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Epicuro e la '' Lettera sulla felicità ''

Masolino

Bannato
Scrisse Epicuro nella ''Lettera sulla felicità '':

« Tὸ φρικωδέστατον οὖν τῶν κακῶν ὁ θάνατος οὐθὲν πρὸς ἡμᾶς, ἐπειδήεπερ ὅταν μὲν ἡμεῖς ὦμεν, ὁ θάνατος oὐ πάρεστιν, ὅταν δὲ ὁ θάνατος παρῇ, τόθ' ἡμεῖς οὐκ ἐσμέν. »


« Il più temibile, dunque, dei mali, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi la morte è assente e quando lei è presente non ci siamo più noi. »

Ritenete che sia possibile arrivare a condividere il pensiero di Epicuro ?
 

piccola_driade

Giardinauta
« Il più temibile, dunque, dei mali, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi la morte è assente e quando lei è presente non ci siamo più noi. »

Io non penso che la morte sia "il più temibile dei mali".
Ma qui ci sarebbe da disquisirne per una.... vita. :eek:k07: appunto!

Comunque credo sia condivisibilissimo come pensiero, è positivo e semplicistico (se posso permettermi di definire così un pensiero di Epicuro).

Positivo perchè se prendessimo così le cose, avrebbe perfettamente ragione. "Siamo vivi non preoccupiamoci".

Semplicistico perchè non è molto fattibile, in quanto è peculiarità di noi esseri umani pensare, rimuginare affliggerci per le cose che ci preoccupano. Specialmente le cose future sulle quali non abbiamo nessuna certezza o sicurezza e che tantomeno possiamo prevedere.
La morte è una di queste "incognite", ci dà da pensare.
è questo che a mio parere indebolisce il pensiero di Epicuro.

Ovvio che questo è il mio pensiero. Giusto o sbagliato che sia... :hehe:

:Saluto:
 
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M

margherita51

Guest
Mi è capitato di meditare su questa riflessione di Epicuro leggendo Orazio, che è poi il mio autore latino preferito. Morire è nell'ordine naturale delle cose, certo mentre gli anni inesorabilmente passano bisogna preparasi ed accettarla. In questo lavoro mentale che mi accompagna da tempo, senza tristezza però, c'è spazio, ti sembrerà strano, anche per questo pensiero di Epicuro che spesso mi torna in mente. Solo un epicureo poteva esprimersi così sulla morte. Ci vuole una gran forza d'animo però, soprattutto ai nostri tempi. Oggi si fa di tutto per evitare persino di parlarne: imperversa il mito dell'eterna gioventù, questo penso renda ancora più difficile accettarla. Personalmente non è la morte in sè che mi fa paura ma il momento del trapasso che il progresso della medicina ed una legislazione recente e poco rispettosa della costituzione sembrano rendere sempre più lungo e doloroso per tanti.
 

Masolino

Bannato
Mi è capitato di meditare su questa riflessione di Epicuro leggendo Orazio, che è poi il mio autore latino preferito. Morire è nell'ordine naturale delle cose, certo mentre gli anni inesorabilmente passano bisogna preparasi ed accettarla. In questo lavoro mentale che mi accompagna da tempo, senza tristezza però, c'è spazio, ti sembrerà strano, anche per questo pensiero di Epicuro che spesso mi torna in mente. Solo un epicureo poteva esprimersi così sulla morte. Ci vuole una gran forza d'animo però, soprattutto ai nostri tempi. Oggi si fa di tutto per evitare persino di parlarne: imperversa il mito dell'eterna gioventù, questo penso renda ancora più difficile accettarla. Personalmente non è la morte in sè che mi fa paura ma il momento del trapasso che il progresso della medicina ed una legislazione recente e poco rispettosa della costituzione sembrano rendere sempre più lungo e doloroso per tanti.

Sono d'accordo con le tue riflessioni sulla preparazione al ''passaggio'', che dovrebbe essere più agevole per chi è credente.
La religione cattolica e cristiana più in genere considerano la vita terrena un passaggio in vista di una vita eterna, ma per accettare con serenità l'dea e poi l'attraversamento dell' Ἂχέροντος occorre una profonda religiosità ''sostanziale'' e una preparazione .
A volte alcune circostanze negative della vita aiutano a conseguire codesta ''maturazione'' come ad esempio ''l'incontro'' con brutti mali, che fanno vedere da vicino θάνατος.
Bisognerebbe insegnare ai figli a vivere anche dentro di sè, a riflettere sull'ordine naturale delle cose, non a essere sempre proiettati all'esterno.
Purtroppo la società procede in senso contrario e pochi hanno la forza di andare contro corrente.
Buona giornata Margherita, ho letto le tue parole con vero piacere.
 

Hélène

Esperta Sezz. Rose
Sono pienamente d'accordo con Epicuro e con Lucrezio, che esprimeva lo stesso concetto in "De rerum natura".
 
