Il film cui accennavo si intitola "Fantastici funghi" e mette molto in risalto la rete virtuosa che sviluppano i funghi a livello del suolo.
Secondo me, anche dovesse presentarsi qualche pianta di gramigna, magari da semi portati dal vento o veicolata da animali o volatili, faresti presto a toglierla. Su suolo morbido e umido, magari dopo un temporale, viene via molto facilmente. Contando poi sul fatto che il tuo orto non sarà lasciato a se stesso e la tua supervisione al progetto costante, immagino, una qualsiasi intrusa sarà presto "traslocata" nel mucchio del compost.
Per il problema dello stoccaggio del cippato vorrei dirti: avercelo! Tu ne hai fin sopra i capelli io ne ho poco...pazienza! Se fossi in zona, te ne libererei volentieri. Avendo spazio a disposizione, l'idea suggerita da
@monikk64 mi pare una buona soluzione. Oppure puoi stoccare "interi" i rami della magnolia che intendi cippare e rimandare in seguito la loro lavorazione.
Per quanto riguarda la fame di azoto, nella mia beata ignoranza degli aspetti chimici della questione, me ne sono preoccupata solo dopo che ne hai accennato tu in un post meditando sul mio biotriturato. A giugno, poco più di un mese dopo aver conferito lo strato alle aiuole dietro il garage, mi è sembrato di notare nelle foglie delle ortensie, appena impiantate, una leggera virata del colore verso un verde più chiaro, meno intenso di quanto sia naturale nelle varietà che ho scelto. Ho pensato allora, senza saper né legger né scrivere, di mettere un paio di manciate per pianta di Dermazoto (N11) direttamente sopra la pacciamatura e irrigare. Ovviamente, come è nel mio stile, ho monitorato la situazione molto a distanza, senza tanti patemi. Risultato? Le piante a tutt'oggi sono belle verdi, sane e, grazie anche alla posizione a mezz'ombra, sono riuscite ad affrontare la grande calura e siccità di questa estate senza tanti problemi e con solo 3 o 4 irrigazioni di salvataggio estremo in due mesi. Quelle più esposte al sole, invece hanno sofferto molto di più e il fogliame secco lo dimostra chiaramente. Ma questo me lo aspettavo. C'è da dire che il cambiamento di clima di questa settimana, con abbassamento delle temperature e qualche ora di pioggia, ha già innescato il risveglio di nuove gemme belle verdi e fresche.
Scrivendo sul forum della pacciamatura questi giorni ho ripensato molto alla mia esperienza con questa pratica di coltivazione. Mi convinco sempre di più che, nel mio caso, il suo successo, se così posso dire, sia dovuto ad un insieme di fattori che hanno innescato un percorso virtuoso che ha portato il mio giardino ad un buon grado di sostenibilità sua e mia. Cambiando atteggiamento su tutti i fronti:
- selezionando le piante in base alla loro esposizione più idonea;
- eliminando tutti i trattamenti chimici (concimazione e cura);
- concimando solo con prodotti organici (stallatico, cornunghia, dermazoto) giusto un paio di volte all'anno e in modesta quantità;
- pacciamando con un leggero strato di materiale organico (biotriturato, compost autoprodotto, cenere, foglie, sfalcio del prato) ogni volta che ne ho la disponibilità;
- favorendo una consociazione tra piante arbustive ed erbacee;
- incentivando la presenza invernale di uccelli con giornaliere scorte di briciole;
- e, non ultimo, un sano distacco zen (se mi permettete il termine) e un po' di mal di schiena che mi ha allontanato dalla pratica del giardino in alcuni periodi.
Ho migliorato così il mio modo di tenere il giardino e quell'unica parcella di orto che mi è rimasta, non arrivo a dire che sia una verità assoluta e che possa andare bene per tutti, ma per me è sufficiente.
p.s.: si vede che è domenica e fuori piove, eh? Forse mi sono dilungata un po' troppo, ma l'argomento mi prende così tanto che spero Matt mi perdoni.