• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

Ceresa Santa - marciume radicale

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
...le foglie al crepitare praticamente sortiscono l'effetto di un vino DOCG con spiccati sentori 'minerali'! Che l'albero sia incrociato con una vite Garganega da Soave??

Io abito non lontano da Rivoli, dove nel 1897 si riunirono alcune associazioni bocciofile dando quindi vita alla prima federazione gioco bocce: ed è da lì che nasce l'espressione piemontese che ho citato. Truc (o truch) derivava dal francese col significato originale di bigliardo ma qui transalto in 'colpo ben centrato', con branca (dal latino, artiglio) si intende dire dal pollice al mignolo, cioè una 'spanna': dunque con tale espressione si intende un tiro in bocciata tra centro perfetto e una spanna di distanza. Sensu latu in Piemonte si usa nel significato di buona approssimazione, come ad esempio una informazione che pur non essendo esatta potrebbe bastare.

Per quel che riguarda la malattia, in concreto la determinazione dell'agente causale (carie o marciume fibroso o lanoso) ha per il caso in essere poca importanza, mentre è invece da stabilire se la pianta regga o no. La diagnosi di cui ho riferito tramite PCR viene proposta laddove si renda opportuna una previsione di sopravvivenza e di stabilità di un albero (i tempi di disfacimento del legno dipendono anche dalla specie fungina patogena).

Per la identificazione dell'albero, direi che in dubiis astine. Come richiesto non rispondo all'affermazione Prunus.
 

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Alessandro, ciao. Sono cosciente (stranamente!) di usare metodi di indagine peculiari e molto divertenti, ed anche della ridondanza descrittiva in criteri poco usati e francamente probabilmente completamente inutili in una comparazione botanica scientifica con pretese di tassonomia. Trovo la Tua boutade molto bella, ed ho riso in cuor mio molto forte, aspettando ogni momento di leggere una linea o due sulla determinazione alcalina con metodo tatto/gusto.... m'hai risparmiato.

Che ci vuoi fare, son pazzerello così.

Ti ringrazio sempre delle risposte precise e della pazienza e della gratuita attenzione. Per inciso detto sia: a ognuno anche passivo dei partecipanti alla discussione la sana gratitudine non manchi mai.

Adoro Truc e Branca, e anche senza permesso domani entrerebbe nel mio vocabolario, ma preferei di gran lunga con il permesso, di poter anche citare il maestro.

Ricevuti i risultati delle analisi, identificata 'sta signora, parleremo di come procedere.
Non sono ancora al corrente dell'uso o meno del PCR nei laboratori di Buttapietra-VR. Ma so di aver passato il Link a questa discussione al responsabile che ha preso in carico i campioni, il dottor (?-Forse anche no) Alberto Saccardi.
Non prescinderei comunque da un VTA completo e approfondito di un agronomo iscritto all'albo e abilitatosi alla perizia, idealmente presso l'Università di Karlsruhe o uno dei discepoli del prof. Mattheck.
Mi spingo: non procederei a nulla senza. Sarebbe una clausola.

Qualcuno in questa lista risuona qualcosa, per caso?
https://www.agronomiforestalitv.it/?modulo=alboprofessionale&iniziali=T&sezione=1

Oggi devo anche ringraziarTi per le cose a cui non hai risposto, eheheheh....
 
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Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
....ovviamente non c'è nessuna corrispondenza con le foglie...

Eh, eh...sembra che manchi sempre qualcosa!
Sarebbe tuttavia un peccato, perchè ho letto nel link che giusto nel trevigiano l'albero di Sant'Andrea è chiamato Cereser santo; e anche sui frutti ci saremmo (anche se quelli del Diospyrus lotus vengono dati per commestibili), inoltre l'aspetto del tronco è assai simile e infine anche i fiori sono poco appariscenti e verdi (come descritto). Per le foglie, benché si dica che sono dimorfe e in parte la foto di quella singola postata all'inzio potrebbe ben starci col diospyrus, effettivamente la cosa non funziona per le foglie composte imparipennate.
Deve esserci qualche trucco...b.b. non truch...(ho provato a ingrandire la foto con le fronde: ma siamo sicuri che l'albero abbia foglie composte come da foto iniziale di foglia?)

