R
Riverviolet
Guest
Nei post, all'interno del gruppo sociale dei rosofili, ci siam detti che, tread specifici su classi di rose ove ognuno di noi, coltivando il genere potesse esprimere la sua coltivazione, poteva essere molto utile e soprattutto oltremodo divertente.
Partiamo da una a caso, La Reina Victoria.
Per me, è stata la prima rosa, colei che mi ha trascinato in questo mondo di bellezza quasi onirica, ma è anche stata colei che mi ha dato più dolori che gioie ed alla fine mi ha lasciato.
Quando l'ho estirpata, essendo sul luogo da tre anni, mi sono meravigliata oltemodo, per la facilità con cui è venuta via.
Il pane di terra, conteneva qualche radice ed anche alquanto prive di vita.
L'avevo acquistata presso un vivaio di zona, che spesso raggruppa molte rose Sanremo, ma evidentemente il vaso in cui l'ho comprata la ospitava da troppo tempo e una volta a terra, non è riuscita a ingranare.
In tre anni, pur fiorendo non è mai cresciuta oltre i 60 cm, seccando continuamente rami su rami.
Però, ci riproverò presto, la delusione stà passando e io devo, riaverla, è troppo bella.
La pianta presenta rami sottili, eretta ma non rigida, più alta che larga, portante un numero massiccio di fiori, a coppa profonda, che talvolta tendono ad aprirsi disponendosi a rosetta, di circa 8 o anche 9 cm.
Il colore è un rosa argenteo più chiaro e quasi trasparente nel retropetalo, con un profumo incantevole che in giornate calde, sembra vino maturo.
E' adatta, secondo me, al pegging down e coltivabile, sempre secondo me, come piccolo rampicante, su arco.
Molto sana, anche se, posizioni fresche e aerate, credo siano le migliori.
Posseggo la sport, Mme Pierre Oger, ma secondo me, è simile ma anche diversa.
Stavolta è rosa d'innesto, proveniente da Rose di Piedimonte (che produce piante di vigoria incredibile!).
E' decisamente molto più delicata, capricciosa, bisognosa di cure.
Si fà amare e improvvisamente odiare, perchè può ammalarsi tutta e in un colpo solo.
E' decisamente più grande, tendente al sarmentoso.
I fiori assomigliano senz'altro a quelli della madre, ma è molto meno fiorifera, con fiori più delicati ma più piccoli e secondo me, di profumazione meno buona.
Prima la allevavo a rampicante, visto che ha raggiunto e sorpassato i due metri e mezzo di altezza per altrettanti di larghezza.
Poi uno schiaffo di macchia nera che l'ha divorata interamente, mi ha costretto ad una potatura di emergenza drastica, a scapito della fioritura.
Quindi ho inserito un obelisco e non le permetto più di andarsene a zonzo.
Cresce a velocità impressionanti, con una vigoria che disdice l'apparente fragilità dei fiori, ma è molto bella.
Concludo con il dire, che entrambe erano coltivate in pieno sole, solo la Oger è leggermente schermata da un pruno, su suolo drenatissimo, argilloso-siliceo e con pochi rivali radicali.
Ora tocca a voi, chi coltiva una o entrambe?
Quando avremo finito con loro, continueremo citando le altre bourbon, fino ad esaurimento scorte.
Potete/possiamo tranquillamente, nello stesso tempo, aprire nuovi tread per classi diverse da questa.
A tutti noi, buon divertimento.
Partiamo da una a caso, La Reina Victoria.
Per me, è stata la prima rosa, colei che mi ha trascinato in questo mondo di bellezza quasi onirica, ma è anche stata colei che mi ha dato più dolori che gioie ed alla fine mi ha lasciato.
Quando l'ho estirpata, essendo sul luogo da tre anni, mi sono meravigliata oltemodo, per la facilità con cui è venuta via.
Il pane di terra, conteneva qualche radice ed anche alquanto prive di vita.
L'avevo acquistata presso un vivaio di zona, che spesso raggruppa molte rose Sanremo, ma evidentemente il vaso in cui l'ho comprata la ospitava da troppo tempo e una volta a terra, non è riuscita a ingranare.
In tre anni, pur fiorendo non è mai cresciuta oltre i 60 cm, seccando continuamente rami su rami.
Però, ci riproverò presto, la delusione stà passando e io devo, riaverla, è troppo bella.
La pianta presenta rami sottili, eretta ma non rigida, più alta che larga, portante un numero massiccio di fiori, a coppa profonda, che talvolta tendono ad aprirsi disponendosi a rosetta, di circa 8 o anche 9 cm.
Il colore è un rosa argenteo più chiaro e quasi trasparente nel retropetalo, con un profumo incantevole che in giornate calde, sembra vino maturo.
E' adatta, secondo me, al pegging down e coltivabile, sempre secondo me, come piccolo rampicante, su arco.
Molto sana, anche se, posizioni fresche e aerate, credo siano le migliori.
Posseggo la sport, Mme Pierre Oger, ma secondo me, è simile ma anche diversa.
Stavolta è rosa d'innesto, proveniente da Rose di Piedimonte (che produce piante di vigoria incredibile!).
E' decisamente molto più delicata, capricciosa, bisognosa di cure.
Si fà amare e improvvisamente odiare, perchè può ammalarsi tutta e in un colpo solo.
E' decisamente più grande, tendente al sarmentoso.
I fiori assomigliano senz'altro a quelli della madre, ma è molto meno fiorifera, con fiori più delicati ma più piccoli e secondo me, di profumazione meno buona.
Prima la allevavo a rampicante, visto che ha raggiunto e sorpassato i due metri e mezzo di altezza per altrettanti di larghezza.
Poi uno schiaffo di macchia nera che l'ha divorata interamente, mi ha costretto ad una potatura di emergenza drastica, a scapito della fioritura.
Quindi ho inserito un obelisco e non le permetto più di andarsene a zonzo.
Cresce a velocità impressionanti, con una vigoria che disdice l'apparente fragilità dei fiori, ma è molto bella.
Concludo con il dire, che entrambe erano coltivate in pieno sole, solo la Oger è leggermente schermata da un pruno, su suolo drenatissimo, argilloso-siliceo e con pochi rivali radicali.
Ora tocca a voi, chi coltiva una o entrambe?
Quando avremo finito con loro, continueremo citando le altre bourbon, fino ad esaurimento scorte.
Potete/possiamo tranquillamente, nello stesso tempo, aprire nuovi tread per classi diverse da questa.
A tutti noi, buon divertimento.
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