Come promesso un po' di teoria
Alla base di un progetto di giardino sta la comprensione del modo di interagire di forme e volumi, poiché è da questi che uno spazio trova la sua efficacia visiva. I volumi del giardino (piante ed elementi strutturali) devono essere in armonia con gli spazi compresi tra essi (prato, pavimentazione)Progettare un giardino e non solo dotarlo di piante è la chiave di volta per ottenere il dominio dello spazio a disposizione. Immagina la casa come l’attore protagonista ed il giardino come il suo palcoscenico con gli elementi del giardino che entrano sfilando dalle quinte. Man mano che componiamo le varie scene vediamo emergere il potenziale progettuale.: si possono sfruttare i vari elementi, come le masse di vegetazione, per modificare il primo piano, per dare una diversa sensazione del panorama, per falsare il senso delle distanze. Il modo di percepire lo spazio di un giardino è la conseguenza della sovrapposizione dei suoi diversi elementi che suddividono la visuale in vari strati. Insomma uno dei primi passi nel progettare un giardino è ragionare in termini di forma. Un altro elemento importante è la scala. Un giardino adiacente ad una villetta ad un piano dovrebbe contenere elementi più piccoli rispetto ad un giardino sovrastato da un grande condominio.
L’occhio va guidato nel suo vagare per il giardino. Ciò dipende non soltanto dal motivo dominante del progetto ma anche dalla presenza di punti focali che punteggiano lo schema di un giardino più o meno come la punteggiatura di uno scritto, un progetto può essere quindi statico oppure dinamico.
La scelta del tipo di giardino è un principio stilistico, lo stile infatti influenza l’aspetto tanto quanto le componenti fisiche stesse del giardino.Nello stile mediterraneo il giardino è innondato di sole, ci deve essere un luogo accogliente dove pranzare all’aperto, le pareti sono spesso bianche, il giardino trabocca di colori smaglianti ma le sfumature sono attenuate dalla luminosità, i vasi, se ci sono, sono in terracotta, le piante hanno spesso strutture forti, i fiori colori intensi, le zone al sole ed all’ombra vanno pensate attentamente.
Le macchie di vegetazione hanno svariate funzioni: riempimento, intelaiatura, delimitazione di spazi, come già detto prima pieni e vuoti, cioè volumi e spazi, devono essere in giusta proporzione. Quindi i gruppi di piante vanno pensati come blocchi di materiale verde per dare il giusto volume. Solo dopo aver afferrato questo concetto si passa a comporre un insieme di forme vegetali. Le masse verdi potranno creare schermi, legare con il verde circostante, armonizzare il giardino con la casa ecc.
Creando una macchia di vegetazione, sia essa un’aiuola, una bordura, una siepe, è indispensabile tener presente alcuni semplici principi.
Innanzitutto è necessario tener presenti la posizione, le condizioni del terreno, il clima (sui quali non mi soffermo)ed infine la composizione . Mi occuperò solo di quest’ultima. Intanto la bordura deve sembrare il più naturale possibile, la sua progettazione pertanto deve seguire gli stesi principi che guidano la mente e l’occhio in ogni altra forma d’arte: equilibrio, ritmo, accento, armonia.
Nel giardinaggio l’equilibrio è l’effetto di ordine che deriva dal collocare piante dello stesso peso sui lati opposti di un punto detto fulcro. Il ritmo si riferisce all’alternarsi delle “battute” come in una composizione musicale: una sequenza di piante basse alternate con altre più alte, alcune di forma arrotondata accanto ad altre a colonna, piante dalle foglie scure alternate a foglie chiare ecc.. Come accento si intende l’abilità di porre in un luogo della composizione un punto di particolare interesse che attiri l’attenzione. L’armonia è l’unità, il senso di completezza suggerito dall’insieme. Inoltre vanno considerati gli elementi fisici, i più importanti sono:forma linea, colore, trama. La forma riguarda l’aspetto e la struttura di tutti gli oggetti tridimensionali presenti nel giardino, dai contorni stessi alle geometrie delle aiuole e delle bordure e ai materiali di cui sono composte sino alla conformazione delle piante che vi crescono. In un giardino la linea si trova agli angoli tra i muri ed i vialetti, nei punti di contatto tra i vari materiali che ricoprono le superfici (pavimentazioni, erba, acqua) nella silhuette degli oggetti tridimensionali: edifici, alberi, siepi sassi ecc.. Una linea può guidare l’occhio lontano, verso un elemento di particolare interesse, quindi può essere usata per legare i vari elementi di una composizione. Il colore non riguarda solo i fiori ma anche le sottili differenze tra i vari tipi di verde delle foglie, ai colori della terra. Il colore cambia continuamente con le stagioni. La trama si riferisce all’aspetto fisico delle superfici: lisce, ruvide, luminose, spinose…ed anche alla forma ed alla densità delle foglie e dei fiori. Comporre tutti questi elementi richiede riflessione. La scelta dipenderà anche dallo stile adottato :formale oppure informale.