Spunto di indagine per l'ispettore Clouseau
Foglie la pagina superiore ha un colore diverso da quella inferiore? È presente il picciolo fogliare? Come sono inserite sul rametto?
 
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Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
.
Non sono ancora al corrente dell'uso o meno del PCR nei laboratori di Buttapietra-VR. Ma so di aver passato il Link a questa discussione al responsabile che ha preso in carico i campioni, il dottor (?-Forse anche no) Alberto Saccardi.

Da quanto pubblicato in rete Albero Saccardi è un p.a. con incarico per le attività diagnostiche, dunque il responsabile giusto. La diagnostica molecolare è ormai una pratica diffusa, e in ogni caso in rete ho trovato una delibera di spesa della Regione Veneto a favore dei Servizi Fitopatologici per la fornitura di un Termociclatore per Real-Time PCR; inoltre il centro di Buttapietra espleta servizio di diagnostica forestale, dunque è possibile che abbia anche i primers necessari per gli agenti di carie. Nel caso tutto ci fosse, dipende dalla volontà della direzione in quanto sono analisi relativamente impegnative e costose.

Per quanto riguarda gli agronomi dell'elenco conosco sì un tal Turchetto...ma sfortunatamente nella circostanza è un pianista che ci accompagna quando ci esibiamo come coro...magari ci vediamo se dobbiamo venire a cantare un Lacrimosa mozartiano dopo l'abbattimento...
 

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Individueremo il trucco, l'errore o l'orrore, se avessi effettivamente postato fotografie di foglie provenienti da un altro albero. Possibilità che consideravo remota. Ma che sono tenuto a riesaminare: tout-court, alla luce dei fatti, e ancor piú ora in luce della segnalazione di Brandegeei, che sento indichi all'identificazione corretta, per tutti i motivi sottolineati anche da Te.
Rivedrò ancora una volta le note del giorno di prelievo e studierò i dettagli dei file fotografici originali.
Ma soprattutto preleverò nuovi campioni di foglie: questo almeno taglierebbe la testa al toro, lasciando eventualmente solo una evidente vergogna di pochezza metodologica dalla quale potrei anche un giorno forse riprendermi. O no; ma questa sarebbe un'altra storia, per altri forum dedicati.
Mercoledì ci s'arrampica sull'albero e forse mai piú sugli specchi di questa intricata, per me almeno, faccenda.
 

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Per inciso: anche in Truc e Branca risuona lo spirito d'un giocatore. Ora risulta pure corista, che non guasta mai, ma proprio mai in una compagnia, conoscitore dei mozart adeguati alle (eventualissime) circostanze. Viaggiatore. E investigatore di risorse di rete d'una certa nota e sicura rapiditá, oltre che, piccolezze, dotato di una mentalità scientifica, con specializzazione in fitopatologia. Tu: molto molto bene.

Brandegeei però ci avrebbe azzeccato prima. Senza colpo ferire, quasi. Tu: anche meglio, forse ( il tuo complimento è basso riserva fino a giovedì , eheheh. Ma credo veramente Tu abbia ragione).

Io: mi sento onorato dalla Vostra corrispondenza.

Buonanotte.
 
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Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Fortunatamente non gioco di scommessa o simili, solo giochi di logica (scacchi, bridge), perciò non mi disturba arrivare...secondo.
E la notte riordina le idee così le tessere del mosaico cominciano ad andare al loro posto.
Che sia l'albero di S.Andrea ne sono convinto, lo certifica innanzitutto il nome vernacolare. I nostri vecchi magari non sapevano di botanica scolastica ma conoscevano le piante assai meglio di noi. In verità nella mia ricerca sono partito da ceresa santa, non trovando penso perché ceresa è alterazione/italianizzazione del termine dialettale trevigiano cereser.
Ora direi che il problema va rovesciato: da che albero provengono le foglie composte?
 
