Il link di Lidia è interessante soprattutto nella parte che riguarda la concezione dello spazio e del tempo: è dalla loro visione di uno spazio praticamente infinito che deriva la loro grande difficoltà, se non impossibilità, di stabilirsi in una casa, di fermarsi in un paese acquisendone così regole e consuetudini. La nostra organizzazione sociale, economica, la nostra percezione della proprietà e quindi i nostri punti di riferimento fanno sì che il nostro spazio sia pieno di limiti e di barriere (la mia casa, il mio denaro, la mia famiglia, il mio lavoro....) cosicchè superare certe barriere diventa qualcosa di moralmente disdicevole.
Insomma, per noi individualisti col senso del possesso superare le barriere è un'aggressione, una violenza, è motivo di disprezzo, mentre per il loro modo di percepire le cose noi siamo persone limitate, chiuse ed egoiste.
In realtà, penso che da una parte e dall'altra ci sia solo paura, diffidenza e quindi distanza (quando questi sentimenti non vengono letti razionalmente, si cade nell'odio, nel disprezzo).
Ho letto di atti di dispregio come fare bisogni in giro per casa, mangiare il cibo e distruggere qualche suppellettile: vero, ma lo paragonerei al trattamento chiaramente dispregiativo che ricevono ovunque si rechino: i campi di accoglienza -quei pochi che ci sono- sono vicini alle discariche, in luoghi-rifiuto, in cui generalmente non c'è luce, nè acqua, nè furgoni che vengano a ritirare l'immondizia; non ho ancora avuto il piacere di vedere un vigile urbano che si fermi a chiedere ad un bambino zingaro dove sono i genitori, nè qualche donna che, invece di dare qualche centesimo ai semafori gli dia un pacchetto di biscotti o un panino: mia madre tempo fa ha dato ad un bimbo che puliva gli specchietti di un'auto un bel pezzo di pizza, e ha detto che lui le ha fatto un sorriso immenso e non le ha chiesto un soldo.
In Africa ci sono uomini che si portano con naturalezza una nudità che a noi mette imbarazzo anche solo al pensiero; in Amazzonia si mangiano le tarantole e bruchi di mezzo chilo; in Svezia si fanno la sauna e poi si vanno a rotolare sulla neve in mutande; in Spagna trovano divertente farsi incornare il sedere dai tori o ucciderli per dissanguamento durante le corride; i nomadi vivono su case mobili e pensano che sottrarre delle cose agli altri sia un modo come un altro per vivere, perchè non hanno esperienza di cosa sia la proprietà privata.
Superiamo l'idea che qualunque cosa diversa si debba guardare con sospetto e cerchiamo di rendere la loro esistenza più dignitosa possibile, costruiamo campi decenti, servizi sufficienti: magari continueranno a cercare di fregarti il portafogli e la catenina (lo fanno ladri di tutte le nazionalità), ma almeno non ti distruggeranno la casa e le cose care, perchè non avranno l'astio di chi si sente trattato come un rifiuto.