S

scardan123

Guest
Personalmente non è la morte in sè che mi fa paura ma il momento del trapasso che il progresso della medicina ed una legislazione recente e poco rispettosa della costituzione sembrano rendere sempre più lungo e doloroso per tanti.

Concordo.
Piu che poco rispettosa della costituzione, direi poco rispettosa della volontà del malato.

Il concetto di Lucrezio è un po' diverso, e cioè che sulla paura della morte si fonda la religione (verissimo), religione che viene da "religo" = incatenare, intrappolare, perché incatena e chiude l'uomo in un mondo di paure e superstizioni che lo rendeono infelice e spaventato (inferno, punizioni, etc etc).
Invece il saggio ha il suo mondo interiore che gli fa da porto sicuro contro le avversità esterne, si cura poco delle cose terrene, di fare carriera, di arricchirsi, di essere più bello degli altri etc, guarda queste cose con distacco, ma allo stesso tempo non è vittima delle paure che la religione prova a inculcare e su cui altri speculano per acquisire potere.
Lucrezio però al contrario di epicuro ha una visione meno aristocratica: il saggio deve cercare di liberare gli altri dalle sciocche paure e dal loro inultile trafficare, rendendoli sereni.

Secondo me queste parole sono attualissime anora oggi, e lo saranno finché continueranno a esistere le religioni.
 

Erebo

Aspirante Giardinauta
mi permetto di rispondere alle parole di epicuro con questi versi di guido gozzano.

La differenza

Penso e ripenso: - Che mai pensa l'oca
gracidante alla riva del canale?
Pare felice! Al vespero invernale
protende il collo, giubilando roca.

Salta starnazza si rituffa gioca: 5
né certo sogna d'essere mortale
né certo sogna il prossimo Natale
né l'armi corruscanti della cuoca.

- O pàpera, mia candida sorella,
tu insegni che la Morte non esiste: 10
solo si muore da che s'è pensato.

Ma tu non pensi. La tua sorte è bella!
Ché l'esser cucinato non è triste,
triste è il pensare d'esser cucinato.
 

Masolino

Bannato
mi permetto di rispondere alle parole di epicuro con questi versi di guido gozzano.

La differenza

Penso e ripenso: - Che mai pensa l'oca
gracidante alla riva del canale?
Pare felice! Al vespero invernale
protende il collo, giubilando roca.

Salta starnazza si rituffa gioca: 5
né certo sogna d'essere mortale
né certo sogna il prossimo Natale
né l'armi corruscanti della cuoca.

- O pàpera, mia candida sorella,
tu insegni che la Morte non esiste: 10
solo si muore da che s'è pensato.

Ma tu non pensi. La tua sorte è bella!
Ché l'esser cucinato non è triste,
triste è il pensare d'esser cucinato.




Mi ricorda tanto , la papera di Gozzano, l'elettore italiano prima e dopo l'andata alle urne

:Saluto::Saluto::Saluto:
 
M

margherita51

Guest
Grazie Masolino per il tuo apprezzamento. Purtroppo non sono credente, ci ho provato ma proprio non è nelle mie corde ed ho con le gerarchie ecclesiastiche un rapporto difficile. Mi fermo qui per rispetto alle regole del forum e fra l’altro andrei fuori tema.

Scardan concordo, per la verità ma ho citato la Costituzione perché dovrebbe essere un punto fermo e in essa ci dovremmo riconoscere tutti in quanto cittadini. Poi chi ci governa quando legifera dovrebbe certamente considerare con maggior rispetto ed attenzione anche la volontà dell’individuo malato e sofferente invece siamo ai soliti giochi di potere.

Erebo non conoscevo questa poesia che ho apprezzato tantissimo. Le ultime considerazioni di Masolino mi hanno fatto sorridere…amaro. Quant’è vero purtroppo!
 

Masolino

Bannato
Grazie Masolino per il tuo apprezzamento. Purtroppo non sono credente, ci ho provato ma proprio non è nelle mie corde ed ho con le gerarchie ecclesiastiche un rapporto difficile. Mi fermo qui per rispetto alle regole del forum e fra l’altro andrei fuori tema.

Scardan concordo, per la verità ma ho citato la Costituzione perché dovrebbe essere un punto fermo e in essa ci dovremmo riconoscere tutti in quanto cittadini. Poi chi ci governa quando legifera dovrebbe certamente considerare con maggior rispetto ed attenzione anche la volontà dell’individuo malato e sofferente invece siamo ai soliti giochi di potere.

Erebo non conoscevo questa poesia che ho apprezzato tantissimo. Le ultime considerazioni di Masolino mi hanno fatto sorridere…amaro. Quant’è vero purtroppo!


Purtroppo, Margherita : Jean-Baptiste Santeuil : «castigat ridendo mores».
 
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