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Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Un secondo elemento mi è affiorato e riguarda la malattia.
Lo avevo già notato ma tenuto in sospeso per mancanza di riscontri.
In una foto si vede come un cercine, però non cicatriziale e senza che la parte scoperta del cilindro mostri evidenti disfacimenti, dunque non direi proprio un cancro aperto ma una lesione da ferita o trauma meccanico.
Ora lo metterei in relazione alla asportazione dei corpi fruttiferi di cui ha riferito il proprietario. E' solo una notturna congettura, rimane il fatto che operando in quel modo è come raccogliere un fungo del bosco, non si elimina certo il micelio e perciò nello specifico non si estirpa la carie. È verosimile che l'agente di carie sia un Phellinus il cui corpo fruttifero da giovane tende ad avere una forma globosa e non il classico aspetto a mensola (per inciso è possibile riscontrare su uno stesso albero anche due specie lignivore) . Una volta formatasi la cavità possono poi subentrare altri organismi opportunisti con ulteriore degrado.
Dunque sono altrettanto convinto che la vs. pianta sia fondamentalmente cariata (le carie compaiono generalmente dopo il 40esimo anno di età).
 
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Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Indipendentemente dall'esito di laboratorio comunque è opportuna una valutazione di stabilità, cosa che ovviamente comporta costi magari anche di una qualche entità.
Personalmente ho seguito qualche VTA con un mio amico agronomo, ma gli strumenti a disposizione erano quelli più semplici e invasivi (in pratica anche se poco forano, e viste le pessime condizioni dell'esemplare in questione non mi parrebbe il caso). Esistono tecniche più sofisticate e non invasive ma probabilmente bisogna ricorrere a ditte/agronomi forestali specializzati con lievitazione dei costi.
Se vi orientate verso un VTA strumentale fatevi fare un preventivo e chiedete bene come intendano procedere.
Ciao
 
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Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Fortunatamente non gioco di scommessa o simili, solo giochi di logica (scacchi, bridge), perciò mi sta bene arrivare...secondo.
E la notte riordina le idee così le tessere del mosaico cominciano ad andare al loro posto.
Che sia l'albero di S.Andrea ne sono convinto, lo certifica innanzitutto il nome vernacolare. I nostri vecchi magari non sapevano di botanica scolastica ma conoscevano le piante assai meglio di noi. In verità nella mia ricerca sono partito da ceresa santa, non trovando penso perché ceresa è alterazione/italianizzazione del termine dialettale trevigiano cereser.
Ora direi che il problema va rovesciato: da che albero provengono le foglie composte?

Io invece ho pure il gusto dell'azzardo, ma fortunamente, mi sta bene arrivare.
Anche come Ultimo. Ma che si arrivi.
 
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Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Mi interrogo su come procedere a spiegare la notte di studio e lo stato infervorato in cui sono capitato dopo aver riconsiderato ed escluso tutte le possibilitá di errori procedurali, a parte due.

NB: Ogni altra probabilità esiste, in dipendenza della eventualità d'un nuovo errore. Questo s'ha da dire.

Procediamo senza gradi, è la mia scelta.

Comunicherò imprudentemente ora direttamente la mia Conclusione 1.0 sulla faccenda da districare, che considero la più probabile tra quelle logicamente resistenti a tutti gli attacchi critici a cui sono state indiscriminatamente sottoposte; azzardo, benché sia di molto fuori dall'ordinario, o almeno da ciò che limitamente conosco come tale.

In separata sede discuteremo di metodologie, bibliografie e quant'altro Si desideri.
 
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Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Ritengo ci si trovi di fronte a un esemplare femminile di Diospyros Lotus.

Ritengo che abbia prodotto alcuni gettiti con caratteristiche maschili.
Notamente quelli che compaiono nelle foto 1 e 2, pag. 1 di questa discussione.

Ritengo sia un intento cosciente di sopravvivenza.

Non sono a conoscenza di eventi uguali a questo, nè della possibilità che ciò avvenga.

Sono a conoscenza diretta di eventi analoghi, realizzati dalle erbacee più semplici piuttosto che dagli alberi più evoluti, semplicemente leggasi i più antichi, in contesti e con metodologie differenti da quella qui esposta.
Ma con lo stesso proposito guida: superare la coscienza d'una morte imminente attraverso subitanea procreazione (accelerando, modificando o alterando il corso del normale metabolismo).
Esempio in breve ne sia: la improvvisa maturazione (o pianamente: quasi ex-novo produzione) di pigne con semi fertili da parte di conifere minacciate da incendi massicci in avvivinamento sistemico. Notevolmente, un comportamento registrato e ampiamente documentato nei grandi spazi del Nord Ovest americano, in particolare nella regione dello Yellowstone, in particolare attuato dalla Sequoia Sempervivens ( e come altro si poteva chiamare, ne? ), che riproduce oltretutto normalmente preferendo al seme la creazione di polloni clone aprroffittando della grande area di estensione e poca profondità relativa della raggiera radicale; e in particolare anche da alcune specie di Cedri, come -credo di ricordare, dato da verificare- quello di Port Orford, detto commercialmente anche cedro bianco.

