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Ceresa Santa - marciume radicale

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Nell'aia di un piccolo borgo nella pedemontana trevisana esiste un esemplare di una ottantina d'anni d'un albero antico che chiamano ceresa santa, dai frutti (non commestibili) simili a ciliegie/caco.
È in grande sofferenza e un analisi ha mostrato esteso marciume radicale (35, forse 45%), tessuto spugnoso, funghi sulla corteccia delle radici ma anche nel meolo.
Un esperto lo dà per spacciato.
Conservo invece una flebile speranza che un intervento deciso di rimozione meccanica, applicazioni di neem, e copertura delle ferite con cera d'api o un mastice da innesti possa salvarlo. Convoco un consesso d'opinione, ché disperiamo un poco.
Grazie
 

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
IMG_6721.JPG IMG_6722.JPG La prima foto mostra corteccia alla base del tronco, la seconda un pezzo prelevato dall'interno d'una radice profonda giá spugnosa. L'odore è quello tipico del finferlo, chiodino. Riuscite a individuare di che micosi si tratti?
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Con finferlo o galletto si intende un fungo diverso dal chiodino.
Questo ultimo è in effetti un fungo saprofita/parassita, e le foto e la descrizione avvalorerebbero la ipotesi di una malattia degenerativa dell'apparato radicale dovuta ad Armillaria mellea (i chiodini).
Si tratta di micosi inguaribile, dunque non posso che concordare con quanto ti hanno già detto.
 

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Se effetivamente fosse Armillara Mellea non ci resterebbe che abbatterLa. Sto facendo qualche analisi. Grazie del tuo parere Alessandro.
 

brandegeei

Esperto in Fitopatologie
Ciao
il problema non è solo la presenza possibil di armillariella, ma la chioma sana sarebbe quella nella foto? comunque per inciso cera d'api e neem non servono proprio a nulla.
 

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Chioma sana? Non capisco....

L'albero è in sofferenza da tre anni ormai. Quale altro problema rileva Brandegeei?
 

brandegeei

Esperto in Fitopatologie
Ciao
ci sono delle tabelle di valutazione e la cosa fondamentale è la valutazione della chioma, qualunque sia la situazione meccanica, che può a volte essere recuperata con mezzi meccanici anche imponenti; non è mai possibile recuperare uno stato di deperimento della chioma collegato con uno stato di degrado elevato del tronco. Ergo se la chioma attuale è quella nella foto e non ha foglie e ne vegetazione presente, la pianta è da abbattere...
 

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
La chioma è stata ridotta drasticamente sei settimane fa a 1/4 della lunghezza dei rami per alleggerire il carico sul tronco (è stagione di raffiche di vento, c'è una certa tema e responsabilità) , sperando anche di stimolare una ricrescita sana mentre si faccia un -eventuale- intervento sul l'apparato radicale e la base del tronco; è effettivamente deperita, le foglie presentano albore, impallidimento e poca vitalità, ma non ne è priva. Sono presenti anzi gemme, anche post-potatura, e svariati rami dell'anno. Siamo razionali e coscienti della quasi inevitabilità dell'abbattimento. Queste righe rappresentano l'ultimo tentativo di trovare una possibile ultima via per salvare un punto di riferimento del paesino.
Grazie di ogni ulteriore interessamento Brandegeei, ciao a te, e per oggi anche buonanotte.
 

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
O dimenticavo: la pochezza di fogliame si deve molto a due grandinate terrificanti che spettinarono assai nei giorni scorsi piante, tegole e automobili: palline da tennis e golf per buoni venti minuti. Ma suvvia.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
In casi come questi, visto il valore affettivo-sociale della pianta, e a maggior ragione se essa insiste su suolo pubblico o aperto al pubblico, varrebbe la pena procedere ad un esame che si chiama VTA, che può essere solo visivo ma di regola accompagnato da indagini strumentali.
In sostanza è una valutazione della stabilità della pianta onde prevenire il rischio di schianti (da non escludere, tanto più che hai riferito di raffiche ventose). Di funghi che comunemente attaccano la zona del colletto e delle radici con esiti simili a quelli descritti oltre ad Armillaria mellea c'è Rosellinia necatrix, ma è anche possibile che i danni siano dovuti a funghi agenti di carie e i vari marciumi e odori siano imputabili a successive alterazioni provocate da funghi opportunisti: con una indagine in loco, magari semplicemente scortecciando un poco, ci si può orientare meglio che vedendo foto. In ogni caso è evidente che c'è compromissione a livello tronco/radici, e ciò comporta inevitabilmente un decadimento generale.
Per il VTA occorre rivolgersi ad agronomi abilitati al riguardo o a ditte specializzate. In base all'esito (ci sono parametri e tabelle) viene emesso un giudizio scritto (con valore probatorio in sede legale) che indica gli interventi di adeguamento (potatura, messa in sicurezza, trattamenti fitosanitari, abbattimento).
 
