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Camelie malate

Andrea De Ponti

Aspirante Giardinauta
Camelia 02 low.jpg Camelia 01 low.jpg

Buonasera a tutti, ho acquistato in una catena della grande distribuzione ad Aprile tre camelie japoniche di circa 50cm, una Moshio una Mrs. Charles e una comte de Gomer, dopo la fioritura a fine Maggio le ho rinvasate in vasi di 4-5 cm più grandi con del terriccio per acidofile mettendo sul fondo del lapillo e dando una leggera concimata con concime specifico a lenta cessione. Le piante sono su un balcone esposto a nord (prendono il sole giusto un oretta alla mattina e alla sera). Le bagno con acqua osmotica (la stessa che uso per un acquario) che ha un ph 6-6.2. Dopo il rinvaso le prime due hanno incominciato od ammalarsi annerendo le foglie e perdendole quasi totalmente. Al microscopio non noto nessuna presenza di parassiti o di funghi sulle foglie. La mia sensazione è che il terriccio dreni poco, infatti pur bagnandole solo con un bicchiere, anche con il caldo la superficie rimane umida per parecchi giorni.
Purtroppo non ho esperienze con le japoniche in vaso ( ho solo due grosse Sasanque in giardino che furtunatamente godono di ottima salute), avete un idea di quale può essere il problema?
Grazie mille.
 

carne

Florello Senior
Le camelie necessitano di terriccio adatto come giustamente hai detto di aver preso ma spesso il terriccio in vendita non è corretto perchè non drenante. Se poi ammetti che l'acqua non esce velocemente potrebbe essere il motivo.
Io ho due camelie e il terriccio contiene parecchia torba e pomice. Quando le innaffio la torba e la pomici si imbevono di acqua ma l'eccesso esce subito. Devi tenere la pianta all'ombra e non dare concime perchè la fioritura avuta sarà senz'altro stata molto forzata e la pianta ne ha poi risentito quindi il sole non va bene se la pianta non è in salute.
Spero comunque che qualcun altro mi confermi o ti dia altri consigli migliori.
 
S

susie

Guest
Può essere che, oltre ad un problema di drenaggio, ce ne sia uno dovuto ad eccesso di concimazione: avendo aggiunto terriccio nuovo, è come se avessi concimato due volte. Anche a me è successo qualcosa di simile. Se si trattasse di questo, dovresti cercare di lavare il più possibile terriccio e radici, ma per farlo, dato che hai anche problemi di drenaggio, aspetta i consigli degli esperti:D

Hai trovato una moshio! E' da un po' che pensavo di ordinarne una.
 

Andry21

Aspirante Giardinauta
Per me è più probabile che sia un attacco fungino alle radici dovuto al poco drenaggio, anche perchè mi pare impossibile un eccesso tale di concimazione, considerando anche che il concime era a lenta cessione... In questi casi si tagliano le radici infette e si irrorano quelle sane con degli antifungini. Inoltre si pota anche la chioma in modo che le radici rimaste possano supportare la parte aerea. In ogni caso prima di procedere aspetterei pareri più esperti (kiwoncello, loli63cam).....
 

bausettete

Moderatore Sez. Acidofile
Membro dello Staff
ma le macchie sulle foglie partono dalla punta oppure dal centro foglia?
Di regola comunque non si concima mai dopo aver rinvasato, come è già stato detto è come concimare due volte, con le camelie meglio saltare una concimazione che farne due.
Se fosse eccesso di sali dovuto all'inopportuna concimazione non ti resta che attendere che l'acqua d'annaffiatura li lavi via col tempo.
Però mi vengono dubbi vedendo altre foglie dove il nero appare crescere dal centro foglia e di solito invece l'eccesso di concimazione parte dalla punta.
Ci potrebbe essere un problema di drenaggio però mi pare strano che la cosa colpisca entrambe le piante allo stesso momento.
Comunque sia, prova a far così, almeno io se fossero mie agirei in tal modo:
Prendi uno stecco di legno appuntito (sono quelli simili a quelli per lo spiedo che vendono per fare da tutori alle piante) e esegui delicatamente dei fori dall'alto verso il basso nel pane radicale, verso il foro di scolo in maniera che l'acqua defluisca meglio.
Poi per sicurezza somministrerei un po di aliette (fosetil al) contro il marciume radicale da ripetersi alla successiva annaffiatura.
Potrebbe bastare così ma ci sarebbe un operazione un po più estrema che alle volte ho ripetuto ma che può essere rischiosa perchè questa è la fase di creazione e crescita dei bocci da fiore e una svasatura se si rompano le radici puà pregiudicare la fioritura.
Se hai rinvasato le piante da poco (presumo 2/3 mesi e le radici non avessero ancora iniziato troppo a sfruttare il nuovo terriccio, potresti tentare di toglierle delicatamente dal vaso, togliere il nuovo terriccio e rinvasarle con nuovo terriccio più drenante ovvero arricchito con aghi e corteccia di pino o ghiaia di pomice.
Io l'ho fatto diverse volte e in alcuni casi ho dovuto anche un po tagliare e i danni sono stati limitati in quest'ultimo caso, nel caso non ci sia da tagliare i danni sono ci sono stati.
Rimane sempre però il rischio di compromissione......
Sta a te
 

