sento "in forma" come quel mercoledi' prima dell'accaduto, per cui mi era venuta voglia di andare a farmi un giro. Sono qui seduto sul divano ad aspettare che arrivi ora di cena, avrei fatto bene a fare cosi' anche mercoledi' scorso, cosi' perlomeno sul divano saremmo stati in due.
G.M.
(Lettera Pubblicato dal Secolo XIX, 14 Ottobre 2007)
PIANGO IL MIO CANE UCCISO DAI CACCIATORI
Nei giorni scorsi sono stati pubblicati interventi, su fronti diversi, relativamente a uno spiacevolissimo incidente di caccia in cui il mio cane e' stato ucciso. Proprio perche' l'episodio non deve essere strumentalizzato, vi raccontero' da sfortunato protagonista che cosa e' realmente accaduto.
Sono un pensionato di 77 anni, non ne' "verde" ne' cacciatore, amo semplicemente la natura e ho deciso di vivere in campaga. Con i cacciatori che frequentano spesso le mie zone non ho mai avuto pregiudizi, anche se non condivido la loro passione e spesso mi trattengo con loro a fare cordialmnte "quattro chiacchiere".
Mercoledi' dell'altra settimana, dopo pranzo, era una bellissima giornata autunnale e, come qualche volta mi accade, mi sentivo, per la mia eta', in forma e con voglia di fare; avevo deciso di andare nel bosco a raccogliere un po' di legna secca. In questi casi non mancava mai di accompagnarmi il mio convivente e buion amico a quattro zampe: Toby.
Sulla strada che avevo deciso di percorrere (e' una strada comunale percorribile da mezzi agricoli), il mio amico a quattro zampe, poco piu' avanti di me, e' stato ucciso da un colpo di arma da fuoco, li' proprio in mezzo alla strada; sentito lo sparo ho subito urlato e ho avuto paura di essere colpito anch'io. Sono arrivati i cacciatori, chi ha sparato mi ha detto di averlo scambiato per un cinghiale. Si', c'era la caccia al cinghiale e non c'erano, per chi proveniva dalla mia direzione, cartelli indicanti la battuta di caccia in corso altrimenti, ovvio, me ne sarei stato a casa.
Il mio Toby sembrava che dormisse li' in mezzo alla strada,nessuno mi ha chiesto come stavo, se volevo chiamare un familiare (io non ho il telefonino mentre i cacciatori ne avevano diversi), pero' hanno avuto premura di chiedermi nome e cognome e -bonta' loro- mi hanno buttato il cane sul trattore.
Da solo sono tornato a casa e Dio solo sa quanto avrei voluto che quel viaggio con il mio amico caldo e immobile dietro di me fosse stato solo un incubo.
Scusate, dimenticavo: i cacciatori non si sono scordati di me, piu' tardi il cacciatore direttamente responsabile dell'accaduto mi ha raggiunto presso la mia abitazione. Qualcuno potrebbe essere portato a pensare che fosse venuto per scusarsi dello spiacevole accaduto o per chiedermi come stavo., ma non e' cosi'.
Con una delicatezza che lascio voi immaginare, mi ha chiesto se il cane fosse stato in regol, perche' se cosi' non fosse stato avremmo, noi, passato dei grossi guai.
Questi sono i fatti, chissa' se i cacciatori hanno raccontato la stessa cosa.
Oggi sono affaticato e triste, non mi sento "in forma" come quel mercoledi' prima dell'accaduto, per cui mi era venuta voglia di andare a farmi un giro. Sono qui seduto sul divano ad aspettare che arrivi ora di cena, avrei fatto bene a fare cosi' anche mercoledi' scorso, cosi' perlomeno sul divano saremmo stati in due.
G.M.
(Lettera Pubblicato dal Secolo XIX, 14 Ottobre 2007)