Quando pensiamo alle piante, a come e dove disporle nel nostro giardino può essere utile seguire un certo ordine.
E’ meglio cominciare dai soggetti dominanti cioè quelli che formano i punti focali dell’impianto vegetale. Loro funzione, come già accennato prima, è guidare lo sguardo attraverso il giardino e dare ordine a ciò che altrimenti potrebbe sembrare caotico, hanno insomma la funzione di segni di interpunzione. A seconda dei casi può esserci un unico soggetto dominante, oppure una serie di dominanti minori distribuite qua e là, mai troppe altrimenti il progetto resterà confuso. Tutte le piante scelte come dominanti, nel giardino o in una composizione il principio non cambia, devono avere caratteristiche architettoniche ed una convincente silhuette.
Dopo aver posizionato i punti focali si passa a fissare la struttura di base, lo “scheletro” del giardino ma anche di una bordura. L’aspetto che il giardino avrà in inverno quando spariscono le fioriture ed alcune perenni, quando molti arbusti si spogliano, è il punto di partenza per la scelta delle piante che hanno questa funzione. Le piante scheletro hanno molteplici funzioni: creare uno sfondo, dare tono ed omogeneità, fornire punti di interesse nell’arco dei dodici mesi. In estate verranno eclissate da piante più vistose, ma riemergeranno poi per il loro portamento, la colorazione del fusto, la bellezza delle bacche ecc. In genere la maggior parte di esse, ma non necessariamente, è sempreverde. Possono essere arbusti ma anche erbacce perenni.
Quindi si aggiungono le specie ornamentali. Cosa rende decorativa una pianta? Subito si pensa alla fioritura ed al suo colore, invece non bisogna dimenticare un bel fogliame o una forma interessante. Poi si posizionano le “belle” cioè le erbacee perenni che hanno lo scopo di realizzare armonie cromatiche. Sono piante che hanno fioriture e/o foglie interessanti . Oltre alle erbacee assolvono a questo scopo anche molte tappezzanti. Sono belle ma effimere, la loro durata è relativamente breve e danno il meglio di sé piantate davanti alle decorative “giuste” a loro volta incorniciate dalle piante scheletro adatte, tutte insieme devono fornire una composizione convincente.
Infine ci sono le piante da riempimento. Servono a correggere l’insieme oppure a riempire gli spazi di un impianto ancora giovane , riempiono gli spazi fra gli arbusti, le perenni, le tappezzanti, qualche volta anche tra le pietre della pavimentazione. A questa categoria appartengono le bulbose e le annuali.
Un aspetto fondamentale di qualunque impianto vegetale è la capacità delle diverse specie di produrre un effetto ornamentale per un lungo periodo, anche per più stagioni. Uno schema ben studiato permette di sfruttare le caratteristiche stagionali delle varie piante utilizzate per dare un’atrattiva perenne al giardino ed armonizzare anche gli inevitabili momenti di stanca. Una volta presa confidenza con le caratteristiche stagionali delle diverse specie, si possono creare gruppi il cui cambiamento morfologico r cromatico diventa protagonista assoluto, sfruttando le varie sfumature dei fiori e delle bacche, ma anche le tinte variabili del fogliame da quelle primaverili a quelle autunnali.La colorazione del fusto, il fogliame sempreverde e le bacche diventano importanti soprattutto in inverno, stagione nella quale si ha la prova della verità sulla funzionalità dell’ossatura del giardino. Passando in rassegna la gamma delle specie disponibili appare evidente che il numero di quelle con caratteristiche ornamentali per più di una stagione non è elevatissimo. Scegliendo le specie adatte si otterranno prestazioni impensate, sempre però che la composizione dei gruppi sia stata oculata. Una categoria non sempre facile da usare sono le bulbose. Verrebbe da collocarle in primo piano. Invece vanno disposte dove i loro fiori possono svettare fra le altre piante che più tardi provvederanno a mascherarne il fogliame quando inizierà ad avvizzire.
Adesso ci sarebbe da dire sull’uso del colore ma lo farò domani.
CARA mArgherita, penso che stai creando un mostro!
come un bimbo, bramoso d'imparare, leggo e rileggo.
e' tutto chiaro, interessante, ma ti rendi conto per un novellino come me, come spaventa tutto cio'.
spaventa il gap tra la teoria e la pratica!
la struttura materiale della scarpata, non mi spaventa. pensa che mio suocero ed io in circa due anni abbiamo modificato tutto. in origine la scarpata era a meno di due metri dalla casa, e la stessa era piu' rispetto al livello del terreno di circa un metro, lo stesso dicasi per la zona vialetto,ì.
tutto o quasi con vanga e carriola.
ma, riuscire a capire se bisogna cominciare con l'arbusto, o la siepe, mi spavento un po'.
Comunque ci riusciremo. Elenius permettendo!
Per elenius: sto scherzando
Per gianfra: grazie anche del tuo aiuto.