Andry21

Aspirante Giardinauta
Io penso che non sia eccesso di concimazione per due motivi:
1) è improbabile eccedere con il concime A LENTA CESSIONE, bisogna proprio esagerare per dare simili effetti.
2) Come hai detto pure te, le bruciature si espanderebbero dall'esterno verso l'interno, mentre in una delle foto è ben visibile il contrario...
Poi non so se dico bene, però io penso così...
 

bausettete

Moderatore Sez. Acidofile
Membro dello Staff
si, infatti avevo il dubbio anche io però ho dubbi anche su problemi radicali perchè le foglie che denunciano sofferenza radicale sono un po diverse.
Rimane per esclusione l'attacco da fungo.
Con l'intervento drastico che dicevo, elimineresti in un sol colpo il problema dell'eventuale drenaggio carente e quello dell'eccesso di sali.
Se è un fungo o dai ossicloruro o fungicidi sistemici, dipende di cosa si tratta, si tratta di identificarlo.
aspettiamo il kiwo
 
K

Kakugo

Guest
Così ad occhio mi pare proprio un problema di drenaggio. La maggior parte dei terreni preparati per acidofile presenti in commercio non si distinguono per capacità drenanti.
E' un problema che può portare ad infezioni fungine radicali e, eventualmente, alla morte della pianta.
Negli anni passati ho perso due camelie per questo problema ed alla fine ho risolto con terriccio fatto in casa, meno "ricco" di quello preconfezionato ma anche molto meglio drenante.

Per quanto riguarda le malattie fungine io faccio tre trattamenti preventivi l'anno (marzo, giugno e settembre) con Bayer Folicur sia sulle C. japonica che sulla mia unica C. sasanqua. Meglio prevenire che curare.
 

Andrea De Ponti

Aspirante Giardinauta
Buona sera ragazzi, grazie a tutti per i consigli, per quanto riguarda l'annerimanto delle foglie è iniziato sui germogli dalla punta. Penso che proverò allora a rinvasare con un terriccio diverso miscelando torba di sfagno aghi di pino (vanno bene quelli del tasso?) e magari un po' di sabbia, così do un occhiata anche alla colorazione delle radici. Preferirei aspettare ad usare degli antifungini. Vado a rinvasare ci sentiamo più tardi.
 

Andrea De Ponti

Aspirante Giardinauta
Ho rinvasato con il mix di torba aghi e poca sabbia, quando ho estratto la zolla dal vaso il terriccio nuovo si è staccato con facilità, mettendo in mostra le radici di un colore caffelatte, muovendo leggermente la zolla originale le radici interne e quelle superficiali mi sono sembrate più chiare. Comunque dopo aver abbondantemente bagnato ho finalmente visto l'acqua fuoriuscire dai fori del fondovaso, provo anche a cambiare la posizione lasciando i vasi sotto un pergolato di vite dove non prendono mai i raggi diretti del sole.
Vi terrò aggiornati.
Ciao.
 

