Vincenzo VA
Florello
Pensa che io ho vissuto la dislessia 23 anni fa, mio figlio ha oggi 30 anni.
I professori non conoscono la dislessia, ma neanche vogliono conoscerla.
Conosco ormai molto sua dislessia, e sono autodidatta perchè al'epoca non c'erano sostegni, solo le nostre forze alla ricerca di aiuto
No, non sapevo nulla di tuo figlio fino ad oggi.
Non voglio annoiare gli altri, ma nel corso sulla dislessia che ho appena finito si è parlato molto dell'evoluzione delle strategie a favore dei dislessici.
Perchè non se ne parlava quando andavamo noi alle elementari? Certamente i dislessici esistevano, ma dovevano trovare da soli le modalità per poter studiare perchè non avevano neppure la comprensione delle mamme e dei papà!
Ci ha mai pensato?
40 anni fa davvero non c'era rispetto per gli alunni e le bacchettate si davano davvero, altro che strumenti compensativi!
Certamente l'intera didattica era diversa, c'erano meno argomenti e l'insegnante non viveva "l'ansia da programma" come spesso capita oggi. C'era più tempo anche per il dislessico che semplicemente doveva arrangiarsi.
Oggi l'attenzione al problema esiste: nel mio istituto comprensivo (circa 1000 alunni) abbiamo quest'anno 31 alunni con diagnosi di dislessia.
75 dei 100 docenti della scuola hanno partecipato al corso d'aggiornameto. Pin, qualcosa sta cambiando anche se lentamente.
Credo che questo fatto ti dia un po' di gioia.
Come dicevo prima, la scuola fa quello che può, ma le risorse per pagare i veri esperti non ci sono.
Ma gioco la carta della madre che ha trovato nella sua strada una manica di incompetenti che neanche di fronte alla realtà hanno avuto l'umiltà di ascoltare quelli che potevano essere quelle che io ho sempre chiamato le "istruzioni per l'uso". ma attenzione non le davo io ma le persone competenti.
In seconda media la prof di francese di mio figlio non mi ha creduto quando le ho esposto la situazione.
Ha semplicemente detto: "Tuo figlio è un lazzarone! Deve solo aprire il libro e studiare".
Credo che si riferisse a quel libro sul quale mio figlio perdeva giornate intere senza capire niente.
La vita è strana.
Quest'anno quella professoressa è arrivata nella mia scuola...supplente annuale..in attesa di entrare in ruolo...io invece molto in vista nella mia scuola (vicepreside per diversi anni, componente del Consiglio d'Istituto da 6 anni, in Giunta Esecutiva, nel Comitato di Valutazione dei docenti immessi in ruolo (in pratica la commissione che conferma in ruolo i docenti neoassunti a tempo indeterminato).
Sorridendo le ho detto: "Tu fai il corso sulla dislessia perchè stai per entrare in ruolo e io sono nella commissione di valutazione".
Abbiamo riso insieme anche se lei era rossa come un peperone...i colleghi hanno certamente pensato che ci stessi provando!
Ha frequentato il corso.
Ti posso assicurare che questa docente è molto in gamba, ma nessuno le ha mai parlato di dislessia quando frequentava l'università nè qualcuno l'ha informata prima di buttarla in classe.
Questa è la realtà italiana.
...Quindi come vedi niente vittimismo, niente considerare mio figlio handicappato disgrafico, dislessico e con stati d'ansia al100%.
So quali sono state le sue difficoltà so com'è oggi.
Ripeto quello che ho esposto è la mia esperienza diretta...
Se hai superato, sono contento.
Concludo con un episodio che può fare capire la complessità della problematica a chi sta leggendo.
Un mio caro amico dislessico e discalculico, un giorno mi ha detto:
"Fino a 11 anni, andavo malissimo in matematica perchè per me il 9 e il 6 erano lo stesso numero.
Fortunatamente a 11 anni ho trovato un modo per capovolgere i sei all'interno del mio naso nel momento esatto in cui dal cervello si dirigevano verso la bocca".
Naturalmente non ha saputo spiegarmi in che cosa consistesse il "modo". :Saluto:
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