ciao lobelia! per la miltoniopsis, ne ho una da poco quindi la mia esperienza personale è limitata. però invece io ho trovato una pagina molto esaustiva da cui ho tratto questa scheda (unendo anche info provenienti da altre fonti).
La pagina contiene anche interessanti informazioni sulle speice, sul loro habitat ecc. e varie foto.
http://www.geocities.com/RainForest/6917/miltoniopsis.htm
MILTONIOPSIS
VEGETAZIONE E FIORITURA
Se ben coltivate e fertilizzate, dopo la tipica fioritura primaverile-estiva, possono ripresentare un’altra fioritura in autunno.
Foglie a fisarmonica: Talora le foglie dello pseudobulbo in via di formazione si presentano plissettate, piegate a fisarmonica, e rimangono tali per tutta la loro vita. Sui libri si legge che questo deriva da mancanza d’acqua alle radici o da scarsa umidità ambientale. Ho qualche dubbio che questa sia la sola causa di questo inconveniente, poiché questo fatto mi è successo con alcuni seedling tolti dalla beuta e poi tenuti in substrato sempre umido con elevata umidità ambientale; io penso piuttosto che sia un problema genetico, scatenato da qualche ignoto fattore ambientale.
TEMPERATURE:
quelle di casa dai 14, meglio 16° di minima ai 25/28° di massima. Devono essere coltivate a temperatura abbastanza costante tutto l’anno. La temperatura minima invernale non dovrebbe mai scendere sotto i 14°. Meglio ancora se rimane sopra i 16°.
Durante l’estate bisognerebbe evitare le temperature troppo alte; se questo non fosse possibile, bisogna aumentare la ventilazione e l’umidità ambientale.
LUMINOSITA'
Non troppo intensa e mai luce diretta... una finestra a est o una a sud schermata da una tenda.
Necessitano di una discreta luce, ma non eccessiva, come i Paphiopedilum a foglie verdi. Se le foglie vengono esposte al sole diretto, queste vengono bruciate. Le foglie devono avere tanta luce da crescere erette, e non essere cascanti e flaccide. Durante l’estate le foglie possono avere una lievissima tonalità rosata, segno di una buona esposizione; se le foglie diventano però troppo rossastre, questo denota un’eccessiva esposizione alla luce.
UMIDITA', ACQUA e FERTILIZZANTE
L’ambiente di coltivazione deve essere costantemente umido, almeno sul 70% d’umidità relativa, elemento caratteristico anche nell’habitat d’origine (ottenibile spesso poggiando il vaso su sottovasi in plastica contenenti argilla espansa mantenuta sempre umida ). Questo è un fattore molto importante, da non sottovalutare in particolare quando si tengono le Miltoniopsis in casa. La mancanza d’umidità relativa ambientale è la causa principale della dipartita di queste piante, quando vengono acquistate come piante d’appartamento….
le radici sono molto fini..per irrigarla quindi preferisci acqua morbida a temperatura ambiente...attenzione alle bagnature:troppo bagnate=marciume delle radici; poco bagnate=disidratazione della pianta. Annaffiare regolarmente con una lieve diminuzione durante l’inverno, poiché in questo periodo le temperature più fredde asciugano più lentamente il substrato .Preferire le vaporizzazioni
Essendo che la pianta non va in riposo invernale si fertilizza praticamente tutto l'anno con un concime bilanciato (tipo 20/20/20) in ragione di 1 gr/lt ogni circa 20 giorni;
Usare dosi maggiori nei periodi di sviluppo vegetativo e dosi minori durante l’inverno.
Consiglio di usare un fertilizzante d’alta qualità, a scarso o nullo contenuto d’urea.
RINVASI
Il substrato deve trattenere l’umidità e nel frattempo drenare molto bene, per evitare il marciume delle fini radichette. Sono stati proposti svariati tipi di substrati ed anch'io ne ho provati diversi, ma la scelta è legata alle personali abitudini d’ogni coltivatore.
Quando prepariamo il substrato, al fine di scegliere i costituenti migliori, dobbiamo ricordare le seguenti caratteristiche delle Miltoniopsis:
1. le radici sono molto fini, per cui occorre una pezzatura piuttosto piccola;
2. gli pseudobulbi a maturità devono risultare turgidi e gonfi, per cui occorre un substrato che fornisca continuativamente l’acqua necessaria;
Con questo in mente, ogni coltivatore può scegliere l’esposizione ed il substrato che gli permette di raggiungere al meglio lo scopo, tenendo conto del proprio ambiente di coltura e del materiale a disposizione.
