biro46
Maestro Giardinauta
Parte I - Relativa al cestello
Il cestello che io chiamo cestello-zattera lo uso con le mie Phalaenopsis botaniche e l'ho trovato molto utile per la coltivazione casalinga come alternativa alla classica zattera che, in casa, resta di più complessa gestione
E' fatto con classici listelli di legno duro 10x15 ma si possono realizzare anche in legno di abete con l'accortezza di poi dare una passata al legno con un flating all'acqua per evitare che marcisca velocemente.
Per le dimensioni dipende ovviamente dalla Phalaenopsis che si vuole inserire.
Perché questo tipo di cestello e non il classico?? La risposta e semplice, in natura come sono messe le phal?? Basta vedere delle fotografie di Phalaenopsis in natura e vediamo che queste sono con un andamento 'a testa in giù' o al più orizzontale e con questi cestelli volevo mettere le mie Phalaenopsis botaniche nel modo più 'naturale' possibile anche non usando le zattere per il motivo detto sopra.
Considerate che la mia collezione è in percentuale molto alta di Phalaenopsis botaniche e che con le zattere in inverno mi diventava impossibile gestire un centinaio di Phalaenopsis botaniche su zattera tenendole in sala e dovendole bagnare con molta frequenza, con il cestello-zattera ho risolto il problema permettendomi di bagnare con una minore frequenza come un cestello normale. Unico inconveniente, se così si può dire, è che questo tipo di cestello va sempre solo appeso essendo le foglie rivolte in basso.
Come si vede ha uno sviluppo verticale, ovvero è più alto che largo
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ed è diviso praticamente in tre parti:
La profondità a differenza dei classici cestelli non è eccessiva e deve essere sufficiente a contenere una quantità adeguata di composta per permettere un veloce drenaggio dell'acqua e una altrettanto veloce asciugatura questo mi permette di tenere tranquillamente fuori le piante senza pormi il problema di una composta eccessivamente fradicia come avveniva invece con i vasi se il periodo è molto piovoso quando le tengo in giardino
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La parte posteriore è in rete, questo permette oltre ad un ottimo drenaggio di far respirare le radici e non bloccare il loro sviluppo nel cesto.
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Se il cestello è grosso è opportuno mettere un legno di rinforzo per evitare che la rete fletta e possa uscire la composta.
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... prossimamente la parte 2 "come mettere la phalaenopsis nel cestello"
Il cestello che io chiamo cestello-zattera lo uso con le mie Phalaenopsis botaniche e l'ho trovato molto utile per la coltivazione casalinga come alternativa alla classica zattera che, in casa, resta di più complessa gestione
E' fatto con classici listelli di legno duro 10x15 ma si possono realizzare anche in legno di abete con l'accortezza di poi dare una passata al legno con un flating all'acqua per evitare che marcisca velocemente.
Per le dimensioni dipende ovviamente dalla Phalaenopsis che si vuole inserire.
Perché questo tipo di cestello e non il classico?? La risposta e semplice, in natura come sono messe le phal?? Basta vedere delle fotografie di Phalaenopsis in natura e vediamo che queste sono con un andamento 'a testa in giù' o al più orizzontale e con questi cestelli volevo mettere le mie Phalaenopsis botaniche nel modo più 'naturale' possibile anche non usando le zattere per il motivo detto sopra.
Considerate che la mia collezione è in percentuale molto alta di Phalaenopsis botaniche e che con le zattere in inverno mi diventava impossibile gestire un centinaio di Phalaenopsis botaniche su zattera tenendole in sala e dovendole bagnare con molta frequenza, con il cestello-zattera ho risolto il problema permettendomi di bagnare con una minore frequenza come un cestello normale. Unico inconveniente, se così si può dire, è che questo tipo di cestello va sempre solo appeso essendo le foglie rivolte in basso.
Come si vede ha uno sviluppo verticale, ovvero è più alto che largo
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ed è diviso praticamente in tre parti:
- la parte superiore in rete che serve a trattenere la composta
- la parte mediana in cui viene inserita la pianta
- la parte di fondo realizzata in modo da ottenere una specie di contenitore per altra composta, questa ultima parte può essere più o meno alta in base alla pianta che deve essere inserita
La profondità a differenza dei classici cestelli non è eccessiva e deve essere sufficiente a contenere una quantità adeguata di composta per permettere un veloce drenaggio dell'acqua e una altrettanto veloce asciugatura questo mi permette di tenere tranquillamente fuori le piante senza pormi il problema di una composta eccessivamente fradicia come avveniva invece con i vasi se il periodo è molto piovoso quando le tengo in giardino
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La parte posteriore è in rete, questo permette oltre ad un ottimo drenaggio di far respirare le radici e non bloccare il loro sviluppo nel cesto.
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Se il cestello è grosso è opportuno mettere un legno di rinforzo per evitare che la rete fletta e possa uscire la composta.
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... prossimamente la parte 2 "come mettere la phalaenopsis nel cestello"