Banalmente: quello che c'avevo da ffa un l'ho fatto più. Ed ho continuato questo lavoro.
Questa è la migliore risoluzione di immagine di foglie che io possa ottenere da qui, prima di mercoledì.
Le ritengo affini e compatibili agli esemplari 3 e 4 (Vd. Spr), "oblunghe deteriorate". Questo, unitamente ad ogni altro riferimento visivo acquisito in loco e a posteriori, confrontando i corredi fotografici ora in Nostro possesso relativi a Diospyros, eliminata la possibilità di un errore di caricamento di file fotografici, porta nella direzione di considerare i campioni come corretti.
Questo morphema costituisce il 99% del fogliame sulla chioma.
Lo ritengo affine e compatibile con l'esempio B, Female Shoot, della tavola grafica di F. Hameed, dove evinco anche caratteristiche di foglia imparipennata, e quindi concordanti con l'ipotesi finora scherzosa di essere di fronte a un esemplare femminile.
Le foto 1 e 2, pag 1, non sono in contestazione. Ritraggono una appendice che prelevai salendo sull'albera, e il dettaglio di una foglia di essa. Il citato ramoscello giovane che lasciò l'acqua azzurro cyan.
Quest'altro morphema è rarissimo, 1% ca. del tot. delle parti foliari vegetativamente "integre".
Questa peculiarità evidente anche da terra, unita alla freschezza del ramo e alla precisa collocazione in esatta corrispondenza della ferita cava più grave, directly above in fatti, leggendo la torsione assiale del tronco, mi invitò
ipso facto a salire a ca. 4 m per un prelievo mirato, ed a postare queste foto come prime.
Erano da subito il focus centrale di interesse.
Pensai dapprima, come nominato
en passant in precedenza, ad una correlazione con l'agente patogeno, possibile, addirittura probabile se si trattasse della Necatrix (cfr. Link sulla rosellaria, pag.1:
http://www.plantwise.org/KnowledgeBank/Datasheet.aspx?dsID=47860).
Potrebbe trattarsi anche solo di questo. Una mutazione deformante, semplice: non sarebbe più in grado di crescere nella forma e modo e habitus consueti.
Comparando ora però le foto 1 e 2 con la stessa tavola del Hameed, le ritengo affini e compatibili con l'es. A, Male Shoot, oltre che agli esempi dei corredi fotografici in bibliografia, ed in particolare con la foglia presentata nel quadro di campioni secchi di foglie di Diospyros Lotus L. in basso a Sx.
Si tratta di una tavola di identificazione che assumeremo corretta e inequivocabile fino a prova contraria, per
pedigree e contesto di pubblicazione, Tropicos.org. Missouri Botanical Garden. 18 Jul 2017 <
http://www.tropicos.org/Image/100187663>
© 2017
Missouri Botanical Garden - 4344 Shaw Boulevard - Saint Louis, Missouri 63110
Ora viene il difficile : accordare un riconoscimento positivo inequivocabile tra la foto 1, pag. 1 di qst. discussione e la foglia specimen in basso a sx della tav. di Saint Louis, o la grafica del Hameed.
Entriamo nel dominio del parere opinabile, quando si cerchi un aggancio tra la realtà -la foglia-, la scienza -una tavola di riconoscimento reputata affidabile- e... la personale capacità di osservare. Quest'ultima è la variabile, da ogni punto di vista, che muta al variare dell'osservatore, in forma inevitabile, per così dire: costantemente variabile.
Per questo si parli per favore di accordare un riconoscimento.
Il mio parere è che questo caso sia positivo e concordabile:
saremmo di fronte ad un esemplare di Diospyros Lotus L. , probabilmente femminile.
Comunque con un evidente dimorfismo.
Forse d'origine patogena:
in qst caso direi da Rosellinia Necatrix; imputandola anche come causa principiante della degenarazione radicale e del colletto, che abbia lasciato un autostrada per ogni genere di opportunista, e includerei tra questi l'ipoteticamente riconosciuto Phellinus, frs Robustus; senza attribuire alla Carie l'origine della Malattia, che ha invece causato due cavità al colletto, di cui una in particolare molto importante, ma distante dalla zona in cui si manifestò il Phellinus almeno 70 cm; non significa, ma va considerato elemento indicativo, credo.
La sofferenza in ogni caso ha provocato un esteso quadro di marciume radicale.
Forse arrestabile, ma comunque ad uno stadio critico; ergo: risultati analisi, VTA, intervento.
Forse invece il dimorfismo ha un origine più complessa; ma sarebbe comunque interconnesso da una relazione diretta di causa-effetto alla malattia degenerativa. Richiamando l'iperbole di cui sopra un'ultima volta, potrebbe trattarsi di un dimorfismo con presenza di ibridazione spontanea dei caratteri sessuali, una mutazione correlata causalmente comunque al patogeno mortale.
Se caratteristiche più spiccatamente evidenti di tratti maschili dovessero presentarsi in quei rami individuali che presentino foglie paripennate e tondeggianti come in foto 1 e 2, pag. 1, ora sapremmo come individuarle.
Se per caso si rilevasse questa situazione, in qst caso direi che sarebbe meglio fare niente, positiva e assolutamente nulla.
Preparare un'area di schianto controllato, attraverso potatura, adeguamenti architettonici dell'intorno (leggasi: allontate le sdraio e gli ombrelloni dall'area di proiezione, eheheh) e forse dei tiranti, ma molto molto forse, che credo sarebbero gli elementi più pericolosi in questo ipotetico quadro.
Magari prelevare due o quattro o quanti si voglia bei rami dell'anno: tentare da agosto delle talee (dei due sessi, forse, stavolta). Ma magari anche no.
Solamente
sedere attenti e lasciare fare il loro corso alla natura a all'albero di <molto probabilmente> S. Andrea, e magari godere di uno spettacolo eccezionale, un po' come dei fuochi d'artificio eseguiti da un mozart dal metabolismo pluricentenario, e che potrebbero durare anche per un tempo sorprendentemente largo.
Se, se e se, ovvio.