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Una domanda di Lisa

RosaeViola

Master Florello
Mamma, se ci fosse la pace in tutto il mondo, se ci fosse la serenità totale per tutti, se l'essere umano avesse tutto ciò di cui ha bisogno per vivere, se non ci fossero crudeltà e cattiverie, le persone crescendo, imparerebbero ad essere sensibili lo stesso? Saprebbero commuoversi lo stesso anche solo per un gattino o per un giorno di sole?

Bella domanda eh?

Voi che ne pensate?

Leggerà le vostre risposte e, malgrado la suo giovanissima età, merita un vero approfondimento, visto come si interroga.
 
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Clorophilla

Florello
mah...io penso che a volte la sofferenza ed il dolore aiutano a valorizzare tutte le cose, anche le più piccole e banali, proprio perchè con la sofferenza si provano emozioni negative che rafforzano la sensibilità poi si impara a riconoscere anche quelle positive. Non so' se sono stata spiegata :D
 

Clorophilla

Florello
No, non credo sempre. Penso che sia una questione soggettiva. C'è chi ad esempio a causa della sofferenza perde ogni empatia e sensibilità. Dipende sempre come una persona elabora la sofferenza e come vi reagisce. Di certo però scatena emozione, mette in contatto con la parte più profonda e a volte più fragile di se' rendendo a voltequindi più sensibili a percepire anche gli altri. Non è il se bisogna soffrire per percepire ma il come si soffre.
 
C

cultivar

Guest
Non puoi avere il bianco senza il nero. Cosi' la sofferenza diventa metro di giudizio della felicita'.
 

Scatolina

Guru Giardinauta
Mamma, se ci fosse la pace in tutto il mondo, se ci fosse la serenità totale per tutti, se l'essere umano avesse tutto ciò di cui ha bisogno per vivere, se non ci fossero crudeltà e cattiverie, le persone crescendo, imparerebbero ad essere sensibili lo stesso? Saprebbero commuoversi lo stesso anche solo per un gattino o per un giorno di sole?


Non ne sono certa, ma secondo me SE fosse davvero così come idilliacamente descritto da tua figlia, allora significa che siamo tutti più sensibili, che nasciamo già col gene della sensibilità... altriementi non potrebbe esistere quella situazione....

Io la vedo cosi... :storto:
 

aseret

Florello Senior
Continuerebbero ad esserci le diversità individuali e questo comporterebbe comunque una differenziazione tra i vari comportamenti.
La piena soddisfazione di tutti i bisogni finirebbe per ottundere la sensibilità di molti ma nel medesimo tempo ciascuno potrebbe dedicarsi a cio che più ama con maggiore pienezza.
Però non si potrebbe eliminare il dolore e la sofferenza, che sono insiti nell'essere vivente e che servono per capire e maturare e cercare nuove soluzioni ai problemi.
Se si avesse tutto e subito...che noia!
 

Eltuena

Guru Giardinauta
Mamma, se ci fosse la pace in tutto il mondo, se ci fosse la serenità totale per tutti, se l'essere umano avesse tutto ciò di cui ha bisogno per vivere, se non ci fossero crudeltà e cattiverie, le persone crescendo, imparerebbero ad essere sensibili lo stesso? Saprebbero commuoversi lo stesso anche solo per un gattino o per un giorno di sole?

Se fossimo sereni, senza guerre e con tutte le necessità materiali e non appagate, la commozione perderebbe il suo significato. Potremmo provare tenerezza, gioia, ma non commozione. Della vita attuale resterebbe solo il dolore della perdita. Questo, però, significa anche che la nostra serenità verrebbe intaccata.
 
M

Mary74

Guest
Partiamo dal presupposto che non tutti hanno la stessa sensibilità .
Al capo di mia sorella è morta la moglie di ictus , ci si aspettava umanamente un pò di compresione ..invece zero . Ne deduco quindi che costui è un insensibile oppure posso pensare che il dolore lo abbia talmente indurito da renderlo cattivo.


