Credo che il consiglio di "aspettare" sia importante.
Non credo che "fine marzo" sia un punto fisso, ma credo invece che si debba attendere che le radici siano più d'una e che siano meno delicate di quelle che si trovano subito dopo la germinazione.
Essendo al momento poche e molto delicate, danneggiandole anche pochissimo sarebbe tantissimo, quindi molto grave per le radici di cui la piantina dispone e le possibilità di successo precipiterebbero, affidandole più alla fortuna che al proprio impegno.
Un trapianto è traumatico anche per una pianta diciamo così, adulta, figuriamoci per una piantina minuscola, legata alla vita da un "sottilissimo filo": se danneggiamo quello .....
Attendere ha di buono che oltre a permettere alle radici di rinforzarsi e di aumentare di numero, la piantina si troverà in un clima più favorevole a sopportare lo scombussolamento di passare dall'ovatta al terriccio.
Con questo passaggio il regime muta totalmente da acquatico a terreno e nonostante quest ultimo sia il più idoneo, è il cambiamento stesso a costituire un trauma ed un rischio.
Dal poco che ho letto in materia però l'ovatta che marcisce è un problemino da non sottovalutare.
Da una parte andrebbe levata, dall'altra facendolo si provocherebbero invisibili (mica sempre), ma gravi danni.
L'ovatta residua tende a provocare marciume, come pure l'eccesso d'acqua che va decisamente evitato.
Per concludere suggerirei di affiancare ai vostri esperimenti nell'ovatta anche un gruppo di semina "al naturale" cioè in terra, scegliendo non terriccio per bonsai, ma un miscuglio di sabbia e torba opportunamente dosati.
Questo eviterebbe tutti i fastidi ed i pericoli insiti nell'espiantare dall'ovatta in acqua per poi danneggiare le radici col terriccio che tonferebbe loro addosso.
Il terriccio non marcirebbe, fornirebbe alle piantine nutrimento adeguato per un lungo periodo.
Eseguire questa prova "in parallelo" permetterebbe un confronto piuttosto sicuro fra i due sistemi.
Che en dite?