Secondo me ci sono tanti "poveri di spirito" perchè il giardinaggiopretende anche un minimo di sensibilità, che semplicemente non sanno d'esserlo.
Margherita, mi trovi d'accordo su quello che hai scritto ma ho quotato solo questa parte per dire alcune cose.
Innanzitutto è verissimo che ci sono tanti poveri di spirito e non è dispregiativo questo modo di esprimersi ma semplicemente un modo di dire che è difficile reperire nella massa, molte persone che abbiano una
propria sensibilità per la bellezza.
Nessuno discute che poi, il concetto di bellezza sia soggettivo, considerato che chi ama un giardino minimal, probabilmente ha un concetto della bellezza diverso da quello di una persona che invece ama un verde a mo' di foresta tropicale o di border inglese, però questo dovrebbe implicare comunque una certa ricerca interiore, una crescita se vogliamo, di quello che è il passaggio da una fase all'altra, di qualunque persona armeggi con piante e arbusti.
Credo che ognuno di noi abbia attraversato queste fasi. Io stessa se penso alle prime piante che mi piacevano e a come le accostavo, sorrido e un po' mi vergogno, mi sento imbarazzata di me stessa, ma appunto si cresce e si elabora, ci si confronta, ci si guarda attorno, si affinano i sensi e si lascia che l'intelligenza emotiva e non, facciano il proprio mestiere.
Ma questo richiede soprattutto sensibilità. E qui, dopo questo giro di parole, torniamo al punto sollevato da Margherita, appunto la sensibilità.
La sensibilità che canali segue? Che strade percorre in ognuno di noi? E ancora, aggiungo, ultimamente se da un lato si espande, dall'altro si comprime e svilisce.
Ci sono persone che del mondo attorno a sè, non gliene importa una cippa però capiscono che magari, avere piante sul terrazzo possa essere comodo, utile e, perchè no, rappresentativo.
Facilmente questi si riempiranno di piante e piantine da collocare sui loro balconi ma senza comprenderne le ragioni, senza farsi nemmeno domande.
Altri, invece, si rivolgeranno agli addetti ai lavori per poter far sfoggio della propria capacità economica, ma che comunque delle piante non gliene può fregare di meno.
Infine la categoria peggiore: quelli a cui non importa nulla di avere un balcone desolato su cui non mettere nulla perchè oltre a richiedere cure costanti, sporca pure. Ma questa è un'altra storia.
Ci sono invece, sempre più persone che cominciano ad alzare lo sguardo (nei casi di terrazzi e balconi) e ad abbassarlo (nel caso di giardini) e si rendono conto che c'è tutto un mondo attorno a sè stessi e che questo mondo comunica qualcosa o che riattiva sensazioni che si erano perdute o erano sepolte dentro.
Ecco che da questa nuova angolazione da cui osservare il mondo, nasce un pensiero, una riflessione, una ricerca. Questa ricerca può essere intima, come quella di cui parla Margherita nel suo stesso caso, oppure può essere l'evoluzione di un pensiero della persona stessa, come ricerca di sensazioni fisiche e mentali che esulano dal vivere comune e dalla quotidianità.
Da qui al cercare di comprendere l'esterno a noi e l'interno di noi, pensando a cosa ci suscita una pianta, a quanto ci emoziona una composizione e al perchè ci colpisce, il passo è breve e, come raccontava Margherita, si comincia a cercare di leggere le proprie scelte e a guidarle.
Questa per me è sensibilità che è parte integrante dell'intelligenza emotiva e solo essa può guidare un giardiniere che abbia un balcone piuttosto che un giardino nella ricerca, nella crescita e nella maturazione come individuo e come giardiniere.
Quando ciò avviene i risultati si vedono, eccome se si vedono e non sono i vasi tutti uguali o le piante "in" del momento piuttosto che gli arredi di grido a fare un bel giardino o un bel terrazzo solo perchè i vari esperti dei giornali dedicati o delle trasmissioni sul mondo vegetale lo dicono e ci canonizzano in questo senso, ma è l'espressione di noi stessi e la nostra capacità di leggere, mediante la sensibilità, ciò che siamo e come la esprimiamo.
Ho visto balconi, terrazzi e giardini "firmati" che non mi hanno comunicato NIENTE salvo una bella esercitazione di stile, anonimi e ripetitivi, uno uguale all'altro, seriali, asettici, impersonali e monotoni.
Ho visto giardini e balconi anonimi nella firma, pieni di passione, di vita, di sensazioni, di armonia, di equilibri tali da scatenare un'infinità di sensazioni che a raccontarle non ci si riesce.
Il bel giardino o il bel balcone per definizione non esistono, esistono giardini o terrazzi che comunicano emozione proprio perchè è di espressione che parliamo e non di esercitazioni sulla composizione delle piante e laddove c'è un "sentire" profondo, molto spesso c'è un bel giardino o un bel terrazzo.
Molti degli spazi verdi di hobbisti in questo forum, ne sono l'esempio.