kiwoncello

Master Florello
Ogni ipotesi può essere valida, ma io temo che tutto dipenda dai terricci commerciali per acidofile (ed altre) di norma a base quasi totale di torba macinata. Come tali non vanno bene: la torba si compatta rapidamente, si imbeve d'acqua e pian piano ostacola il drenaggio. Le radichette soffrono e marciscono quando poi non si infettino (le japonica soprattutto) con uno dei tanti funghi opportunisti. Qui si inserisce la discussione più ampia del se e quanto continuare a privilegiare la torba come substrato per acidofile. Per mio conto ormai nella preparazione del mix sono arrivato al quasi 50% di bark di pino (od abete) a pezzatura medio-piccola, almeno un 20% di ghiaia di pomice ed il resto terriccio torboso. Il tutto assicura una buona permeabilità indicata dalla sparizione quasi immediata dell'acqua d'annaffiatura dalla superficie del terriccio. Al proposito, aggiungo che c'è chi addirittura nelle coltivazione di camelie rare (Changii, Amplexicaulis & C) usa soltanto bark + sabbia grossolana o perlite.
 
K

Kakugo

Guest
Ogni ipotesi può essere valida, ma io temo che tutto dipenda dai terricci commerciali per acidofile (ed altre) di norma a base quasi totale di torba macinata. Come tali non vanno bene: la torba si compatta rapidamente, si imbeve d'acqua e pian piano ostacola il drenaggio. Le radichette soffrono e marciscono quando poi non si infettino (le japonica soprattutto) con uno dei tanti funghi opportunisti. Qui si inserisce la discussione più ampia del se e quanto continuare a privilegiare la torba come substrato per acidofile. Per mio conto ormai nella preparazione del mix sono arrivato al quasi 50% di bark di pino (od abete) a pezzatura medio-piccola, almeno un 20% di ghiaia di pomice ed il resto terriccio torboso. Il tutto assicura una buona permeabilità indicata dalla sparizione quasi immediata dell'acqua d'annaffiatura dalla superficie del terriccio. Al proposito, aggiungo che c'è chi addirittura nelle coltivazione di camelie rare (Changii, Amplexicaulis & C) usa soltanto bark + sabbia grossolana o perlite.

Questo metodo mi attrae molto e visto che ho una Nuccio's Pearl che andrà rinvasata a breve lo proverò senz'altro.
Solo una cosa: corteccia di pezzatura medio-piccola cosa intendi? 10-40mm può andare bene o è troppo grande?

Grazie!
 

kiwoncello

Master Florello
In genere va bene una miscela di bark da orchidee (quindi pezzetti piccoli) + pezzotti più grossi (da pacciamatura), da disporre soprattutto in fondovaso. Avendone molto, mescolo anche bark in parte compostato (in pratica un cumulo di pezzi di corteccia più o meno frantumata derivante dal taglio di alcuni pini e lasciato all'aperto per alcuni anni).
 
K

Kakugo

Guest
Grazie per i preziosi consigli, li applicherò senz'altro quando sarà tempo di reinvasi.
 

Andrea De Ponti

Aspirante Giardinauta
Ringrazio per i consigli e più passa il tempo e più mi convinco che i terricci commerciali per le japoniche sono un autentica disgrazia, dopo qualche giorno dal rinvaso, il problema sulla Moshio sembra quantomeno essersi arrestato. Per il terriccio, quando si parla di bark (scusate l'ignoranza) cosa si intende? Considerando l'habitat naturale delle japoniche, il terriccio di abetaia può essere idoneo o non è comunque sufficientemente drenante?
Grazie.
 

carne

Florello Senior
Ogni ipotesi può essere valida, ma io temo che tutto dipenda dai terricci commerciali per acidofile (ed altre) di norma a base quasi totale di torba macinata. Come tali non vanno bene: la torba si compatta rapidamente, si imbeve d'acqua e pian piano ostacola il drenaggio.
confermo quanto detto, la torba è molto fine e se non è mescolata a sabbia e pomice soffoca le radici.
la terra per acidofile che non manco di comprare quando ho l'occasione di passare dalla toscana è fantastica per il risultato che poi danno le piante. Il colore è ambrato/biscotto, contiene molta pomice e loro mettono (almeno credo) della torba filacciosa, sembra la peluria che ricopre la noce di cocco.
Quando innaffio anche abbondantemente, questo terriccio che è pure concimato, si bagna ma non trattiene l'acqua che scola in pochi secondi.
 
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