Ci sono cose che non capisco in queste affermazioni: quali sono i principi contenuti nelle aloe che fungono da repellenti? Potresti condividere le fonti? E se è vero che ci sono, perche la pianta in questione ha la cocciniglia? Perche testi specializzati riportano una serie di problematiche che possono aggredire le aloe (afidi, ragnetto rosso, cocciniglie, la micidiale Aceria aloinis o quel simpatico scarabeo sudafricano che si infila sotto la cuticola divorando il gel ma di cui mi sfugge il nome)?
E, poi, grazie al cielo ( o all'industria farmaceutica) le cocciniglie sono sensibilissime ai trattamenti antiparassitari indicati da Reginaldo: P.A. come Imidacloprid o il recente Spirotetramat o l'olio di neem per una scelta bio, sono assolutamente efficaci. Anche in questo caso ti chiederei di condividere, se le hai, le fonti. Grazie.
Ciao caro, ti invito innanzitutto a leggere fra le righe di quello che ho scritto
Le cocciniglie non sono indistruttibili (grazie al cielo), peró non sono nemmeno così immediate fa debellare come gli afidi; in secondo luogo, Aloe è un genere che è più resistente di altre piante (mi viene in mente il genere stapelia) perché tendenzialmente lo strato sottocutaneo immagazzina grandi quantità di aloina, aloemodina e acido crisofanico (farmacognosia Biaggi, Speroni/ botanica farmaceutica Maugini / elementi di botanica Mauseth) sotto forma di succo, molecole interessanti per la famacologia ma che nascono (probabilmente) come repellenti e che rendono la pianta meno suscettibile di altre all'attacco dei parassiti. Io per primo ho l'esperienza personale di vari cactus infestati dalla cocciniglia scudettata che convivevano con la mia aloe storica, che essendo sana non ha contratto nessuno o pochi parassiti.
Il perché l'aloe del nostro utente non abbia (o non abbia abbastanza) principi attivi atti a difenderla puó essere dovuto sia al tempo basamico, sia alla specie o ibrido, sia innumerevoli altre ragioni. Ovviamente non sto dicendo che Aloe sia indistruttibile, nè che non sia prona a certe parassitosi quali tu citi e che sono endemiche dei suoi climi o dei nostri, come d'altra parte pure solanaceae molto tossiche come il genere Datura e Atropa, o il genere Nicotiana, hanno ben trovato qualcuno che se le pappi, ma generalmente questo tipo di coltura è più raro che venga infestata rispetto a piante esenti principi attivi evolutisti al fine di evitare parassitosi (vedi le varie rosaceae da frutto). (Coltivazione delle piante aromatiche e medicinali G. Milesi Ferretti) Semplicemente affermo che, laddove sussista una parassitosi, è possibile che la pianta sia già debilitata, ad opera di mezzi di coltivazione industriali o stabulazione scorretta al momento vendita, e che quindi non si debba trascurare la cosa (elementi di patologia vegetale Belli Piccin). Non escludo che esistano molecole a cui la cocciniglia è suscettibile e mi sono già scontrato in passato con altri utenti in merito, cosa che al momento non voglio ripetere visto che, essendo il mio parco piante esente cocciniglia, ritengo i miei metodi efficaci. Saró particolarmente sfigato io, ma di 10 garden che ho girato tutti (tutti!) mi han proposto chi olio di lino, chi paraffina, chi robe con oli e varie molecole, ma tutte con risultati insoddisfacenti; le larve invece, come afferma reginaldo, sono più suscettibili e quindi mi sembra ci sia maggior possibilità di intervento.
Per finire con l'ecologicissimo olio di neem, ti cito un passo fra i libri precendentemente citati: ' la droga e l'olio di Neem vengono oggi studiati per approfondire le loro vantate proprietà insetto repellenti, antimalariche, spermicide, antipiretiche, antibatteriche, antinfiammatorie e ipoglicemizzanti. L'alzadirachtina è particolarmente studiata come insetto repellente, sebbene non sussistano ancora risultati univoci. La letteratura riporta tuttavia casi di avvelenamenti con un quadro simile alla sindrome di Reye in bambini indiani trattati con olio di Neem.