Cara Lisa penso che solo chi possiede un cuore la sofferenza aiuta a crescere , a vedere le cose sotto un altra luce , ad apprezzare le piccole cose che la vita ci offre e sopratutto a capire realmente il dolore altrui...
Aldilà delle proprie esperienze , non tutti sono nati per commuoversi dinanzi un gattino o per un fiore sbocciato
 

rossl

Giardinauta Senior
C'è chi ad esempio a causa della sofferenza perde ogni empatia e sensibilità. Dipende sempre come una persona elabora la sofferenza e come vi reagisce. Di certo però scatena emozione, mette in contatto con la parte più profonda e a volte più fragile di se' rendendo più sensibili a percepire anche gli altri. Non è il se bisogna soffrire per percepire ma il come si soffre.

Mi sembra che Cloro abbia espresso un concetto molto valido: l'empatia, cioè la capacità di mettersi nei panni dell'altro, è il primo passo per riuscire a provare compassione per chi soffre, provare questa emozione acuisce la sensibilità; non tutti però sono in grado di provare questi sentimenti nei confronti degli altri, occorre essere educati a farlo e a considerarlo come un arricchimento del sè.
Ma credo che la sofferenza sia comunque il punto di partenza
 

RosaeViola

Master Florello
Ma credo che la sofferenza sia comunque il punto di partenza

Insomma, alla fine, secondo quanto ho letto, è vero che siamo nati per soffrire e che soffriremmo indipendentemente da una realtà migliore e più sana.

Mah...Proprio non so che dire. Comunque poi leggerà lei e arriveranno altre considerazioni e altre domande che lei stessa porrà.
 

aseret

Florello Senior
Non è esatto: tendiamo comunque alla gioia o, almeno, alla serenità.
Ma è inevitabile che sorgano prima o poi dei problemi che ci mettono alla prova e che ci danno preoccupazioni: è nella natura delle cose.
Diverso è il modo di affrontarli: c'è chi fa una tragedia per ogni sciocchezza, chi, invece, riesce ad affrontarli con calma , razionalità e fiducia...chi invece si crea difficoltà inesistenti.
Dipende dal carattere e dalla sensibilità di ciascuno: anche in una società perfetta ci sarebbero comunque dei contrasti, è il come superarli che cambierebbe.
 

decky

Florello Senior
Insomma, alla fine, secondo quanto ho letto, è vero che siamo nati per soffrire e che soffriremmo indipendentemente da una realtà migliore e più sana.
Siamo nati per percepire e con la nostra sensibilità percepiamo anche la sofferenza,che è si,compagna di alcuni momenti della vita indipendentemente da una realtà che può non essere delle migliori,ma è anche d'aiuto ad apprezzare ciò che di bello ci riserva la vita stessa.E tutto il resto ci viene da noi stessi ,da come siamo,e siamo quello che abbiamo vissuto.
 
M

Mary74

Guest
Insomma, alla fine, secondo quanto ho letto, è vero che siamo nati per soffrire e che soffriremmo indipendentemente da una realtà migliore e più sana.

.

Non siamo nati per soffrire tantè che per spirito di sopravvivenza alla fine riusciamo ad incassare il colpo e andiamo avanti .Ci adattiamo alle nuove situazioni .
Il vero problema non è tanto la sofferenza quanto il fatto che non tutti possediamo la stessa sensibilità.
 

aseret

Florello Senior
Mamma, se ci fosse la pace in tutto il mondo, se ci fosse la serenità totale per tutti, se l'essere umano avesse tutto ciò di cui ha bisogno per vivere, se non ci fossero crudeltà e cattiverie, le persone crescendo, imparerebbero ad essere sensibili lo stesso? Saprebbero commuoversi lo stesso anche solo per un gattino o per un giorno di sole?

Penso che in parte abbiamo frainteso il problema posto da Lisa: in un mondo perfetto può continuare ad svilupparsi la sensibilità?
Penso di sì. La bellezza, l'amore , il desiderio di aiutare chi è più debole, la capacità di stupirsi e di meravigliarsi e di commuoversi di fronte a certi spettacoli e miracoli della natura fanno parte dell'uomo e sarebbero accentuati dall'assenza di bisogni pressanti.
La felicità di solito rende più disponibili verso gli altri e più luminoso ciò che ci circonda.
Certo il quanto e il come dipenderebbe comunque dal grado di sensibilità, cultura ed esperienza acquisita da ciascun individuo.:love_4: :love_4: :flower: :love_4: :love_4:
 
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