Questa è una lista di substrati proposti:
70 % bark di pezzatura medio-piccola e 30% perlite; si può aggiungere un pò di carbonella fine o polistirolo
70 % bark di pezzatura medio-piccola, 20 % polistirolo e 10% gommapiuma (o sfagno) << IO HO RINVASATO COSI'
60% bark di pezzatura medio-piccola, 30% carbonella e 10% perlite
70% lana di roccia e 30 % perlite
In questo caso è opportuno cercare una lana di roccia per floricoltura, tipo la Grodan. La si "sgrana" in un contenitore a cui si aggiunge la perlite (molto meno costosa) nella percentuale ritenuta idonea (più perlite aggiungiamo più aumentiamo l’aerazione e la ritenzione d’acqua); si bagna con acqua per evitare il formarsi della fastidiosa polverina tipica della perlite e della lana di roccia e li si mescola. I rapporti di solito variano da 2-3 parti di lana di roccia a 1 parte di perlite.
Esiste in commercio un substrato di lana di roccia-perlite già premiscelato, prodotto dalla Grodan, chiamato Green mix, che a Marco Riccaboni e a me ha fornito ottimi risultati; è difficile da trovare in commercio in Italia.
perlite pura In questo caso bisogna ricordarsi che la perlite si asciuga molto facilmente, per cui se non si innaffia frequentemente il substrato tende ad asciugarsi pericolosamente. Se usiamo la sola perlite sono utili o contenitori a riserva d’acqua o vasi a cui siano stati chiusi i fori di drenaggio sul fondo e praticati in loro vece alcuni fori sui fianchi a circa 1 cm dalla base, in modo da simulare un vaso a riserva d’acqua
-sfagno puro, preferibilmente vivo
-70% sfagno tagliuzzato e 30% polistirolo in frammenti
-torba di sfagno e perlite, con una piccola aggiunta di bark (questo è il composto usato alla Eric Young Foundation)
55% torba fibrosa di sfagno, 15% bark medio-piccolo, 15% perlite e 15% gommapiuma
Nella coltivazione bisogna evitare che il substrato marcisca, in particolare se si usa il bark; in questo caso è indispensabile rinvasare ogni anno. Consiglio di usare vasi molto piccoli: i vasi cioè devono contenere a mala pena il pane radicale; ciò evita pericolosi ristagni d’acqua, permettendo altresì frequenti innaffiature. Lo pseudobulbo a maturità deve essere turgido, contenendo oltre il 90% di acqua, per cui la pianta necessita di molta acqua durante lo sviluppo vegetativo.
Come detto prima conviene rinvasare di norma ogni anno, in particolare se si usano substrati a base di bark. Il periodo migliore è alla fine dell’inverno, in modo che la pianta si ristabilisca in tempo, prima di riprendere la forte spinta vegetativa primaverile. Ricordo che da noi la lunghezza delle ore di luce aumenta in modo sensibile con la primavera, mentre nell’habitat naturale questa differenza è molto meno sensibile. Questo porta ad un ritmo di sviluppo vegetativo un po’ diverso che non in natura. E’ in questo forzato periodo di riposo, determinato da temperature basse, da giornate corte e dalla nebbia per chi si trova nella pianura padana, che conviene rinvasare le Miltoniopsis. In quest’occasione dobbiamo anche provvedere a fare un completa opera di pulizia, eliminando tutte le parti vecchie della pianta e le parti eventualmente marcescenti (si riconoscono per il caratteristico aspetto arancio-marrone). Questa pulizia è fondamentale per la salute della nostra Miltoniopsis. Se la pianta è molto ampia, tende a dividersi da sola, per autodivisione del rizoma; rinvasare quindi in vasi separati.
Ricapitolando: rinvasare appena il substrato inizia a deteriorarsi, usare vasi piccoli e pulire bene la pianta!
NEMICI
Le Miltoniopsis sono colpite dalle solite malattie fungine; in particolare sono frequenti e pericolosi i marciumi delle radici e degli pseudobulbi, favoriti da uno scarso drenaggio del substrato. Se le foglie denotano qualche problema, controllare le radici: spesso il problema è nel marciume delle radici, e, senza radici sane, addio pianta!
Rimedi: aumentare i fori di drenaggio, mettere un po’ di polistirolo sul fondo, usare vasi piccoli.
Anche le foglie sono sensibili a diversi funghi (ruggine, etc), ma questi sono meno pericolosi dei marciumi. In particolare è sensibile la parte apicale della foglia, che spesso diventa nera; potrebbe trattarsi anche di una bruciatura da eccessivo uso di fertilizzanti.
E’ possibile che le Miltoniopsis (come gli Odontoglossum) possano essere colpite da alcuni virus, anche se questo evento non è molto frequente.
Ricorrere ai fungicidi solo se strettamente necessario.
Le Miltoniopsis possono essere attaccate dalla cocciniglia. In questo caso pulire bene le parti malate e spruzzare poi la pianta con Dimetato o olio minerale.
In bocca al lupo, e un bravo :hands13: al fidanzato!!