TENTREDINI DELLA ROSA di Alessandro Dellachà (Alessandro2005)
Le tentredini appartengono alla famiglia Tenthedrinidae, ordine Hymenoptera, dunque gli adulti hanno l’aspetto di vespine di taglia media (nella sottofamiglia Tenthredinininae, che comprende quelle che vivono su rosa, fino a un massimo di 15 mm di lunghezza), di colore prevalentemente scuro; le larve sono glabre e di tipo eruciforme (corpo allungato, molle, suddiviso in segmenti, provvisto di tre paia di zampe toraciche e pseudozampe addominali; il vocabolo deriva dal latino eruca, col significato di bruco). Gli adulti si nutrono di nettare e liquidi zuccherini (certe tentredini anche di altri piccoli insetti), mentre le larve sono fitofaghe e possono vivere a spese di tutte le parti epigee delle piante: le tentredini delle rose erodono soprattutto le foglie, ma qualche specie attacca i fiori oppure scava all’interno dei getti.
Su rosa sono descritte una dozzina di specie dannose di tentredini. Di seguito vengono riportate le più comuni in ordine alfabetico.
Col termine latino ‘stemma’ (pl. ‘stemmata’) si indicano in inglese gli ocelli delle larve; ‘leg’ sono le zampe e ‘proleg’ le pseudozampe; i bruchi dei lepidotteri vengono chiamati col termine ’caterpillar’: essi, pur presentando un corpo di tipo eruciforme, differiscono in alcuni aspetti (in particolare dal numero di pseudozampe mai superiori a cinque) dalle larve delle tentredini che invece sono chiamate ‘sawfly’ (possiedono sei o più pseudozampe) (immagine da Wikipedia)
Ardis brunniventris (Tentredine dei getti delle rose)
Gli adulti sono lunghi circa 6 mm e sono di colore nero; la larva è bianchiccia con capo scuro, di dimensioni pari o leggermente superiori all’adulto. Compaiono in aprile e depongono le uova isolate nei pressi delle nervature della pagina inferiore delle foglioline dei germogli, e la larva neonata penetra nel getto terminale e scava una galleria discendente fino a 6-7 cm, quindi, ormai matura, risale e fuoriesce dal getto attraverso un foro per lasciarsi cadere al suolo dove si impupa fino a una decina di cm di profondità. La seconda generazione appare in luglio, destinata poi a imbozzolarsi e svernare sempre nel terreno.
Esiste anche una seconda specie di tentredine dei getti, Ardis sulcata, diffusa soprattutto nelle regioni più meridionali dell’Europa. Gli adulti di questa specie si differenziano dalla prima per avere zampe scure anziché chiare, mentre la larva si distingue per la presenza di due anelli di color rugginoso attorno agli ocelli (= occhi semplici). Questa specie svolge una sola generazione all’anno.
(utente Carne)
Arge ochropus e Arge pagana (Argide della rosa)
Alla famiglia degli Argidae appartengono due specie di tentredini che vivono a spese delle foglie delle rose selvatiche e coltivate (ne è stata segnalata anche una terza ma con comparsa solo sporadica su rosa). Entrambe hanno abitudini similari e in caso di grave infestazione arrivano a scheletrizzare l’intera vegetazione della pianta attaccata. A. ochropus svolge 1-2 generazioni all’anno e sfarfalla non prima della fine di maggio, mentre A. pagana ha 2-3 generazioni di cui la prima sfarfalla a partire da aprile-maggio.
Le femmine dopo l’accoppiamento inseriscono le uova entro un taglio nei rametti che eseguono mediante l’ovodepositore: le uova sono deposte secondo uno schema a semplice o doppia spina di pesce. Le larve nascono dopo una incubazione di una decina di giorni e raggiungono la maturità dopo cinque mute per entrambe le specie; la larve hanno capo nero nelle prime età e poi a maturità color nocciola chiaro.
Contro questi tentredini si rendono necessari interventi insetticidi di contatto in caso di forte infestazione. Una utile precauzione consiste nell’asportare i rametti presentanti i segni dell’ovodeposizione.
