Mi alzo presto quella mattina, molto prima del solito visto che l'ufficio era chiuso per ferie da pochi giorni. Ma più tardi del solito perchè, se fossi dovuto andare a lavorare, alle 8.00 dovevo essere sul posto di lavoro.
Già iniziava in modo strano ma, a riportare tutto alla normalità ci ha pensato mia madre che, come sempre, accusava uno dei suoi soliti mal di testa e ci implorava di non farlo, di non partire.
Lei, casalinga tutta casa e botteghe, non voleva che io e mio padre, tutti lavoro e lavoro, ci allontanassimo da lei e dalla nostra Bologna.
No, non dovevamo lasciarla come ogni anno a casa approfittando del suo terrore del mare ma noi, abili nuotatori, non avevamo paura di imbarcarci.
Il porto di Genova ci aspettava e noi l'avremmo raggiuto in treno, eccome se l'avremmo raggiunto!Ci aspettava una fantastica crociera.
Mamma fece di tutto per non farci partire, non arrivò a sabotare le valige di papà perchè era donna d'altri tempi e comunque rispettosa. Però lavorò sui miei sensi di colpa e magari, al nostro ritorno, non l'avrei più rivista viva.
Grande attrice in privato, segno di una timidezza inverosimile fuori dalle sue 4 mura. Chiamai la zia, sorella del papà, e le chiesi se fosse disposta(come gli anni precedenti) a fare da "badante" a mamma. Ovviamente se la sarebbero spassata tra di loro: guardando Mike Bongiorno, cucinando a tutta birra passatelli in brodo in agosto, facendo punto e croce, filet e centrini vari. La zia baffuta in mezz'ora arrivò e si stabilì in casa nostra in men che non si dica, mamma era felice e zia ancor di più. Io e papà volgiamo le spalle al palazzo e già all'orizzonte, in fondo alla nostra via Amendola, la si vede.
Miraggio che prelude alla nostra vacanza, ed è li oramai a pochi metri, appena attraversato l'incrocio e siamo da lei, la stazione. Ma sentiamo ancora quelle voci delle nostre donne a casa, soprattutto quella della zia.
Ma non era a casa: ci correva incontro gridando che mamma stava DAVVERO male. Era sconvolta!
Diamo le spalle al nostro miraggio e torniamo verso casa ripercorrendo via Amendola fino al nostro civico.
Chissà che ore erano e se il nostro treno fosse già al binario ad aspettarci? Uno scoppio assordante! Poi seppi l'ora di preciso. Anzi, la seppero in molti.
Racconto di mio suocero che allora c'era. Oggi, purtroppo, non c'è più!