In altre parole:
La Ceresa/Ceresera Santa avrebbe messo in atto una semplice tattica di sopravvivenza. Uno stratagemma, solo in apparenza o forse solo per me, complicato.

Sviluppando alcuni rami di Cereser Santo perbauto-impollinarSi, creando, o con l'intento di creare, meglio detto, per la prima e forse ultima volta nell'arco della propria finora sterile esistenza, uno o più cicli di fiori-frutti-semi fertili-nuovi individui.

Supplendo con inventiva a una negazione inaccettabile verificatasi malgrado Suo, Nostro o dell'intorno, ma verificatasi. Morirebbe cioè senza prole.

Parthenogenesi? Ibridazione sessuale spontanea?

Non mi aspetto assolutamente siano gli esatti termini usati, ammesso e non concesso che tutto l'ipotizzato qui sopra o parte di esso esista, o sia contemplato tra le possibilità, o documentato magari dalla Scienza.

Lo disconosco; sinceramente.

Ma è il penultimo pezzo rimasto sulla scacchiera. Tra i due, per quanto iperbolico e fantasmagorico, lo ritengo più probabilisticamente accertato.
 
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Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Espliciterò la descrizione anche dell'ultimo pezzo rimasto sulla scacchiera. In forma sintetica qui, licenza, ché oggi c'ho banalmente da fà.

Le foto 3 e 4, pag. 1 di qst. Discussione, chiamiamole "foglie oblunghe e deteriorate, verde e gialla", presumo così bozzate dalle grandinate (due successive, a distanze di una settimana, sia tra la prima e la seconda che anche tra la seconda grandinata e il giorno del prelievo campioni, Lun. 3 luglio), ritraggono gli unici campioni qui presentati per cui non sia riuscito a ricostruire una positiva, inequivocabile, tracciabile, effettiva appartenenza all'albero esaminato (tradotto: sono gli unici documenti per cui non ho raggiunto il 100% di sicurezza. Ma solo un novanta per cento, Truc e Branca).

Spiegherei volentieri, se fosse a qualcuno utile, le motivazioni, ma in separata sede, più tardi.

Posteró i 2 documenti che ho trovato personalmente più utili riguardo all'Identificazione 1.0 non ancora definitiva, ma da considerarsi pienamente e tranquillamente -riteniamo - già ragionevolmente positiva, della Ceresa/Ceresera Santa nel Cereser Santo/Diospyros Lotus L.
( o eventualmente parenti di classe, sottoclasse o varianti. Un terreno su cui apertamente invito a non inerpicarCi ); ed in calce una bibliografia che potrebbe tornare utile.

Sarei evidentemente attento nel leggere altre eventuali Vostre note sul tema identificazione, sprtttt veniali o procedurali o bibliografiche.

Se questa fosse verificata definitivamente, il merito ricadrebbe senza Indugio su Brandegeei, a sulla sagace connivenza di Alessandro.

Grazie di ogni aiuto, anche indiretto (leggasi a voce non bassa: Dyadres Project).
 
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Datura rosa

Guru Master Florello
Ingannando l’attesa delle nuove foto delle foglie, mi sono divertita a cercare una spiegazione al nome dialettale “ceresa santa” dell’albero ed ho trovato qualcosa che avvalorerebbe l’identificazione come Diospyros relativamente al termine “santa”:

Diospyros kaki si usa chiamarlo “legno santo”. Questo nome deriva proprio dal nome scientifico “diospyros” che rimanderebbe appunto al carattere divino di questa pianta. In verità, per legno santo solitamente si intende il diospyros lotus, parente del cachi, i cui frutti però sono delle bacche.

