Le origini delle maglie juventine
(tratto da wikipedia)
« Fin dalla sua fondazione la Juventus è stata depositaria di un’estetica assai particolare, in campo e fuori, capace di sintetizzare la componente aristocratica e quella elitaria, la nobiltà con il popolare, il portamento signorile al sudore proletario. »
Secondo la leggenda, un inglese di nome John Savage, uno dei soci della Juventus e commerciante all'ingrosso di prodotti tessili a Torino nel 1903, giocatore di calcio nell'International Foot-Ball Club Torino, viste le magliette color rosa pallido con cravatta nera e pantaloni neri dei giocatori della Juventus (la tenuta adottata per distinguersi dalle altre società calcistiche), propose loro di rinnovare quell'uniforme, comprando in Inghilterra un nuovo e più completo modello di maglie rosse con bordi bianchi simile a quello utilizzato dal Nottingham Forest[3].
L'impiegato di Nottingham, vista la scolorita maglietta rosa, credette che fosse piuttosto bianca e macchiata. Quindi, vista la coincidenza tra i colori della Vecchia Signora e quelli bianconeri del Notts County, pensò bene di spedire in Italia una dotazione di uniformi appunto dei magpies.
A Torino, quando videro le quindici maglie a strisce verticali bianche e nere e colletto bianco non piacquero ma, data la prossimità del campionato, non vi erano alternative e dovettero adottarle insieme a un stesso numero di pantaloncini e calzettoni di colore nero e talvolta con laccetti all'altezza del colletto. Da allora diventò la divisa ufficiale della squadra torinese in quanto sembrava che «portasse fortuna» alla società e difatti diventò una delle maglie calcistiche più famose del mondo: ”
—Frammenti della storia ufficiale del Notts County ed articoli correlate pubblicati nel quotidiano inglese Daily Mail