il problema è questo: ma chi ha detto che coltivare delle piante in vaso appartiene alla cultura Zen?? Forse chi ci guadagna, importando libri, materiali ed essenze a prezzi vergognosi....
Anche io amo e sono incuriosito dal Giappone, probabilmente l'anno prossimo sarò ospite della famiglia di una mia amica giappa e avrò modo di vedere che aria tira... ma ripeto: chi dice che bonsai significa "giappone"? Casomai "Cina", visto che è laggiù che è nato!!
In Italia, i giardini fiorentini erano stracolmi di piante in vaso, agrumi sopratutto, nei periodi delle Signorie, e parliamo di alberelli non più alti di un metro. Ai tempi dei Romani (2000 anni fa, ricordiamo), piante in vaso, sopratutto cipressi, ornavano ben curate i peristili e i cortili delle ville...
Trovetemi lo zen tra gli antichi romani e mi ritiro in eremitaggio a Timbuktu.
Diciamo Bon-sai, per non dover dire "piccola pianta coltivata in vaso". Il "problema" risale alla fine dell'800, quando dall'oriente si riaffaccia dalle nostre parti quest'arte da noi dimenticata da tempo. (peraltro nn è vero, perchè in italia la coltivazione in vaso è diffusissima e tradizionale, quindi...
Ale ci dice:
"Fare un bonsai all'italiana sarebbe come fare una ferrari in cina, è come mangiare spaghetti in america, stessa e identica cosa. Non hanno nulla a ke vedere con la filosofia orientale allora, e cosi nasce una nuova teoria all'italiana".
La Ferrari in Cina non la si fa perchè è un marchio nostro, ma gli alberi in vaso marchi non ne l'hanno.... e gli spaghetti? e la filosofia orientale... dai, vi prego: se lo Zen ha trovato da secoli nel Bonsai la sua fisicizzazione (una delle sue fisicizzazioni) non è detto che Bonsai o meglio, albero in vaso, debba necessariamente rifarsi alle "regole" zen o esservi costretto per intervento divino... conviene, certo, per vendere akadama, attrezzi costosissimi e pressochè inutili, concimi superspeciali che i nostri contadini conoscono da secoli etc... .
Il bonsai "all'europea", peraltro, nei concorsi internazionali è da circa un ventennio una ventata di novità, tanto che Vallejo, spagnolo, vince regolarmente ambitissimi premi, s*****ndo i sensei di turno con le sue opere assolutamente innovative, tanto innovative da essere una ripresa dell'antichissima e bistrattata tecnica cinese... Il ficus, come altre essenze tipo Carmona o serissa, per dirla tutta, è tutt'altro che giapponese e difficilmente si vedrà ad un concorso o mostra un esemplare del genere di chiara e documentata tradizione coreana, cinese e taiwanese...
I bonsai Taiwanesi, sconosciuti, sono peraltro i più belli e fantasiosi, di stile molto "impressionistico" e ben diverso dalla quasi noiosa perfezione di quelli giapponesi.... sta mania del giappone, evidentemente, confonde le acque.
taiwan, Okinawa, Cina, sono i luoghi dai quali proviene il 90 % dei bonsai commerciali o amatoriali e difficilmente si avranno opere giapponesi. Perchè?
Perchè in quei vasetti, far sopravvivere un bonsai (essenze peraltro delicatissime come il deshojo...) nei nostri climi è un'impresa a dir poco titanica, a meno di possedere serre ed esposizioni assolutamente perfette. Non vedrete MAI un bonsai in Italia in un vaso con proporzioni "zen", semplicemente perchè è difficilissimo mantenerlo sano. Dei maestri, veri maniaci, forse li avranno, ma mi chiedo quanto lavoro vi sia dietro e se, a livello non provessionale ne valga la pena.
Quindi, ricercare tutta 'st'armonia di proporzioni nei propri alberelli, condita con meditazione e filosofia dopo essere stati ingolfati nel traffico di Roma o altre metropoli, dopo aver fatto a cacciavitate per un parcheggio e litigato coi vicini perchè il cane ti piscia sullo zerbino, personalmenet mi sembra un po' artificioso e quasi ridicolo... inutile fingere di essere filoorientali, e vestirsi col kimono mentre si cima il ginepro sorseggiando del tè verde sul terrazzo (e sotto una fila vomitevole di automobilisti stressati): europei siamo, mediterranei, e non mi si venga a dire che a noialtri si possa insegnare qualcosa che già si conosce. Come ficcare una pianta in un vaso ed aiutarla a crescere... il senso sta tutto qui, e non mi serve lo Zen per apprezzare la vita che custodisco nei miei vasetti in cotto da due euri ciascuno. Mi basta vederli crescere sani. E magari proporzionati. Senza però badare troppo al terzo ramo del Moyogi che in accordo con la luna calante nei giorni del solstizio, deve essere più corto del secondo, che si accorda, invece, con gli spiriti Ogami nell'anno del drago...
ma dai!