L'albero del cachi è detto ancora legno santo,perchè durante la ll guerra mondiale ,ha sfamato l'Italia del sud, proprio per la sua polpa nutriente (Il cachi in genere, dopo olive e noci, è il frutto fresco che contiene la maggior quantità di proteine).

A Napoli viene detto legnasanta perché pare che se si taglia a metà un frutto, uno di quelli sodi, guardando bene la placenta, ossia la parte di colore bianco, la sua forma è simile a quella di Gesù Cristo sulla croce. Certo, in qualcuno si vede bene, in altri un po’ meno, però si può notare sempre una parte inferiore oblunga che si dirama verso l’alto, e ancora del bianco tra le due “braccia”, a formare la testa.

Diospyros lotus. E’ chiamato anche Albero di S. Andrea, Legnosanto ("lignisanti"), Falso loto, guaiaco falso…..
L’albero è detto anche 'legno di Sant'Andrea' e 'legno santo', perché leggenda vuole che Sant'Andrea fosse stato crocifisso proprio su quest'albero.
Leggenda vuole che la croce di Gesù fosse di legno di loto.


Per quanto riguarda, invece, l’indicazione di “ceresa”, non ho trovato altro che il riferimento al Celtis australis che in Piemonte viene anche chiamato ceréśa gréca che mi ha fatto fare un’inutile ricerca ed è stato scartato a causa delle foglie lungamente acuminate e per l’aspetto del tronco.


Non c’entra con la materia specifica del post ma il tempo impiegato a toglierci le curiosità non è mai sprecato!!!!
 

Ehecatl

Aspirante Giardinauta
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Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Grazie DaturaRosa. Condivido il significato dell'esclamazione.

Aneddotto micronico:

In tutto il processo, il Proprietario mi ha comunicato un solo disappunto: d'aver io intitolato la prima conversazione, questa, Ceresa e non Ceresera. Non seppi cogliere e correggere.

Risulta: questa leggerezza è stata fuorviante.
Forse di poco; ma in effetto, anche per chi scrive.
 
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Ehecatl

Aspirante Giardinauta
Ceresa/Ceresera,
nella Pedemontana di TV-BL pronunciato corsamente Serèsa/Seresér, anche sarèsa/saresér
(s dolci - per capire, risparmiandoCi l'uso di caratteri fonetici, come in Salerno).
Semplicemente: Ciliegia/Ciliegio.
 
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Ehecatl

Aspirante Giardinauta
IMG_6850.JPG


Banalmente: quello che c'avevo da ffa un l'ho fatto più. Ed ho continuato questo lavoro.

Questa è la migliore risoluzione di immagine di foglie che io possa ottenere da qui, prima di mercoledì.

Le ritengo affini e compatibili agli esemplari 3 e 4 (Vd. Spr), "oblunghe deteriorate". Questo, unitamente ad ogni altro riferimento visivo acquisito in loco e a posteriori, confrontando i corredi fotografici ora in Nostro possesso relativi a Diospyros, eliminata la possibilità di un errore di caricamento di file fotografici, porta nella direzione di considerare i campioni come corretti.

Questo morphema costituisce il 99% del fogliame sulla chioma.

Lo ritengo affine e compatibile con l'esempio B, Female Shoot, della tavola grafica di F. Hameed, dove evinco anche caratteristiche di foglia imparipennata, e quindi concordanti con l'ipotesi finora scherzosa di essere di fronte a un esemplare femminile.

Le foto 1 e 2, pag 1, non sono in contestazione. Ritraggono una appendice che prelevai salendo sull'albera, e il dettaglio di una foglia di essa. Il citato ramoscello giovane che lasciò l'acqua azzurro cyan.

Quest'altro morphema è rarissimo, 1% ca. del tot. delle parti foliari vegetativamente "integre".

Questa peculiarità evidente anche da terra, unita alla freschezza del ramo e alla precisa collocazione in esatta corrispondenza della ferita cava più grave, directly above in fatti, leggendo la torsione assiale del tronco, mi invitò ipso facto a salire a ca. 4 m per un prelievo mirato, ed a postare queste foto come prime.

Erano da subito il focus centrale di interesse.

Pensai dapprima, come nominato en passant in precedenza, ad una correlazione con l'agente patogeno, possibile, addirittura probabile se si trattasse della Necatrix (cfr. Link sulla rosellaria, pag.1: http://www.plantwise.org/KnowledgeBank/Datasheet.aspx?dsID=47860).