Ultima modifica:

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
La Tua chiarezza è molto apprezzata Alessandro e risuona con il mio sospetto -purtroppo- che si tratti di Necatrix. Muffa bianca a ventaglio a dita su esterno e interno della coteccia, anche oltre il colletto, profondità del decadimento, spugnosità e annerimento di due radici portanti, assenza di (ricordo) manifestazioni di mycellae aparenti, nè chiodini nè cariogeni http://www.botanica-mente.it/5/galleria-fotografica/21/funghi-cariogeni.html
Sono tutti elementi indiziari, ma molto concreti.
Valuto la porzione di radici piene e per ora sane a 6 decimi, distribuite principalmente verso l'angolo convesso che il tronco, inclinato per crescita naturale, forma col terreno piano; mentre la relazione tra tessuto sano e diametro al colletto non mi riesce di calcolarla. Vi sono due cavità opposte, quella veramente importante si trova a perpendicolo dell'aggetto del tronco.
Una stima approssimata è che rimanga al colletto il 55% di tessuto integro e completamente funzionale, privo di perdite di linfa o ferite visibili.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Bisognerebbe vedere bene in loco, in quanto i sintomi di Armillaria e Rosellinia sono abbastanza simili.
A livello macroscopico il micelio della seconda si presenta biancastro/grigiastro/scuro e lanoso presente generalmente all'esterno del tessuto invaso, senza formare placche di micelio tipiche invece di Armillaria, le cui ife si espandono a ventaglio, sono di color bianco-cremoso (ma poi iscuriscono) e hanno un aspetto fibroso. Sono rilevabili inoltre altre differenze, quale l'odor di fungo (Armillaria) e la sfaldabilità del tessuto infetto (Rosellinia).
A livello microscopico invece la diagnosi differenziale si basa sulla presenza di ampolle alla base delle ife di Rosellinia (ultima foto in calce), per cui una soluzione potrebbe essere quella di rivolgerti ai Servizi Fitopatologici della tua Regione (normalmente effettuano diagnosi gratuite su campione anche ai privati, meglio previa telefonata).
Circa la stabilità, nell'esame VTA vengono prese in considerazione e rapportate due grandezze t/R (t=spessore porzione ancora sana del tronco, R= raggio del tronco nel punto esaminato), ma è una valutazione che va fatta con indagine strumentale.

Ti metto due foto da rete senza dirti preventivamente il patogeno: prova a comparare e poi vediamo.
fans.gif

18-03.-shiromonpa-byou.jpg


Rosellinia2
 

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Questo assessmet ha carattere privato e nessun valore legale, non sono un agronomo nè iscritto ad alcun albo.

In questa settimana valutiamo se iniziare una cura, o meno.
Se si decidesse per un sì, preverremmo una perizia VTA professionale.
Se si decidesse per un no, la ceresa santa sarebbe abbattuta nei giorni seguenti.


Considerazioni generali:

1. S'ha da scoprire ancora (!) il nome scientifico della Ceresa Santa per effettuare una comparazione botanica accettabile
<magari sia semplicemente vicina al termine del ciclo vitale, per esempio>.

2. S'ha da individuare con precisione di scienza l'origine della marcescenza, anche se si ha una credibile indiziata: Rosellinia Necatrix.
<per es. dapprima pensavo si trattasse d'un coacervo micotico di opportunisti, in esatta sintonia con la considerazione di Alessandro, installatosi per conseguenza d'un degrado radicale d'origine differente, magari:

A. Ristagno idrico e asfissia (poco probabile, ma non impossibile)

B. Funghi portatori di Carie (mai manifestatisi a mia conoscenza, ma ciò non esclude).

oppure

C. Ricoprimento eccessivo del colletto (20 anni fa fu aggiunto effettivamente del suolo fertile nell'aia, 7 cm circa di nuova terra) >.

3. Il processo decisionale è di una certa urgenza a causa della responsabilità che un subitaneo schianto comporti, ma è affettato da un contesto storico e sociale e personale di rispetto e pianamente detto amore verso la veneranda pianticella.

4. Se risultasse effettivamente Rosellinia, una speranza -1- di bonifica o contenimento della colonia micotica con conseguente risanamento almeno accettabile della Ceresa Santa esisterebbe, sarebbe razionale e non disperata utopia <cfr.bibliografia dell'articolo http://www.plantwise.org/KnowledgeBank/Datasheet.aspx?dsID=47860 >

NB: magari senza Neem e Cera d'Api, Eh Eh.

Come procedere?
Ardua sentenza....


Grazie a chi ha letto tutto 'sto brodino un tanto lungo, grazie anticipatamente per qualsiasi contributo.

D'ora in avanti caffè ristretti, mi impegno, solo 'e tazzurielle.
 

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Per Alessandro: scrivevo mentre avevi già risposto. Nota per favore che l'assessment non professionale a cui mi riferivo non era il Tuo.
Detto l'ovvio, la prima foto ritengo siano ife di Armillaria Mellea, la seconda una radice colonizzata da Rosellinia Necatrix; la terza è bellissima.
 

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
La Ceresa non presenta segni di chiodini, ife a ventaglio o rizorfi evidenti. Ma il tessuto danneggiato profuma di funghi che da' voglia di farci un risotto.
È spugnoso più che sfaldabile, molto privo di peso specifico.
Purtoppo non ho trovato lanosità che confermerebbero empiricamente Rosellinia.
Il consiglio di contattare i Servizi Fitopatologici Regionali and submit due campioni è geniale. Ora cerco un contatto.

PS: sarei in effetti già in possesso di foto a alta risoluzione di mycellae prelevate da vari posti chiave, ma qui non sarebbe cortese postarle
 
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