...il "bonsai", lo ripeto ragazzi, è un tecnica
cinese sviluppata in molti secoli e nata -pare- più di 2000 ann fa... Solo successivamente, e dopo molti secoli, i giapponesi se ne appropriarono letteralmente, moltiplicando i 5 stili cinesi nei vari moyogi, fukinagashi, chokkan etc...
I bonsai giapponesi sono i più celebri perchè inseriti ormai in un contesto culturale del quale sono simbolo. Un ottimo manualetto
http://www.pagineverdibonsai.it/prodotto.asp?id=79 ormai introvabile se non in questo sito, ci fornisce un'introduzione chiara e molto interessante circa l'approccio occidentale alle piante in vaso: gli orientali in genere cercarono da subito di ricreare le proporzioni della pianta in natura sviluppando le prime tecniche di miniaturizzazione, mentre in noi occidentali questo punto di vista è estraneo poichè ci preoccupiamo di mantenere la pianta forte e rigogliosa utilizzando
un altro senso delle proporzioni.... l'azalea de mì socera, è una palla immensa di fiori colorati e robustissimi, è curata con passione ed è a tutti gli effetti bellissima e davvero da esposizione... ma non competerà certo con un delicato e sinuoso bonsai perchè semplicemente in comune hanno solo la caratteristica di essere coltivate in contenitori pur essendo essenze simili o addirittura identiche....
piccolaermi parla di regole dettate da qualcuno... noi consideriamo le regole giapponesi come LE REGOLE: i jappi (al contrario di cinesi,coreani, taiwanesi etc. che vedono nel bonsai un oggetto puramente estetico ed in questo sono simili a noi occidentali) hanno sovrappostoe fatto coincidere -ripeto- queste regole con quelle della filosofia Zen, rendendo il bonsai un oggetto sacro le cui proporzioni hanno un preciso e specifico significato simbolico. Se non si conosce lo Zen, se non lo si è vissuto nella propria vita, certi simboli non potranno essere compresi e tantomeno quindi applicati nella "pratica" che nel ns. caso è il "bonsai"....
Vi è poi in ultimo la considerazione pratica, tecnica, che riguarda il clima mediterraneo, ben diverso da quello orientale. Semplicemente NON si può coltivare un bonsai alla giapponese senza prendere molte precauzioni: annaffiature e concimazioni calibrate, ambienti adatti in ogni stagione, protezioni da caldo e freddo... L'intervento umano, nella tecnica giapponese è costante e profondo, secondo me esagerato e che rischia di andar contro all'atteggiamento naturale dell'essenza. Quindi, serve per lo meno una serra fredda, pazienza e conoscenza e tanto tanto tempo. Se ci si dimentica un acero al sole o se semplicemente una giornata è più calda delle norma, quell'acero si rischia di perderlo...se lo si pinza malamente diventa uno schifo... il ginepro in vaso piccolo diventa delicatissimo, gli olivi stentano e non fruttificano, i meli semplicemente muoiono.... i pini non si stabilizzeranno mai...
Tutti si lamentano sulle pagine del forum che il ficus la serissa o la carmona gli schiattano puntualmente ogni inverno... che l'olmetto non è folto e non ha vigore... e grazie, in quei vasetti ridicoli come pensate che le radici possano mantenersi sane??? Credete che i giappi si tengano il ficus nel soggiorno? No, i giappi il ficus non lo considerano neppure un bonsai se è per questo....ma cmq... il problema dei bonsai coltivati quaggiù è sempre quello: le radici si rovinano e la pianta muore o soffre. Io opto per vasi un po' più grandi e per mescole di terriccio che garantiscano nutrimento e umidità, dopodichè mi limito a pinzare e cimare senza preoccuparmi dei rinvasi per almeno tre anni. Non è vero che rinvasare spesso fa bene all'albero. Anzi. Olivo, pino, e bonsai di una certa età detestano i rinvasi frequenti e preferiscono star lì buoni buoni per anni acquistando vigore man mano che il tempo passa. Questo permetterà loro di sopportare il prossimo rinvaso e di evitare i problemi di saturazione del vaso... Ma sono scelte personali. io preferisco far vivere sano il mio bonsai occidentale, dimenticarmelo lì e scoprirlo più bello e forte, piuttosto che violentarlo costringendolo ad un ambiente che non ama particolarmente, a meno di miei continui interventi...