Potrebbe trattarsi anche solo di questo. Una mutazione deformante, semplice: non sarebbe più in grado di crescere nella forma e modo e habitus consueti.

Comparando ora però le foto 1 e 2 con la stessa tavola del Hameed, le ritengo affini e compatibili con l'es. A, Male Shoot, oltre che agli esempi dei corredi fotografici in bibliografia, ed in particolare con la foglia presentata nel quadro di campioni secchi di foglie di Diospyros Lotus L. in basso a Sx.
Si tratta di una tavola di identificazione che assumeremo corretta e inequivocabile fino a prova contraria, per pedigree e contesto di pubblicazione, Tropicos.org. Missouri Botanical Garden. 18 Jul 2017 <http://www.tropicos.org/Image/100187663>
© 2017 Missouri Botanical Garden - 4344 Shaw Boulevard - Saint Louis, Missouri 63110

Ora viene il difficile : accordare un riconoscimento positivo inequivocabile tra la foto 1, pag. 1 di qst. discussione e la foglia specimen in basso a sx della tav. di Saint Louis, o la grafica del Hameed.

Entriamo nel dominio del parere opinabile, quando si cerchi un aggancio tra la realtà -la foglia-, la scienza -una tavola di riconoscimento reputata affidabile- e... la personale capacità di osservare. Quest'ultima è la variabile, da ogni punto di vista, che muta al variare dell'osservatore, in forma inevitabile, per così dire: costantemente variabile.

Per questo si parli per favore di accordare un riconoscimento.

Il mio parere è che questo caso sia positivo e concordabile:
saremmo di fronte ad un esemplare di Diospyros Lotus L. , probabilmente femminile.


Comunque con un evidente dimorfismo.

Forse d'origine patogena:
in qst caso direi da Rosellinia Necatrix; imputandola anche come causa principiante della degenarazione radicale e del colletto, che abbia lasciato un autostrada per ogni genere di opportunista, e includerei tra questi l'ipoteticamente riconosciuto Phellinus, frs Robustus; senza attribuire alla Carie l'origine della Malattia, che ha invece causato due cavità al colletto, di cui una in particolare molto importante, ma distante dalla zona in cui si manifestò il Phellinus almeno 70 cm; non significa, ma va considerato elemento indicativo, credo.

La sofferenza in ogni caso ha provocato un esteso quadro di marciume radicale.
Forse arrestabile, ma comunque ad uno stadio critico; ergo: risultati analisi, VTA, intervento.

Forse invece il dimorfismo ha un origine più complessa; ma sarebbe comunque interconnesso da una relazione diretta di causa-effetto alla malattia degenerativa. Richiamando l'iperbole di cui sopra un'ultima volta, potrebbe trattarsi di un dimorfismo con presenza di ibridazione spontanea dei caratteri sessuali, una mutazione correlata causalmente comunque al patogeno mortale.

Se caratteristiche più spiccatamente evidenti di tratti maschili dovessero presentarsi in quei rami individuali che presentino foglie paripennate e tondeggianti come in foto 1 e 2, pag. 1, ora sapremmo come individuarle.


Se per caso si rilevasse questa situazione, in qst caso direi che sarebbe meglio fare niente, positiva e assolutamente nulla.

Preparare un'area di schianto controllato, attraverso potatura, adeguamenti architettonici dell'intorno (leggasi: allontate le sdraio e gli ombrelloni dall'area di proiezione, eheheh) e forse dei tiranti, ma molto molto forse, che credo sarebbero gli elementi più pericolosi in questo ipotetico quadro.

Magari prelevare due o quattro o quanti si voglia bei rami dell'anno: tentare da agosto delle talee (dei due sessi, forse, stavolta). Ma magari anche no.

Solamente sedere attenti e lasciare fare il loro corso alla natura a all'albero di <molto probabilmente> S. Andrea, e magari godere di uno spettacolo eccezionale, un po' come dei fuochi d'artificio eseguiti da un mozart dal metabolismo pluricentenario, e che potrebbero durare anche per un tempo sorprendentemente largo.

Se, se e se, ovvio.
 
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