Arge pagana: femmina in ovodeposizione
Ovatura e tipica incisione a doppia lisca di pesce (dopo lo sgusciamento dalle uova delle larve neonate)
A. pagana: larve di diversa età; l’inarcamento è un atteggiamento difensivo
Bozzoli di Arge pagana
Arge ochropus
Le tentredini appartengono alla famiglia Tenthedrinidae, ordine Hymenoptera, dunque gli adulti hanno l’aspetto di vespine di taglia media (nella sottofamiglia Tenthredinininae, che comprende quelle che vivono su rosa, fino a un massimo di 15 mm di lunghezza), di colore prevalentemente scuro; le larve sono glabre e di tipo eruciforme (corpo allungato, molle, suddiviso in segmenti, provvisto di tre paia di zampe toraciche e pseudozampe addominali; il vocabolo deriva dal latino eruca, col significato di bruco). Gli adulti si nutrono di nettare e liquidi zuccherini (certe tentredini anche di altri piccoli insetti), mentre le larve sono fitofaghe e possono vivere a spese di tutte le parti epigee delle piante: le tentredini delle rose erodono soprattutto le foglie, ma qualche specie attacca i fiori oppure scava all’interno dei getti.
Su rosa sono descritte una dozzina di specie dannose di tentredini. Di seguito vengono riportate le più comuni in ordine alfabetico.
Col termine latino ‘stemma’ (pl. ‘stemmata’) si indicano in inglese gli ocelli delle larve; ‘leg’ sono le zampe e ‘proleg’ le pseudozampe; i bruchi dei lepidotteri vengono chiamati col termine ’caterpillar’: essi, pur presentando un corpo di tipo eruciforme, differiscono in alcuni aspetti (in particolare dal numero di pseudozampe mai superiori a cinque) dalle larve delle tentredini che invece sono chiamate ‘sawfly’ (possiedono sei o più pseudozampe) (immagine da Wikipedia)
Ardis brunniventris (Tentredine dei getti delle rose)
Gli adulti sono lunghi circa 6 mm e sono di colore nero; la larva è bianchiccia con capo scuro, di dimensioni pari o leggermente superiori all’adulto. Compaiono in aprile e depongono le uova isolate nei pressi delle nervature della pagina inferiore delle foglioline dei germogli, e la larva neonata penetra nel getto terminale e scava una galleria discendente fino a 6-7 cm, quindi, ormai matura, risale e fuoriesce dal getto attraverso un foro per lasciarsi cadere al suolo dove si impupa fino a una decina di cm di profondità. La seconda generazione appare in luglio, destinata poi a imbozzolarsi e svernare sempre nel terreno.
Esiste anche una seconda specie di tentredine dei getti, Ardis sulcata, diffusa soprattutto nelle regioni più meridionali dell’Europa. Gli adulti di questa specie si differenziano dalla prima per avere zampe scure anziché chiare, mentre la larva si distingue per la presenza di due anelli di color rugginoso attorno agli ocelli (= occhi semplici). Questa specie svolge una sola generazione all’anno.
(utente Carne)
Arge ochropus e Arge pagana (Argide della rosa)
Alla famiglia degli Argidae appartengono due specie di tentredini che vivono a spese delle foglie delle rose selvatiche e coltivate (ne è stata segnalata anche una terza ma con comparsa solo sporadica su rosa). Entrambe hanno abitudini similari e in caso di grave infestazione arrivano a scheletrizzare l’intera vegetazione della pianta attaccata. A. ochropus svolge 1-2 generazioni all’anno e sfarfalla non prima della fine di maggio, mentre A. pagana ha 2-3 generazioni di cui la prima sfarfalla a partire da aprile-maggio.
Le femmine dopo l’accoppiamento inseriscono le uova entro un taglio nei rametti che eseguono mediante l’ovodepositore: le uova sono deposte secondo uno schema a semplice o doppia spina di pesce. Le larve nascono dopo una incubazione di una decina di giorni e raggiungono la maturità dopo cinque mute per entrambe le specie; la larve hanno capo nero nelle prime età e poi a maturità color nocciola chiaro.
Contro questi tentredini si rendono necessari interventi insetticidi di contatto in caso di forte infestazione. Una utile precauzione consiste nell’asportare i rametti presentanti i segni dell’ovodeposizione.
Arge pagana: femmina in ovodeposizione
Ovatura e tipica incisione a doppia lisca di pesce (dopo lo sgusciamento dalle uova delle larve neonate)
A. pagana: larve di diversa età; l’inarcamento è un atteggiamento difensivo
Bozzoli di Arge pagana
Arge ochropus